martedì 31 gennaio 2012

Snow is Slow

Ok, è vero: la neve è una gran rottura di coglioni, si fa fatica a camminare, a guidare, fa un freddo che ti si gelano le dita anche a tenere l'ombrello per pochi minuti. Ma quel silenzio ovattato che genera mi lascia sempre a bocca aperta, poche auto per strada avanzano al rallentatore, sembra notte fonda e invece è appena pomeriggio e i negozi sono ancora tutti aperti ma la gente non c'è e quei pochi non fanno rumore, ogni suono è attutito e io cammino lenta nei miei caldissimi moonboot, senza nessuna paura di scivolare.

1Q84

Murakami, onirico, mi fa sempre un effetto lisergico, sarà per questo che ho comprato di corsa il suo ultimo, ho tardato a iniziarlo, non riesco a staccarmici e mi porto in giro Tengo e la matematica, Aomame e le iniezioni letali, Fukaeri e La crisalide d'aria.

PS3

Sono una spugna.
Leggo un pezzo sopra le righe e ne assumo lo stile,
sento un'inflessione dialettale diversa e la introietto nel mio slang.
Nessuno inventa nulla.

P.S.V.

Moonboot

Sono andata a lavoro a piedi con i moonboot, gli stivali lunari nati nel 1970, viene voglia di indossarli già solo per il nome, a me ricordano l'infanzia e l'impacciataggine, il cappello di pelo bianco che si chiudeva con un cinghietto sotto il mento e gli occhioni curiosi di una bambina strana nel giardino di fronte il cimitero dove ora è seppellito mio padre. E mentre camminavo mi sono scese le calze così tanto che ho dovuto fermarmi in un bar a chiedere un bagno e la tizia mi ha fatto usare il suo personale e quando le ho detto che stavo perdendo le calze mi ha risposto "Ti capisco"...Uh!

Delirium Tremens (non da alcool)

Stanotte sono stata su un pianeta più lontano del solito.
Mi sono svegliata battendo i denti dal freddo alle 3 & mezza circa, mi sono vestita tutta sopra la camicia da notte: prima il pantalone della tuta nero, poi il pile gigante bianco che mi regalò Daniele quando andai a Pesaro la prima volta, solo che allora era perfetto e nuovo, ora è pieno di buchi, sembra aver fatto una guerra (e averla persa) con i lapislazzuli artificiali delle mie sigarette rollate, infine i calzettoni spessi e per non rischiare mi sono anche avvolta in una coperta gialla di pile e via di nuovo sotto il doppio piumone.
Ma nemmeno così c'è stato verso di smettere di tremare.
Allora ho capito che avevo la febbre (lo so, bastava toccarmi la fronte, ma in piena notte non sono così lucida da fare pensieri così logici). Ho preso una tachipirina e mentre ingoiavo e bevevo un goccio d'acqua per mandarla giù più in fretta mi tremavano anche le ciglia! Mi sono rinfilata a letto e in pochi minuti sono stata sopraffatta dal sonno, ma un paio d'ore dopo ho dovuto rifare tutto al contrario: ero così marcia di sudore che ho dovuto spogliarmi e cambiarmi tutta.
E vogliamo mica farci mancare lo sfaldamento dell'endometrio?
Quando è squillata la sveglia avevo la fronte fresca e una gran fame.
Ho messo su la caffettiera, ho mangiato un cornetto e bevuto un succo di frutta all'albicocca e con lo sguardo perso nel vuoto ancora abbacinata nel tentativo di ricostruire nella mente la strana nottata, ho rivisto all'improvviso l'immagine di mio padre col cappotto pesante e la coppola in testa che scende in garage a prendere l'auto, la porta su, davanti al cancello chiuso di casa, la tiene accesa perchè si scaldi, mentre aspetta mia madre. Lei scende ed io la guardo da dietro il vetro della finestra della mia stanza, mentre attraversa il cortile nel suo paltò color cammello, finchè non sparisce dentro la macchina e penso a quant'è bello, d'inverno, entrare in un'auto già calda.


PS: Anche se non è del tutto accertato, Edgar Allan Poe morì in seguito a una crisi di delirium tremens, come riportò la diagnosi del nosocomio di Baltimora nel quale morì il 7 ottobre 1849.

PS2: "laspislazzuli" sta per "lapilli", lo so che significa tutt'altro, ma la parola mi piaceva troppo per non usarla.

lunedì 30 gennaio 2012

Addà passà 'a nuttata

Ho perso i miei amatissimi occhiali da sole,
mi si è rotto un dente,
ho mal di gola,
mi sta salendo la febbre
e ho pagato 300 euro di bollette.
Potrebbe anche andare peggio:
potrebbe nevicare...

domenica 29 gennaio 2012

Nevica

Quando dai troppa importanza a quello che gli altri pensano di te,
hai perso la tua libertà.
Quando inizi una frase con "In fondo...",
ti stai solo accontentando.
Fuori non è tutto bianco,
solo un po'.
Domani sarà tutto finito,
a parte il ghiaccio sui marciapiedi.

sabato 28 gennaio 2012

But the sun is eclipsed by the moon

L'innocenza che ho perso; il romanticismo nonostante le apparenze; la dolcezza, che non sapevo di possedere; la bolla d'aria, in cui è chiuso tutto ciò che mi fa male; reset, chè non ho più ricordi; la leggerezza, che vivevo e mi manca; l'ottimismo, ogni giorno qualcosa di nuovo; scorrere, senza opporre resistenze, dentro e fuori; la noia, che mi ha preso alla gola; l'indifferenza, chè nulla è degno di attenzione; la vergogna, per le aggressioni subite, gli abbandoni e le perdite; la serenità, che avevo e rivoglio; quel brivido, che scorre lungo il corpo e ti fa sentire viva; un manto, come uno strato di smog, occulta contorni e sfumature; le difese, che abbassi quando ti fidi; l'autonomia, da riconquistare; la pressione, che vincola agli umori di un altro e svilisce la spontaneità; l'adrenalina e gli stimoli, che tengono in vita il cervello, lo rendono più acuto e brillante; insipido, senza sapore nè odore, senza suoni nè colori; il tempo, che deve passare; impermeabile, a situazioni e persone; finzioni, dubitare di quello che vivi e che provi; verità.


giovedì 26 gennaio 2012

Mutante

Cambiare pelle è sempre salutare, non solo per i cani, i gatti e gli altri animali, ma anche per noi umani. Lo sapevi che perdiamo migliaia di particelle di pelle morta ogni ora? E non ne ha bisogno solo il nostro corpo, ma anche la nostra psiche. Te lo sto ricordando perché sei in una fase particolarmente favorevole per un’abbondante muta psichica. Di che cosa devi liberarti esattamente? Per esempio di vecchie idee che non ti servono più, di abitudini che limitano la tua capacità di realizzare i tuoi sogni, di impulsi che sono in contrasto con le tue intenzioni più nobili e di qualsiasi altra cosa ti impedisca di essere viva e radiosa. Per parafrasare Thomas Jefferson, cambiare eternamente pelle è il prezzo della libertà e della vitalità.

mercoledì 25 gennaio 2012

lunedì 23 gennaio 2012

Ineluttabile

La testa indolenzita e la bocca dolorante.
Un senso di vergogna e il freddo che mi investe a ondate,
come gli schiaffoni che ho preso,
in piena faccia,
uno, due.
Ho tentato di reagire,
difendermi,
fino al terzo:
mi è sembrato che la mascella si spostasse lievemente,
la paura mi ha bloccata.
E zittita.
L’umiliazione che provo è disarmante.
Sono stanca di affrontare tutto da sola,
non sono così forte.

domenica 22 gennaio 2012

Fuckin' Sunday

"Butta fuori di casa questa zoccola!"

Quando sei cresciuta con un fratello così,
certe domande diventano superflue,
capire il senso delle cose un esercizio di stile,
stare al mondo un filo pesante.

Turn off the light.


[Dolore assurdo alla bocca, merda...]

sabato 21 gennaio 2012

Live Cerebrale

Brava.
Intensa, poetica e ironica, buffa in tutta la sua altezza, quasi imbarazzante quanto è grande su quel palco! Sembra una colonna portante, sembra fredda e distante, ma quando intona un pezzo crea atmosfera, forte ma leggera.
E' poliedrica, eclettica, è un talento vero, la sua voce ti porta altrove, la sua anima ti conduce oltre.
E' un bell'animale da palco, elegante, non è di pancia, è di testa, è il suo cervello che ti conquista, è la finezza intellettuale che ti colpisce, i versi insoliti delle sue canzoni, la cura nell'intonazione, la musica mai scontata: mi ricorda Godano dei Marlene.
Una sensualità ruvida, una dolcezza sorprendente quando gorgheggia lieve il finale di un pezzo duro.

Cinque su otto, ma con INVISIBILE mi ha stregata: me l'ha cucita addosso.
GOCCIA, perchè per lei ha sempre qualcosa di speciale;
UNIVERSO, dedicata ad una bimba di nome Frieda, primo bis, mentre fuori finivo di fumare;
PIU' FORTE DEL FUOCO, una canzone dedicata all'ammmmmore ... e ci ha fatto ridere tutti;
SETTEMBRE, sola sul palco con il suo batterista, buio in sala e intorno a lei, solo una luce a illuminare solo lei, solo il battito del cuore scandito dalla batteria e il suono aulico della sua voce;
HO SEMPRE ME, partita all'improvviso senza presentazioni;
NIENTE DI PARTICOLARE (a parte il fatto che mi manchi), il pezzo con cui l'ho conosciuta e mi sono incuriosita di lei;
TORNO A CASA A PIEDI, la donna che ama l'uomo di un'altra;
UN ESERCITO DI ALBERI, la sorpresa della serata per me, bellissima;
IN UN SOFFIO, il cortometraggio dell'uomo che chiede alla sua donna di aspettarlo, mentre parte in cerca di un altro mondo;

infine TRIATHLON ... mentre la musica esplodeva in un finale trascinante, ha detto:

"Hai capito Valentina? Continua a correre!"




PS: sei riuscita a rendere bella perfino ISTRICE.

venerdì 20 gennaio 2012

Vedere e basta

La guardò. Ma d'uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte. Sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta. Qualcosa come due cose che si toccano - gli occhi e l'immagine- uno sguardo che non prende ma riceve, nel silenzio più assoluto della mente, l'unico sguardo che davvero ci potrebbe salvare - vergine di qualsiasi domanda, ancora non sfregiato dal vizio del sapere - sola innocenza che potrebbe prevenire le ferite delle cose quando da fuori entrano nel cerchio del nostro sentire-vedere-sentire- perché sarebbe nulla di più che un meraviglioso stare davanti, noi e le cose, e negli occhi ricevere il mondo - ricevere - senza domande, perfino senza meraviglia - ricevere -solo- ricevere- negli occhi - il mondo.

Oceanomare, A. Baricco

giovedì 19 gennaio 2012

Il buon esempio

L’anno scorso tre famose attrici inglesi hanno fondato la Lega contro la chirurgia estetica. Secondo Rachel Weisz, Kate Winslet ed Emma Thompson, dovremmo accontentarci dell’aspetto fisico che la natura ci ha dato. È scortese da parte mia osservare che, diversamente dalla maggior parte di noi, quelle tre donne sono bellissime? Lo fai anche tu, Vergine? Inviti mai gli altri a fare quello che è naturale per te ma difficile per loro? Questa settimana te lo sconsiglio. Per esempio, se vuoi influire sul modo di essere di qualcuno, mostrati disposta a cambiare qualcosa di te che è difficile modificare.

Uff

Ma perchè certe perle non vengono in mente a me?

Ah già!
Anch'io sono incompleta :P

mercoledì 18 gennaio 2012

Desideri live

Sardo vermiglio,
odore acre,
frrrrrrrrrrrreddoooooo
cartoncino liscio,
versi Donàti all'anima.

Non è che potresti suonarmi
Settembre,
Migrazioni,
Lettera a mano,
Universo,
Labbra Blu,
Più forte del fuoco
e Ho sempre me?

Ah! Anche questa:

giovedì 12 gennaio 2012

Sono Contrario Alle Emozioni

Sapete che c'è di nuovo? Che da oggi smetto di sottopormi alla stimolazione emotiva procurata per via artistica. Se lo scopo della musica è quello di sollecitare emozioni che uno per conto suo non proverebbe, tenetevela pure, la musica. Ridatemi un'emozione secca. Lasciate che mi devasti ogni volta che la lingua di mia figlia fa capolino mentre scrive seguendo il rigo del quaderno. Che mi goda l'immensità di un pomeriggio di noia. Che guardi un tramonto senza provare assolutamente nulla. Che mi dispiaccia lasciare solo un albero. Che mi concede il piacere di una piccola pratica autolesionistica scegliendo fra le molteplici varietà disponibili sul mercato e ne stabilisca la dose giornaliera. Che passeggiando per il lungomare della mia città di domenica mattina presto, mentre vengo costantemente superato da cinquanta/sessantenni ansimanti in pantaloncini e canottiera, a un tratto capisca che cinque righe sarebbero uno spazio più che sufficiente a raccontare la mia vita fin qui, e che il poco che ho fatto e sono mi basti. Ristabiliamo il primato di un'emozione anarchica, irriproducibile, inclassificabile, su cui non si possano accampare diritti, specialmente d'autore. Di una strizza estemporanea che non c'entra niente con le contingenze, ma quando viene non la dimentichi più. Della compostezza di un dolore vero. Dell'inconfondibile caldana che segue a una figura di merda. Dell'incomunicabilità di una cosa importante. Della ricerca del modo per dirla. Dell'indescrivibile sazietà che provi quando capisci in pieno il significato di una parola, e impari esattamente dove metterla.
Allora ti sembra che il mondo, ma proprio tutto, diventi una cosa che si apre e si chiude (e quindi, all'occorrenza, si aggiusta).

DIEGO DE SILVA

!

mercoledì 11 gennaio 2012

Con la coda dell'occhio

“La poesia va guardata con la coda dell’occhio”, ha detto il poeta William Stafford. “Se la fissi direttamente non la vedi, ma se guardi un po’ di traverso, eccola lì”. Pensando al tuo immediato futuro, Vergine, sono convinto che potresti applicare la sua definizione di poesia a qualsiasi cosa. Anzi, penso che descriva perfettamente tutti i fenomeni importanti che devi conoscere. Ti consiglio di cominciare a esercitarti a guardare con la coda dell’occhio.

Seeeeeeee ....... sto a diventà strabbbica!
Ahahahah

martedì 10 gennaio 2012

S_postarsi


Mi ha sempre colpito il meccanismo detrattivo che la consonante «s» esercita sui verbi a cui s’attacca in modalità parassitaria, ribaltandone il significato semplicemente precedendoli, piazzandosi davanti a loro con un atto d’imperio, frustrandoli, impedendogli d’esprimersi (anzi, imponendogli di negare se stessi); allo stesso modo in cui, quando cade, li libera di schianto dal proprio peso.
Non ci vuole chissà quale fatica a destabilizzare un concetto, svalutarlo: basta (neanche la parola, come recitava un vecchio carosello, ma) la s. È un prelievo linguistico alla fonte, che con fenomenale immediatezza (scavalcando addirittura la necessità di elaborare un termine contrario) prosciuga il lavoro della parola e la disarticola, la svuota; qualche volta la umilia.
Qualche esempio: sdrammatizzare, slegare, smettere, smontare, smobilitare, smadonnare (il verbo madonnare non credo esista, però è l’attività dello smadonnamento che lo rende teoricamente possibile, per cui lo lascio), spacchettare, sparecchiare, spettinare, spoliticizzare, sprovincializzare, spersonalizzare, squalificare, sradicare, sragionare, sregolare, svecchiare, svelare, svestire. E si potrebbe andare avanti parecchio a lungo.
Non fa una certa impressione? Come può una semplice lettera permettersi un simile golpe linguistico? Uno, anzi una, arriva, ti si mette davanti, ti usa come rimorchio (lei, a te, che te ne stavi tranquillo per i fatti tuoi e sei anche grande e grosso, oltretutto), e ti dice (soprattutto lo dice agli altri, che le danno anche retta) che da quel momento (o almeno, finché lei non si scrosta da lì) tu non vuoi più dire quello che volevi dire fino a un momento prima: che non ti chiami più così, in un certo senso. Ti marchia, ecco. Ti deporta.
Oh, lo so che vi sembra una buona metafora del rapporto uomo-donna, ma uscite dal personale e cercate di restare sul piano prettamente linguistico: vi sembra bello, tutto questo? Vi sembra così facile da mandare giù? A me no.
La parola spostarsi, però, è bellissima. M’intriga come pratica dell’agire. Perché fa l’apologia della mobilità. Perché ti permette di cambiare continuamente prospettiva sulle cose. Di non essere mai dove ci si aspetterebbe di trovarti. E il non essere mai dove ci si aspetterebbe di trovarti è un modo di rendersi liberi. Soprattutto desiderati. L’unico problema è che il rendersi desiderabili tramite spostamento è un effetto che si produce solo se ti viene naturale, spostarti. Se non lo fai apposta. Perché se fai il furbo se ne accorgono.
Ma quando scrivi ti sposti eccome. Perché, a pensarci sopra, il mestiere della scrittura è fatto essenzialmente di spostamenti, d’inquietudini, di serenità costruite con fatica. Se quando scrivi non ti sposti, se tieni troppo rigidamente la rotta della storia che racconti, se ogni tanto non ti stanchi almeno un po’ delle cose che hai intorno, di come le hai disposte e di come probabilmente le disporrai, se non ti stanchi di te stesso, insomma, e quindi non provi a prendere qualche percorso laterale senza sapere dove ti porterà, al limite anche a stamparti sulle rocce, finisci per soffiare aria nell’aria.
Il problema principale a questo riguardo è che se uno scrittore imparasse a spostarsi nella vita come si sposta nella scrittura, probabilmente non scriverebbe più. Chissà se gli scrittori che smettono di scrivere lo fanno per questo.

Diego De Silva

venerdì 6 gennaio 2012

Anticlimax

Inizio a sentire un vuoto ma sono impotente.
Allora mollo tutto e lascio andare.
Cerco solo di rimanere a galla, di non farmi sommergere dalle onde improvvise generate da un passaggio troppo veloce. Aspetto che il mare torni calmo per riprendere a nuotare.
Bracciata dopo bracciata sento la fatica,
ma insieme all'acqua sposto anche le speranze e i sogni e mi spingo avanti,
oltre quello che provo,
perchè non muti in zavorra,
non mi faccia annegare.
Non posso rimanere ferma in mezzo al mare,
sbracciandomi affogherei,
devo nuotare.
Anche se ora mi sembra così faticoso
e l'acqua così pesante
e la meta così banale senza la giocosa compagnia.
La mia strada è ancora lunga,
la posso percorrere solo io.

giovedì 5 gennaio 2012

E' come

Avere il mondo in una mano
e non sapere che farsene.
Avere tutto
è avere niente.
Basta anche meno
per essere felici.

Bellezza

Secondo il filosofo greco Platone, il contatto con la bellezza fisica può renderci più ricettivi alla bellezza spirituale. Lo stimolo che ci dà il bello ci addestra a riconoscere le verità più sublimi. Io non ne sono tanto sicuro. La mia esperienza personale mi ha insegnato che spesso le persone sono così prese dalle loro reazioni emotive a una visione o a un suono piacevole da dimenticare che ci sono fonti di splendore più alte. Ma sono convinto che nei prossimi mesi tu farai eccezione alla regola. È per questo che ti autorizzo, anzi, ti ordino, di circondarti di bellezza.
... non faccio altro da quando sono al mondo ...

martedì 3 gennaio 2012

La mia

Thin King

Sooooooooooospiro.
Lungo, pieno, tirato.
Intelleggibile
come un cartello luminoso suona forte
chiama e richiama l'attenzione
intrattenibile.
Ridiamo insieme
io aperta e rumorosa
tu silenzioso
chiuso dentro una smorfia
due dita sulla fronte e il resto della mano
aperta
a coprire la tua bella bocca
carnosa.
Alzo il mignolo mentre bevo il mio caffè
tu pieghi due dita attorno alla tazzina
una delle due porta l'anellino della tua amica.
Ti fermi un momento
mi guardi con quel desiderio sottile ma forte negli occhi
passano prima sulle mie labbra poi nei miei
mi baci
dolcezza e passione si mescolano tra le nostre lingue che si attorcigliano
le nostre labbra che sfiorandosi si separano
ma dopo molto.
Mi abbracci
accarezzandomi come se lo facessi da sempre
eppure sembra la prima volta
sento ogni parte del tuo corpo da Re Smilzo
incastarsi in ogni parte del mio
mi avvolgi tutta
ed io avvolgo te
come fossimo un'unica forma che non cerca di integrarsi:
è già completa.
Hai respirato la mia saggezza
hai assaggiato la mia dolcezza.
E adesso........come dobbiamo fare?

PS: non ti dispiace se ti ho rubato il titolo, vero?

domenica 1 gennaio 2012

Densa ma leggera

Acquetta, pipì, acquetta, pipì
Sigarett, sigarett, sigaretta

Maveramente?!?!?!?!?!

Vuoi un tartufo?
Caffè?