La mia casa è avvolta dal silenzio.
La cucina di nuovo in ordine, il colapiatti pieno di stoviglie ad asciugare.
Un giro in moto, un pranzetto leggero, l’albero di natale, due chiacchiere veloci con persone lontane.
La mente torna a ieri.
Il sapore delle persone nette, che non scendono a compromessi ma costruiscono famiglie per scelta, non per obbligo di sangue, mi ha riconsegnato il gusto di affrontare la mia battaglia di identità, pur sapendo quanto sia intenso il dolore che l’accompagna. Sì, è un destino di solitudine, di ricerca metodica di quei rari esseri umani in cui riconoscersi fino in fondo.
Mentre la ricerca della mia tribù e del mio luogo di appartenenza si fa più accanita, entrano nella mia vita volti e parole, alcuni nuovi altri ritrovati.
Non sono mai stata una persona comune, né semplice. A tratti ho amato e amo la mia complessità, le mie tortuose peregrinazioni, l’originalità del mio sentire; altre volte ne soffro come il brutto anatroccolo della fiaba, scacciato da tutti perché nato nel gruppo sbagliato.
Ho riascoltato i racconti dei viaggi, delle persone incontrate, di quelle che per un tratto hanno camminato anche con me, nomi mai dimenticati hanno risuonato insieme alle immagini di quella che ero.
Un pezzo del mio mondo ha respirato a pieni polmoni e per qualche ora mi sono riconciliata con me.
La cucina di nuovo in ordine, il colapiatti pieno di stoviglie ad asciugare.
Un giro in moto, un pranzetto leggero, l’albero di natale, due chiacchiere veloci con persone lontane.
La mente torna a ieri.
Il sapore delle persone nette, che non scendono a compromessi ma costruiscono famiglie per scelta, non per obbligo di sangue, mi ha riconsegnato il gusto di affrontare la mia battaglia di identità, pur sapendo quanto sia intenso il dolore che l’accompagna. Sì, è un destino di solitudine, di ricerca metodica di quei rari esseri umani in cui riconoscersi fino in fondo.
Mentre la ricerca della mia tribù e del mio luogo di appartenenza si fa più accanita, entrano nella mia vita volti e parole, alcuni nuovi altri ritrovati.
Non sono mai stata una persona comune, né semplice. A tratti ho amato e amo la mia complessità, le mie tortuose peregrinazioni, l’originalità del mio sentire; altre volte ne soffro come il brutto anatroccolo della fiaba, scacciato da tutti perché nato nel gruppo sbagliato.
Ho riascoltato i racconti dei viaggi, delle persone incontrate, di quelle che per un tratto hanno camminato anche con me, nomi mai dimenticati hanno risuonato insieme alle immagini di quella che ero.
Un pezzo del mio mondo ha respirato a pieni polmoni e per qualche ora mi sono riconciliata con me.
1 commento:
Si pudiera vivir nuevamente mi vida.
En la próxima trataría de cometer más errores.
No intentaría ser tan perfecto, me relajaría más.
Sería más tonto de lo que he sido,
de hecho tomaría muy pocas cosas con seriedad.
Sería menos higiénico.
Correría más riesgos,
haría más viajes,
contemplaría más atardeceres,
subiría más montañas,
nadaría más ríos.
Iría a más lugares adonde nunca he ido,
comería más helados y menos habas,
tendría más problemas reales y menos imaginarios.
Yo fuí una de esas personas que vivió sensata
y prolíficamente cada minuto de su vida;
claro que tuve momentos de alegría.
Pero si pudiera volver atrás trataría
de tener solamente buenos momentos.
Por si no lo saben, de eso está hecha la vida,
sólo de momentos; no te pierdas el ahora.
Yo era uno de esos que nunca
iban a ninguna parte sin un termómetro,
una bolsa de agua caliente,
un paraguas y un paracaídas;
si pudiera volver a vivir, viajaría más liviano.
Si pudiera volver a vivir
comenzaría a andar descalzo a principios
de la primavera
y seguiría descalzo hasta concluir el otoño.
Daría más vueltas en calesita,
contemplaría más amaneceres,
y jugaría con más niños,
si tuviera otra vez la vida por delante.
Pero ya ven, tengo 85 años
y sé que me estoy muriendo.
poesie di Jorge Luis Borges : Istantes
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