Non sai guidare.
Con quegli orecchini sei grezza (davanti a tutti).
Che rumore quei braccialetti, sembri una mucca.
Quando esci da lavoro, invece di andare a fare l’aperitivo dovresti andare a pulire casa, fare una lavatrice, cucinare. Se lo sapesse mia madre!
Sua madre scende a casa sua dopo una delle prime cene insieme: poteva almeno lavare i piatti.
Ma come facevi a guidare la moto se non riesci neanche a camminare.
È ancora molto lungo questo racconto?
Non sai cucinare.
I piatti li lavo io che li lavo meglio.
Com’erano le linguine alle vongole? Buone, ma io le avrei fatte meglio.
Potevi dartela una pettinata (davanti a tutti).
E non pensare di fare l’amore stasera, non se ne parla.
Hai l’alito che odora di alcool, nonostante non bevessi dalla sera prima: è impossibile perché da ieri avrai mangiato qualcosa e di solito quando uno mangia l’odore dell’alcool sparisce, quindi se ora lo sento è perché hai bevuto prima di venire da me.
Non ti bacio perché sai di alcool (pur non avendo bevuto proprio nulla e detto da uno che inizia la giornata alle 7 del mattino con il caffè corretto Sambuca).
Sorridente con i tuoi amici al Bar Tabacchi (con le emoticon delle risate) dopo avermi chiuso il telefono in faccia ed essere sparito per giorni.
Avevi ragione, tizio scopa con tizia. Risposta: beato lui!
Sei una deficiente ignorante.
Lei è migliore di te perché è giovane.
Quella tipa è proprio tanta roba (mentre guarda fuori dalla finestra passare una in bicicletta) e qualche giorno dopo, appena finito di fare l’amore, affacciato alla finestra per fumare: la tipa dell’altra sera non è più passata. Cosa faresti se si avvicinasse? Una così non verrebbe mai con me (ergo: io che sono venuta con te non sono granché).
Sul letto a guardare la TV, mi avvicino per accoccolarmi a lui, mi scaccia con la mano: sto guardando il film, ho caldo, mi dai fastidio, mi fai venire male al braccio.
Non ti amo e non ti ho mai amata.
Certe cose da me non le avrai mai.
Quelli vogliono solo scoparti (parlando dei miei amici).
Il sesso che sono sempre solo delle sveltine e solo quando ne ha voglia lui.
La tua casa fa schifo.
Mentre sto cantando allegra insieme al concorrente del programma che guardo sempre: ah questo è il programma di merda che ti piace tanto?
Ma cosa guardi la TV se c’è da apparecchiare la tavola (sono le sette di sera in piena estate e non ha ancora iniziato a cucinare).
Cucina sempre lui perché: perché? Sei capace a cucinare tu?
Domani vado dal parrucchiere: ti fai la tinta? (dopo avermi fatto notare diverse volte alcuni fili bianchi tra i capelli).
Andiamo a cena una sera ché voglio indossare il mio tubino nero. Con quella pancia?
Se vuoi andare d’accordo con me questo non lo devi fare, altrimenti non mi vedi più.
Nei rari momenti di consapevolezza e lucidità, forse suscitati dalla mia presenza calda e il mio affetto puro: “Ma secondo te è giusto che una persona come te voglia bene ad uno come me?”. O forse lo sopravvaluto e quelle erano solo altre forme di manipolazione per compensare i tanti gesti negativi e sprezzanti e mantenermi buona in caso di bisogno. Come quando gli servivano soldi.
In pratica nel suo piccolo mondo, nella sua sgangherata cerchia di persone disagiate, dalla famiglia agli amici, io sono l’ubriacona che non sa guidare, non sa cucinare né curare la propria casa.
Invece, io sono una donna di 48 anni:
autonoma e indipendente da quando ne avevo 25, con un lavoro fisso da 24, che vive da sola pagando un mutuo da 19, che guida l’auto da 29, passando da 5 di scooter e 4 di motocicletta (con cui ho girato mezza Italia percorrendo tanti km da sola ed tanti altri insieme ad un mucchio di persone diverse, senza mai un problema). Lavoro, cucino, pulisco casa, faccio la spesa e mi prendo cura di due gatti in totale autonomia.
Ma anche se non sapessi fare nulla di tutto questo o se non lo facessi secondo una qualche perfezione che ha stabilito qualcun altro non so a che titolo, sarei in ogni caso una persona adulta e matura, degna di rispetto e soprattutto di amore. Soprattutto ho sempre cercato di essere una persona libera, senza vincoli troppo stretti che mi chiudessero in un ruolo. Da adulta mi sono sempre ribellata a qualunque forma di costrizione, ho sempre cercato di camminare secondo il mio passo personale, ho sempre fatto scelte dettate dalle mie riflessioni o dai miei sentimenti, senza badare troppo alle opinioni altrui, senza farmi condizionare troppo dalle scelte altrui.
In questa storia sono crollata miseramente convinta che stavo finalmente imparando a scendere a compromessi, a comprendere di più le esigenze dell’altro, a tollerare meglio situazioni tanto distanti da me e dal mio modo di vedere le cose, pensando che ne valesse la pena. Per alcuni sono diventata irriconoscibile, abituati ad una Valentina tosta che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Ero convinta di amarlo, soprattutto, ma ora che la distanza è sempre più ampia, ora che leggo e mi informo su certe forme di relazioni tossiche mi rendo conto che forse ho vissuto solo un forte senso di attaccamento che non ha nulla a che fare con l’amore. Questo mi aiuta ad allontanarmi, sempre più sicura e serena che sia la cosa giusta.
Ho un tumore al polmone sx diagnosticato 4 anni fa, faccio regolarmente terapia ed esami di controllo da allora senza essere mai accompagnata da nessuno e non mi sono mai lamentata di nulla né ho mai usato la mia malattia per raggiungere altri scopi.
Ho sempre avuto un rapporto delicato con l’alcool: periodi in cui non ci siamo nemmeno sfiorati ed altri in cui ci siamo incontrati quotidianamente ma senza che questa relazione compromettesse mai nulla nel resto della mia vita. Certo, in alcune serate con lui il rapporto è diventato distruttivo perché frustrata dall’insoddisfazione e dalle mancanze che percepivo e che non avevo modo di affrontare. Avrei dovuto lasciare andare una persona che chiaramente non mi voleva davvero, invece mi sono intestardita in una relazione che mi ha risvegliato traumi passati e in cui inconsciamente credo di aver cercato riscatto e compensazione alle mancanze vissute da bambina.
Ma la vita non funziona così.
Le guarigioni non si ottengono così.
Ora lo so e lavorerò di conseguenza.