venerdì 11 ottobre 2024

Donne & Alcool

L’alcolismo è una malattia progressiva. Prima o poi, il bere diventa sempre più incontrollabile, per cui tentare di gestirlo diviene un’ansia predominante: bere solo vino o birra, promettere a se stessi di bere solo durante il weekend, programmare i momenti delle bevute non sono che alcuni degli espedienti escogitati dagli alcolisti per cercare di controllarsi. Ma queste “buone intenzioni” sono esse stesse un classico sintomo di alcolismo, allo stesso modo dei devastanti dopo-sbornia o dei terrificanti vuoti di memoria.

Forse la parola “alcolista” ti disturba. Ancora oggi essa suggerisce a molti l’idea di un essere debole ed emarginato. Quando, poi, si parla di alcoliste donne questa falsa impressione si accentua. La maggior parte della gente tende a guardare con tolleranza o anche con divertimento un ubriaco uomo ma rifugge con un senso di ripugnanza una donna nelle medesime condizioni. La tragedia più grande è che la stessa donna alcolista condivide molto spesso un pregiudizio del genere. Il peso della colpa, che tutti i bevitori alcolisti si portano sulle spalle, per lei può essere raddoppiato.

https://www.alcolistianonimiitalia.it/

mercoledì 11 settembre 2024

Preghiera della serenità

Dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare

Il coraggio di cambiare quelle che posso

La saggezza di riconoscerne la differenza

AA - 10 settembre 2024

Terzo incontro

Il mio compleanno, 49.

Ho passato la settimana a sfornare Muffin per allenarmi e alla fine ieri sera mi sono presentata con due vassoi pieni: alla mela e con gocce di cioccolato. Li hanno spazzolati con tanto di complimenti!

Ieri sera c’era un certo Davide che ha raccontato alcuni aspetti dell’alcolismo che sono stati un pugno nello stomaco, anche per il modo in cui parlava, descriveva: asciutto, preciso e per questo più efficace. Ed ogni volta che toccava un nervo scoperto dal racconto di altri prima di lui, fissava la persona che ne aveva fatto cenno come a sottolineare, rispondere, rendere più evidente. Come quando mi ha guardata intensamente mentre precisava che in una fase l’alcool aiuta a dormire ma più si abusa e più la voglia è solo di stare svegli per continuare a bere (perché poco prima avevo raccontato che dopo una bottiglia di vino di solito svenivo nel letto anche molto presto la sera e dormivo senza sogni fino al giorno dopo).

È stato molto crudo nel suo modo di descrivere la sua esperienza molto lunga, fitta di ricadute dovute a quelli che lui ha chiamato “esperimenti”: la sbronza solo del sabato sera, bere solo un baio di bicchieri durante la cena o solo una birra all’aperitivo. Regolarmente nel giro di poco tempo ogni tentativo di controllare la situazione è sfociato nell’abuso. Tanto che lui stesso si definisce molto sorpreso di avere smesso da circa tre anni.

È stato particolarmente “spesso” quando, con un gesto del braccio e della mano verso il basso, ha detto: “L’abuso di alcool può solo peggiorare”.

Anche questa volta sono stata chiamata in causa da Gianni, il coordinatore, ed è stata la prima volta che ho usato la frase di rito prima di iniziare: sono Valentina e sono un’alcolista. Avevamo letto all’inizio il settimo passo che tratta dell’umiltà. Ma nelle premesse c’era quella caratteristica che accomuna tutti quelli che bevono: quando è stata una giornata particolarmente positiva o quando capita qualcosa di negativo, il primo pensiero è accompagnarlo con l’alcool. Avrei voluto parlare di questo ma poi l’immensità del discorso sull’umiltà mi ha portato verso altre riflessioni ed anche i racconti di chi mi ha preceduto. Legato a questo c’è anche il discorso sui difetti, che è il quarto passo ma io non ho avuto modo di studiare perché sono arrivata dopo, quando eravamo già al quinto. Così mi sono fatta prestare un libro e in questi giorni approfondirò.

Ho parlato invece del fatto che da quando ho smesso di bere (oggi sono tre settimane), mi sento come se mi fossi tolta un peso dalle spalle, mi sento più libera e soprattutto più lucida nell’affrontare la mia giornata. Tutto della mia giornata. Come dice Fabio, anche io mi sento più tranquilla, affronto le cose con meno ansia e paura, non ho la smania di risolvere tutto e subito, sono in grado di attendere. A volte le cose si risolvono da sole o almeno si sgonfiano e diventano più accettabili, più accessibili.

 

"Non buttarti giù se in questo momento pensi non ci sia nessuno intorno a te: fa parte del cammino che hai intrapreso che è sicuramente su una strada più giusta di quella di prima.

Sono orgoglioso di te e ti voglio bene. Stai avanti un sacco e da subito ma occhio a non compiacerti: è un'arma a doppio taglio. Devi lavorare come gli altri umili mortali benchè tu non lo sia".

Grazie, Pitrox.

giovedì 5 settembre 2024

AA – 3 Settembre 2024

Secondo incontro

Mentre andavo al secondo incontro il cielo era nerissimo e non smetteva di tuonare e lampeggiare. Ma non ho pensato nemmeno per un istante di restare a casa con i gatti.

Un gruppetto era fuori dalla struttura che chiacchierava fumando una sigaretta, con leggerezza. Denise mi ha accolta dicendo: “Ciao, sei tornata! Sono contenta di rivederti”.

Anche questa volta ho preso la parola dopo un paio di persone che mi hanno preceduta. Ho raccontato l’impatto positivo del primo incontro, di quanto abbia rafforzato la mia iniziativa di non bere, di quanto sia stato relativamente semplice non cadere in tentazione in queste due settimane. Ho parlato del mio compleanno che sarà martedì prossimo. Ho raccontato che da un po’ di tempo stavo pensando a come festeggiare ma poi mi sono resa conto che come al solito tutto si sarebbe ridotto ad offrire da bere al bar, senza fare nulla di speciale. Mi sono resa conto che il martedì è il giorno dei nostri incontri e ho pensato che fosse un segno del destino e soprattutto sono molto felice di festeggiarlo così

Quando ho detto quanti anni compirò, Denise ha fatto la faccia della sorpresa genuina e mi ha detto: 

“Ma non ci credo! 49 anni! Ma sei un fiore!”.

Poi mi sono ricordata che nel ricettario della friggitrice ad aria che ho comprato un paio di mesi fa ci sono anche i Muffin e ho deciso che preparerò io i dolcetti piuttosto di comprarli in pasticceria. Voglio fare una cosa nuova per me, non ho mai cucinato dolci. 

Ieri sera i più anziani dicevano che la “filosofia” di AA è una scuola di vita, un programma di vita.

La sobrietà non è solo astinenza dal bere ma è un modo di approcciarsi alla vita.

È incredibile come ognuno di noi si ricordi la data precisa in cui ha smesso di bere. 

La mia è il 21 agosto, e se devo essere sincera queste due settimane sono volate, mi sembra passato un secolo dall’ultima volta che ho bevuto, è come se avessi chiuso un portone alle mie spalle e non mi fossi più voltata indietro. Come se adesso riuscissi a guardare solo avanti e nella mia visione delle cose percepisco un’apertura ed una sensazione di nuove opportunità che non provavo da molto tempo. Mi sento diversa quando sono nel gruppo, in quelle due ore. Provo qualcosa di completamente nuovo che mi rafforza, mi scalda, mi fa sentire a mio agio, azzera tutte le convenzioni e gli approcci abituali. Soprattutto è la seconda volta che parlando sono anche ironica e sorrido e mi chiedo se mi sento davvero così, leggera e ottimista, oppure se è il mio modo di proteggermi. All’inizio mi sentivo solo in colpa e mi vergognavo, mentre ora è come se avessi preso in mano la mia vita e potessi solo fare bene, mi sento forte e piena di risorse, come se dentro di me fosse scattato qualcosa che dice che posso affrontare i miei problemi, posso superarli. 

Il fatto di astenermi dal bere da due settimane in modo del tutto autosufficiente, prima ancora di partecipare agli incontri, mi trasmette una grande fiducia in me stessa, un po’ come quando ho smesso di fumare, da un giorno all’altro, senza l’aiuto di nessuno.

Nella mia visione delle cose riesco ad immaginare una Valentina che non beve più, non solo adesso che sono chiusa in me stessa e non frequento i bar, ma anche quando tornerò ad una vita sociale che però sarà sicuramente diversa, nelle persone e nei contesti e nei luoghi.

giovedì 29 agosto 2024

AA - 27 Agosto 2024

     Primo incontro

1.       Ho capito il metodo. Ogni persona presente prende la parola e racconta un pezzo della sua esperienza. E tu senti risuonare dentro alcune corde, in modo più o meno forte a seconda degli elementi che ascolti e ad un certo punto ti rendi conto che sei in un contesto nuovo, dove le persone attorno a te hanno vissuto/vivono qualcosa che conosci molto bene, anche se ognuno a modo proprio

2.       Ho capito a che livello mi trovo della malattia: sono riuscita a interrompere da sola senza fare grande fatica. Forse il giorno più duro è stato lunedì: sono rientrata a lavoro dopo tre settimane di ferie e mentre guidavo verso casa sono stata assalita dall’ansia perché quello è l’orario dell’aperitivo, la calamita verso il bar. Ma sono riuscita a farmene una ragione. Sono andata dritta dai gatti e ho fatto altro, mi sono distratta. Mentre mi saliva la voglia di cedere al rituale quotidiano di andare al bar ho immaginato le persone che avrei incontrato, l’atmosfera, il sapore del prosecco e poi la voglia di prendere del vino da portare a casa che di sicuro si sarebbe scatenata e ho avuto  un senso di repulsione, una sensazione di INUTILITA’, ho avuto la percezione forte di conoscere già tutti i movimenti e ho sentito una stanchezza enorme all’idea di ripeterli: versarmi da bere mentre guardo la TV seduta al tavolo della cucina da sola, la consapevolezza che pian piano avrei iniziato a non avere più totale coscienza del momento, avrei bevuto fino a finire la bottiglia come fosse qualcosa di irrinunciabile, e non importa che ora fosse stata, sarei andata a dormire e il giorno dopo non avrei avuto memoria di gran parte della serata. Anzi: mi sarei svegliata preoccupata e mi sarei guardata intorno per capire se avessi fatto qualche danno. E così è stato relativamente semplice addomesticare la mia mente e sottrarla alla schiavitù della routine, dell’abitudine più facile, quella che conosco meglio, a cui mi sono aggrappata tante volte, che mi dava un senso di conforto, quella di scivolare fino al bar e ordinare il primo prosecco dei molti che ancora una volta avrei bevuto.

3.       Ho capito che ho superato una linea sottile da cui non posso più tornare indietro. Io non potrò mai più bere nemmeno un bicchiere di nulla. Altrimenti il circolo riprenderà. Non posso controllare l’alcool. Lui ha preso un tale potere per cui nel giro di niente non sarò di nuovo più in grado di gestirlo. Io non potrò più bere un bicchiere di vino a cena o una birra con una pizza. Il mio problema oggi non è il bicchiere di troppo, ma il PRIMO bicchiere.

4.       Mi hanno invitata a raccontare la mia esperienza. Ho raccontato del mio rapporto complicato con l’alcool in generale, il rito quotidiano dell’aperitivo a cui mi è sempre stato difficile rinunciare, e la degenerazione degli ultimi mesi, per finire alle ultime settimane passate a bere a casa da sola e per concludere con gli ultimi giorni, la serata da Fabio e la “tre giorni” di bevute ininterrotte che mi hanno portato a cadere in casa procurandomi lividi in tutto il corpo. E infine la resa: una settimana fa a quest’ora ero da mia madre che camminavo avanti e indietro per casa sua senza riuscire a stare ferma e seduta. Da allora non ho più bevuto nulla. Alla fine del mio racconto un degli altri partecipanti, di quelli che ne sono usciti e ora aiutano i nuovi arrivati, mi ha detto: “Per come ragioni, sei nel posto giusto”.

5.       Alla fine dell’incontro una ragazza, Denise, 39 anni, mi ha preso le mani tra le sue e mi ha detto: “Mentre parlavi tremavo tutta, non riuscivo a stare ferma. Mi hai fatto risuonare molte corde”. Quando parlavo delle reazioni violente e soprattutto del terrore del giorno dopo dovuto al totale vuoto di memoria di quanto accaduto, vedevo solo la sua testa fare su e giù.

6.       La teoria delle 24 ore: ognuno di noi deve impegnarsi a non bere per 24 ore. Ogni giorno.

7.       La sensazione più forte è stata sentirmi completamente compresa, sentirmi parte di qualcosa, completamente accolta. Questo è successo solo ascoltando il racconto delle esperienze degli altri. Avevo deciso, mentre ascoltavo, di non parlare, visto che era la mia prima sera. Ma il coordinatore del gruppo, dopo alcuni interventi mi ha chiamata in causa. Ed io che mi stavo un po’ chiudendo nelle mie riflessioni, sono invece riuscita a parlare a ruota libera, pur articolando in modo sensato il mio primo racconto.

8.       Appena sono arrivata mi è sembrato un gruppo di scoppiati male assortiti. Per un attimo mi sono chiesta: “Ma che ci faccio qui?”. Ma mi ero ripromessa di non avere pregiudizi, di provare. E quando ognuno ha iniziato a parlare di sé, tutta la parte esteriore, l’immagine di loro, è scivolata in fondo e la mia attenzione e soprattutto il mio “giudizio” si è concentrato sul lato interiore che emergeva dalle loro parole. Sono sfumati i volti, l’abbigliamento, l’aspetto meramente fisico, l’età, un contesto altro rispetto a qualunque cosa io abbia mai vissuto in passato.

9.       Il mio compleanno quest’anno cade di martedì, tra due settimane, ed io che non sapevo come festeggiarlo e soprattutto che temevo di cedere e brindarci sopra, sono contenta che lo passerò con loro, al mio terzo incontro.  Magari porterò i pasticcini (cosa che non ho mai fatto nella mia vita).

10.   Mi è tornato l’appetito ma a volte è come se fosse una compensazione alla mancanza di alcool, come quando ho smesso di fumare e i primi tempi avevo sempre bisogno di sostituire la sigaretta con qualcosa di sfizioso da mangiare. Ma siccome non voglio ingrassare, bevo acqua e raggiro la mente.