Ho spento il cervello.
Sono in un'altra dimensione, quella di chi deve riordinare la funzioni fisiche e riorganizzare il proprio corpo.
Ma so chi sono: una che si fa delle domande di fronte agli eventi che vive, che accadono all'improvviso.
Sono stata a lungo in compagnia nei primi giorni, quelli dell'adattamento ad un osso rotto, ma ora ho bisogno di ascoltarmi e parlarmi e di riacquisire la mia indipendenza.
So che mancano ancora tre settimane e che per ora la mia non è un'autonomia vera.
Ma questo è il primo giorno vissuto da sola: la prima mattina in cui mi sono svegliata da sola e ho iniziato la giornata preparandomi la colazione da me, alzando le tapparelle con le mie mani, sistemando le mie cose in casa senza l'aiuto di nessuno.
Sono fortunata perchè ho trovato la mia "famiglia" (e le virgolette mi sembrano davvero inadeguate!), ma anche perchè amo la mia casa e la mia solitudine.
Quando sono caduta ho pensato immediatamente alle rinunce che avrei dovuto fare, a tutta l'avventura che mi aspettava per rimettere in moto una gamba spezzata.
E come quando è morto Guido ho pensato: "Fortuna che prima ho affrontato la morte di mio padre!"; così nel Pronto Soccorso di Perugia mi sono detta: "Fortuna che mi sono già rotta un braccio e ora so cosa devo fare".
Sono in un'altra dimensione, quella di chi deve riordinare la funzioni fisiche e riorganizzare il proprio corpo.
Ma so chi sono: una che si fa delle domande di fronte agli eventi che vive, che accadono all'improvviso.
Sono stata a lungo in compagnia nei primi giorni, quelli dell'adattamento ad un osso rotto, ma ora ho bisogno di ascoltarmi e parlarmi e di riacquisire la mia indipendenza.
So che mancano ancora tre settimane e che per ora la mia non è un'autonomia vera.
Ma questo è il primo giorno vissuto da sola: la prima mattina in cui mi sono svegliata da sola e ho iniziato la giornata preparandomi la colazione da me, alzando le tapparelle con le mie mani, sistemando le mie cose in casa senza l'aiuto di nessuno.
Sono fortunata perchè ho trovato la mia "famiglia" (e le virgolette mi sembrano davvero inadeguate!), ma anche perchè amo la mia casa e la mia solitudine.
Quando sono caduta ho pensato immediatamente alle rinunce che avrei dovuto fare, a tutta l'avventura che mi aspettava per rimettere in moto una gamba spezzata.
E come quando è morto Guido ho pensato: "Fortuna che prima ho affrontato la morte di mio padre!"; così nel Pronto Soccorso di Perugia mi sono detta: "Fortuna che mi sono già rotta un braccio e ora so cosa devo fare".
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