sabato 21 febbraio 2009

La moto logora chi non ce l'ha


Giornata perfetta.
Studio l'itinerario.
Ho voglia di nuove strade, nuove curve.

Mi vesto più del solito: oggi voglio godermi appieno la giornata, non voglio che il freddo rovini l'emozione e mi guidi verso casa prima che il sole sia tramontato.

Sono sola e mi dispiace un po', ma la passione è tanta e colma ogni vuoto.

Al secondo semaforo, l'autista di un bus mi guarda e sillaba al di là del finestrino: "COMPLIMENTI!", suggellato da un sorriso ammirato. Rispondo "Grazie!" ma il casco nasconde tutto, tranne i miei occhioni, grati, che si spalancano e sorridono più delle labbra.

Penso che sia un buon segno e proseguo.

Inizio a salire.
Le prime curve sono molto strette, l'asfalto non è dei migliori, ma invece di infastidirmi sorrido: con la mente torno a Pesaro, alla paura per quelle strade quasi impossibili per me.

Raggiungo il primo paese del mio percorso, ma mi perdo quasi subito, mi ritrovo su un saliscendi pieno di ghiaia e seguo le indicazioni stradali come fossero la mia stella polare. Non mi scoraggio e vengo premiata: dopo innumerevoli cambi di direzione che mi fanno perdere del tutto la "retta via", si apre davanti alle mie ruote una strada non molto larga, ma piena di curve .. sinistra/destra .. sinistra/destra.
E La Misteriosa inizia a danzare.

Intorno a me solo campi.
Ogni tanto incrocio qualche auto, finalmente sento il rombo delle moto che sopraggiungono, supersportive, guidate al limite dai loro piloti. Mi lascio superare e saluto, mi metto in coda e seguo i loro movimenti, li lascio sfilare e li ammiro.

Arrivata in cima mi aspetta una sfilata di moto parcheggiate una accanto all'altra, un dehors animato da tute e stivali, caschi, guanti.

Sono l'unica donna che guida, resto in disparte e fumo una sigaretta.

Il ritorno è più rilassato, la temperatura è ancora ottima.
Mi porto addosso il ricordo del modo in cui ci siamo capiti con uno sguardo e io ho dato un nome al mio nuovo equilibrio, mi risuona nella mente la mia risata piena quando ho lasciato che l'inconscio scegliesse la forma finale.

Valentine

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