venerdì 23 gennaio 2009

Rabbia

Ancora.

Mi assale, mi acceca, mi soffoca.

E' sempre la mia prima reazione alla sofferenza, alla delusione, quando sento l'ennesimo oltraggio alla mia persona, alla mia parte più profonda.

Quelle parole hanno aperto una porticina interiore, mi hanno mosso qualcosa dentro, sono bastate poche lettere, ma giuste, scritte male, ma giuste.

Una parte di me è ancora lì e io non so quale sia.
E' quella autodistruttiva?
La boicottatrice?
Il ragazzino disperato che si è gettato ai miei piedi l'altra notte?

O è la parte di me che ha amato e ha creduto nei sentimenti che ha provato?

Sveglia dalle cinque.
A volte il mio letto diventa una prigione.
Ho bisogno di alzarmi, di stare in piedi.

Mi fermo troppo presto.
Dovrei piegare le ginocchia, quelle ferite nella caduta, per ricordare che chi non le piega mai rischia di spezzarle. E scendere più giù.
Non sono pronta.
Ho paura.

Semplicemente, non voglio.

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