mercoledì 7 aprile 2010

Manco si che

Ci sono logiche in cui mi sono sempre sentita perdente.
Una di queste è l'esposizione pubblica, sebbene sia molto migliorata e la mia diplomazia ne abbia giovato.
Ma quando gli altri non sanno mantenere un atteggiamento di onestà intellettuale e integrità di pensiero e cercano solo lo scontro personale, allora io soccombo.
L'arte della dialettica la conosco bene e la so usare, ma se si vuole giocare sul piano personale, io abbandono il campo e vado a farmi una birra.
E mi sento in pace con me stessa.
La lascio a loro la vittoria. A tavolino. E so che per i disonesti di spirito è comunque saporita.
A me, invece, mi fa schifo: io amo gareggiare lealmente perchè l'unica cosa che possiedo in eccesso e spesso regalerei volentieri in giro, è il senso di giustizia.
E' quello che mi spacca l'anima a me: il senso di giustizia con cui guardo ogni angolo di mondo, ogni cellula di persona. Da quando il mio cervello ha iniziato a funzionare a pieno ritmo.
Il senso di giustizia ti logora, si mangia tutti i sentimenti e le emozioni, ti fa vedere tutto o bianco o nero, ti priva del piacere dell'imperfezione, della sfumatura.
Quando te ne accorgi butti a mare tutte le tue regole, scappi da quell'orco che getta un velo cupo e serioso su tutto quello che vivi. E da quel momento sei destinato a fare una marea di cazzate pur di non sentire più quella vocina nella testa che vuole decidere d'ogni cosa se è giusta oppure no.

Ma giusta per chi?

E quando si affaccia questa domanda è il momento che tutte le tue certezze crollano fragorosamente, emettendo un rumore sordo, che già da solo abbatte tutti i tuoi equilibri.
A quel punto hai solo due scelte:
o ti perdi nella confusione delle macerie, arrangiandoti a vivere come capita. Oppure. Ti alzi le maniche e ricostruisci.

E' una parola ...

Vabbè, ma in qualche modo bisogna pure farla passare la vita, no?


Valentina

(con dentro Paolo Sorrentino che mi ha fatto conoscere Tony Pagoda che mi ha fatto passare tre giorni con mio padre, anche se non c'è più da quasi tre anni. E quello, mio padre, si è sentito chiamare e l'altra notte ci siamo pure fatti una chiacchierata. Su cosa? Come su cosa!? Su questa nuova tornata elettorale. Lui se la rideva perchè non lo riguarda più. E a me, mi ha alleggerito un po' il cuore).

2 commenti:

Francesco Rossi ha detto...

Ciao mi chiamo francesco, anche io come te mi diletto con la scrittura.
solo che il mio risultato e ambiguo.
Curiosando nel tuo blog, ho trovato finalmente un metodo di scrittura che mi piace e continuerò a seguire.
Complimenti ciao

V. ha detto...

Grazie!
Sei il benvenuto :)

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