lunedì 1 febbraio 2010

Primo febbraio duemiladieci

Sogni inconclusi si infrangono alla luce di un mattino freddo di febbraio, mentre cammina rapida di fretta e umida di doccia. Il merletto della gonna si infila pericolosamente fra i bottoni degli stivali, ostacola la corsa alla meta. La meta e' lontana: un chilometro e mezzo andata, un altro e mezzo ritorno, in tutto tre, tre chilometri quotidiani per cinque giorni fanno quindici, cifra di spigoli e di punte. 

Le mani scarne premute nelle tasche profonde della giacca piu' accogliente. 
L'aria e' così pungente che fa male a respirarla, le narici bruciano mentre aspirano odori misti di sonno e di città.
Il sole già alto, quant'e' tardi! scalda appena il viso nascosto tra i capelli irrequieti, ciocche spettinate ricadono su ciglia truccate. 
Le labbra ferite dal gelo, bramano carezze e superfici morbide sulle quali scivolare, assaporare gusti nuovi, speziati, non troppo dolci non troppo amari. 

E la mente va...
oscilla tra parole pronunciate,
ingannate da emozioni rivoltose,
ed altre ancora in bilico,
sospese a fior di lingua,
intrappolate,
semplicemente mute.

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