mercoledì 17 dicembre 2008

Di spalle


Si sveglia pochi minuti alle 7.

Tenta di ricordare la serata di ieri, ci riesce a fatica.
Ha parlato con qualcuno, ha raccontato un altro conflitto.

A ritroso nella memoria, ricorda che ha deciso di restare a casa: deve pulire, riordinare, questa sera deve ospitare cinque persone. Potrebbe dormire ancora un po’, invece si alza, prepara il caffè, ha già voglia della prima sigaretta.

Ha mal di pancia e la mente offuscata da qualche bicchiere di vino rosso.

Cammina su un filo, un filo che si assottiglia sempre di più, è in bilico.

Riguarda le foto dell’ultimo evento, ne sceglie una e sale prepotente il bisogno di scrivere, di sussurrare a se stessa, ascoltare il lamento profondo della sua anima, dargli voce, spazio, abbracciarsi un po’.

Manca tutto.

Risuona dentro Quel guizzo; l'istinto profondo e improvviso è avvicinarsi, come l’attrazione del ferro alla calamita, come fosse tra tanti l’unico cui appartiene, che appartiene a lei. Cullata dal dondolio del treno, lottando contro il sonno, il pensiero tornava lì: una puntura meschina che ha spazzato via le sue certezze.

Più in fondo: l’attrazione per l’indifferenza, il disprezzo e l’odio.

Il sogno ha stabilito che può percorrere una strada più tortuosa e piena di curve, affidandosi ad altri, per raggiungere infine lo stesso scomodo crinale, provarne terrore e decidere di affrontarlo, gettandosi di sotto, buttandosi dentro la vita.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Date al dolore la parola; il dolore che non parla, sussurra al cuore oppresso e gli dice di spezzarsi."

da "Macbeth" di W. Shakespeare



Credo che tu abbia fatto la scelta giusta... meriti tanto... meriti il meglio...

Anonimo ha detto...

Es hermosa la idea de vivir
el momento, el instante, sin pensar
en lo que queda atrás ni en lo que luego
ha de ocurrirnos a nosotros. Pienso
que ese es un planteamiento de la vida
sano, brillante, positivo, cierto...

Pero a veces el mundo nos enfrenta
con situaciones en que no es tan fácil
cerrar los ojos y dejar que el propio
transcurso de las cosas nos enseñe
el camino a seguir...

y en esos casos
se impone hacer un alto y meditar,
pensar las consecuencias de una forma
o otra de proseguir, para nosotros,
pero también para los que queremos.

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