Sappiamo che le nostre emozioni non sono semplici nè banali, hanno una forza sopra la media, distruggerebbero l'anima di tanti, ma non la nostra, che è morbida ma resistente, sa ampliarsi e godere. Sa anche morire, perchè sa rinascere.
Pecchiamo di fiducia in noi stessi e siamo contagiati da un cinismo latente che ci circonda, ma non ci appartiene. E non ci nutre, anzi ci fagocita. Mediamo tra la mente e il cuore, certi che sia la scelta migliore.
Invece la via della saggezza è un'altra, noi la conosciamo, qualche volta ci siamo affacciati, abbiamo visto e sentito che siamo capaci. Capaci di camminarci su, con il nostro passo aspro e leggero, cazzuto ma femminile, risoluto.
Ma è lo stesso così spaventoso avventurarci, soli, su quel cammino, quello che ha un cuore dentro, ma "l'unica sfida che valga è attraversarlo in tutta la sua lunghezza, guardando, guardando, senza fiato".
Ebbene il vento si è alzato e lo scudo del guerriero era ancora lì, a terra, calpestato e inutilizzabile. Il guerriero non aspettava altro che quella brezza leggera, ma decisa, si alzasse e portasse via il suo scudo, per lasciarsi avvolgere in una carezza vitale.
La vitalità caotica del sabato in città mi tiene ancorata alla realtà quando la mia anima sfarfalla oltre.
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