domenica 22 febbraio 2009

Turbamenti



Questa notte mio padre era adirato.
Con me.
Lo sguardo duro, i toni ostili, le parole erano lame taglienti.
Era indisponente e affatto conciliante. Ad ogni mia domanda rispondeva con tono di sfida. Tutta la famiglia riunita per un pranzo speciale. Anche le pietanze lo erano, alcune così strane che io non potevo non domandare.
Ho deliberatamente dimenticato parte del sogno.
Quando mi sono svegliata ogni dettaglio era chiaro, soprattutto le sue parole.
Ma ho deciso di non scriverlo, non volevo ricordarlo.
Mi ha ferita e turbata.
Non sono riuscita, però, a dimenticare il suo sguardo.
E mi ha ricordato il mio, quando sono piena di livore e la rabbia trasforma il mio volto e il mio sguardo racchiude l'odio di tutti i tempi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La noche

Poco sé de la noche
pero la noche parece saber de mí,
y mas aún, me asiste como si me quisiera,
me cubre la conciencia con sus estrellas.
Tal vez la noche sea la vida y el sol la muerte.
Tal vez la noche es nada
y las conjeturas sobre ella nada
y los seres que la viven nada.
Tal vez las palabras sean lo único que existe
en el enorme vacío de los siglos
que nos arañan el alma con sus recuerdos.

Pero la noche ha de conocer la miseria
que bebe de nuestra sangre y de nuestras ideas.
Ella ha de arrojar odio a nuestras miradas
sabiéndolas llenas de intereses, de desencuentros.

Pero sucede que oigo a la noche llorar en mis huesos.
Su lágrima immensa delira
y grita que algo se fue para siempre.

Alguna vez volveremos a ser.

Alejandra Pizarnik

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