domenica 30 dicembre 2012

Crash

Ogni tanto mi schianto.
Sento il muso tumefatto
le ossa doloranti.
Faccio sogni strani.
Forse ho solo voglia di un dolce.
Forse.

Indulgenza

L'unico augurio che ho da farmi per il nuovo anno è:
impara ad essere più indulgente con te stessa.

Cara Valentina

lunedì 10 settembre 2012

my day/mayday

Quando non sai più dove cazzo stare,
erano le otto e mezza circa di un mercoledì sera di 37 anni fa

Happy birthday...

giovedì 2 agosto 2012

K

You need to be free from the parts of your mind that try to cook you.

giovedì 26 luglio 2012

Dentro

«Scrivere e vivere sono i due estremi della stessa corda. Due risposte differenti ma ugualmente buone alla stessa domanda. E perciò devi scegliere di usarne solo una per volta, non le puoi usare insieme. Però puoi usarne una per amministrare l’altra e muoverti nel trascorso scomposto e lacerato».

Sandro Bonvissuto | Dentro, Einaudi 2012

domenica 17 giugno 2012

Friends

Te ne sei andato la sera del 15 giugno, ma io l'ho saputo solo il 17 mattina, all'alba: il risveglio peggiore di sempre.
Passare il sabato sera con i tuoi due migliori amici quasi per caso, senza averlo progettato, è stato il migliore regalo per ricordarti, sentirti dentro e dichiararti ancora una volta tutto il mio affetto.

see you, Guido.

sabato 26 maggio 2012

MK ancora vivi @Hiroshima

Fuori il diluvio d'acqua
dentro il delirio di suoni
vene pulsanti dentro braccia forti
carne e poesia
Godano ispirato come non mai.


martedì 8 maggio 2012

Del quinto anniversario

C'era il vento caldo e il cielo era bello.
Io guardavo gli alberi agitarsi.
Era un martedì, come oggi.

sabato 24 marzo 2012

Fran!

Mi commuovo sempre davanti a quella faccenda dei quadri


mercoledì 21 marzo 2012

Soglia

Sprofondata nella liminalità.

lunedì 19 marzo 2012

Viva l'umiltà

In ordine cronologico:

1. L'indecisione viene registrata
2. Ma vai a cagare (X2)

Ma non ho proprio voglia

Sarà che sono sveglia dalle 5
sarà che ho passato tutto il giorno nell'ospedale in cui è morto mio padre
sarà che come quella sera in cui mia madre mi disse:
"Hanno ricoverato tuo padre"
l'ho immaginato solo in un letto d'ospedale
e ho pianto
oggi ci ho lasciato lei e patisco,
ma non ho proprio voglia.

Rosso acido

Sul guscio mordibo di una tartaruga colorata
compongo versi in rima baciata
arresto le immagini guardando altrove
ma non so se faccio bene.
C'è un grande cartello sul mio passato
c'è scritto: vietato voltarsi indietro
non guardo nemmeno avanti però
imbrigliata in un limbo appiccicoso appiccicò.
Una parte di me testarda e ribelle
censura tutto e mi ride alle spalle
quella restante non riesce a impedirlo
e versa lacrime di coccodrillo.
Non ci scherzo su non mi va giù
non voglio ammettere che una roba così mai più.
La rabbia incalza mi dà il tormento
mi son rotta il cazzo di questo bastimento.

martedì 13 marzo 2012

Hey Men?

Pagliacci, giocolieri, un po' presuntuosi un po' patetici.
Io sono momentaneamente malmostosa,
ma voi siete definitivamente inaffrontabili.

Riavvolgi

Stai leggendo notizie sparse qua e là, t'imbatti in un articolo così, lo leggi tutto d'un fiato e ti resta solo un groppo in gola.

Buon compleanno, papà
- Perchè non gli ho mai detto grazie abbastanza per avermi ossessionato con la necessità dell’onestà. Per avermi trasmesso la passione per la politica. Per avermi mostrato, portando il caffè a letto a mia madre per tutta la vita, che uomini e donne sono uguali, egualmente meritevoli di sogni e di ambizioni. Per avermi detto, quando prendevo un bel voto a scuola, che avevo solo fatto la metà del mio dovere. Per essere stato severo, severissimo ma sempre pronto a confrontarsi, a parlare. Per avermi spinto, senza stanchezza, a studiare di più, a dare il meglio di me, a cercare in me la forza e l’energia. Per aver pianto quando è morto Berlinguer.

domenica 11 marzo 2012

Incidente d'auto

Stanotte ho sognato un incidente d'auto: impattavo contro lo spigolo di un marciapiede mentre sopraggiungevo a velocità sostenuta perchè avevo fretta d'arrivare non ricordo dove e mi ribaltavo. Ma genialmente pazza come sono, razionalità fatta persona, ho interrotto il sogno svegliandomi perchè non mi potevo permettere di distruggere l'auto e farmi male chè nei prossimi giorni devo accompagnare mia madre in ospedale per l'intervento all'occhio. E' stato il primo pensiero appena mi sono ridestata.
Nel tentativo di ricostruzione del sogno, ho recuperato solo l'ambientazione precedente: ero in un quartiere chiuso, con palazzi molto grandi, caseggiati enormi, come fosse una piccola cittadella (ricordavano tanto le immagini di Scampia che si vedono nei TG) ma al contrario di quelli, erano puliti e ben tenuti e ben organizzati. Ero con un ragazzo e una ragazza e progettavamo un evento all'interno del quartiere, un concerto, una manifestazione ludica, non ricordo con esattezza. Per questo correvo in macchina: avevo fretta di iniziare il mio compito nell'organizzazione della serata.

Sognare un incidente automobilistico si collega facilmente a un blocco e una ferita in ambito sociale, nel mondo del lavoro e dei progetti.

L'auto è tipicamente simbolo che indica il mezzo che abbiamo per realizzare i nostri progetti, quindi è ovvio che abbiamo paura proprio di tentare di realizzare questi progetti oppure troveremo ostacoli nel realizzarli. Se l'incidente in sogno è causato da un qualcosa sulla strada, allora la mancata realizzazione di un progetto dipende da un ostacolo che può essere reale così come nella nostra mente e dipendere solo da noi.

Fare un incidente con un'automobile con cui non riusciamo a frenare o a controllarne la velocità: siamo sempre di fronte alle nostre paure di non avere i giusti mezzi, le giuste qualità e capacità di affrontare situazioni che ci interessano nella realtà. Effettivamente, sogni del genere, vengono a dirci di stare attenti a valutare attentamente i mezzi con cui vorremmo operare, perchè potremmo non averne abbastanza e non essere quindi all'altezza delle situazioni.

L’automobile così come la moto rappresentano un estensione dell’Io, quindi se questi sono danneggiati significa che anche noi stessi lo siamo. In questo caso lo schianto o una caduta con il proprio mezzo di trasporto possono simboleggiare la perdita di controllo sulla propria vita. E’ anche per questo che si sognano i freni che non funzionano o una velocità elevata.

giovedì 8 marzo 2012

Alle donne

Auguro di avere sempre la capacità di crearsi un'alternativa,
di avere sempre la libertà di scegliere.
Lo auguro anche a tutti "gli uomini che vogliono correre
con donne che corrono coi lupi"
[cit. Clarissa Pinkola Estes]

"L'utopia è come l'orizzonte:
cammino due passi e si allontana di due passi.
Cammino dieci passi e si allontana di dieci passi.
E allora a cosa serve l'utopia?
A continuare a camminare."

[E. Galeano]

Interludi giocosi?

“Possiamo scoprire più cose su una persona giocandoci per un’ora che parlandoci per un anno”. Diversi siti web sostengono che a dirlo sia stato il filosofo greco Platone, anche se io ho qualche dubbio in proposito. Comunque, condivido questa affermazione, e sulla base dei tuoi presagi astrali del momento ne farò il tuo motto della settimana. È il periodo ideale per conoscere più a fondo le persone che ami, e non c’è modo migliore per farlo che unirti a loro in una serie di intensi interludi giocosi.

Non c'è bisogno di fare tutti 'sti giri di parole per dirmi di trombare di più...

In potenza

Dopo lunga e attenta riflessione ho deciso che non ne valeva la pena.

mercoledì 7 marzo 2012

Il poeta fa ridere ma amaro

volevo inventarmi una poesia d’amore per una ragazza fiore
ma non sapevo darle un nome che tutti i nomi erano già presi
allor decisi che non aveva nome né cognome
ma del colore dei suoi occhi ero piuttosto certo
tra il verde e il blu con sfumatura nera

aveva sette gonne ed i capelli folli
aveva sette paia d’orecchini
non sorrideva spesso
ma quando lo faceva
era piuttosto bello

avrebbe voluto avere sette gatti
ma non li aveva
poiché viveva in una casa con sette cani
e i cani facevano la guardia
lei non poteva uscire
io la guardavo che guardava dalla sua finestra
e un poco sospirava
e s’aspettava, credo, che un giorno o l’altro
qualcuno andasse per tirarla fuori
da quella casa con i sette cani
magari la portasse via per sempre
o anche sol per una sera
tipo a ballare od a pigliarsi una birra doppio malto in centro

#TAMPS | ragazza senza un nome

martedì 6 marzo 2012

Forse solo per dire "panta rei"

Solo un giro in moto, una passeggiata per sgranchire le ruote ferme da tempo. Mi infilo la tuta e solo dopo alcuni minuti mi accorgo che non tira più dappertutto, anzi fa difetto qua e là, dove il mio corpo si è rimpicciolito. Allora penso che sarò una vecchietta minuta quando sarò una vecchietta. E continuo a infilare stivali bassi, non aggiungo centimetri alla mia natura, cerco il terreno con le punte dei piedi, quelle che da bambina volevano danzare all'infinito e invece sono diventate branchie per ritrovare l'elemento primario: acqua. Mi piace quando scorre così intensa senza fare rumore, invece detesto l'olio che lavo via dalle mani con foga per riappropriarmi della porosità della mia pelle, perchè c'è sempre bisogno del giusto grip per non scivolare miseramente, ma restare con i piedi per terra.

domenica 4 marzo 2012

Sazia

Terra di Marlene
frastuono e pelle
i cavalli corrono veloci
la mente si svuota
l'anima sorvola
resta sospesa
lassù.
Ora rumore di tuoni che squarcia il cielo
e tanta pioggia.

Lo stato delle cose

(Valentina)


Inviato da iPhone

venerdì 2 marzo 2012

La danza delle due ruote

Certo, tornare in moto mi ha rilasciato delle emozioni che non lo so come potrei esprimere a parole. E ancora di più la collaborazione di persone cui devo dei soldi da più di un anno e nonostante questo si sono messe a disposizione e hanno concretizzato il mio unico desiderio: uscire da lavoro e salire in moto, fare qualche chilometro tranquillo per riprendere un po' di confidenza (certo, in mezzo al traffico delle sei di venerdì pomeriggio, tutti al volante dell'auto col cellulare all'orecchio... organizzano la serata, tornano a casa dalla famiglia, sentono se c'è bisogno di qualcosa prima di rientrare a casa... ma tu sei ancora "omologata" per questo, hai passato 5 anni in scooter in mezzo al traffico: hai mille occhi sempre, qualunque cosa guidi), portarla a lavare fino da mia madre per fare un po' di strada e perchè lì c'è chi molla tutto e me la cura come fosse sua e sarei rimasta a cenare da lei se non fosse che no, non in questo periodo.
Studio il giro di domani, da sola.
Meglio così: ho bisogno di ritrovare il mio ritmo e non voglio adeguarmi a nessuno,
domani.

(e all'improvviso mi torna alla mente un paragone, quello di chi non riesce a fare discese graduali ma stacca di netto perchè "è come quando vado in moto, o danzo o niente" o qualcosa di simile. E forse lo capisco un po')

mercoledì 29 febbraio 2012

Risposte dall'inconscio

Sogno nitido, ma pochi ricordi.
C'ero io, c'era Andrea, c'era Michi. E i loro amici, credo. Mi stavano raccontando d'essere andati a vedere qualcosa che sanno io amo moltissimo ma loro affatto, tipo un live dei Marlene. Ero scioccata che non m'avessero invitata. Reazione mia tipica: raggelata, bloccata, incapace di esprimermi. Ho sentito (e lo ricordo con chiarezza) il freddo attraversarmi dentro, da capo a piedi. Quella sensazione di gelido smarrimento che provo ogni volta che subisco un rifiuto. E ho tentato di nascondere i miei sentimenti, di non trasmettere il mio disagio. Abbiamo parlato ma non ricordo i dettagli. Solo una frase di Andrea: "Ora capisci perchè la gente ha paura di te?". In quel momento so di aver capito, anche se ho dovuto riflettere un po' e ho sentito qualcosa ribellarmisi dentro. Anche Michele ha rincarato la dose, non ricordo le parole esatte, ma sembrava che tutti sapessero perfettamente qualcosa che solo io faticavo a cogliere fino in fondo. Per loro invece era di un'evidenza cristallina.

Inviato da iPhone

Milady

Ho una voglia di moto che mi manca il fiato.
So che quando girerò la chiave e sentirò quel fischio,
e il suo suono rotoloso,
il mio cuore salterà un battito.
A presto, cucciola.

Rimbombano Marlene Kuntz

Dopo una giornata di lavoro finita a mezzanotte o giù di lì ... tornando a casa mi risuonano insistenti nella mente questi versi:

"Nasconderò con miele colante il vuoto che avanza
io, ora, nasconderò
dove vivevi tu.
Dove vivevi solo tu"

L'ascolto tutta. Più volte. E vado a nanna.

domenica 26 febbraio 2012

Povero Shakespeare

"Vivere nell'inganno è facile ed è la nostra condizione naturale, e in realtà questo non dovrebbe dolerci poi tanto. Si ricorda che tutti viviamo, in maniera parziale ma permanente, subendo l'inganno oppure praticandolo, raccontando soltanto una parte, nascondendo un'altra e mai le stesse parti alle diverse persone che ci circondano. E tuttavia, a quel che sempbra, non siamo del tutto capaci di abituarci a ciò. E quando scopriamo che qualcosa non era come l'abbiamo vissuto ci si pressenta nella vita reale quel dilemma che può tormentarci così tanto e che in grande misura è il terreno della finzione: non sappiamo più come abbiamo vissuto ciò che abbiamo vissuto, se è stato quello che abbiamo creduto fino a quando siamo stati ingannati o se dobbiamo gettare tutto quanto nel sacco senza fondo dell'immaginario e tentare di ricostruire i nostri passi alla luce della rivelazione presente e del disinganno".
Ottima intuizione, caro Javier Marìas, ma c'era veramente bisogno di scrivere un romanzo di 300 pagine ripetendo all'infinito le stesse parole e le medesime scene in una ridondanza asfissiante e snervante che ho combattuto per tutto il libro mandandoti affanculo ogni volta che l'ho richiuso, estenuata, dopo l'ennesima ripetizione, sconfitta da tanta inutile prolissità?

Ma forse l'hai pensato anche tu di te stesso se hai sentito la necessità di redigere un esplicativo "Epilogo" per affermare con chiarezza ciò che evidentemente non ti sentivi sicuro di aver trasmesso attraverso la sola storia.

Il massimo di te però l'hai dato nella "Nota per appassionati di letteratura" in cui ti vanti di usare per titolo una citazione dal Macbeth (per la seconda volta) che nessuno ha riconosciuto al contrario della prima solo perchè questa volta (al contrario della prima) non l'hai dichiarato tu stesso.

Il romanzo è Domani nella battaglia pensa a me.
Il consiglio è: non leggetelo.
Io ve l'ho detto.

sabato 25 febbraio 2012

E queste me le chiami scuse?

Ciao, volevo chiederti scusa per come mi sono comportato quella domenica, comunque puoi andare a casa di tua madre quando vuoi ed evita di fare la vittima visto che hai cominciato tu.

La bottiglia

Ho vinto io,
lei non fa più parte della mia vita,
solo tenta di sedurmi nei momenti più tristi
e vuoti.
Ma io la svuoto nel pozzo delle rivalse
della volontà
e delle scelte
giuste.

To be continued...

venerdì 24 febbraio 2012

Tutto sommato non mi lamento

C'è voluto un uomo per convincerla ma l'obiettivo è stato raggiunto: ho pianto per un'ora.
Di risate. Sovrasto e anticipo: rumorosa di risata e rapida di cervello.
Il tappeto nuovo è così morbido che mi ci sdraio mentre mi spoglio (alcool effects).
Da oggi ho un avviso sul telefono che trilla due volte al giorno, da lunedì avrò un molare di meno.
Litigo con il lampadario nuovo di carta arancione, rischio la scossa e il volo ma vinco io.
Rifaccio il trucco al "vecchio" blog, chè anche se ho creato un sito tutto nuovo, resta il primo amore e chiuso non lo posso vedere. Ho sempre troppe cose da dire, fare, pensare, lettere (il testamento anche no) per avere "solo" un sito.

Impura e imperfetta

L’acqua distillata non è un buon conduttore. Per poter condurre l’elettricità, l’H2O deve contenere impurità sotto forma di sali. Nei prossimi giorni faresti bene a tener conto di questa lezione, Vergine. Se ti sforzi troppo di essere limpida e trasparente, una parte dell’energia caotica ma fertile e rinvigorente della vita non potrà scorrere dentro di te. Per questo ti consiglio di provare a essere almeno un po’ impura e imperfetta. Impara dal disordine, goditelo, accoglilo con gioia, non ti limitare a tollerarlo.

lunedì 13 febbraio 2012

Differenze

Giorni fa incontro per caso una compagna del Liceo dopo 12 anni dall'ultima volta.
Mi fa l'elenco dei figli partoriti nel frattempo dalle compagne che ancora vede e sente.
Infine mi chiede:

"E tu? Che hai fatto?"
- Ho usato precauzioni!

sabato 11 febbraio 2012

Topi

Stamane, poco prima di svegliarmi, ho sognato topi.
Piccoli e grigi, uscivano da un buco della parete della camera da letto, in alto, accanto alla finestra, sopra il divano. Trasportavano cibo.
Ci accorgevamo (io e chi?) di movimenti strani nella casa e indagando meglio, scoprivamo prima uno solo, poi 4 o 5 topini grigi che dalla stanza correvano rapidi in cucina con pezzi di cibo sulla schiena, come fanno le formiche con le briciole.
Allora dicevamo: "Eliminiamo il cibo così non torneranno più in casa!".
Li seguivamo per tutto il tragitto e ci bloccavamo al loro arrivo a destinazione, io e un cagnone nero tipo bracco dal muso quasi umano tanto era sorpresa e buffa l'espressione che mi rivolgeva davanti a questa scena. Mi sembrava che oltre a noi ci fosse un esercito di animali domestici diversi ad osservare e seguire i movimenti di questi roditori.
Quando mi sono svegliata per prima cosa ho guardato quel punto della parete per verificare se ci fosse un buco, ma no.
Sollievo.

venerdì 10 febbraio 2012

Corazon

Me importa un pito que las mujeres tengan los senos
como magnolias o como pasas de higo;
un cutis de durazno o de papel de lija.
Soy perfectamente capaz de soportar una nariz que sacaría
el primer premio en una exposición de zanahorias.
Le doy una importancia igual a cero,
al hecho de que amanezcan
con un aliento afrodisíaco
o con un aliento insecticida.
¡pero eso sí! — y en esto soy irreductible — no les perdono,
bajo ningún pretexto, que no sepan volar.
Si no saben volar pierden el tiempo conmigo.

[Mario Benedetti – El lado oscuro del corazon]

Intelligente Desiderio

In base ai presagi astrali, ecco quello che prevedo e ti auguro per il prossimo futuro: diventerai un esperto di tentazioni. Non solo saprai attirare lusinghe e seduzioni, ma avrai un sesto senso per distinguere tra tentazioni buone e cattive, tra provocazioni che soddisferanno le tue più fervide speranze e trappole che ti faranno perdere la tua integrità. E quando ti imbatterai nella tentazione più vivificante e nobilitante saprai esattamente come usarla per impazzire di intelligente desiderio.

Sud

E se stai dormendo
non ti disturbo.
Perchè vorrei parlarti
come ho fatto sempre.
Quel sempre che non è più,
un tempo
che è volato puff

mercoledì 8 febbraio 2012

G.

8 Febbraio 1976 - 15 Giugno 2009

Come le lacrime
precipito in un angolo
raccolgo l'ultima carezza che mi fa sentire viva
Sopra le foglie verdi e sotto i piedi fragili
un canto per la tua partenza ed un saluto dalla riva
Oggi rinasce una parte di te
quella più vera
libera di andare dove non c'è più paura
Oggi rinasce una parte di me
che non conosceva il buio stretto
intorno al cuore
buio che non vuol sbiadire
Ma il cuore lo sa dove può cercarti
il cuore lo sa dove può cercarti
Come le navi che sfidano le rapide
lascerai ogni certezza
per sentirti ancora vivo
Oggi rinasce una parte di te
quella più vera
libera di andare dove non c'è più paura
Il cuore lo sa dove può cercarti





martedì 7 febbraio 2012

Silenzio

Ho solo bisogno di silenzio.. tanto ho parlato troppo è arrivato il tempo di tacere, di raccogliere i pensieri allegri.. tristi.. dolci.. amari.. ce ne sono tanti dentro ognuno di noi. Gli amici veri, pochi, uno..? sanno ascoltare anche il silenzio, sanno aspettare.. capire.. Chi di parole da me ne ha avute tante e non ne vuole più, ha bisogno, come me.. di silenzio.

[Alda Merini]


San Valentino

Mio nonno mi chiamava solo una volta l'anno: per il mio onomastico.

La sera del 14 Febbraio squillava il telefono di casa dei miei mentre eravamo tutti a tavola e mia madre, che sedeva alla mia destra e alla destra di mio padre, mi lanciava un'occhiata e diceva: "Vai a rispondere, è tuo nonno che ti fa gli auguri". Io, 'a verità, entravo un po' in panico: anche a 900 km di distanza avvertivo quella sensazione di disagio e soggezione che mio nonno suscitava in me di persona, quando per tre settimane l'anno stavamo accampati a casa sua in agosto, per quelle che sono state le mie vacanze estive, nei primi 14 anni della mia vita.

Sì, perchè mio nonno era un omone: non altissimo ma molto grosso, aveva un pancione e delle braccione e manone (o almeno così mi sembravano quand'ero una bambina timida e silenziosa al limite dell'asocialità), che quando mi si avvicinava per rivolgermi la parola nel suo dialetto grezzo, scevro di fronzoli e tenerezze, mi faceva sentire smarrita e mi paralizzava finchè qualcuno non veniva in mio soccorso. Però, quando la sua bocca accennava appena a distendersi in un sorriso, molto raro con i bambini, ti faceva squagliare ogni liquido corporeo.
Non è che non capissi il napoletano, anzi: era la "lingua" che i miei genitori usavano in casa da sempre. Quello che mancava tra noi era la comunicazione affettiva. Non capivo quanto fosse a suo modo affabile anche se burbero. Nei miei incubi di bambina, era colui che appena nata, dopo giorni di pianti isterici che mia madre placò infilando i plasmon nel biberon del latte caldo, esasperato sbottò: "Ma perchè non la vendi al mercato 'sta creatura!?", con quell'ironia paradossale tipica del napoletano, altrimenti detta "arte d'arrangiarsi". Crescendo, quando iniziavo ad acquisire carattere e sicurezza in me stessa, stabilimmo anche un rapporto onesto e quasi alla pari: ricordo che lo stupivano la mia irruenza e determinazione.

Insomma, mi alzavo e andavo in corridoio dove stava il telefono fisso, non esistevano ancora i cellulari e nemmeno avevamo il cordless:

"Pronto?"
- Valantì? Sei Valantì? (perchè in napolenato "en" si pronuncia con un nasale "an", come in francese)
"Sì, nonno, sono io, ciao"
- Eh... oggi è 'u nomme tuo, è vero? (è il giorno del tuo nome)
"Sì, nonno, è San Valentino"
- Auguri Valantì!
"Grazie, nonno"
- Stai bene?
"Sì, 'u no', sto bene e tu?" (sì, nonno)
- Anch'io, anch'io. Allora stamm' buono e saluta a mamma e papà

E riagganciava.

Faceva il cuoco sulle navi con cui ha girato tutto il mondo. Da quando era in pensione, usciva in barca tutte le mattine alle 5 a pesca di polpi. Ne prendeva sempre qualcuno, rientrava in porto che il mercato del pesce era nel vivo, faceva il giro dei banchi e tornava sempre a casa con i frutti di mare freschi che mangiavamo a pranzo, quasi sempre crudi, solo spruzzati di limone.
Mio nonno "sapeva" sempre di pesce e acqua salata, aveva la pelle cotta dal sole, il volto rugoso, gli occhi chiarissimi e curiosi, una grande testa pelata. Lo chiamavano Rafele 'O Capicchione (Raffaele Il Capoccione). Si fermava e ti guardava con l'espressione interrogativa di chi ha ancora voglia di conoscere altri dettagli.

Tutti i suoi nipoti primogeniti maschi hanno preso il suo nome, tranne mio fratello.
Tutte le nipoti femmine hanno preso il nome di mia nonna, tranne me.
Niente di strano: nell'economia di quella famiglia noi eravamo "I Torinesi", gli unici nipoti nati in una città diversa da Napoli.

Mio nonno è morto nel 1998. Da allora non sento più la sua voce allegra che piomba in mezzo alla cena di San Valentino per dirmi solo: "Valantì, sei tu? Auguri!"

lunedì 6 febbraio 2012

Writing

Una settimana di neve e Murakami mi ha ripulito il cervello e scatenato uno strano istinto di sopravvivenza. Ho addirittura sentito il bisogno di perdonare, ma me lo sono ricacciato dentro chè non è ancora tempo.

Oggi ho rimesso in moto la macchina rimasta sommersa sotto una coltre di neve e ghiaccio che non accenna a sciogliersi e sono andata alla conquista del mondo. Non posso più andare a pranzo da mia madre, la domenica, allora ho dirottato l'auto verso Le Gru.

Due romanzi: "Domani nella battaglia pensa a me" e "Un cuore così bianco". Sono di Javier Marias, non leggo spagnoli da un po', ne ho bisogno. Non ho trovato il TAMPS di Catalano, ma la cassiera di Feltrinelli, in quell'inferno di demenza da centro commerciale, si è illuminata quando gliel'ho chiesto ed era stradispiaciuta di non averlo. Mi ha chiesto quand'è il prossimo reading, mi ha salutato dicendo "Ci vediamo al suo spettacolo!" .. bella!

Ho preso i miei quaderni, i Moleskine grandi senza righe, quelli con le pagine seppiate e la copertina nera, gli unici su cui riesco a scrivere perchè anche la scrittura vuole i suoi strumenti e riti ed io stavo morendo di sterilità senza, perchè il PC non è la stessa cosa. Non per me, almeno.

Questa è fantastica!
Digito su google le parole "Scrivere fino alle ossa", cerco il libro della poetessa americana che ho letto tante volte per linkarlo qui, mentre scrivo di strumenti di scrittura e tadaaaaan! Primo risultato della ricerca:


Emozionante!
Bello il template, mi piace da morire.
E d'un tratto, catapultata indietro di dieci anni, mi rivedo esattamente com'ero: 26 anni, capelli lunghi, magrissima, convivevo da un anno e mezzo ed ero già alla frutta. E il mio cane e Irene e la mia famiglia e mio padre... quelle parole su mio padre: "E stamattina mio padre mi ha fatto sapere che c’è, che non devo drammatizzare, che le discussioni ci sono ma poi passano come tutto il resto…"
Bello, pulito, elegante e fresco. Bianco.
Sono passati dieci anni e uso ancora Licuadora: qualcuno ne sarà orgoglioso...


PS: Eccerto! Il libro che cercavo è stato orrendamente tradotto in "Scrivere Zen", ma il titolo originale è "Writing down the bones". E tutto torna.

Eccolo, intero, così ripasso un po' d'inglese Writing down the bones

sabato 4 febbraio 2012

TAMPS

– ti amo ma posso spiegarti
le dissi
– un ottimo titolo per un libro di quelli che vanno adesso
mi disse
– sì ma io te lo dissi per davvero
le dissi
– non sprecarlo con me, facci un bel romanzetto di giovanilismo
alla moda
mi disse
– ma scusa, cristomadonna, io ti dico una frase d’amore e tu mi
dici di farci un titolo di merda?
le urlai
– non t’incazzare, lo dico per te, con un buon titolo hai fatto il
cinquanta per cento
mi sussurrò
– allora senti questo – le dissi – cazzi ne hai presi più tu che un
esercito di mignotte da sbarco
– sei un cretino, e poi è vecchio, e poi l’Einaudi non te lo passa
– e la Feltrinelli?
– neanche
– la Mondadori?
– manco la Mondadori
– dici?
– dico
– ci vieni con me a limonare duro al concerto degli ACDC
conosco uno che monta i palchi e ci fa entrare gratis?
– no
– fa schifo
– dici?
– dico
– mi trovi basso?
– sì
– mi trovi grasso?
– sì
– potresti trovarmi se mai mi perdessi?
– farei del mio meglio
– quindi?
– quindi mettiti comodo e spiegami dettagliatamente questa cosa
curiosa che mi ami, cercando di essere convincente come se
stessi tentando di persuadere un intero plotone d’esecuzione
pronto a far fuoco sul tuo corpo inerme, a graziarti
– come titolo non è un po’ lungo?
– fai tu

Miraggi Edizioni - Guido Catalano

giovedì 2 febbraio 2012

Vedi tu

Il comico Louis C.K. ha raccontato che una volta sua figlia aveva la febbre e le ha dato una medicina che sapeva di gomma da masticare. “Che schifo!”, si è lamentata lei. Louis era esasperato. “Non puoi dire ‘che schifo!’”, le ha risposto. Con questo voleva dire che essendo una ragazzina bianca americana era tra le persone più fortunate del mondo, sicuramente più fortunata di tutti i poveri bambini che non hanno nessuna medicina, e meno che mai una che sa di caramella. Vorrei farti la stessa obiezione, Vergine. Nell’ordine generale delle cose, la tua sofferenza di questo momento è ridicola. Cerca di pensare a tutte le fortune che hai e non a quel piccolo disagio.

martedì 31 gennaio 2012

Snow is Slow

Ok, è vero: la neve è una gran rottura di coglioni, si fa fatica a camminare, a guidare, fa un freddo che ti si gelano le dita anche a tenere l'ombrello per pochi minuti. Ma quel silenzio ovattato che genera mi lascia sempre a bocca aperta, poche auto per strada avanzano al rallentatore, sembra notte fonda e invece è appena pomeriggio e i negozi sono ancora tutti aperti ma la gente non c'è e quei pochi non fanno rumore, ogni suono è attutito e io cammino lenta nei miei caldissimi moonboot, senza nessuna paura di scivolare.

1Q84

Murakami, onirico, mi fa sempre un effetto lisergico, sarà per questo che ho comprato di corsa il suo ultimo, ho tardato a iniziarlo, non riesco a staccarmici e mi porto in giro Tengo e la matematica, Aomame e le iniezioni letali, Fukaeri e La crisalide d'aria.

PS3

Sono una spugna.
Leggo un pezzo sopra le righe e ne assumo lo stile,
sento un'inflessione dialettale diversa e la introietto nel mio slang.
Nessuno inventa nulla.

P.S.V.

Moonboot

Sono andata a lavoro a piedi con i moonboot, gli stivali lunari nati nel 1970, viene voglia di indossarli già solo per il nome, a me ricordano l'infanzia e l'impacciataggine, il cappello di pelo bianco che si chiudeva con un cinghietto sotto il mento e gli occhioni curiosi di una bambina strana nel giardino di fronte il cimitero dove ora è seppellito mio padre. E mentre camminavo mi sono scese le calze così tanto che ho dovuto fermarmi in un bar a chiedere un bagno e la tizia mi ha fatto usare il suo personale e quando le ho detto che stavo perdendo le calze mi ha risposto "Ti capisco"...Uh!

Delirium Tremens (non da alcool)

Stanotte sono stata su un pianeta più lontano del solito.
Mi sono svegliata battendo i denti dal freddo alle 3 & mezza circa, mi sono vestita tutta sopra la camicia da notte: prima il pantalone della tuta nero, poi il pile gigante bianco che mi regalò Daniele quando andai a Pesaro la prima volta, solo che allora era perfetto e nuovo, ora è pieno di buchi, sembra aver fatto una guerra (e averla persa) con i lapislazzuli artificiali delle mie sigarette rollate, infine i calzettoni spessi e per non rischiare mi sono anche avvolta in una coperta gialla di pile e via di nuovo sotto il doppio piumone.
Ma nemmeno così c'è stato verso di smettere di tremare.
Allora ho capito che avevo la febbre (lo so, bastava toccarmi la fronte, ma in piena notte non sono così lucida da fare pensieri così logici). Ho preso una tachipirina e mentre ingoiavo e bevevo un goccio d'acqua per mandarla giù più in fretta mi tremavano anche le ciglia! Mi sono rinfilata a letto e in pochi minuti sono stata sopraffatta dal sonno, ma un paio d'ore dopo ho dovuto rifare tutto al contrario: ero così marcia di sudore che ho dovuto spogliarmi e cambiarmi tutta.
E vogliamo mica farci mancare lo sfaldamento dell'endometrio?
Quando è squillata la sveglia avevo la fronte fresca e una gran fame.
Ho messo su la caffettiera, ho mangiato un cornetto e bevuto un succo di frutta all'albicocca e con lo sguardo perso nel vuoto ancora abbacinata nel tentativo di ricostruire nella mente la strana nottata, ho rivisto all'improvviso l'immagine di mio padre col cappotto pesante e la coppola in testa che scende in garage a prendere l'auto, la porta su, davanti al cancello chiuso di casa, la tiene accesa perchè si scaldi, mentre aspetta mia madre. Lei scende ed io la guardo da dietro il vetro della finestra della mia stanza, mentre attraversa il cortile nel suo paltò color cammello, finchè non sparisce dentro la macchina e penso a quant'è bello, d'inverno, entrare in un'auto già calda.


PS: Anche se non è del tutto accertato, Edgar Allan Poe morì in seguito a una crisi di delirium tremens, come riportò la diagnosi del nosocomio di Baltimora nel quale morì il 7 ottobre 1849.

PS2: "laspislazzuli" sta per "lapilli", lo so che significa tutt'altro, ma la parola mi piaceva troppo per non usarla.

lunedì 30 gennaio 2012

Addà passà 'a nuttata

Ho perso i miei amatissimi occhiali da sole,
mi si è rotto un dente,
ho mal di gola,
mi sta salendo la febbre
e ho pagato 300 euro di bollette.
Potrebbe anche andare peggio:
potrebbe nevicare...

domenica 29 gennaio 2012

Nevica

Quando dai troppa importanza a quello che gli altri pensano di te,
hai perso la tua libertà.
Quando inizi una frase con "In fondo...",
ti stai solo accontentando.
Fuori non è tutto bianco,
solo un po'.
Domani sarà tutto finito,
a parte il ghiaccio sui marciapiedi.

sabato 28 gennaio 2012

But the sun is eclipsed by the moon

L'innocenza che ho perso; il romanticismo nonostante le apparenze; la dolcezza, che non sapevo di possedere; la bolla d'aria, in cui è chiuso tutto ciò che mi fa male; reset, chè non ho più ricordi; la leggerezza, che vivevo e mi manca; l'ottimismo, ogni giorno qualcosa di nuovo; scorrere, senza opporre resistenze, dentro e fuori; la noia, che mi ha preso alla gola; l'indifferenza, chè nulla è degno di attenzione; la vergogna, per le aggressioni subite, gli abbandoni e le perdite; la serenità, che avevo e rivoglio; quel brivido, che scorre lungo il corpo e ti fa sentire viva; un manto, come uno strato di smog, occulta contorni e sfumature; le difese, che abbassi quando ti fidi; l'autonomia, da riconquistare; la pressione, che vincola agli umori di un altro e svilisce la spontaneità; l'adrenalina e gli stimoli, che tengono in vita il cervello, lo rendono più acuto e brillante; insipido, senza sapore nè odore, senza suoni nè colori; il tempo, che deve passare; impermeabile, a situazioni e persone; finzioni, dubitare di quello che vivi e che provi; verità.


giovedì 26 gennaio 2012

Mutante

Cambiare pelle è sempre salutare, non solo per i cani, i gatti e gli altri animali, ma anche per noi umani. Lo sapevi che perdiamo migliaia di particelle di pelle morta ogni ora? E non ne ha bisogno solo il nostro corpo, ma anche la nostra psiche. Te lo sto ricordando perché sei in una fase particolarmente favorevole per un’abbondante muta psichica. Di che cosa devi liberarti esattamente? Per esempio di vecchie idee che non ti servono più, di abitudini che limitano la tua capacità di realizzare i tuoi sogni, di impulsi che sono in contrasto con le tue intenzioni più nobili e di qualsiasi altra cosa ti impedisca di essere viva e radiosa. Per parafrasare Thomas Jefferson, cambiare eternamente pelle è il prezzo della libertà e della vitalità.

mercoledì 25 gennaio 2012

lunedì 23 gennaio 2012

Ineluttabile

La testa indolenzita e la bocca dolorante.
Un senso di vergogna e il freddo che mi investe a ondate,
come gli schiaffoni che ho preso,
in piena faccia,
uno, due.
Ho tentato di reagire,
difendermi,
fino al terzo:
mi è sembrato che la mascella si spostasse lievemente,
la paura mi ha bloccata.
E zittita.
L’umiliazione che provo è disarmante.
Sono stanca di affrontare tutto da sola,
non sono così forte.

domenica 22 gennaio 2012

Fuckin' Sunday

"Butta fuori di casa questa zoccola!"

Quando sei cresciuta con un fratello così,
certe domande diventano superflue,
capire il senso delle cose un esercizio di stile,
stare al mondo un filo pesante.

Turn off the light.


[Dolore assurdo alla bocca, merda...]

sabato 21 gennaio 2012

Live Cerebrale

Brava.
Intensa, poetica e ironica, buffa in tutta la sua altezza, quasi imbarazzante quanto è grande su quel palco! Sembra una colonna portante, sembra fredda e distante, ma quando intona un pezzo crea atmosfera, forte ma leggera.
E' poliedrica, eclettica, è un talento vero, la sua voce ti porta altrove, la sua anima ti conduce oltre.
E' un bell'animale da palco, elegante, non è di pancia, è di testa, è il suo cervello che ti conquista, è la finezza intellettuale che ti colpisce, i versi insoliti delle sue canzoni, la cura nell'intonazione, la musica mai scontata: mi ricorda Godano dei Marlene.
Una sensualità ruvida, una dolcezza sorprendente quando gorgheggia lieve il finale di un pezzo duro.

Cinque su otto, ma con INVISIBILE mi ha stregata: me l'ha cucita addosso.
GOCCIA, perchè per lei ha sempre qualcosa di speciale;
UNIVERSO, dedicata ad una bimba di nome Frieda, primo bis, mentre fuori finivo di fumare;
PIU' FORTE DEL FUOCO, una canzone dedicata all'ammmmmore ... e ci ha fatto ridere tutti;
SETTEMBRE, sola sul palco con il suo batterista, buio in sala e intorno a lei, solo una luce a illuminare solo lei, solo il battito del cuore scandito dalla batteria e il suono aulico della sua voce;
HO SEMPRE ME, partita all'improvviso senza presentazioni;
NIENTE DI PARTICOLARE (a parte il fatto che mi manchi), il pezzo con cui l'ho conosciuta e mi sono incuriosita di lei;
TORNO A CASA A PIEDI, la donna che ama l'uomo di un'altra;
UN ESERCITO DI ALBERI, la sorpresa della serata per me, bellissima;
IN UN SOFFIO, il cortometraggio dell'uomo che chiede alla sua donna di aspettarlo, mentre parte in cerca di un altro mondo;

infine TRIATHLON ... mentre la musica esplodeva in un finale trascinante, ha detto:

"Hai capito Valentina? Continua a correre!"




PS: sei riuscita a rendere bella perfino ISTRICE.

venerdì 20 gennaio 2012

Vedere e basta

La guardò. Ma d'uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte. Sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta. Qualcosa come due cose che si toccano - gli occhi e l'immagine- uno sguardo che non prende ma riceve, nel silenzio più assoluto della mente, l'unico sguardo che davvero ci potrebbe salvare - vergine di qualsiasi domanda, ancora non sfregiato dal vizio del sapere - sola innocenza che potrebbe prevenire le ferite delle cose quando da fuori entrano nel cerchio del nostro sentire-vedere-sentire- perché sarebbe nulla di più che un meraviglioso stare davanti, noi e le cose, e negli occhi ricevere il mondo - ricevere - senza domande, perfino senza meraviglia - ricevere -solo- ricevere- negli occhi - il mondo.

Oceanomare, A. Baricco

giovedì 19 gennaio 2012

Il buon esempio

L’anno scorso tre famose attrici inglesi hanno fondato la Lega contro la chirurgia estetica. Secondo Rachel Weisz, Kate Winslet ed Emma Thompson, dovremmo accontentarci dell’aspetto fisico che la natura ci ha dato. È scortese da parte mia osservare che, diversamente dalla maggior parte di noi, quelle tre donne sono bellissime? Lo fai anche tu, Vergine? Inviti mai gli altri a fare quello che è naturale per te ma difficile per loro? Questa settimana te lo sconsiglio. Per esempio, se vuoi influire sul modo di essere di qualcuno, mostrati disposta a cambiare qualcosa di te che è difficile modificare.

Uff

Ma perchè certe perle non vengono in mente a me?

Ah già!
Anch'io sono incompleta :P

mercoledì 18 gennaio 2012

Desideri live

Sardo vermiglio,
odore acre,
frrrrrrrrrrrreddoooooo
cartoncino liscio,
versi Donàti all'anima.

Non è che potresti suonarmi
Settembre,
Migrazioni,
Lettera a mano,
Universo,
Labbra Blu,
Più forte del fuoco
e Ho sempre me?

Ah! Anche questa:

giovedì 12 gennaio 2012

Sono Contrario Alle Emozioni

Sapete che c'è di nuovo? Che da oggi smetto di sottopormi alla stimolazione emotiva procurata per via artistica. Se lo scopo della musica è quello di sollecitare emozioni che uno per conto suo non proverebbe, tenetevela pure, la musica. Ridatemi un'emozione secca. Lasciate che mi devasti ogni volta che la lingua di mia figlia fa capolino mentre scrive seguendo il rigo del quaderno. Che mi goda l'immensità di un pomeriggio di noia. Che guardi un tramonto senza provare assolutamente nulla. Che mi dispiaccia lasciare solo un albero. Che mi concede il piacere di una piccola pratica autolesionistica scegliendo fra le molteplici varietà disponibili sul mercato e ne stabilisca la dose giornaliera. Che passeggiando per il lungomare della mia città di domenica mattina presto, mentre vengo costantemente superato da cinquanta/sessantenni ansimanti in pantaloncini e canottiera, a un tratto capisca che cinque righe sarebbero uno spazio più che sufficiente a raccontare la mia vita fin qui, e che il poco che ho fatto e sono mi basti. Ristabiliamo il primato di un'emozione anarchica, irriproducibile, inclassificabile, su cui non si possano accampare diritti, specialmente d'autore. Di una strizza estemporanea che non c'entra niente con le contingenze, ma quando viene non la dimentichi più. Della compostezza di un dolore vero. Dell'inconfondibile caldana che segue a una figura di merda. Dell'incomunicabilità di una cosa importante. Della ricerca del modo per dirla. Dell'indescrivibile sazietà che provi quando capisci in pieno il significato di una parola, e impari esattamente dove metterla.
Allora ti sembra che il mondo, ma proprio tutto, diventi una cosa che si apre e si chiude (e quindi, all'occorrenza, si aggiusta).

DIEGO DE SILVA

!

mercoledì 11 gennaio 2012

Con la coda dell'occhio

“La poesia va guardata con la coda dell’occhio”, ha detto il poeta William Stafford. “Se la fissi direttamente non la vedi, ma se guardi un po’ di traverso, eccola lì”. Pensando al tuo immediato futuro, Vergine, sono convinto che potresti applicare la sua definizione di poesia a qualsiasi cosa. Anzi, penso che descriva perfettamente tutti i fenomeni importanti che devi conoscere. Ti consiglio di cominciare a esercitarti a guardare con la coda dell’occhio.

Seeeeeeee ....... sto a diventà strabbbica!
Ahahahah

martedì 10 gennaio 2012

S_postarsi


Mi ha sempre colpito il meccanismo detrattivo che la consonante «s» esercita sui verbi a cui s’attacca in modalità parassitaria, ribaltandone il significato semplicemente precedendoli, piazzandosi davanti a loro con un atto d’imperio, frustrandoli, impedendogli d’esprimersi (anzi, imponendogli di negare se stessi); allo stesso modo in cui, quando cade, li libera di schianto dal proprio peso.
Non ci vuole chissà quale fatica a destabilizzare un concetto, svalutarlo: basta (neanche la parola, come recitava un vecchio carosello, ma) la s. È un prelievo linguistico alla fonte, che con fenomenale immediatezza (scavalcando addirittura la necessità di elaborare un termine contrario) prosciuga il lavoro della parola e la disarticola, la svuota; qualche volta la umilia.
Qualche esempio: sdrammatizzare, slegare, smettere, smontare, smobilitare, smadonnare (il verbo madonnare non credo esista, però è l’attività dello smadonnamento che lo rende teoricamente possibile, per cui lo lascio), spacchettare, sparecchiare, spettinare, spoliticizzare, sprovincializzare, spersonalizzare, squalificare, sradicare, sragionare, sregolare, svecchiare, svelare, svestire. E si potrebbe andare avanti parecchio a lungo.
Non fa una certa impressione? Come può una semplice lettera permettersi un simile golpe linguistico? Uno, anzi una, arriva, ti si mette davanti, ti usa come rimorchio (lei, a te, che te ne stavi tranquillo per i fatti tuoi e sei anche grande e grosso, oltretutto), e ti dice (soprattutto lo dice agli altri, che le danno anche retta) che da quel momento (o almeno, finché lei non si scrosta da lì) tu non vuoi più dire quello che volevi dire fino a un momento prima: che non ti chiami più così, in un certo senso. Ti marchia, ecco. Ti deporta.
Oh, lo so che vi sembra una buona metafora del rapporto uomo-donna, ma uscite dal personale e cercate di restare sul piano prettamente linguistico: vi sembra bello, tutto questo? Vi sembra così facile da mandare giù? A me no.
La parola spostarsi, però, è bellissima. M’intriga come pratica dell’agire. Perché fa l’apologia della mobilità. Perché ti permette di cambiare continuamente prospettiva sulle cose. Di non essere mai dove ci si aspetterebbe di trovarti. E il non essere mai dove ci si aspetterebbe di trovarti è un modo di rendersi liberi. Soprattutto desiderati. L’unico problema è che il rendersi desiderabili tramite spostamento è un effetto che si produce solo se ti viene naturale, spostarti. Se non lo fai apposta. Perché se fai il furbo se ne accorgono.
Ma quando scrivi ti sposti eccome. Perché, a pensarci sopra, il mestiere della scrittura è fatto essenzialmente di spostamenti, d’inquietudini, di serenità costruite con fatica. Se quando scrivi non ti sposti, se tieni troppo rigidamente la rotta della storia che racconti, se ogni tanto non ti stanchi almeno un po’ delle cose che hai intorno, di come le hai disposte e di come probabilmente le disporrai, se non ti stanchi di te stesso, insomma, e quindi non provi a prendere qualche percorso laterale senza sapere dove ti porterà, al limite anche a stamparti sulle rocce, finisci per soffiare aria nell’aria.
Il problema principale a questo riguardo è che se uno scrittore imparasse a spostarsi nella vita come si sposta nella scrittura, probabilmente non scriverebbe più. Chissà se gli scrittori che smettono di scrivere lo fanno per questo.

Diego De Silva

venerdì 6 gennaio 2012

Anticlimax

Inizio a sentire un vuoto ma sono impotente.
Allora mollo tutto e lascio andare.
Cerco solo di rimanere a galla, di non farmi sommergere dalle onde improvvise generate da un passaggio troppo veloce. Aspetto che il mare torni calmo per riprendere a nuotare.
Bracciata dopo bracciata sento la fatica,
ma insieme all'acqua sposto anche le speranze e i sogni e mi spingo avanti,
oltre quello che provo,
perchè non muti in zavorra,
non mi faccia annegare.
Non posso rimanere ferma in mezzo al mare,
sbracciandomi affogherei,
devo nuotare.
Anche se ora mi sembra così faticoso
e l'acqua così pesante
e la meta così banale senza la giocosa compagnia.
La mia strada è ancora lunga,
la posso percorrere solo io.

giovedì 5 gennaio 2012

E' come

Avere il mondo in una mano
e non sapere che farsene.
Avere tutto
è avere niente.
Basta anche meno
per essere felici.

Bellezza

Secondo il filosofo greco Platone, il contatto con la bellezza fisica può renderci più ricettivi alla bellezza spirituale. Lo stimolo che ci dà il bello ci addestra a riconoscere le verità più sublimi. Io non ne sono tanto sicuro. La mia esperienza personale mi ha insegnato che spesso le persone sono così prese dalle loro reazioni emotive a una visione o a un suono piacevole da dimenticare che ci sono fonti di splendore più alte. Ma sono convinto che nei prossimi mesi tu farai eccezione alla regola. È per questo che ti autorizzo, anzi, ti ordino, di circondarti di bellezza.
... non faccio altro da quando sono al mondo ...

martedì 3 gennaio 2012

La mia

Thin King

Sooooooooooospiro.
Lungo, pieno, tirato.
Intelleggibile
come un cartello luminoso suona forte
chiama e richiama l'attenzione
intrattenibile.
Ridiamo insieme
io aperta e rumorosa
tu silenzioso
chiuso dentro una smorfia
due dita sulla fronte e il resto della mano
aperta
a coprire la tua bella bocca
carnosa.
Alzo il mignolo mentre bevo il mio caffè
tu pieghi due dita attorno alla tazzina
una delle due porta l'anellino della tua amica.
Ti fermi un momento
mi guardi con quel desiderio sottile ma forte negli occhi
passano prima sulle mie labbra poi nei miei
mi baci
dolcezza e passione si mescolano tra le nostre lingue che si attorcigliano
le nostre labbra che sfiorandosi si separano
ma dopo molto.
Mi abbracci
accarezzandomi come se lo facessi da sempre
eppure sembra la prima volta
sento ogni parte del tuo corpo da Re Smilzo
incastarsi in ogni parte del mio
mi avvolgi tutta
ed io avvolgo te
come fossimo un'unica forma che non cerca di integrarsi:
è già completa.
Hai respirato la mia saggezza
hai assaggiato la mia dolcezza.
E adesso........come dobbiamo fare?

PS: non ti dispiace se ti ho rubato il titolo, vero?

domenica 1 gennaio 2012

Densa ma leggera

Acquetta, pipì, acquetta, pipì
Sigarett, sigarett, sigaretta

Maveramente?!?!?!?!?!

Vuoi un tartufo?
Caffè?