sabato 18 dicembre 2010

To Cry

Dopo una serata tra amici, in allegria, per festeggiare l'arrivo del Natale, ho sentito forte e chiaro che loro non mi appartengono, come io non appartengo a loro. Una facciata superficiale e di circostanza in cui ho trascorso qualche ora più per distrarmi che per reale desiderio.

Ma ancora più evidente mi è apparso il divario nel modo di sentire la vita che ci separa e ci rende estranei e sconosciuti. Ancora più pungente è stata la fitta che mi provoca la tua lontananza, più cocente si è insinuata la sensazione di lacerazione che provo da quando non ci sei più, quotidiano eppure saltuario, nella mia vita. Ancora più lampante quello che voglio e che mi appartiene, il mondo in cui sono amata, compresa e conosciuta per quello che sono fino in fondo: mi manca vedere la mia luce e la mia bellezza nei tuoi occhi, specchio sincero di quello che sono.

Mi sono scoperta a pensarmi in una dimensione che non avevo mai sentito prima, un'immagine di me che la mia mente non era mai riuscita a contenere. Ho pensato a noi due, a tutta la vita che potremmo lasciar pulsare nelle nostre vene all'unisono, alla passione di cui potremmo godere, a quella che condiviamo ed a quelle che ci rendono unici, ci distinguono ma ci completano, alla profonda consapevolezza con cui potremmo gustare ogni istante delle nostre esistenze, costruendo insieme quelle torri e piramidi indistruttibili ed eterne, piuttosto che rassegnarci ad anonime case, caduche e temporanee.

Ho pensato a te e ho sentito al contempo il tepore del focolare e l'impotenza di viverlo, semplice e libero. Sono entrata nella mia casa vuota e fredda, mi sono addormentata in un letto in cui mi rigiro infinite volte immaginando che sia il tuo corpo a scaldarmi. Ti ho desiderato più di sempre. Ho invocato quell'amore che mi riempie testa e cuore, che mi fa pulsare tempie e ventre in modo così chiaro e limpido.

E ho sperato che il tuo cuore sentisse il mio richiamo.

giovedì 16 dicembre 2010

Trame profonde, sfumature

È possibile che ci sia un messaggio per te sul vetro appannato della finestra? Puoi trovare un indizio sulla prossima fase del tuo destino lanciando un’occhiata al giornale che il vento soffia contro la tua gamba mentre cammini? Attento alle sfumature e ai sottintesi, Vergine. Scruta le periferie per scoprire il futuro che si rivela in anticipo. Non si sa mai quando il mondo nascosto proverà a passarti una dritta. Presta attenzione alle trame più profonde che s’intrecciano appena sotto la superficie in cui si presume si stia svolgendo la storia principale.

lunedì 6 dicembre 2010

Patetico

Ho smesso di sperare
che i salmoni nuotino nel verso della corrente
gli alberi non perdano le foglie in inverno
le onde del mare si plachino anche solo per un istante.
Ho smesso di credere
nelle parole intense e magnifiche
o grette e meschine
sporche d'egoismo e rancore
nei gesti che sembravano ma non erano.
Ho spento il potere di ferire
di illudere
di ingannare.
Non penso, non sento, non guardo, non ricordo, non desidero.
Non voglio.
Solo una scelta mi è stata concessa
l'ho sposata con tutta me stessa.

Chi non ha il coraggio di vivere
si astenga.
Chi non ha nulla da dare
soccomba.
Accogliamo tutti perchè siamo umani.
Io voglio essere lupa,
camminare lungo la strada della mia anima selvaggia
per riconoscere a pelle
la meschinità,
ed evitarla.

Lasciarmi contagiare dall'allegria semplice di mia madre
apparentemente serena,
un dolce balsamo la sua voce.
La sua risata,
mentre le racconto la paura che ho provato entrando in casa
lo stereo si era acceso da sè
ed io sentivo voci.

Patetico ogni uomo che mi ha ferita,
offesa
umiliato la mia femminilità
quando mi sono data senza riserve
Patetici gli uomini di cui mi sono accontentata
quelli deboli
che non sanno prendere decisioni
che si crogiolano nelle loro fragilità
che non sanno starmi accanto
che sono troppo impegnativa
intransigente
a volte anche troppo bella
troppo intelligente
troppo speciale
troppo per loro.
Patetici gli uomini che scelgono sempre la comodità
eppure li attiro
benchè io non sia una persona comoda.
Anelo a un equilibrio che da sola non trovo?
Sopravvaluto l'uomo?
Certo non merito,
io,
di non essere amata fino in fondo.

Sei tu l'unico che "sta bene"
che inganna tutti
e la sera trova sempre un piatto caldo
e una donna pronta ad accoglierti.
Perchè questa è la vita che alla fine volete tutti,
e non importa se sia vera o costruita a tavolino.
Ed io a struggermi perchè so quanto valgo
a mettermi in discussione perchè temo di non valere abbastanza.
No, non sono io che non valgo.
Basterebbe il mio nome per dimostrarlo,
mai nome fu più azzeccato:
Valente, colei che vale.

Questa sono io,
il resto è solo fuffa per gatti randagi che non avranno mai dimora.

"Non confondere la nobile paura con la volgare vergogna"

lunedì 29 novembre 2010

Los Justos

Qualcuno ha detto che le poesie devono essere lette in lingua originale ...


Un hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.
El que agradece que en la tierra haya música.
El que descubre con placer una etimología.
Dos empleados que en un café del Sur juegan un silencioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El que justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razón.
Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.


Jorge Luis Borges (da La Cifra, 1981)

domenica 28 novembre 2010

Pornorima

MARLENE KUNTZ
Ricoveri virtuali e sexy solitudini


Sai che c’è? Sei sei sexy da impazzire.
E sai che c’è? Mi fai dimenticare
Che un sacco di persone
non mi vuol sentire parlare di pulsioni
che li fanno arrossire,
né celebrare visioni
che ti fanno sembrare quella grande figa che tu sei.
Sai che c’è? Tu mi fai divertire.
E sai che c’è? Mi aiuti a ricordare
Che quelli schizzinosi
non lo sanno capire
che nella vita conta pure
sorvolare sulle questioni dure e sul poeticare.
E questo è… come dire… rock’n roll.
Mettiamoli a disagio, dai!
Che pensino assai male e poi mi credano impazzito
perché sono qui a grugnire
Come un porco nel porcile.
Mia Dea sull’altare!
Che pensino a scopare i farisei dell’indie-rock
le anti-sbrodoline snob,
gli alternativi a pacchi e stock.
Facciamogli capire, dai!,
che siamo qui a godere;
e poi a quelli più stronzetti,
gli facciamo anche sentire
Come provi il tuo piacere.
E poi potranno anche vedere
gli ebefrenici fighetti dell’Olimpo
indie-rock le frigidine blah-blah-blog,
gli avanguardisti a pacchi e stock.
Sai che c’è? Sei la mia porno-rima.
Sai qual è? La voglia mia collima
con la tua volontà di farmi rotolare
giù dalla tua montagnola in riva al lago,
che coincide col mio desiderio soffiato
di farti dire forte “fottimi maiale fottimi come un animale”.
Perché ti piace quando lo senti cantare
dal tuo amato Trent dei Nine Inch Nails.

giovedì 25 novembre 2010

?


Gli indigeni americani si prendevano cura della terra meglio dei bianchi che poi se ne appropriarono, ma non erano affatto maestri della sostenibilità. Una recente ricerca ha rivelato che quando abbattevano e bruciavano le foreste, producevano una notevole impronta di carbonio, rilasciando una gran quantità di gas serra nell’atmosfera. Prendendo spunto da questa sorprendente scoperta, ti invito a controllare se c’è qualche aspetto del tuo passato che dovrebbe essere reinterpretato. I presagi astrali suggeriscono che faresti bene a rivedere alcune delle leggende che racconti su quello che è successo tanto tempo fa

martedì 23 novembre 2010

E' per te

Il mio primo pensiero quando apro gli occhi la mattina
e' in quel momento che sento se passerai da me per fare colazione insieme o amarci nel mio letto ancora sfatto.
Li' percepisco se sara' una giornata nostra,
se sara' un pezzo indelebile sulla mia pelle
e sulla tua.
Oppure se sarai lontano,
freddo,
chiuso nella tua melanconia,
impenetrabile.
E' in quell'istante che in un forte istinto di contraddizione
penso "Basta!"
e poi "Ancora!"
E di nuovo "Basta!" e un'altra volta "Ancora!"
E dentro di me so che non si chiama indecisione
ma e' la lotta di una vita
tra mente e cuore,
anima e cervello,
buon senso e follia.
Ogni giorno mi sembra l'ultimo
ed ogni giorno diventa l'ennesimo.
"Tutto si ripete uguale a se stesso"
No,
Ogni volta e' un nuovo umore
da comprendere, da perdonare, da amare.
Vorrei chiederti di darmi di piu',
"ma cosa ho il diritto di chiedere io?"
Mi accuccio nel mio guscio,
pensando a tutti i tuoi sforzi
per darmi tutto quello che puoi.
Ma poi mi ribello,
scalcio,
mi sottraggo.
Mi scopro nuda e fragile,
indifesa e insicura.
Allora so quant'e' grande il vuoto che sento
quando mi rimetto sulle mie gambe
e provo a camminare al mio ritmo,
asincrono e solitario.
Inviato da iPhone

lunedì 22 novembre 2010

Sicurezza

Ho capito che non ho preparato la borsa per il viaggio
Non ho prenotato il taxi
Non ho deciso nulla
Perché non voglio avere la vita sicura
Non voglio essere schiava
Voglio svegliarmi la mattina
E vivere.
Inviato da iPhone

L'ultimo respiro

Ti ho visto un pomeriggio
caldo e ventoso di maggio
emettere il tuo ultimo respiro.
Ero lì,
tenevo la tua mano nella mia
mentre ti guardavo respirare
sempre più lentamente
sempre più faticosamente.
Nella mia follia ho chiamato aiuto,
quando ho visto gli ultimi aneliti di vita
arrancare sulle tue labbra,
attraverso le tue narici,
i tuoi occhi chiusi da due giorni,
Un'immagine fissa nella mente:
il tuo sguardo,
lucido e cosciente puntato su di me,
stranito,
diceva:
"Che ci faccio qui?
Portami via".
E un attimo dopo sei sparito,
senza darmi il tempo di parlare.
Me lo porto con me,
quell'ultimo messaggio,
è sempre con me,
quello sguardo che mi manca come ognuna delle tue risate,
delle tue parole,
quelle dolci e severe,
ironiche e affettuose.
Preoccupate.
Rabbiose.
Dure.

Mi mancano tutte, pa'.

Hai inspirato con tutte le tue forze,
attraverso quel corpo gracile,
ridotto a poche ossa,
cercando disperatamente l'aria,
l'aria che non c'era più,
non per te.
In quell'ultimo tentativo il tuo respiro si è fermato a metà,
la tua bocca è rimasta aperta,
tutto si è congelato.
Fino a quando dal più profondo degli abissi della mia anima
è risuonato un lamento che arrivava da lontano,
da un mondo che non c'è,
un mondo che non c'era prima di quell'istante,
ma che è stato dentro di me tutta la vita.
Per affiorare,
alle tre in punto,
di quel ventoso caldo pomeriggio di maggio.

Mi è entrato nelle ossa e nella carne
e non mi lascia più,
pa'.

Decadenza

Quando il dolore ti rende schiava
le scelte non sono più libere
aggrappate a un bisogno che si trasforma in desiderio
gioia,
ma non lo è.
L'amore è serenità,
passione,
intimità.
L'amore è conoscere i suoi desideri e le sue paure,
intuire i suoi sorrisi e le sue lacrime,
sapere quando esserci e quando lasciarlo solo.
L'amore è il posto giusto al momento giusto,
senza bisogno di pensare,
saperlo dentro,
sentirlo sulla pelle.
Tutto il resto è una vita consunta
e stinta,
convenzioni che fanno sicurezza,
ma anche morte.
Morte dell'anima.
Ma che c'importa dell'anima?
Quando abbiamo la certezza di un lavoro,
una casa,
un piatto caldo ogni sera?
Lasciamola languire,
non è fondamentale.

... per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto.

venerdì 19 novembre 2010

Saggezza viscerale


“A volte cresciamo in una dimensione e non in un’altra, in modo non uniforme”, ha scritto Anaïs Nin. “Siamo maturi in un campo, infantili in un altro”. In te, Vergine, ultimamente questa discrepanza è stata particolarmente evidente. Per esempio, la tua intelligenza cerebrale è stata al massimo, al contrario della tua saggezza viscerale. Ma ho il sospetto che nelle prossime settimane la situazione cambierà. La mia lettura dei presagi astrali indica che il boom della tua intelligenza emotiva è imminente. Farai bene a concentrarti su questo obiettivo con tutto il cuore, anche se significa investire meno energie per diventare un mago dell’analisi.

lunedì 15 novembre 2010

Sei con me

Piena di te.
Del tuo sguardo mesto ma penetrante,
come se volessi entrarmi nell'anima,
delle tue mani che cercano le mie,
come fossero l'unico rifugio,
del calore delle tue braccia
che mi stringono sotto la pioggia,
come se potessero far splendere il sole,
delle tue labbra che cercano le mie,
come se fossero l'unico nutrimento,
e la mia lingua che le accarezza,
per gustare un pezzo di te da riassaporare ancora
e ancora.
Sei qui con me.
Ti sento così vicino che mi sembra di vederti,
di sentire il tuo corpo che preme delicato
sul mio,
che entra dentro di me
ed apre tutte le mie porte
e si lascia avvolgere nel più affettuoso degli abbracci,
nel più intimo degli amplessi.

domenica 14 novembre 2010

E dare tutto e dare tanto quanto il tempo in cui il tuo segno rimarrà
questo nodo lo sciolga il sole come sa fare con la neve

Una piccola poesia



Forse non sai quel che darei
Perché tu sia felice
Piangi lacrime di aria
Lacrime invisibili
Che solamente gli angeli
san portar via

Ma cambierà stagione
ci saranno nuove rose

E ci sarà
dentro te e al di là
dell’orizzonte
una piccola
poesia

Ci sarà
forse esiste già al di là
dell’orizzonte
una poesia anche per te

Vorrei rinascere per te
e ricominciare insieme come se
non sentissi più dolore
ma tu hai tessuto sogni di cristallo troppo coraggiosi e
fragili
per morire adesso
solo per un rimpianto

Ci sarà
dentro e te e al di là
dell’orizzonte
una piccola poesia

Ci sarà
dentro e te e al di là
dell’orizzonte
una poesia anche per te

Perdona e dimenticherai
per quanto possa fare male in fondo sai
che sei ancora qui
e dare tutto e dare tanto quanto il tempo in cui il tuo segno rimarrà
questo nodo lo sciolga il sole come sa fare con la neve

Ci sarà
dentro e te e al di là
dell’orizzonte
una piccola poesia

Ci sarà
forse esiste già al di là
dell’orizzonte
una poesia anche per te
anche per te

No more words

Raramente mi mancano le parole.
Ma oggi sì.
Mi manca l'afflato per reagire,
a tutto.
E allora sto.
Ferma,
sola,
in attesa o solo
in pausa.

sabato 13 novembre 2010

E la vita sembra perfetta


200 km, 4 ore, in moto.

Merda

Che strana giornata.

Ieri sera pensavo cose, ma come sempre .. mi sbagliavo.

Io mi sbaglio spessissimo e non perchè non sia in grado di prevedere il futuro, non perchè non possieda il potere di crearlo con le mie mani, ma perchè mi porto dentro la tendenza alla drammatizzazione.
E' una rogna non da poco ...

Mentre rientravo a casa, sono passata sulla curva in cui ho perso Guido.

Guido, il mio amico più caro, una persona che sfuggiva a qualunque definizione, qualunque schema. Ero orgogliosa di essere sua amica. Ero orgogliosa che chiamasse me quando rientrava dalle sue trasferte solo per un paio di giorni e sceglieva di passarli con me.
Mi sentivo speciale ogni volta che mi chiamava per portarmi a cena, ogni volta che decideva di girare in moto con me. Mi lasciava stare davanti, fare il ritmo, anche se ero molto più lenta di lui. A lui non importava: quando usciva in moto con me, ero io che dovevo fare strada.

Ero orgogliosa ogni volta che mi scriveva durante i miei week end in giro in moto per sapere come stavo, se andava tutto bene, se stavo rientrando, dov'ero.

L'ultima volta mi scrisse: "Non impari mai! Arrivi sempre più tardi. Dormi ora, hai viaggiato tanto, hai bisogno di riposo".

E dal giorno dopo .. non c'era più.

Ogni volta che ero in giro in moto, lui in qualche modo era con me.
Quante volte ho provato l'emozione della moto prima ancora di guidarla, seduta sulla sua sella posteriore!!!
Era bravissimo, mi trasmetteva una fiducia totale.

Stasera mentre rientravo sono passata da quella curva.
La curva in cui l'ho perso per sempre la sera in cui saremmo dovuti stare insieme, ma io ho cambiato programmi.

Inutile dire il senso di colpa che mi divora.....

Mentre oggi facevo quelle curve che lui conosceva a memoria ho pensato:
"Merda!"
Sì, solo questo ho pensato ... Merda!

Non l'avevo mai fatto

Ho strappato pagine scritte da me
non l'avevo mai fatto
ho rotto la punta di una penna
non l'avevo mai fatto
ho pianto mentre ridevo
mentre ridevo piangevo
non l'avevo mai fatto.

Incubus

E' tutta la notte che vago per un albergo.
Stanze, persone, in gruppo con me, sembra un raduno, tutti distribuiti in posti diversi e alla fine insieme a una ragazza ritrovo quello che penso sia il mio fidanzato, ma inizia una strana danza amorosa a 3 o a 4, ho la sensazione che ci sia un quarto ma forse non è così, siamo solo noi 3 e sembra tutto normale finchè lui col capo appoggiato sul mio grembo, lei si abbassa sul suo sesso e fa per slacciargli i pantaloni, a gesti le chiedo cosa sta facendo e lei mi fa segno che tirerà fuori il suo sesso per prenderlo in bocca ed io mi oppongo, mi sfilo da questo strano abbraccio a 3 e dico di no, mentre lui si lamenta: "Ma come? Ora che toccava a me!"
Ed io sto male, non mi aspettavo questa reazione e me ne vado, sperando che lui mi segua.
Ma lui non lo fa.
Allora torno e li trovo che fanno sesso.
Mi sveglio di soprassalto e non riesco a capire di chi sono i volti del mio sogno.

giovedì 11 novembre 2010

Oroscopenigma



La natura del gioco sta cambiando. Hai capito di che gioco sto parlando? Di quello a cui giocano tutti senza ammetterlo. Per un po’ di tempo le regole sono rimaste le stesse, ma ultimamente hanno cominciato a cambiare. Anche i premi in palio sono diversi. Cosa ti consiglio? Non devi necessariamente far vedere a tutti che l’hai capito, ma cerca di non mentire a te stesso su quello che sta succedendo

lunedì 8 novembre 2010

TRIBE ALL


Lussureggianti volti sapienti si sporgono dalla finestra di una casupola affacciata sul mare limpido, verde e cremisi.
Sono donne voluttuose dai sorrisi bianchi come la neve in montagna.
Le loro voci sono suoni soavi come l'arpa che accompagna il tramonto al di là del tempo, sono melanconiche come il buio che sopraggiunge sui folti e lunghi riccioli spettinati che incorniciano le loro spalle imbrunite dal sole.
La terra sotto i piedi scalzi si modella al loro passaggio.
Calpestano la sabbia tiepida della sera,
mentre la bassa marea accarezza la riva in un ritmo lento e regolare,
come il respiro di un neonato addormentato.
C'è profumo di spezie e brace nell'aria leggera che inebria narici minuscole,
nel sangue defluisce grintoso il nettare degli dei assiepati sulle nuvole al cospetto delle umane creature dalla pelle di bronzo.
Le stelle fanno capolino sul manto blu scuro stagliato oltre la linea sottile dell'orizzonte che si mescola con gli abissi, in un copulare che si ripete ogni notte con immutata passione.
La fiamma che arde la carne, zampilla e a tratti illumina braccia nodose che si muovono al ritmo lento e accondiscendente delle onde del mare all'imbrunire.
La tavola accoglie calda nel chiaroscuro le lunghe gambe nude e i polpacci possenti.
Le braccia ornate di disegni evocativi si allungano verso il centro e afferrano, strappano con antica eleganza il cuore pulsante dell'animale abbattuto.
Sguardi impregnati di secoli di vita,
fedeli e selvaggi come i lupi,
coraggiosi e immortali,
svelano l'anima eterna.

mercoledì 3 novembre 2010

Scegli

Quando tutto si mescola
nulla ha più senso.
Il nulla è il senso.
Siete pronti per il nulla?
Avete il coraggio di guardare il nulla?
Solo allora
sarete il tutto.
Guardo il nulla,
adesso.

lunedì 1 novembre 2010

E poi?

Mi lascio affilare dalle parole
come un coltello mi entrano nella carne e sciolgono un po’ di dolore,
infine rialzo le difese e riaccendo la mente:

odio il modo in cui mi comprendi,
tocchi il tasto dolente,
fai vibrare la corda più debole.
Odio quando mi entri dentro senza nemmeno sfiorarmi,
odio la tua sicurezza,
le tue certezze,
le decisioni che prendi sulla mia pelle,
senza sapere quello che mi attraversa.
Odio te,
quando decidi per me,
l’alibi di non farmi del male sembra così banale,
non lo voglio ascoltare.

Voglio il nostro angolo magico,
voglio che non mi trasformi in un’abitudine,
che non trascuri le mie sfumature,
che ti prendi cura di ciò che ti offro,
che non inganni il cuore limpido che porto nel petto.

Ti appartengo,
come tu appartieni a me.

giovedì 28 ottobre 2010

Nero pece

A un passo dal baratro
in bilico sull'orlo del precipizio
vertigini
L'altoparlante strilla occasioni che non coglierai
come lo sai?
Lo sai ...
L'addio pronunciato con un ultimo fiato
un pomeriggio di maggio
caldo e ventoso
Un corpo rinsecchito dalla pelle gialla
la morte mi è entrata nelle ossa,
s'è portata via il tuo fegato
ma anche il mio cuore.

Non parlo più non rispondo più non l'ho fatto mai e mai lo farò

Gioca

Nausea.
Fatica.
L'imprevedibile che ti sorprende,
il prevedibile che non ti lascia spazio.
Impotenza prevista,
saturazione mista a coraggio,
quando tutto è inutile vorresti urlare forte e battere i piedi in terra,
resti in silenzio,
tutto scorre,
senti tutto il potere che hai dentro.
Ho così voglia di perdermi ...
Vorrei sentirmi almeno un po' disperata ...
Meglio straziata che spenta,
meglio dolorante che anestetizzata,
meglio sola che male accompagnata.
AH! la rima baciata,
ma chi l'ha inventata,
questa oscena cagata
questa maledetta Valentina, chi l'ha disegnata?
L'eterna inguaiata,
una gatta
perennemente insoddisfatta.
Gioca Vale,
gioca con la vocale,
con la consonante
a fare da amante,
gioca amore mio
lascia perdere il tramestio
nè vincitori nè vinti
nè accoglienti nè respinti
godi d'ogni momento,
ridi del tuo tormento.
La vita è un gioco ma non da poco,
intenso e bizzarro,
talvolta mi mette l'affanno,
si è solo consumato l'ennesimo inganno.

lunedì 25 ottobre 2010

Uno

Ci sono giorni grigi che vorresti solo guardare la pioggia al di là del vetro,
lasciarti cullare dal suo borbottio costante,
come fosse un’antica nenia.
Ci sono giorni che pensi non sopravvivrai,
e come d’incanto ti svegli una mattina e senti che sei ancora qui.
Ci sono giorni che vorresti crogiolarti nella tristezza che opprime il petto,
e invece ti lasci assalire da un’ondata di ricordi,
ricordi d’un gusto speziato
che ti consola e ti riporta a momenti forti e duri,
altri dolci e gentili,
una carezza sfumata nella memoria opaca di troppi amanti,
corpi,
emozioni.
Vivi secondo la tua fantasia e talvolta voli,
volteggi e infine plani sulle mille sfumature del suono greve di una musica calda,
una voce tenue,
una risata piena,
uno scroscio d’acqua improvvisa,
la mutevolezza del vento soffia forte e si placa,
d’un tratto,
risplende una luce vermiglia,
una palla di fuoco migra all’orizzonte,
la linea sottile di un mare confuso col cielo,
scurendo diventa tutt’uno.
Uno,
tre lettere piene,
parola universale,
il tutto e il nulla.

“Quando dico due ho già cominciato a contare e non vi è più limite.
Esiste solo un numero vero: Uno.
E l’amore, a quanto pare, è l’esponente migliore di questa unicità”.

La vera storia di Sebastian Knight – Nabokov

domenica 24 ottobre 2010

La vita cambia, all'improvviso (sedicidicembreduemilasei)

Sabato, le otto di sera.
Appena rientrata da un altro pomeriggio passato a rassicurare persone distrutte dall'evento più inatteso.
Sta pensando a cosa preparare per cena, quando squilla il telefono:
"Una birra?"
Perchè no?
Restare in tiro, non perdere il ritmo, non lasciarsi sopraffare dall'angoscia, è questo l'unico pensiero che insiste nella sua mente.

Dopo un'ora è seduta in un pub irlandese.
Due birre medie doppio malto, un piatto di pepite di pollo fritte.
La sala piena di fumo, i tavolini di legno e la moquette blu sul pavimento, il vociare intorno e un amico di fronte.
Qualche messaggio e una proposta:
"Raggiungiamo gli altri?"
Perchè no?
Ancora .. ancora il bisogno di mantenere il ritmo, di non fermarsi, stancarsi un po' di più per arrivare a casa sfatta e lasciarsi crollare a letto, sfinita.

Che sorpresa!
Sta bevendo una birra al bancone quando arriva, il suo viso s'illumina quando lei si volta sorridente, si abbracciano, felici di ritrovarsi dopo tutto quel tempo.
Sorpresi e vivi più che mai.
Lei ha i suoi jeans preferiti e il giaccone verde di pelle, i capelli cortissimi.
Lui uguale a sempre, i capelli lunghi spettinati, l'abbigliamento trasandato, il sorriso che gli increspa le labbra, lo stupore negli occhi luminosi.
Una serata che è un dono, gustato come due bambini davanti all'albero di Natale.
Stretti stretti su quel muretto, infreddoliti, fumano insieme, mentre lei borbotta per il tizio di colore che sta spacciando all'angolo della strada.
Che squallido questo posto, ma com'è luminoso, stasera!

D'un tratto, una voce, fuori dal loro campo visivo, interrompe le loro chiacchiere fitte, squarcia quello spazio prezioso ed esclusivo, dice:
"Andiamo?"
Il dispiacere sui loro volti, ma anche un sottile senso di colpa, la voglia di restare si scontra con la cosa giusta da fare, lei sa qual'è:
"Sì, andiamo".

Nella memoria altri dettagli affidati ad un oblio che possa portarseli via, un giorno.


"A mezzogiorno di una domenica invernale"

Perdonami

La tua mano sulla mia schiena,
un tocco lievo ma colmo di forza,
squarciò il manto di solitudine che mi premeva sul petto.

"Vieni con me? Ho questa cena ma non conosco nessuno, mi fai compagnia?"

In auto verso il ristorante ti parlai di mio fratello:
eri il primo a cui raccontavo tutto.
Piena di pudore e vergogna, non avevo trovato il coraggio di confidarmi con nessuno. Da settimane correvo in tutte le direzioni, placavo gli animi, rassicuravo persone, parlavo con avvocati, terapisti, fidanzate, genitori. Risolvevo problemi, ascoltavo cuori sofferenti e increduli, saltavo pasti, dormivo a stento, annullavo pensieri e custodivo segreti.
Mi sentivo forte, carica di energie, uscivo la sera per non pensare, mi mischiavo alla gente e mi lasciavo attraversare dai loro umori, le loro vite, per non sentire la mia che mi martellava dentro, che mi si addossava a peso morto sulle spalle e mi toglieva il fiato.

Tu mi ascoltavi, nessun giudizio, solo il tuo affetto incondizionato.

Avevo il giacchino di velluto arancione, la gonna nera arricciata, una calda pashima sulle spalle. Tu avevi il giubbotto, rarissimo era vederti senza il tuo cappellino e la felpa. Passammo la serata tra musica, chiacchiere e risate, mentre attendevo quella telefonata. Quando arrivò, mi scusai e mentre mi alzavo, tu appoggiasti la tua mano sulla mia schiena.

Fu il gesto più affettuoso che ricevevo da tempo.

In qualche modo riuscii a risolvere, tornai dentro la sala, dove tu mi aspettavi, preoccupato, ansioso di vedere nel mio sguardo un segno distensivo.
Suonava un pessimo gruppo da pianobar, ridevamo ogni volta che intonava l'ennesimo classico italiano, quando suonarono TTD nessuno lo riconobbe, a parte noi.
Sorridemmo, complici.

Finimmo all'Hiroshima:
per me un mojito,
per te il solito cuba libre.
Nella sala più appartata suonavano reggae, poche persone, io mi muovevo a ritmo sullo sgabello, tu mi osservavi con un sorriso sarcastico stampato in volto, sembravi sereno, con quel retrogusto caustico che portavi sempre nello sguardo.
Una serata speciale,
un pezzo di intimità assaporata con delicatezza,
quel modo leggero di vivere che avevi solo tu.

Perdonami!
Per essere stata debole, fragile e sfuggente.
Impaziente prima e poi irruenta.
Perdonami!

Quanto basta

"Sono contento di vederti perchè mi ricordi Guido".

A volte non trovo le parole,
certe emozioni sono impalpabili,
basta una parola a rievocare momenti pieni di tutto quello che siamo stati.
Come quella sera che ha cambiato all'improvviso la vita di molti:
a qualcuno infondendo una fiducia che credeva persa,
qualcun altro si è innamorato,
ma l'ha capito solo più tardi,
un altro ancora ha messo da parte un sogno,
un sogno rimandato troppo a lungo fino a infrangersi su un asfalto ruvido e asciutto.
A qualcuna si sono aperte troppe porte,
a tentoni è entrata in tutte tranne una,
quella giusta.

venerdì 22 ottobre 2010

La mia, la tua

C’è uno scomparto
tra le due tasche che compongono la mia borsa.
E’ lì che terrò le tue parole.

Adesso vorrei solo perdermi ancora dentro il nostro piacere,
sentirti entrare dentro di me,
senza parlare,
elevarmi ancora una volta sopra tutto,
in quell’armonia che i nostri corpi soli sanno creare,
insieme.
Vorrei spegnere la mia mente,
lasciare spazio ai sensi che fremono
e godono al contatto con la tua pelle,
con la tua bocca,
con te.

La mia voglia di te,
la tua voglia di me.

A spasso con me - Parte II

Penso che domani sarà tutto diverso, o forse tutto uguale ad un sempre che vorrei non esistesse.
Penso che ci sarà ancora la fatica di stare in un mondo che non mi appartiene, alla ricerca ancora meno interessante di un posto dove stare, in pace con me, in pace con gli altri, quelli che nemmeno conosco, quelli che non conoscerò mai davvero.
Una scintilla ogni tanto illuminerà una strada che calpesterò con i miei piedi sempre più stanchi e pesanti.
Sento un barlume di volontà, forza e coraggio che ancora mi spinge in avanti, pura sopravvivenza, spirito indipendente che ti trascina oltre anche quando ti fermeresti per sempre. Lo afferro, so che se lo lasciassi andar via senza di me, se lo lasciassi cadere nel vuoto che ho intorno, potrei perdere la ragione, impazzire di rabbia e dolore che a volte sono la stessa cosa, si confondono in un turbine spaventoso che fagocita ogni altra cosa e distrugge, spazzando via anche ciò che si potrebbe salvare.
Quanto poco ho ascoltato e quanto invece ho parlato.
Succede così talvolta: hai bisogno di una persona di fronte perchè le tue parole ti diventino finalmente chiare e si riempiano di un senso che da sola non hai saputo trovare. E ti chiedi quanto bisogno hai di qualcuno che guidi e illumini quell'angolino perso dentro di te che turba con tanta persistenza la tua quotidiana esistenza, che urla mentre stai facendo i gesti più banali, che ti spinge da una parte senza che tu possa opporti e ti costringe ad arrivare non sai dove, finchè non ci sei e lo vedi.
Vedi quello che sei, che vuoi, che rifiuti.
Vedi quello che vorresti essere, quello che sono gli altri, che sei tu negli occhi di un altro, quello specchio che non mente mai, svela la natura che hai dentro e ti parla senza mai aprire bocca, in un silenzio ora pieno di un significato che devi cogliere, devi comprendere.
Penso che sono morta ancora una volta, che lo sfinimento non è mai abbastanza, che ho bisogno ma anche desiderio, che mi trovo tanto quanto mi perdo. E mi perderò ancora.
Penso che l'amore spinge tutto e la paura nega altrettanto.
Cerco l'immagine di quel volto nella memoria stanca e non so trovare un affetto che sgorga altrove. Quegli occhi spenti, senza luce nè amore, lo sguardo un po' sprezzante che plana su di me. Non vedo altro.
Mi apro eppure non so se sono sincera.
Mi chiedo come si possa raccontare così precisamente i miei tormenti e non saperli raccogliere e curare, accarezzare e guarire. Almeno coccolare.
Spero di sbagliarmi,
spero di sapere che cosa devo fare per arrivare lì,
in quel luogo dove tutto è in movimento,
ma anche fermo.

A spasso con me - Parte I

Mi sveglio in piena notte, l'effetto dell'alcool svanito, la mente corre istintiva all'ultima porzione di vita appena consumata.
Cerca, tra i ricordi un po' sbiaditi, il filo che ricorstruisca quei momenti, le parole, i gesti, come se tentasse di ricomporre un sogno appena sfumato.
Inquieta, allarmata, a poco a poco la sento calmarsi, mentre riaffiorano le sensazioni: c'è rassegnazione, amarezza, uno strano gusto di conclusione inevitabile.
C'è che la vita non è ancora finita, altri giorni da scrivere, altri drammi e gioie da imprimere sulla pelle, far scivolare su un foglio di carta ingiallito come l'anima di chi verga queste nere parole, piene e tonde.
Mi volto dall'altra parte nel tentativo di ritrovare quel misto di calore e stordimento che il vino e le coperte mi regalano ogni notte, quando penso che non mi serva altro. Ma tutto è svanito. Tutto è sveglio e lucido, ora, dentro di me.
Il corpo inizia a parlarmi, forte e chiaro, lancia segnali sofferenti e puntuali. Scaldo dell'acqua per un infuso, devo prendermi cura di uno stomaco che brucia, urla dolente, troppo a lungo maltrattato. Il tepore lo accarezza e lo distende, tutto sembra tornare ad un'indolente normalità, ancora per questa volta.
Fumo una sigaretta arricciata tra dita esperte, abituate al movimento e rapide, l'accendo con un colpo svelto e tiro la prima boccata.
Mi sento già meglio.
Allora posso scrivere.
Ecco qui,
sono io adesso,
tutto ciò che ancora posso essere.

giovedì 21 ottobre 2010

Oh cazzo!



La Vergine secondo Rob ...

"In questa fase della mia vita non vado di porta in porta a raccogliere fondi per le foreste e non faccio parte di nessun gruppo che lotta per la fine della guerra in Afghanistan o per i diritti degli animali. Conduco la mia lotta per la giustizia sociale e ambientale scrivendo. Condivido l’opinione della scrittrice Ingrid Bengis: “Le parole sono una forma di azione, in grado di determinare cambiamenti”. Nelle prossime settimane ti consiglio di pensare a come potresti trasformare il mondo con la sola forza del linguaggio. Saresti in grado di aumentare la tua influenza con il tuo modo di comunicare?"

Inevitabile

Anime corrotte danzano tra rivoli di sangue rappreso,
fiumi d'acqua limpida scorrono intorno,
invano.
Attratte fameliche
si nutrono di corpi in decomposizione
a nulla serve la vetrina che brilla di carne fresca e sana.
Depongo le armi e aspetto che tutto scorra
mi macchio di fango
per non sentirmi esplodere di dolore e rabbia.
Mi infilo in luoghi torbidi e scuri
per non distinguere la luce che mostra la vita che non ho.
Cerco il difetto che renda perfetto il mio mondo di fantasia
muoio e rinasco al ritmo di un orologio impazzito
che non segna mai l'ora esatta.
Mi lascio opprimere e soffocare da sentimenti vacui
che non mi appartengono
entro nella parte e recito allo sfinimento
una tragedia che mi hanno scritto nel DNA
prima che emettessi il primo vagito:
"E' nata!
E' una femmina!"
E' da quell'istante che si inizia a morire.

Inviato da iPhone

Rigetto

Persa in un aspro groviglio di emozioni.
L'orgoglio ferito,
l'anima calpestata dal vuoto di vivere.
Gli occhi sbarrati nelle notti più tormentate,
l'alcool scandisce il ritmo del riposo,
coma profondo per quel tanto che fa.
Il mio letto è così grande che mi smarrisco,
cerco un calore che non è di coperte,
rinuncio a me stessa per qualcosa che non esiste per nessuno.
Vulnerabili sensi alla deriva,
urlo fino a perdere la voce,
l'ascolto svanire lontana nello spazio interiore che rimbomba all'infinito.
Occhi gonfi ma asciutti,
lacrime che restano appese sull'orlo di un precipizio troppo buio,
troppo profondo,
per lasciarsi andare e sgorgare libere,
sane e copiose.
Ricordi lontani si tramutano in colpi inferti da un assassino
sadico e crudele,
mi tortura godendo dello strazio che genera,
si nutre insozzando candore e poesia,
non cessa di affondare i denti nella carne già corrotta.
Immagini opache sbiadiscono mentre tento di afferrare
un volto,
una mano,
uno sguardo perso nel vuoto,
quel vuoto sono io,
qualcuno se n'è accorto,
... troppo tardi.
La mente distrugge ogni ostacolo vivo,
getta scompiglio e fango,
ricopre di macerie sparse a caso ogni simbolo indigesto.
Una rivolta senza speranza distruggerà ogni centimetro di gioia,
ogni istante di bellezza,
ogni angolo conquistato.
Così trasparente da lasciarsi attraversare dal mondo intero.

venerdì 15 ottobre 2010



“L’arte della medicina consiste nel distrarre il paziente mentre la natura cura la malattia”, disse il filosofo francese Voltaire. Tenendo a mente questa massima, prendiamo in considerazione il problema che hai in questo momento. Da quello che posso capire, alcune forze risanatrici fuori dal tuo controllo e delle quali non sei consapevole si sono messe all’opera per risolverlo. Quindi, faresti bene a tenerti occupato in attività che secondo te possono affrettare la guarigione, ridurre la tua ansia e permettere alla natura di fare quello che sa fare meglio.

giovedì 14 ottobre 2010

Anestesia

La notte è densa di vuoto
gli occhi spenti
la mente annebbiata
il desiderio ricacciato indietro insieme alle lacrime
la solitudine si è tinta di grigio
il freddo si è fatto lancinante
non sento più nulla
una piuma che svolazza al vento
fragile
senza nessuna direzione
ecco come mi sento
leggera,
senza potere
in balia della corrente
trattengo le parole
la rabbia mi mangia dentro come uno squalo affamato e vorace
e questa unica compagnia
ogni sera
vigliacca e suadente
si prende gioco del mio dolore
non voglio più sentire
non voglio più vedere
voglio essere trasparente
voglio non esistere
voglio scomparire
puff!
Come d'incanto.

venerdì 8 ottobre 2010

ACCA




I nomi di molte città statunitensi che contengono il suffisso “burg” un tempo finivano per “burgh”. Alla fine dell’ottocento le autorità federali decretarono la cancellazione dell’acca muta finale. Gli abitanti di Pittsburgh, però, si ribellarono e chiesero di poter mantenere la loro preziosa “h”. La richiesta fu accolta. Ti consiglio di seguire il loro esempio e di insistere per mantenere la tua identità, Vergine. Non lasciarti troncare, abbreviare o standardizzare.

giovedì 7 ottobre 2010

Metamorfosi

Cupo lo sguardo
increspato il sorriso
La crisalide è morta,
nata è
una nuova farfalla.

mercoledì 6 ottobre 2010

Io no

Non correrò verso cieli coperti di fumo

Non parlerò negli angoli delle mente

Non sentirò
le pene inflitte ai dormienti
non mostrerò
l'anima agli impazienti

Non morirò
di vita appassita
non ricorderò
di essere stata avvilita

Non amerò
la campana di vetro
non sbaglierò
nell'ultimo metro

Non rinnegherò
l'ancestrale dolore
non rimpiangerò
un'esistenza incolore

Non spezzerò
l'attimo giusto
non assaggerò
l'amaro disgusto

Non colpirò
il bersaglio sbagliato
non mi fermerò
sull'angusto sagrato

Non sanguinerò
di rosso vermiglio
non perdonerò
con un battito di ciglio

Non odierò
la mano innocente
non falserò
la mia natura indolente

Non piangerò
un fiore disperso
non mi volterò
se il cielo sarà terso.


Io urlerò
se non potrò fare altro.

lunedì 4 ottobre 2010

Guipa



Quando mi manchi mi guardo dentro e ti cerco.
So che sei lì,
nel cassetto più prezioso,
lo apro di rado come si fa con il vino pregiato.
E' una sciocchezza?
Lo so.
Lo apro di rado per non soffrire troppo spesso.
Ti sei scelto la mia compagnia preferita,
chissà quante ve ne raccontate lassù di me.
Sì,
amo pensarvi così,
che ridete di me e mi guardate mentre faccio una delle mie cazzate
ma non temete nulla,
sapete come sono,
sapete che me la caverò sempre.
Che cazzo ci fate lassù laggiù ...
ma dove siete?
Avevo ancora bisogno di voi.
Vi amo,
come sempre.

giovedì 30 settembre 2010

AMAMI

Amami per tutto quello che sono
Per tutto quello che non sono e avrei voluto essere prima di scoprire che amo quello che sono.
Amami così con le fragilità che mi rendono forte.
Amami perché non c'è nessuna ragione per farlo,
perché sono sbagliata
perché sono imperfetta
perché sono bella
perché sono complessa,
morbida ma anche dura
femminista e anarchica
buffa e dolce
pignola e caustica
Appassionata e triste.
Amami,
perché sono io.

Inviato da iPhone

Cuore

Stasera è il mio cuore che parla.
Insiste, lo lascio fare,
è lui che comanda.

Tento d'imbrigliarlo,
ma lui è più forte
e ha sempre ragione.

Mi piace quando si ribella,
mangia spazio e se ne fotte.
Se ne fotte della buona educazione,
del buon senso e della buona creanza.

Lui, sì, che sa cosa conta,
davvero.

Ti amo.
E sembrano parole banali,
ma tu sai che non lo sono,
se è il mio cuore a pronunciarle.

lunedì 27 settembre 2010

E poi il buio



Il sole disegna un cerchio rutilante
sul telo di lino delle nuvole sfilacciate
frapposte alla mia sbirciata distratta,
e con morbida perfezione
la circonferenza si adagia
sul lungo crinale del monte,
dietro il quale scenderà
in qualche placido istante.
La finestra socchiusa sfiora la sedia,
e fluisce un carezzevole soffio
che lambisce i miei piedi
con invisibile avvolgimento:
io penso all'effusione
di un abbraccio rapito ai dispetti del tempo,
a un amore caldo
come il raggio di luna degli innamorati.

E quando la luna verrà sarà la stessa di allora
Quella che di noi farà di nuovo una cosa sola
E quando la luna verrà sarà la stessa di allora
Quella che dopo ci porterà alle carezze dell'aurora

Il sole disegna mezzo cerchio esitante
su sbuffi di nuvole andate
e Oriente indorato risponde
all'acceso Ponente.
Guardo le rocce innevate nel blu luminoso:
sei là con lo sguardo,
lo stesso che mi hai regalato lasciandomi solo.
Ti ho persa quel giorno e mai più ho ritrovato
la scia deliziosa del tuo fascinare,
e se fosse successo mi avresti rivisto scodinzolare...
(devono aver diviso in due il mondo,
e penso di essere dalla parte sbagliata).

E quando la luna verrà sarà la stessa di allora
Quella che di noi farà di nuovo una cosa sola
E quando la luna verrà sarà la stessa di allora
Quella che dopo ci porterà alle carezze dell'aurora

Ora il sole
disegna
un commiato straziante
di squarci roventi
fra nuvole ostili,
veloci
nel giungere a frotte
sui miei capogiri.
Nell'ombra
del monte
mi pento
di averti
lasciata
tornare.

E poi il buio,
neanche un graffio di luna nel cielo

giovedì 23 settembre 2010

StronzOroscopo

“Gli artisti soffrono ma lo fanno volentieri”, recitava un titolo del San Francisco Chronicle. L’articolo era composto da una serie di brevi interviste a cinque artisti, convinti di amare così tanto il loro lavoro da poter sopportare con gioia tutti i sacrifici che comporta. Questo è lo spirito che vorrei dimostrassi nelle prossime settimane, Vergine. Cerca di immergerti nelle fatiche d’amore con tanto entusiasmo e dedizione da dimenticare ansie e dolori.

mercoledì 22 settembre 2010

E andare un po' affanculo, grazie?



Questo è il libro che non ho mai letto
Queste sono le parole che non ho mai detto
Questo è il sentiero che non ho mai percorso
Questi, invece, sono i sogni che io farò
Questa è la gioia che raramente si diffonde
Queste sono le lacrime…
Le lacrime che abbiamo versato
Questa è la paura
Questo è il terrore
Questi sono i contenuti della mia testa
E questi sono gli anni che insieme abbiamo trascorso
E questo è quel che rappresentano
Ed è così che mi sento.
Sai come mi sento?
Perché non penso che tu sappia cosa provo
Non penso che tu sappia cosa provo
Non penso che tu sappia cosa provo
Tu non sai cosa provo

UNPAIODORETTE

E tutto il resto un po' s'annulla un po' ti soffoca.
Sai che ci devi tornare, sai che quelle due ore sono sempre saltuarie e improvvisate, non sono la tua vita e non diventeranno un futuro.

Quando parlo con te, dopo aver fatto l'amore, io ritrovo la mia luminosità di un tempo, quella scintilla speciale che mi fa dire cose che stanno esplodendo anche dentro me per la prima volta, in un modo che invece sembra io abbia riflettuto una vita per giungere a quelle verità.
Ma non è così: sono illuminazioni frutto dell'intensità del momento, l'alchimia che si crea tra noi in quegli istanti racchiude questo potere.

Ed allora io mi sento più bella, più luminosa, mi sento immortale.
È per quegli istanti in fondo che amo vivere, in mezzo a tutta la mediocrità quotidiana, ed oggi ne ho vissuta una dose asfissiante, ho creduto di perdere l'equilibrio, per un po'.

Ma poi sei arrivato tu, ho parlato con te di quello che ho vissuto, ho bevuto vino rosso e mi sono rilassata con te. Ci siamo sdraiati, accarezzati e spogliati. E coccolati e baciati, abbiamo fatto l'amore come fosse la prima volta per la forza e il desiderio, la centesima per la conoscenza dei nostri piaceri, dei nostri corpi, dei nostri movimenti e desideri.

Ho detto: "La differenza tra uomini e donne è che le donne sanno che la vita per un verso o per l'altro si deve affrontare; gli uomini non fanno che cercare un pertugio per evitarla".
E abbiamo riso, insieme e di gusto, perchè sappiamo che questa è una verità.
Ma sappiamo anche che questa non è la nostra verità, perchè io sono una donna che è anche tanto uomo, tu sei un uomo che è anche tanto donna. Ed è questo che ci tiene insieme, così, in questa dimensione astratta che nemmeno comprendiamo, dentro altre realtà che non la riguardano, dentro la penombra di pieghe stropicciate delle nostre diversissime vite quotidiane.

Non ci stiamo ancora facendo del male, ma forse nemmeno del bene.
Io, però, mi sento me stessa libera e liberamente.
E mi lascio andare.

mercoledì 8 settembre 2010

La Vergine secondo Rob



"I've been playing with a fun hypothesis lately: that absolutely everyone in the world has the power to heal someone else. At one end of the spectrum are the doctors and shamans and therapists who can summon the means to cure lots of people. At the other end are individuals with the power to improve the health or smooth out the distortions in just one other person. Wherever you fit in this range, Virgo, I'm happy to tell you that your healing mojo is now at a peak. Please invoke it in all of its intensity and point it in the direction of whomever can benefit".

lunedì 6 settembre 2010

Solo per te

La paura uccide la vita.
Io lo so, ho avuto paura,
e non ho vissuto.

Ti voglio bene, pà.
Mi manchi così tanto che a volte non riesco a respirare.

E non ho voglia di festeggiare, sai,
non ho nessuna voglia di festeggiare.

Mi guardavo intorno e mi accorgevo che il mondo continuava a girare,
anche senza di te,
anche senza di noi.

E io ho voluto che non girasse più.
Ho voluto fermare il mondo,
solo per te.

Impotente ho desistito.
Ho vissuto.

sabato 4 settembre 2010

Piena di piccoli segni



Ho perdonato errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili. Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch'io ho deluso. Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l'eternità. Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante. Ho vissuto d'amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce. Io sono di nuovo innamorato di un sorriso. Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene. Vivi! È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa! La Vita è troppo bella per essere insignificante! [Charlie Chaplin]

Eppure

Avrei voglia di sussurare tutto quello che mi attraversa l'anima e la mente, sapendo di avere un orecchio pronto a cogliere ogni spasimo di passione e tristezza, di allegria e tenerezza.

Avrei voglia di galleggiare sull'acqua,
di rotolarmi nella sabbia,
all'ombra,
per nascondermi un po',
dal mondo che intorno continuerebbe a girare,
senza di me.

Avrei voglia che tutto si ripetesse infinite volte come quell'una,
ma che ne sarebbe della sorpresa della prima?
Della sua incredulità?
Della forza con cui spalanca la via del desiderio,
nutrito da attese e parole,
vergate da luoghi lontani,
o non ancora pronunciate.

Eppure.

A tratti il dolore è lancinante,
quando scorgo il cavaliere in armatura,
abbigliato di tutto punto,
armato per la battaglia più importante:
sbarrare la strada all'emozione.

Ne va della vita e della morte,
di un'anima che disdegna la corte.


mercoledì 1 settembre 2010

T'amo

Potrei dire t'amo,
ma durerebbe un istante
e quello dopo amerei qualcun altro,
e direi t'amo.
A qualcun altro.

Amo me che amo te,
e tra un istante qualcun altro.

Amo l'amore che si fa e si disfa,
amo l'amore che genera vita e calore,
amo l'amore che partorisce,
denso,
dà vita e la toglie.

Amo l'amore che dona senso a un risveglio,
ad un sussurro ad uno sguardo,
amo l'amore che non chiede perdono,
non dice grazie,
nè tornerò,
succhia l'anima e la rivolta,
vive di carne e mi ascolta.

Odo il tepore del focolare,
è il mio,
quello che brucia molecolare.

Quello che porto dentro il cuore,
e mai nessuno potrà violare.

martedì 31 agosto 2010

Virgo, direzione 35



Il nostro sole non ha un vero nome. Sole è un termine generico che si riferisce a miliardi di stelle. Ti invito a trovargli un nomignolo o un appellativo come “Big singer”, “Aurora rex”, “Joy shouter” o “Renaldo”. Spero che questo esercizio ti metterà nello stato d’animo giusto per dare un nome agli oggetti non identificati della tua vita, come i misteriosi sentimenti che ti turbinano dentro, il desiderio di esperienze che ancora non hai fatto o il sogno di quegli inafferrabili momenti di felicità di cui hai tanto bisogno.

giovedì 26 agosto 2010

L'eterno

Si addensano emozioni come nuvole pregne d'acqua piovana.
Risplendono luminosi gli occhi miei, se ripenso e ricordo.

Se mi fermo ed ascolto,
sento la mia pelle che brucia,
la mia pancia che urla,
l'anima mia canta,
voce soave, compagna di sempre,
leggera,
libera,
volteggia priva di paura,
conosce il gioco della vita e dell'amore.
Della morte.

I miei desideri sono qui e ora,
la miss che da sempre è Valentina.

La gioia che si alimenta di rinuncia,
brama mai sazia,
fame di vita,
di passione,
di orgasmatica pulsione.

Io non costruisco case, ma piramidi e torri,
indistruttibili,
eterne,
da scalare e rimirare nei secoli,
perchè altri cuori possano sussultare alla vista,
per un istante trascendere una tediosa realtà,
per un attimo farsi spingere altrove.

Inappagati resteranno,
dopo aver assaggiato il sapore dell'eterno.

Vergine

“Navigo sempre controcorrente rispetto a me stesso”, ha scritto il poeta belga Edmond Vandercammen. “Avanzo, imploro e inseguo me stesso”. Ti consiglio di fare come lui, Vergine. Immagina che la tua parte migliore stia navigando a tutta velocità davanti a te e che tu debba raggiungerla. La tua forma di espressione più alta ti sta sfuggendo e tu la insegui. La più bella incarnazione di tutte le tue potenzialità sta veleggiando verso il futuro, e il tuo compito è ridurre le distanze e unirti a lei.


http://www.internazionale.it/oroscopo/

martedì 24 agosto 2010

Pausa Pranzo

Riassapori la dolcezza di una carezza,
il tepore di un abbraccio,
la sua pelle sulla tua,
un bacio dove non ricordavi di esistere.

Ritorni alla vita e lo fai con il corpo, quella forma completa d'amore che come un temporale esplode inaspettato e ti bagna tutta.
E altrettanto improvviso si placa.

Chiudi gli occhi e ti arrampichi sulla percezione del tuo ventre svuotato, l'odore sulla pelle, il gusto tra le labbra, per non permettere alla luce accecante del sole e al suo calore di nascondere e inaridire la sensazione di pioggia intensa e rinfrescante, in mezzo a tanta insostenibile afa, che per un momento ti è esplosa dentro e addosso con intensità e forza.

Senti le gambe cedere, le mani si muovono pigre, la mente è sgombra, le palpebre battono più lentamente, cercano il conforto del buio, lì dove c'è un angolo dove rivivere ogni istante all'infinito, finchè non sopraggiunge il sonno a portarti lontano,
solo un po'.

giovedì 19 agosto 2010

Umbria

Castelluccio di Norcia

martedì 17 agosto 2010

SE

Se ne avessi le forze scriverei tutta la notte.
Scriverei della delusione e dell'amore.
Della tristezza e della passione.
Della solitudine e dell'amor proprio.
Della qualità e della mediocrità.
Della fortuna di essere miss e nessun'altra.
Dell'inadeguatezza e della soddisfazione piena di se'.
Della gioia di essere come sono senza invidiare nemmeno chi va in moto meglio di me, perché ti accorgi per la prima volta del vuoto che ha dentro.
Ma ti domandi se sia solo una tua difesa e mentre ti poni la domanda comprendi quanto vali per il solo fatto che te la sei posta.
Mi sento felice e sofferente allo stesso tempo e per la stessa ragione.

miss_complicanze

lunedì 16 agosto 2010

Ne ho quasi basta di moto.

Inviato da iPhone

sabato 14 agosto 2010

miss_scopro

Piove da un'infinità di tempo eppure vedo il sole.
Nella familiarità della mia cuccia, lontana da curve e panorami francesi che hanno riempito le mie gambe e i miei occhi, sono serenamente felice. Ho ancora chiacchiere e risate nella mente piena ma anche qualche domanda e un pulviscolo di delusione.
Ma sono serena.
Mi guardo di nuovo bella e raggiante.
Rileggo parole assordanti.
La mia cuccia pulita e sgombra e il pensiero di un nuovo vagabondaggio verso terre che amo e sento mie, mi scaldano come un'insolita compagnia.
Bramavo la solitudine e lo spazio, desideravo il silenzio e la calma. Quanta vana incomprensibile agitazione!
Ho varcato il confine attraverso tornanti d'asfalto sinuosi, mi sono riaffacciata al mio mondo e sorpresa di tanta dolcezza e calore.
La pioggia non scalfisce il mio umore sazio.
Il tempo è mio alleato, si prende cura dell'anima mia talvolta incerta e affranta.
Soddisfazione aleggia nell'aria che respiro da quando ho ritrovato l'orgoglio della mia piu intima natura.
Assaporo istanti, mordo il presente che vivo, la passione governa ogni anfratto del mio cuore limpido palpitante ansioso.
Indolente mi muovo, creo e osservo, infine mi ascolto:
c'è poesia in ciò che odo.

Inviato da iPhone

Vergine



Attraverso lo specchio è il seguito di Alice nel paese delle meraviglie. Mentre lo stava scrivendo, Lewis Carroll chiese qualche consiglio all’illustratore John Tenniel, che gli suggerì con tatto di tagliare un certo capitolo. Lewis gli diede ascolto e così nella storia, come la leggiamo oggi, non c’è più l’incontro di Alice con una vespa brontolona con una parrucca gialla messa di traverso sulla testa come un ciuffo di alghe. Immagina che io sia la tua versione di Tenniel, Vergine. Mentre completi la tua fatica d’amore, segui il mio consiglio ed elimina tutto quello che somiglia a una vespa con la parrucca.

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Verdon

sabato 7 agosto 2010

Miss&Milady

Motocicliste in Chianti 2010

mercoledì 4 agosto 2010

Raduno Motocicliste in Chianti 2010

30/31 Luglio - 1 Agosto

sabato 3 luglio 2010

L'ho fatto?

Vergine (23 agosto - 22 settembre)

Com’è andato finora il 2010, Vergine? Hai approfittato delle occasioni che ti sono state offerte, portando la tua vita di relazioni in una fase più dinamica? Sei stato disposto a mettere da parte le vecchie strategie per instaurare rapporti intimi, in modo da scoprirne altre che non avevi immaginato? Hai avuto il coraggio di superare i traumi del passato e le ferite che ti hanno spaventato così tanto da farti accettare delle allean­ze molto meno vantaggiose di quelle che avresti potuto trovare? Mi auguro che tu abbia perseguito questi obiettivi, perché questo è il momento migliore degli ultimi dieci anni per realizzarli.


http://www.internazionale.it/oroscopo/

Questa volta parli proprio con me.

mercoledì 23 giugno 2010

Notte!

La luna quasi piena a vincere un cielo scuro,
gli occhioni della mia Milady a illuminare le curve:
amo guidare la mia scorbutica inglesina!

martedì 15 giugno 2010

Per fare a meno di te

Non so, come ho fatto.
Mi sono allenata con mio padre.
(sorrido amaro)

Ho preso la moto nuova.
Lo so, l'avresti guardata col tuo sorriso beffardo
avresti fatto una delle tue caustiche battute,
ma nei tuoi occhi avrei colto quella luce
luce di gioia per me.
Dio, quanto ti volevo bene,
quanto ti voglio bene ancora.

Non osavo nemmeno immaginarla una vita senza di te,
senza i tuoi messaggi,
le nostre cene,
e le risate insieme,
senza quel senso di appartenenza che ci legava,
che aveva attraversato gli anni
e ci stringeva uno all'altra.
Oggi, quando penso a te scopro quanto siamo simili,
penso a cosa avresti fatto tu al mio posto,
penso che avresti compreso.
Tu mi comprendevi.

Piove.
Saresti venuto a prendermi in macchina
e saremmo andati a scovare qualche nuova cucina.

Non riesco a smettere di pensare ad ogni dettaglio di quei giorni,
ricordo tutto come fosse ieri,
il tuo messaggio sul valico Viamaggio,
l'emozione che mi cresceva dentro all'idea di rivederti e raccontarti ancora un altro viaggio,
la sosta ad Asti dove mi hai preso in giro perchè ero ancora per strada,
l'ultimo messaggio: “Sono a casa”.
“Riposati adesso, hai viaggiato tanto. Notte”

Buona notte, Guido.

giovedì 3 giugno 2010

British

sabato 29 maggio 2010

E' che a volte ci si sbaglia...

.. si fanno tanti conti, ci si spreme il cervello,
s'ingabbia un cuore che ha patito con l'illusione che la campana di vetro ci proteggerà.
Ma la campana di vetro ti separa dal mondo,
e lo stesso lo guardi dipanarsi,
senza intervenire.
Si vorrebbe un cuore intatto, senza striature,
ma tra quelle pieghe si accoccolano dolori che ristagnano col tempo e le esperienze.
L'esperienza,
quella dimensione che ti fa godere meglio d'ogni altra,
che ti insegna chi sei e dove andrai.

venerdì 28 maggio 2010

Milady

lunedì 24 maggio 2010

In solitaria

220 km nelle Langhe.
Non mi sono sentita sola neanche un po'.

sabato 22 maggio 2010

La nuova cucciolotta


Questa moto è dedicata a Te.
Sento che c'è il tuo zampino (insieme a quello di papà)
Mi piacerebbe fare un giretto dei nostri nelle Langhe.
Lo farò,
ti porterò con me.

Con tutto l'affetto di sempre,
mi manchi come il primo giorno.

lunedì 17 maggio 2010

Il caso

Ho capito una cosa.
Ho capito che io amo il caso.
Il caso che fa saltare agli occhi il libro giusto, che fa suonare all'improvviso la canzone giusta, che ti sorprende con l'incontro giusto, al momento giusto.
Io amo il caso.
So quando non faccio quella telefonata perchè c'è una Valentina che non vuole reagire,
so quando non muovo un dito perchè c'è una Valentina che non vuole lottare,
so quando chiudo tutto fuori perchè c'è una Valentina che non vuole vivere,
so quando pongo limiti perchè c'è una Valentina che non vuole gioire,
so quando cerco la solitudine perchè c'è una Valentina che non vuole amare.
So quando ignoro il caso,
rifiuto il suo aiuto,
mi volto dall'altra parte,
con deliberata inscoscienza.
Io lo so.
Mi sfido, metto alla prova i miei limiti, tento di superarli,
rischiando la vita, l'anima e
le ali.

domenica 18 aprile 2010

A voi

Sconosciuti che seguite il mio blog e lo dichiarate nel riquadrino in basso a destra:

Grazie,
siete gentili.

mercoledì 7 aprile 2010

Manco si che

Ci sono logiche in cui mi sono sempre sentita perdente.
Una di queste è l'esposizione pubblica, sebbene sia molto migliorata e la mia diplomazia ne abbia giovato.
Ma quando gli altri non sanno mantenere un atteggiamento di onestà intellettuale e integrità di pensiero e cercano solo lo scontro personale, allora io soccombo.
L'arte della dialettica la conosco bene e la so usare, ma se si vuole giocare sul piano personale, io abbandono il campo e vado a farmi una birra.
E mi sento in pace con me stessa.
La lascio a loro la vittoria. A tavolino. E so che per i disonesti di spirito è comunque saporita.
A me, invece, mi fa schifo: io amo gareggiare lealmente perchè l'unica cosa che possiedo in eccesso e spesso regalerei volentieri in giro, è il senso di giustizia.
E' quello che mi spacca l'anima a me: il senso di giustizia con cui guardo ogni angolo di mondo, ogni cellula di persona. Da quando il mio cervello ha iniziato a funzionare a pieno ritmo.
Il senso di giustizia ti logora, si mangia tutti i sentimenti e le emozioni, ti fa vedere tutto o bianco o nero, ti priva del piacere dell'imperfezione, della sfumatura.
Quando te ne accorgi butti a mare tutte le tue regole, scappi da quell'orco che getta un velo cupo e serioso su tutto quello che vivi. E da quel momento sei destinato a fare una marea di cazzate pur di non sentire più quella vocina nella testa che vuole decidere d'ogni cosa se è giusta oppure no.

Ma giusta per chi?

E quando si affaccia questa domanda è il momento che tutte le tue certezze crollano fragorosamente, emettendo un rumore sordo, che già da solo abbatte tutti i tuoi equilibri.
A quel punto hai solo due scelte:
o ti perdi nella confusione delle macerie, arrangiandoti a vivere come capita. Oppure. Ti alzi le maniche e ricostruisci.

E' una parola ...

Vabbè, ma in qualche modo bisogna pure farla passare la vita, no?


Valentina

(con dentro Paolo Sorrentino che mi ha fatto conoscere Tony Pagoda che mi ha fatto passare tre giorni con mio padre, anche se non c'è più da quasi tre anni. E quello, mio padre, si è sentito chiamare e l'altra notte ci siamo pure fatti una chiacchierata. Su cosa? Come su cosa!? Su questa nuova tornata elettorale. Lui se la rideva perchè non lo riguarda più. E a me, mi ha alleggerito un po' il cuore).

martedì 6 aprile 2010

Tony Pagoda

... E mentre mi tira su fa una cosa che, da quando sto al mondo, e' la piu' grossa lezione nei confronti dell'umanità: si mette in ginocchio ai miei piedi come un penitente. Dentro un silenzio, ora, luttuoso e indimenticabile. Dal basso ignobile della sua esistenza criminale, sta dicendo a tutti il segreto della vita, sta svelando la vita come dovrebbe essere e non e'.
Sta dicendo che l'arte e' piu' importante della vita e non e' poco.
Perché essa, l'arte, contiene una cosa incontenibile.
Lo scatto in avanti.


Quando non hai le parole è perchè l'umanità tua e quella di tutti gli altri ti sta chiedendo il gesto fisico.


I geni sono quelle persone che ci stai affianco senza nessuno sforzo.
(Jenny Afrodite)



Hanno tutti ragione, Paolo Sorrentino
Feltrinelli, 2010

Inviato da iPhone

venerdì 26 marzo 2010

Ciao, Principessa

Erano anni che non mi sentivo chiamare così.
La persona che lo faceva ogni mattina appena sveglia non c'è più.
Si è tolto la vita a modo suo, con una spada in vena,
la prima dopo tanti anni,
l'ultima.

E' stata la prima morte che ho vissuto sulla mia pelle,
avevo 24 anni.

Era sposato e aveva una bimba,
bellissima, Chiara.

Diceva sempre che si sentiva un disadattato,
anche se aveva costruito una famiglia,
aveva un lavoro stabile da anni,
sapeva che lo sarebbe rimasto per sempre.

Ogni tanto penso a te,
Maury,
con un grande senso di colpa.

martedì 23 marzo 2010

Senza nome

Quel mattino me ne stavo sul divano
avvolta nella coperta con cui avrei dovuto dormire.
Mi guardavo intorno e non riuscivo a muovere un dito.
Ero stupidamente felice
felice di stare dentro il tuo spazio
di usare le cose che usavi ogni giorno
di respirare i tuoi umori di anni.
Sarei potuta rimanere così
ferma
per sempre
pensando a te
e al momento in cui saresti tornato
sapendo che si'
saresti tornato.


Inviato da iPhone

sabato 20 marzo 2010

manta tribal

giovedì 18 marzo 2010

Fedele alla linea

Io sono sempre “scappata” dai gruppi dopo aver condiviso gioie e dolori perchè ad un certo punto ho sempre sentito il bisogno di nuovi confronti, nuove visioni, nuove alchimie.

Ogni volta lo stimolo nasceva da una nuova passione, un nuovo interesse, una nuova sintonia con una nuova persona. L'unica cosa che davvero accomuna tutti gli esseri umani è il cambiamento continuo, allora va da sé che si senta la necessità di fare nuove esperienze, di intrecciare nuove relazioni, di imboccare nuove strade.

E' naturale che ognuno di noi di fronte ai cambiamenti si pone con sensibilità diversa: alcuni restano il più possibile attaccati a quello che hanno e che sono, altri hanno la tendenza a buttarsi in nuove “cose”. E in mezzo ci sono le innumerevoli sfumature che variano a seconda dei casi, dell'età, della propria condizione interiore del momento.

I miei allontanamenti sono stati vissuti spesso come tradimenti (e ne ho sofferto), a volte come manifestazione di scarso interesse da parte mia (e ne ho sofferto).
Raramente sono stati compresi.
Queste ultime sono le volte che hanno generato i legami più importanti, più intimi, più duraturi, quelli che non avranno mai bisogno della frequentazione continua o di conferme eclatanti per sapere che io ci sono, loro ci sono.

C'è una cosa che mi chiedo sempre quando sto per “allontanarmi” di nuovo: quanto tradisco me e quanto tradisco gli altri? Sano individualismo significa non tradire se stessi, il più grave delitto che si possa commettere!

Non c'è nulla che valga abbastanza da tradire se stessi, nemmeno l'amore dei genitori.

Col tempo e qualche musata ho imparato che ci sono livelli diversi di tradimento di sé così come a volte all'interno della stessa esperienza si può trovare anche quel “nuovo” da cui sono fottutamente attratta, la scintilla che mi fa sentire viva, ancora.
E sono diventata più tollerante verso me stessa perchè siamo in continuo mutamento e forse è proprio questo che rende bello ma complesso stare al mondo, insieme agli altri.

martedì 9 marzo 2010

Scegli

Si sfregano regine tra le pieghe di una danza
Le nostre ali blu
Si intrecciano tra erba e vino sparsi su un bancone
E poi
E' tempo di nascondersi ancora
Tra spinte e sguardi
Tra fiumi e schiume
Tra lingue e bocche
Assenti ancora
Tra spinte e sguardi
Tra giochi finti
Ancora guai

8/2/2010

Mi sono all’improvviso accorta di aver dimenticato il compleanno di Guido, un mese fa esatto.

E' successo ieri sera mentre tentavo di prendere sonno, con fatica stranamente, continuavo a pensare a lui, senza motivo.
Come è potuto accadere?

Ho ripensato alla coincidenza secondo cui anche l’anno scorso l’ho dimenticato: appena dopo la mezzanotte del 10 febbraio, mentre ero già a letto, gli inviai un messaggio e lui rispose subito. Uno scambio breve ma immediato per organizzare di uscire a cena quella settimana. Un paio di giorni dopo cenammo non ricordo più dove, ricordo che ne scrissi perché era dalla cena del settembre prima, con i suoi numerosi amici, che non ci vedevamo né sentivamo .. serataccia, quella!

Mi scusai del ritardo, nel messaggio, ma solo il giorno dopo mi resi conto che ero in ritardo di due giorni e non di pochi minuti. E glielo raccontai, come prima cosa, quando ci vedemmo. Lui ne rise, non era certo motivo di risentimento o di offesa.

Quando tornai a casa gli scrissi che ero stata bene ed ero felice di esserci ritrovati, dopo quella assurda serata non mi ero più fatta viva con lui perché troppo mortificata, mi vergognavo. Glielo scrissi proprio così. E lui non mi rispose. Ma non era un silenzio di circostanza: era il suo modo di farmi sapere che non c’era alcun problema.

Anzi, lo aveva già detto uscendo di nuovo a cena con me senza chiedere spiegazioni.

lunedì 8 marzo 2010

Donne


La Bigelow che vince l'Oscar
i fiori imprevisti
il pranzo impertinente
l'amica "scema"
il mostriciattolo cotto
la nuova reflex
la crema catalana
gli Africa nelle orecchie e l'entusiasmo dentro.

OttimafestadellaDonnA

domenica 7 marzo 2010

Domenicamente

Sento il tram scandire i miei pensieri, legata da anni al rumore di quelle rotaie.

La prima notte trascorsa in questa MIA casa
da sola
mentre piena di gioia mi addormentavo
quello che sentivo
e con affetto ricordo
erano i passaggi del tram sulle rotaie.

Non sono figlia del caso ma delle scelte che ho compiuto nelle esperienze che mi sono accadute.

Ho perso fiducia nelle sensazioni a cui prima davo seguito con molto istinto e poca testa. Ho eretto difese temporanee per sopravvivere al disincanto di sentimenti che da amore si sono trasformati in odio e rabbia.

O sono in pausa per ripulirmi, riassaporare il gusto dell'innocenza, non commettere l'imperdonabile errore di ferire incolpevoli altri.

sabato 27 febbraio 2010

La Grande Illusione

Ti svegli alle 10 al trillo di un messaggio:
la tua amica più cara che ti porta con sé anche quando svalica i confini della prigione per una sola giornata di festa a forma di pallone ovale, nella città eterna.

Guardi fuori e c'è il sole, tiepido, il cielo è limpido e pulito e il primo pensiero corre veloce alla tua cucciola che attende, sempre pronta, di scorrazzarti tra le curve dolci della collina torinese.

Colazione, doccia, vestizione.
Guardi di nuovo fuori e vedi il cielo coperto di un manto che non sono nuvole, ma una cappa omogenea e grigia, l'aria è diventata frizzante e il sole, scomparso, non scalda più.

E anche oggi Lei rimarrà spenta e ferma.
E tu, con l'amaro in bocca,
riorganizzi il sabato pomeriggio come fossi una persona qualunque.

lunedì 22 febbraio 2010

More than words

Solo le parole
le mie
quando le trovo
perfette
le infilo
nello spazio che è loro
le sento risuonare
armoniche

Solo le parole
le mie


sabato 20 febbraio 2010

Alchimia

Quando lo fai con lei i tuoi gesti sono battiti d'ali.
Mentre sfili le ciocche più fitte
disegni la linea della frangia
sfumi i capelli sulla nuca
si sente l'universo che s'agita
i pianeti svolazzano
le stelle brillano
un vortice di meteoriti sfavilla nell'immenso vuoto e buio e
lo illumina
accende tutto
esplode e
un'opera d'arte è la sua testa finita.
Quando slacci dal suo collo la pettorina
indugi su di lei
la guardi fiero
come non fai con nessun'altra.

giovedì 18 febbraio 2010

Less is more


Voglio spalmarmi sul divano con la coperta gialla sulle gambe e il tea caldo al limone. Voglio spengere il cervello pensante e i pensieri cervellotici. Voglio la luce soffusa e fluttuante nel buio silenzioso etereo. Voglio immergermi in una vasca d’acqua bollente, al suono ovattato del subacqueo. Voglio abbandonare le perifrasi e indicare netto, ma con garbo.

Garbo?
Sì, Greta, classe sopraffina di donna in bianco e nero.

Voglio chiudere gli occhi e inventare spazi aperti senza rischi, volti fluidi tutti belli, corpi perfetti e anime sgombre da metastasi. Voglio immaginare la vita che ho con colori tenui, sfumature soffici, senza angoli né linee rette, curve dolci e salite appena accennate; fumetti senza parole, solo sguardi veri e sorrisi muti per trasmettere bisogni e desideri. O per non sentirli. Voglio bruciare le tappe e pentirmi, attendere paziente e rimpianti. Voglio lavarmi col sapone delicato al profumo di violetta e imbandire la tavola della festa, mettere le carnose calle in un vaso trasparente e aspettare l’ora giusta.

__ InTeRnAzIoNaLe __

Vergine (23 agosto - 22 settembre)

Stai affaticando così tanto la tua psiche che se ti guardo sento io il bisogno di riposarmi. Perciò non voglio incoraggiarti a seguire la tua inclinazione a fare sempre il tuo dovere fino allo sfinimento. E, anche se ammiro il tuo perfezionismo, non voglio spingerti a seguire questa tua tendenza. È con grande sollievo, quindi, che ti consiglio di prenderti una settimana di vacanza dai comportamenti appena descritti. Prova a fare degli esperimenti giocosi e caotici, che al momento sono più consoni alle tue necessità. Cerca di esplorare senza scopo e di improvvisare a ruota libera.

mercoledì 17 febbraio 2010

Amaro

Quel gusto sgradevole che si appiccica addosso, irrita la pelle, s'insinua tra le pieghe dei sentimenti. Che il tempo curerà, ma adesso c'è, sottrae il sapore buono che la vita ha.

Una sensazione di inganno, disonestà intellettuale nutrita da scialbo vittimismo, alla meschina ricerca di consensi per avvalorare se stessi, punge così forte da non poterla ignorare.
Disagi personali e dolori intimi con fiducia condivisi, scaraventati nel calderone della superficialità, con vigliacca e spavalda speranza di ferire, nel vano tentativo di minare equilibri fragili eppure forti e costruire la più vuota delle opere inutili: la vendetta. Cieca, come lo è ogni atto quando le emozioni sovrastano la ragione, baluardo unico ma saldo per la tutela dell'anima.

Quanta colpevole distruzione
Quanta incosciente dissipazione di energie
Quanta drammatica debolezza


Rabbia e sofferenze mai inflitte volontariamente armate con lucida crudeltà; vili abusi i proiettili esplosi con il solo intento di calpestare ogni valore, annientare ogni cellula sana di esseri imperfetti. Mistificazione delirante dell'essere umano e del suo opporsi ad arroganza e superbia, è la ciliegia acida su una torta indigesta. Patetici e penosi il contesto e la cornice, l'intenzione e il gesto, la parola e il silenzio.
Nulla è salvo.

Amaro.
Quel gusto sgradevole che contagia, inquina, infetta lo spirito innocente ma non ingenuo, fiducioso ma non sciocco, aperto per scelta e non per pretesa, sottrae il sapore buono che la vita ha,
la mia vita ha.
Quello che adesso c'è, ma il tempo guarirà.


Che cali il sipario, che si annulli la rappresentazione, che si chiuda il teatro, che sia condannato a morte l'autore della più rivoltante tragedia mai scritta.

martedì 9 febbraio 2010

Stregata



Te l'hanno mai detto che il vero attore non recita, mai, mai
Te l'hanno mai detto che il vero attore non recita, mai

Ricordi ricordi vorrei tu ricordassi
i miei occhi fissi i miei, per sostenerti
non stanno mai fermi
non stanno mai fermi
ho fatto e farò ciò che c'è in mio potere
ho fatto e farò ciò che c'è in mio potere

Avanti, va avanti voglio sentire il seguito
Avanti, va avanti voglio vedere il seguito
Avanti, va avanti
voglio vedere
voglio vedere
ho imparato per te solo per sostenerti

Sei stato tu a minar la convinzione
che il bravo attore non reciti mai
Sei proprio tu che mi getti nel dubbio
l'abisso che ormai è dentro un po' tutti noi
Mi hai detto lo stomaco mi costringe i secondi
lo stomaco mi costringe i secondi
lo stomaco mi costringe i secondi
lo stomaco mi costringe i secondi

Ieri all'oblio ho spuntato una vittoria la guerra non è vinta ma mi basterà trascrivere il mio nome ho preso ieri una decisione sapesse che tortura, decidere, se renderla partecipe oppure alquanto ostile c'è una cosa che, sa, non mi fa dormire quanto l'ultima, parola stia al rancore tanto l'insonnia questo e non ho pianto e ho riso in mezzo a tanti e sola al cimitero degli inglesi e non c'è prezzo per la condizione di chi giace e poi risorge comprendendone la mole ho preso ieri una decisione spero sia stato un bene

Ma c'è un particolare
non mi lascia dormire
la dignità incostante mal ripaga il cuore
la dignità incostante mal ripaga il cuore
la dignità incostante mal ripaga il cuore

Simona Gretchen, 2009