martedì 28 luglio 2009

La MIA Magione

Dieci giorni di gesso.
Ne mancano venticinque.

Ripenso ancora alla caduta, tentando di comprendere l'errore commesso. L'asfalto scivoloso, la gomma anteriore finita, i freni troppo aggressivi, le forcelle scariche.

Quel pomeriggio per la prima volta ho fatto strada e ritmo, sono rimasti tutti in coda dietro me ... "Aveva un ritmo così sostenuto che non ho sentito il bisogno di superarla"...

La mattina sono partita tesa e nervosa.
Risolvere l'enigma ha offuscato il mio umore, l'entusiasmo del mio primo raduno compromesso da complicazioni personali.

Il pranzo a Orvieto e il ritorno a Magione.
"Vale, usa la moto!" - mi sono detta - "Usala per allentare questa pressione che ti stringe il cuore", dopo i discorsi sulla vita gustata con passione o limitata dalla ragione. Ho sgombrato la mente e la mia guida è tornata fluida, libera, a tratti aggressiva. Quando ho spento il motore non chiedevo altro che godermi la cena in compagnia di tutti.

Anche di Te.

Invece sono finita in terra.
E' bastato sfiorare il freno e la piccola è partita senza più controllo, abbiamo strisciato insieme sull'asfalto, una sotto l'altra e per tutto quel tratto ho pensato incredula: "Ma che ho fatto?".
Dopo ho visto i volti degli amici e quelli estranei degli infermieri in ambulanza.
Di nuovo.
Di nuovo il Pronto Soccorso di una città sconosciuta, di nuovo lo stesso responso inappellabile: frattura.

Di nuovo ferma, in pausa.

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