Persa in un aspro groviglio di emozioni.
L'orgoglio ferito,
l'anima calpestata dal vuoto di vivere.
Gli occhi sbarrati nelle notti più tormentate,
l'alcool scandisce il ritmo del riposo,
coma profondo per quel tanto che fa.
Il mio letto è così grande che mi smarrisco,
cerco un calore che non è di coperte,
rinuncio a me stessa per qualcosa che non esiste per nessuno.
Vulnerabili sensi alla deriva,
urlo fino a perdere la voce,
l'ascolto svanire lontana nello spazio interiore che rimbomba all'infinito.
Occhi gonfi ma asciutti,
lacrime che restano appese sull'orlo di un precipizio troppo buio,
troppo profondo,
per lasciarsi andare e sgorgare libere,
sane e copiose.
Ricordi lontani si tramutano in colpi inferti da un assassino
sadico e crudele,
mi tortura godendo dello strazio che genera,
si nutre insozzando candore e poesia,
non cessa di affondare i denti nella carne già corrotta.
Immagini opache sbiadiscono mentre tento di afferrare
un volto,
una mano,
uno sguardo perso nel vuoto,
quel vuoto sono io,
qualcuno se n'è accorto,
... troppo tardi.
La mente distrugge ogni ostacolo vivo,
getta scompiglio e fango,
ricopre di macerie sparse a caso ogni simbolo indigesto.
Una rivolta senza speranza distruggerà ogni centimetro di gioia,
ogni istante di bellezza,
ogni angolo conquistato.
Così trasparente da lasciarsi attraversare dal mondo intero.
1 commento:
è talmente bella e triste che è impossibile commentare.
come un buon vino va gustata più volte e solo dopo il suo effetto poterne parlare.
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