Voglio spalmarmi sul divano con la coperta gialla sulle gambe e il tea caldo al limone. Voglio spengere il cervello pensante e i pensieri cervellotici. Voglio la luce soffusa e fluttuante nel buio silenzioso etereo. Voglio immergermi in una vasca d’acqua bollente, al suono ovattato del subacqueo. Voglio abbandonare le perifrasi e indicare netto, ma con garbo.
Garbo?
Sì, Greta, classe sopraffina di donna in bianco e nero.
Voglio chiudere gli occhi e inventare spazi aperti senza rischi, volti fluidi tutti belli, corpi perfetti e anime sgombre da metastasi. Voglio immaginare la vita che ho con colori tenui, sfumature soffici, senza angoli né linee rette, curve dolci e salite appena accennate; fumetti senza parole, solo sguardi veri e sorrisi muti per trasmettere bisogni e desideri. O per non sentirli. Voglio bruciare le tappe e pentirmi, attendere paziente e rimpianti. Voglio lavarmi col sapone delicato al profumo di violetta e imbandire la tavola della festa, mettere le carnose calle in un vaso trasparente e aspettare l’ora giusta.
Garbo?
Sì, Greta, classe sopraffina di donna in bianco e nero.
Voglio chiudere gli occhi e inventare spazi aperti senza rischi, volti fluidi tutti belli, corpi perfetti e anime sgombre da metastasi. Voglio immaginare la vita che ho con colori tenui, sfumature soffici, senza angoli né linee rette, curve dolci e salite appena accennate; fumetti senza parole, solo sguardi veri e sorrisi muti per trasmettere bisogni e desideri. O per non sentirli. Voglio bruciare le tappe e pentirmi, attendere paziente e rimpianti. Voglio lavarmi col sapone delicato al profumo di violetta e imbandire la tavola della festa, mettere le carnose calle in un vaso trasparente e aspettare l’ora giusta.
Nessun commento:
Posta un commento