Terzo incontro
Il mio compleanno, 49.
Ho passato la settimana a sfornare Muffin per allenarmi e alla fine ieri sera mi sono presentata con due vassoi pieni: alla mela e con gocce di cioccolato. Li hanno spazzolati con tanto di complimenti!
Ieri sera c’era un certo Davide che ha raccontato alcuni aspetti dell’alcolismo che sono stati un pugno nello stomaco, anche per il modo in cui parlava, descriveva: asciutto, preciso e per questo più efficace. Ed ogni volta che toccava un nervo scoperto dal racconto di altri prima di lui, fissava la persona che ne aveva fatto cenno come a sottolineare, rispondere, rendere più evidente. Come quando mi ha guardata intensamente mentre precisava che in una fase l’alcool aiuta a dormire ma più si abusa e più la voglia è solo di stare svegli per continuare a bere (perché poco prima avevo raccontato che dopo una bottiglia di vino di solito svenivo nel letto anche molto presto la sera e dormivo senza sogni fino al giorno dopo).
È stato molto crudo nel suo modo di descrivere la sua esperienza molto lunga, fitta di ricadute dovute a quelli che lui ha chiamato “esperimenti”: la sbronza solo del sabato sera, bere solo un baio di bicchieri durante la cena o solo una birra all’aperitivo. Regolarmente nel giro di poco tempo ogni tentativo di controllare la situazione è sfociato nell’abuso. Tanto che lui stesso si definisce molto sorpreso di avere smesso da circa tre anni.
È stato particolarmente “spesso” quando, con un gesto del braccio e della mano verso il basso, ha detto: “L’abuso di alcool può solo peggiorare”.
Anche questa volta sono stata chiamata in causa da Gianni, il coordinatore, ed è stata la prima volta che ho usato la frase di rito prima di iniziare: sono Valentina e sono un’alcolista. Avevamo letto all’inizio il settimo passo che tratta dell’umiltà. Ma nelle premesse c’era quella caratteristica che accomuna tutti quelli che bevono: quando è stata una giornata particolarmente positiva o quando capita qualcosa di negativo, il primo pensiero è accompagnarlo con l’alcool. Avrei voluto parlare di questo ma poi l’immensità del discorso sull’umiltà mi ha portato verso altre riflessioni ed anche i racconti di chi mi ha preceduto. Legato a questo c’è anche il discorso sui difetti, che è il quarto passo ma io non ho avuto modo di studiare perché sono arrivata dopo, quando eravamo già al quinto. Così mi sono fatta prestare un libro e in questi giorni approfondirò.
Ho parlato invece del fatto che da quando ho smesso di bere (oggi sono tre settimane), mi sento come se mi fossi tolta un peso dalle spalle, mi sento più libera e soprattutto più lucida nell’affrontare la mia giornata. Tutto della mia giornata. Come dice Fabio, anche io mi sento più tranquilla, affronto le cose con meno ansia e paura, non ho la smania di risolvere tutto e subito, sono in grado di attendere. A volte le cose si risolvono da sole o almeno si sgonfiano e diventano più accettabili, più accessibili.
"Non buttarti giù se in questo momento pensi non ci sia nessuno intorno a te: fa parte del cammino che hai intrapreso che è sicuramente su una strada più giusta di quella di prima.
Sono orgoglioso di te e ti voglio bene. Stai avanti un sacco e da subito ma occhio a non compiacerti: è un'arma a doppio taglio. Devi lavorare come gli altri umili mortali benchè tu non lo sia".
Grazie, Pitrox.
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