venerdì 26 marzo 2010

Ciao, Principessa

Erano anni che non mi sentivo chiamare così.
La persona che lo faceva ogni mattina appena sveglia non c'è più.
Si è tolto la vita a modo suo, con una spada in vena,
la prima dopo tanti anni,
l'ultima.

E' stata la prima morte che ho vissuto sulla mia pelle,
avevo 24 anni.

Era sposato e aveva una bimba,
bellissima, Chiara.

Diceva sempre che si sentiva un disadattato,
anche se aveva costruito una famiglia,
aveva un lavoro stabile da anni,
sapeva che lo sarebbe rimasto per sempre.

Ogni tanto penso a te,
Maury,
con un grande senso di colpa.

martedì 23 marzo 2010

Senza nome

Quel mattino me ne stavo sul divano
avvolta nella coperta con cui avrei dovuto dormire.
Mi guardavo intorno e non riuscivo a muovere un dito.
Ero stupidamente felice
felice di stare dentro il tuo spazio
di usare le cose che usavi ogni giorno
di respirare i tuoi umori di anni.
Sarei potuta rimanere così
ferma
per sempre
pensando a te
e al momento in cui saresti tornato
sapendo che si'
saresti tornato.


Inviato da iPhone

sabato 20 marzo 2010

manta tribal

giovedì 18 marzo 2010

Fedele alla linea

Io sono sempre “scappata” dai gruppi dopo aver condiviso gioie e dolori perchè ad un certo punto ho sempre sentito il bisogno di nuovi confronti, nuove visioni, nuove alchimie.

Ogni volta lo stimolo nasceva da una nuova passione, un nuovo interesse, una nuova sintonia con una nuova persona. L'unica cosa che davvero accomuna tutti gli esseri umani è il cambiamento continuo, allora va da sé che si senta la necessità di fare nuove esperienze, di intrecciare nuove relazioni, di imboccare nuove strade.

E' naturale che ognuno di noi di fronte ai cambiamenti si pone con sensibilità diversa: alcuni restano il più possibile attaccati a quello che hanno e che sono, altri hanno la tendenza a buttarsi in nuove “cose”. E in mezzo ci sono le innumerevoli sfumature che variano a seconda dei casi, dell'età, della propria condizione interiore del momento.

I miei allontanamenti sono stati vissuti spesso come tradimenti (e ne ho sofferto), a volte come manifestazione di scarso interesse da parte mia (e ne ho sofferto).
Raramente sono stati compresi.
Queste ultime sono le volte che hanno generato i legami più importanti, più intimi, più duraturi, quelli che non avranno mai bisogno della frequentazione continua o di conferme eclatanti per sapere che io ci sono, loro ci sono.

C'è una cosa che mi chiedo sempre quando sto per “allontanarmi” di nuovo: quanto tradisco me e quanto tradisco gli altri? Sano individualismo significa non tradire se stessi, il più grave delitto che si possa commettere!

Non c'è nulla che valga abbastanza da tradire se stessi, nemmeno l'amore dei genitori.

Col tempo e qualche musata ho imparato che ci sono livelli diversi di tradimento di sé così come a volte all'interno della stessa esperienza si può trovare anche quel “nuovo” da cui sono fottutamente attratta, la scintilla che mi fa sentire viva, ancora.
E sono diventata più tollerante verso me stessa perchè siamo in continuo mutamento e forse è proprio questo che rende bello ma complesso stare al mondo, insieme agli altri.

martedì 9 marzo 2010

Scegli

Si sfregano regine tra le pieghe di una danza
Le nostre ali blu
Si intrecciano tra erba e vino sparsi su un bancone
E poi
E' tempo di nascondersi ancora
Tra spinte e sguardi
Tra fiumi e schiume
Tra lingue e bocche
Assenti ancora
Tra spinte e sguardi
Tra giochi finti
Ancora guai

8/2/2010

Mi sono all’improvviso accorta di aver dimenticato il compleanno di Guido, un mese fa esatto.

E' successo ieri sera mentre tentavo di prendere sonno, con fatica stranamente, continuavo a pensare a lui, senza motivo.
Come è potuto accadere?

Ho ripensato alla coincidenza secondo cui anche l’anno scorso l’ho dimenticato: appena dopo la mezzanotte del 10 febbraio, mentre ero già a letto, gli inviai un messaggio e lui rispose subito. Uno scambio breve ma immediato per organizzare di uscire a cena quella settimana. Un paio di giorni dopo cenammo non ricordo più dove, ricordo che ne scrissi perché era dalla cena del settembre prima, con i suoi numerosi amici, che non ci vedevamo né sentivamo .. serataccia, quella!

Mi scusai del ritardo, nel messaggio, ma solo il giorno dopo mi resi conto che ero in ritardo di due giorni e non di pochi minuti. E glielo raccontai, come prima cosa, quando ci vedemmo. Lui ne rise, non era certo motivo di risentimento o di offesa.

Quando tornai a casa gli scrissi che ero stata bene ed ero felice di esserci ritrovati, dopo quella assurda serata non mi ero più fatta viva con lui perché troppo mortificata, mi vergognavo. Glielo scrissi proprio così. E lui non mi rispose. Ma non era un silenzio di circostanza: era il suo modo di farmi sapere che non c’era alcun problema.

Anzi, lo aveva già detto uscendo di nuovo a cena con me senza chiedere spiegazioni.

lunedì 8 marzo 2010

Donne


La Bigelow che vince l'Oscar
i fiori imprevisti
il pranzo impertinente
l'amica "scema"
il mostriciattolo cotto
la nuova reflex
la crema catalana
gli Africa nelle orecchie e l'entusiasmo dentro.

OttimafestadellaDonnA

domenica 7 marzo 2010

Domenicamente

Sento il tram scandire i miei pensieri, legata da anni al rumore di quelle rotaie.

La prima notte trascorsa in questa MIA casa
da sola
mentre piena di gioia mi addormentavo
quello che sentivo
e con affetto ricordo
erano i passaggi del tram sulle rotaie.

Non sono figlia del caso ma delle scelte che ho compiuto nelle esperienze che mi sono accadute.

Ho perso fiducia nelle sensazioni a cui prima davo seguito con molto istinto e poca testa. Ho eretto difese temporanee per sopravvivere al disincanto di sentimenti che da amore si sono trasformati in odio e rabbia.

O sono in pausa per ripulirmi, riassaporare il gusto dell'innocenza, non commettere l'imperdonabile errore di ferire incolpevoli altri.