mercoledì 23 marzo 2011

Ritorno in cuccia

Mentre bevo e socializzo,
ascolto e mi incuriosisco,
rido e racconto,
mi segno le cose che mi passano per la testa.
Ho solo l'aifon,
nè carta nè penna.
E poi sembrerei più strana del solito se mentre sono in mezzo alla gente,
o sto ascoltando il tizio dell'Aquila narrarmi di come ha dovuto spiegare a suo figlio di nove anni cos'è un trans e cos'è una escort ... io aprissi il mio quaderno nero e iniziassi a scrivere.
Me le segno perchè so che domattina i ricordi saranno svaniti o alterati dalla luce del sole, mutati per forma e consistenza, ma io voglio ricordare questa serata, voglio trattenere la "pelle", lo stato d'animo con cui l'ho vissuta.
Perchè è stata una giornata strana, sono giorni diversi questi, bersagliata con sorpresa da più parti, proprio mentre cammino nel mondo con la leggerezza cui ho anelato per mesi, che mi è mancata e ho riscoperto più intensa e leggiadra che mai.
Ho affidato al vino rosso il potere di sciogliere i miei nodi, di rivelarmi come sto, cosa sento.
Se rileggo scopro che sono felice di quello che sono, felice di quello che ho vissuto e che vivo, sicura che nella mia vita ci sarà sempre il dono di guardare il lato buono che c'è.
Ho dimenticato l'uomo alla reception dell'albergo a cui ho parlato della mia passione per la moto scavandomi la fossa quando mi ha risposto: "Delle moto ricordo solo i pezzi di mio fratello che ho raccolto e infilato in una bara, tanti anni fa" e la sua dolcezza nel consolare la mia mortificazione.
Ho dimenticato il bicchiere della staffa e il barista dell'albergo: non c'è Ron, non c'è Sambuca, allora va bene un Jack...che mi lasciato fumare dentro e si è acceso una sigaretta anche lui, uno di quei cinquantenni tarchiati e terroni, allegro per natura, che stamani mi ha preparato un caffè doppio e appena sono scesa mi ha accolto così: "Sopravvissuta?" e una grassa risata.
Ed io che di mattina sono l'essere più scorbutico del pianeta, mi sono presentata pimpante e vitale, col migliore dei miei sorrisi ed ancora mi sto chiedendo perchè!

L'ultimo pensiero che ho trattenuto ieri notte, prima di spegnare la luce, recita così:
"Il tuo disprezzo per la mia amicizia e la mia persona mi ha delusa".
Ma ho deciso di risparmiarlo al destinatario.

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