mi sono guardata attorno.
ho letto l'ora sul display della sveglia digitale.
(con le lancette non me la cavo)
mi sono alzata dal letto rapida, una fitta di dolore all'avambraccio.
(oggi abbiamo allungato e massaggiato e tirato e piegato e forzato verso il basso e poi verso il petto: mancano 5 maledetti gradi per distendere interamente il mio gomito destro)
l'angoscia e il terrore di non essere viva.
mi sono rotta in un pianto liberatorio.
e fuori, la pioggia, ha inziato a cadere furiosa da un cielo carico di rabbia.
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