Sfila il trenino d'arancio, sferragliando su antiche rotaie.
Si dondola, sui sedili di legno.
Le porte a soffietto accolgono pezzi di freddo e umanità.
Un pensiero si accende,
mi distoglie dalle pagine sorrette da mani gelate.
Volgo fuori lo sguardo e scorgo
la collina rischiarata dall'alba,
alla fine del lungo viale alberato:
la geometrica coerenza di questa città mitiga le mie pindariche fantasie.
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