Un'emozione diversa: questa volta so cosa mi aspetta, anche se non sono certa che non soffrirò, ma conosco la procedura e almeno quell'ansia non c'è.
Soprattutto so che non me ne pentirò perchè la porta del definitivo è stata già aperta e ci sono già entrata, percorrendo pochi passi, ma importanti.
Questa volta siamo soli: io e lui, la sua mano precisa che incide la mia pelle. Ha imparato a conoscere i miei gusti, le mie inclinazioni, motivato più del solito perchè sono l'unica donna che si lascia tatuare i polinesiani.
Mi spiega che bisogna saperlo portare, questo stile, bisogna essere molto femminili per contrastare e valorizzare l'aggressività di un maori.
E' stimolante crearlo insieme: io porto il soggetto e lui lo personalizza per me, sono sufficienti poche indicazioni perchè comprenda ciò che voglio.
E lo realizzi.
Questa volta l'osservo mentre si materializza sotto il mio sguardo, quasi come se disegnassimo insieme: concentrati e zitti, vedo la figura comporsi poco a poco, prendere vita e anima sul mio braccio immobile.
E' mio,
solo mio,
quel braccio dipinto con un granchio polinesiano.
Simboleggia protezione, per l'armatura di cui è composto, per questo il guscio è realizzato con un tiki, simbolo di fertilità e protezione. Simboleggia anche la capacità di arrivare ad un obiettivo per vie traverse, aggirando gli ostacoli, per il modo in cui si muove.
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