lunedì 6 dicembre 2010

Patetico

Ho smesso di sperare
che i salmoni nuotino nel verso della corrente
gli alberi non perdano le foglie in inverno
le onde del mare si plachino anche solo per un istante.
Ho smesso di credere
nelle parole intense e magnifiche
o grette e meschine
sporche d'egoismo e rancore
nei gesti che sembravano ma non erano.
Ho spento il potere di ferire
di illudere
di ingannare.
Non penso, non sento, non guardo, non ricordo, non desidero.
Non voglio.
Solo una scelta mi è stata concessa
l'ho sposata con tutta me stessa.

Chi non ha il coraggio di vivere
si astenga.
Chi non ha nulla da dare
soccomba.
Accogliamo tutti perchè siamo umani.
Io voglio essere lupa,
camminare lungo la strada della mia anima selvaggia
per riconoscere a pelle
la meschinità,
ed evitarla.

Lasciarmi contagiare dall'allegria semplice di mia madre
apparentemente serena,
un dolce balsamo la sua voce.
La sua risata,
mentre le racconto la paura che ho provato entrando in casa
lo stereo si era acceso da sè
ed io sentivo voci.

Patetico ogni uomo che mi ha ferita,
offesa
umiliato la mia femminilità
quando mi sono data senza riserve
Patetici gli uomini di cui mi sono accontentata
quelli deboli
che non sanno prendere decisioni
che si crogiolano nelle loro fragilità
che non sanno starmi accanto
che sono troppo impegnativa
intransigente
a volte anche troppo bella
troppo intelligente
troppo speciale
troppo per loro.
Patetici gli uomini che scelgono sempre la comodità
eppure li attiro
benchè io non sia una persona comoda.
Anelo a un equilibrio che da sola non trovo?
Sopravvaluto l'uomo?
Certo non merito,
io,
di non essere amata fino in fondo.

Sei tu l'unico che "sta bene"
che inganna tutti
e la sera trova sempre un piatto caldo
e una donna pronta ad accoglierti.
Perchè questa è la vita che alla fine volete tutti,
e non importa se sia vera o costruita a tavolino.
Ed io a struggermi perchè so quanto valgo
a mettermi in discussione perchè temo di non valere abbastanza.
No, non sono io che non valgo.
Basterebbe il mio nome per dimostrarlo,
mai nome fu più azzeccato:
Valente, colei che vale.

Questa sono io,
il resto è solo fuffa per gatti randagi che non avranno mai dimora.

"Non confondere la nobile paura con la volgare vergogna"

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