colpa del braccio che non mi permette di assumere le mie posizioni preferite. così nel pomeriggio spesso recupero qualche ora di sonno. peccato che venga turbata da certi sogni ....
sono a pranzo dai miei, con J e mio fratello.
dopo pranzo mio fratello si attacca al mio pc nuovo, J scende a fumare, mia madre sistema casa e mio padre va a riposarsi.
c’è tensione.
io stresso mio fratello perché voglio il pc, ma tutti se ne fregano.
J se n’è andato comunque a fumare, senza tenere conto di me.
alla fine raggiungo J: ho bisogno di stare con lui, di parlargli dell’atmosfera pesante che ho sentito in casa, mi sento sola e abbandonata e cerco in lui un appoggio. ma non lo trovo. mi fermo con un paio di ragazzi che subito mi corteggiano, per un attimo riescono a distrarmi dai miei malumori. in quel momento vedo arrivare J, così li mollo e gli vado incontro, ho paura di come reagirebbe se mi vedesse con loro. uno di questi mi ha messo una mano intorno alle spalle, gli dico “allontanati, sto cercando il mio fidanzato”. J non si accorge di nulla, anzi: ci raggiunge, ma si unisce a questi per fumare ancora anche se io lo prego di smetterla e stare un po’ con me. glielo chiedo più volte, tento di convincerlo, ma non c’è verso e ora nemmeno i ragazzi vogliono più stare con me. così me ne vado, voglio tornare a casa ma dentro sono piena d’angoscia perché so cosa mi aspetterà per aver lasciato J lì ed essermene andata senza una parola.
quando arrivo in casa mio fratello non c’è più (sollievo: so che parte della tensione era dovuta alla sua presenza), mia madre è sul balcone, al telefono, parla di mio padre con un’amica, mi sembra turbata. mio padre è in cucina che prepara un caffè, è di pessimo umore, alla fine si sfoga: mi dice che sa di essere diventato inutile, non può più fare nulla come prima, ha paura di morire anche solo sfiorando un muro mentre cammina, perché è diventato troppo fragile fisicamente. scopro che non è tornato a casa per restare, ma può uscire dall’ospedale in cui si trova solo per alcune ore durante la giornata. la sera deve rientrare per dormire. mia madre è sollevata per questo, perché non dovrà badare a lui tutto il giorno.
nel frattempo mio padre vede passare J per strada dalla finestra della cucina.
“ho avvistato J!”, dice con aria sarcastica.
mi sporgo a guardare anch’io: cammina in direzione opposta alla casa.
e a me si stringe il cuore.
dopo pranzo mio fratello si attacca al mio pc nuovo, J scende a fumare, mia madre sistema casa e mio padre va a riposarsi.
c’è tensione.
io stresso mio fratello perché voglio il pc, ma tutti se ne fregano.
J se n’è andato comunque a fumare, senza tenere conto di me.
alla fine raggiungo J: ho bisogno di stare con lui, di parlargli dell’atmosfera pesante che ho sentito in casa, mi sento sola e abbandonata e cerco in lui un appoggio. ma non lo trovo. mi fermo con un paio di ragazzi che subito mi corteggiano, per un attimo riescono a distrarmi dai miei malumori. in quel momento vedo arrivare J, così li mollo e gli vado incontro, ho paura di come reagirebbe se mi vedesse con loro. uno di questi mi ha messo una mano intorno alle spalle, gli dico “allontanati, sto cercando il mio fidanzato”. J non si accorge di nulla, anzi: ci raggiunge, ma si unisce a questi per fumare ancora anche se io lo prego di smetterla e stare un po’ con me. glielo chiedo più volte, tento di convincerlo, ma non c’è verso e ora nemmeno i ragazzi vogliono più stare con me. così me ne vado, voglio tornare a casa ma dentro sono piena d’angoscia perché so cosa mi aspetterà per aver lasciato J lì ed essermene andata senza una parola.
quando arrivo in casa mio fratello non c’è più (sollievo: so che parte della tensione era dovuta alla sua presenza), mia madre è sul balcone, al telefono, parla di mio padre con un’amica, mi sembra turbata. mio padre è in cucina che prepara un caffè, è di pessimo umore, alla fine si sfoga: mi dice che sa di essere diventato inutile, non può più fare nulla come prima, ha paura di morire anche solo sfiorando un muro mentre cammina, perché è diventato troppo fragile fisicamente. scopro che non è tornato a casa per restare, ma può uscire dall’ospedale in cui si trova solo per alcune ore durante la giornata. la sera deve rientrare per dormire. mia madre è sollevata per questo, perché non dovrà badare a lui tutto il giorno.
nel frattempo mio padre vede passare J per strada dalla finestra della cucina.
“ho avvistato J!”, dice con aria sarcastica.
mi sporgo a guardare anch’io: cammina in direzione opposta alla casa.
e a me si stringe il cuore.
1 commento:
un'incubo amore ... solo un brutto incubo!
se solo oggi avessi avuto il pomeriggio libero, ci saremo sdraiati sul letto a riposare assieme, avresti probabilmente avuto lo stesso incubo, ma al tuo risveglio ti saresti resa conto che io ci sono ... sempre!
ti amo!
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