sabato 6 febbraio 2010

La sera in cui tutto mutò

Non era solo quando entrò.
Con lui appollaiato sullo sgabello più alto stava uno sconosciuto disinvolto.

Le parlò di una Terra lontana, destinazione imminente di sogni e progetti non suoi. Lei non udiva parole, solo il battito del suo cuore, un tamburo inarrestabile e forte, suonava un ritmo misterioso e solare. Vedeva solo i suoi occhi brillare, le sue mani componevano scene di vita non ancora accadute, il suo sorriso conquistava
l'uditorio silente, il suo sguardo emanava malinconia, antica mestizia di una notte fredda e incolore.

"E' tardi, si chiude!"

Nessuno si accorse che fuori pioveva quando dentro splendeva un sole caldo d'estate e di mare, di spiagge bianche sulle quali dormire, sognare, morire.
La guardò smarrito, ma subito un lampo illuminò i suoi occhi nocciola: mimò l'apertura di un ombrello, lo alzò sul suo capo e le offrì il braccio libero.

Se ne andarono così, il braccio di lei avvolto su quello di lui, con un ombrello immaginario sulle teste vicine, stretti nel loro primo amore.
E nemmeno una goccia li bagnò.

Inviato da iPhone

Nessun commento:

Posta un commento