il migliore è quello racchiuso in un tragitto sul tram di circa mezz’ora. quello che mi porta da casa a lavoro, da lavoro a casa.
me ne sto in un angolo qualunque, immersa in un romanzo scarsamente avvincente, isolata da suoni e rumori e sguardi, che pure sono certa di attirare, li sento addosso, mentre attraverso il veicolo alla ricerca del mio spazio.
in un attimo entro nell’atmosfera di ricordi e memorie di un’anziana donna: descrive vecchie fotografie di famiglia per raccontare frammenti della sua vita ad una ragazzina non vedente.
e quando si approda alla mia fermata, chiudo il libro e riapro gli occhi sul mondo, con la sensazione di essere stata altrove, almeno per un po’.
e piove.