
Potrei chiamarlo così,
ma non sarei onesta.
Al mio percorso tortuoso e sconnesso
occorreva incrociare chi illuminasse le ferite,
passaggio doloroso ma essenziale.
Il sentiero si dischiude,
si dilata sotto i miei piedi che avanzano,
nudi;
sfocia in una distesa verde
dove germoglieranno fiori,
matureranno frutti,
voleranno rondini.
Allora saprò che la mia primavera è giunta.
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