martedì 30 ottobre 2007

La principessa sfortunata


soffri.

sbagli ma non impari.

resistenza.
quasi esaurita la scorta.
di forze, d'energia.

hai voglia di guerra.
ti plachi solo quando senti odore di distruzione.
si spegne dentro te quella fiamma che ti brucerebbe viva, altrimenti.

il destino, sfortunato, come nella fiaba.

lunedì 29 ottobre 2007

Identità


non ti riconosco più.
riconosco solo sensazioni del passato che ti trasformano in un ruolo che non sei tu, ma parole e gesti introiettati quando ancora non sapevi e non capivi.
ti vedo agire e parlare, so che non sei tu, ma non so ancora chi sei.
una forza interiore a sè stante decide e così si difende, ti difende.
un nuovo lunedì.

venerdì 26 ottobre 2007

Peregrinazioni



mangio, leggo, penso; mi isolo da un mondo che sembra scorrere davanti ai miei occhi senza riuscire ad entrarci e seguirne il ritmo.

il gelo dentro, come fosse sempre inverno, un inverno rigido come quelli di quando ero bambina e, dopo le feste di natale, avvertivo quel senso di angoscia disarmante che mi soffocava il cuore la mattina, quando mi svegliavo per andare a scuola. era l’ultima fase del primo quadrimestre, la prima parziale resa dei conti in vista della pagella; era il momento in cui dovevi dare tutta te stessa per recuperare voti e migliorare la media.

è per questo che da quando lavoro e posso decidere liberamente, allungo sempre le ferie di qualche giorno per restare a casa, al caldo, nei primissimi giorni del nuovo anno.

ci sono stati anche degli inizi straordinari:
il primo anno vissuto fuori dalla casa dei miei genitori;
l’inizio anno dell’anno delle olimpiadi;
l’inizio del 2007.

per le vergini (23/08 - 22/09)



il tuo compito astrologico sarà diventare un ostinato ficcanaso che gira il mondo facendo domande.

travestimenti consigliati per halloween:
giornalista,
spia,
reporter che solleva scandali.

martedì 23 ottobre 2007

Lutto

la morte.
la perdita.
l’abbandono.

nella mia famiglia siamo in 4.
... eravamo in 4 ...
nella mia famiglia c’è sempre stata una divisione: da un lato mia madre e mio fratello.
dall’altro mio padre ed io.

mia madre sempre di parte, sempre pronta a difendere mio fratello, come una fiera che protegge il proprio cucciolo. sì, mia madre è una donna molto istintiva.
mio padre, invece, uomo: frutto di principi e di razionalità, di obiettività.
mi adorava, ma mi difendeva solo quando era giusto, o quando era troppo evidente la mia ragione, palese l’ingiustizia. altrimenti, per quieto vivere (con mia madre, e con quel figlio maschio così problematico, con cui desiderava un rapporto tra maschi che non ha mai potuto avere) si metteva in disparte, temporaneamente.

è morto.
tumore al fegato.

simbolicamente penso che soprattutto dalle sue parti (era napoletano) significhi che “si è mangiato il fegato”. in realtà è stato il fegato a mangiarsi mio padre. l’ultima volta che l’ho visto, la sua pelle era gialla, il suo corpo ridotto alle ossa.
l’ho visto soffrire, esalare l’ultimo respiro con una fatica immensa.
nella mia vita non avevo mai pensato al giorno in cui avrei perso mio padre.
stare senza di lui è intollerabile per me.
non ci riesco a stare senza di lui.
mi ha strappato via tutto l’amore che avevo dentro.

lui mi chiamava “chicca” a volte. e io mi sentivo così fiera. anche a 30 anni mi scioglievo quando pronunciava quelle parole: “la chicca di papà”.
non capisco e non accetto, perché tra tanti dolori ho dovuto subire anche questo.
non ero pronta, mi ha sorpreso così tanto che non ho fatto in tempo a dirgli nulla.
sono stata con lui per ore, prima che morisse, senza parlare, guardandolo soffrire, scappando dalla sua stanza ogni volta che sentivo il bisogno di piangere, come se mi vergognassi davanti a lui. lui che mi parlava e mi comprendeva, lui che mi ascoltava.
lui che mi amava. lui che era sempre orgoglioso di noi. comunque.

non sono nemmeno riuscita a darti un nipote. scusami.
sono stata così inconcludente.
non sei stato nemmeno nonno. mi dispiace.
eri un uomo del sud, ma hai accettato ogni mia scelta, anche quelle che faticavi a comprendere, come la convivenza al posto del matrimonio, la mia decisione di andarmene e vivere da sola.
quando entravi nella mia casa l’ammiravi e ammiravi me.
adoravi la mia casa.

non squillerà più il mio telefono .. con te all’altro capo del filo.
non sentirò più le tue chiacchiere e le tue risate.

gli ultimi anni sono stati così duri per la nostra famiglia che a volte sono felice che tu non debba più sopportare il peso di certi problemi, l’ansia con cui vivevi certi avvenimenti.

reinventarmi una vita senza di te è la prova più dura.

quanto mi hai mandato fuori di testa, negli ultimi tempi .. con i tuoi dubbi, le tue ansie, le tue domande.

l’ultima frase che hai pronunciato con me, al telefono, quel sabato, mi rimbomberà nella testa per sempre: “mi sento ancora un po’ giù”.

non hai avuto il coraggio di dirmi che stavi morendo, anche se lo sapevi.

mi hai protetta per l'ultima volta, ma io lo sapevo, papà, lo sapevo che stavi morendo e abbiamo recitato pensando di soffrire meno.

avrei voluto salvarti ma non ce l’ho fatta.

tuo fratello aveva ancora tante cose da dirti. era incazzato e se l’è presa con me, perché io sono la più forte di questa famiglia. ma poi ha capito e mi ha abbracciato, abbiamo pianto e mi ha chiesto scusa.
e la sera, la sera abbiamo riso e scherzato, guardando quelle foto, anche se tu non c’eri più, da qualche ora.
sono felice che quella sera abbiamo saputo ridere. come facevi tu.

PS: al tuo funerale c’era un mucchio di gente .. ma tu lo sai, la gente ti adorava.

giovedì 18 ottobre 2007

istinto


Ieri ho visto un neonato tra le braccia della mamma.
Entrambi avevano occhi affusolati, sudamericani.
Ho avuto voglia, istinto, desiderio di prendere in braccio quella bambina,
di vedere i suoi minuscoli arti superiori aprirsi per accogliermi.
Non mi era mai successo.
Non l'ho fatto.

venerdì 12 ottobre 2007

acerba

rubo emozioni e le metto nero su bianco.
scorrono, dopo essersi inerpicate fino alla cima del mio cervello, attraversano le mie dita e si infrangono su un foglio bianco, ma virtuale.
lo macchiano di segni riconoscibili.
le sento, profonde, ma le abbandono quando cambiano forma.
non sono più mie, non sono più io.
sono creature pronte a camminare sole.
invadono il mondo, vasto o minuscolo, non importa.
non pesano più sulla mia anima.
liberano spazio.
provocano altre sensazioni in altri cuori.

nonostante tutto

amo la mia vita.
e amo me.
amo miss valentine.
così.
com'è.

negri & amari

solo per te
convinco le stelle
a disegnare nel cielo infinito qualcosa che
somiglia a te
solo per te
io cambierò pelle
per non sentir le stagioni passare
senza di te
come la neve non sa
coprire tutta la città
come la notte non faccio rumore
se cado è per te

il toro

"Per quelli che si sentono prigionieri, tutto diventa un muro. Anche una porta aperta".
Con questa frase del poeta francese René Char non voglio dire che sei più prigioniero di tutti noi, Toro. Il motivo per cui te la cito in questo particolare momento è un altro: vorrei che tu agissi in modo deciso e con ogni mezzo possibile per liberarti di quei muri. Secondo la mia lettura dei presagi, il cosmo ricompenserà i tuoi sforzi per abbattere gli ostacoli che impediscono agli altri di raggiungerti.

giovedì 11 ottobre 2007

Un pomeriggio d'autunno

è quando mi dici che sono bella, ma lo dicono i tuoi occhi, più che le parole (il tuo cuore?).

è quando tenti di entrarmi dentro passando per i miei occhi.

è quando camminiamo insieme che sento l'esistenza di uno spazio fatto per noi due.

è quando siamo tu ed io che mi sento orgogliosa di averti accanto, di stare accanto a te.

è quando siamo con le persone che mi sento speciale, che trasmettiamo di essere speciali, al di là di luoghi e atmosfere. avverto e riconosco il loro sentire, un rispetto interiore per la nostra magia, filo sottile ma forte che ci lega, ci trasforma in un "noi", trascende i nostri "io", ma non li annulla.

è quando sono con te che sento una sensazione.
è un guizzo rapido.
inizia nell'anima e sale, fulmineo, lungo tutto il mio corpo.
è quando si schianta nella mia mente che prende forma un pensiero:
"sono donna, nè maschiaccio nè bambina, ma donna".

è allora che mi paralizzo.

è allora che mi sento atterrita.

è allora che fuggo?

mercoledì 10 ottobre 2007

pioggia di luce



crede di essere libera ma
la distanza che la separa da sé
rende invisibile ogni realtà

litfiba old

sabato 6 ottobre 2007

Tua figlia

pranzo con mia madre.
io.
"l'altra notte ho sognato di entrare nella vostra cucina e trovare papà, incupito.
gli chiedevo perchè, mi rispondeva qualcosa sul piatto del colapiatti".
mia madre.
"sì, il piatto del colapiatti. lo lavava sempre lui".
?

dorian gray


che importanza può avere il reale corso del tempo?
soltanto alle persone meschine occorrono anni per liberarsi da un'emozione.
un uomo padrone di sè può troncare un dolore con la stessa facilità con la quale crea un piacere.
non voglio essere in balia delle mie emozioni.
voglio sfruttarle, goderne, dominarle.

venerdì 5 ottobre 2007

hurt

ha sbattuto la porta così forte che la chiave non va più oltre la terza mandata.

prima però mi ha urlato parole d’amore.
prima ancora è stato seduto in silenzio per qualche minuto.
prima prima ha lanciato oggetti nella mia cucina.
prima prima prima ho urlato che “non ci sto a farmi in 4, mentre tu giochi al pc!”

dopo ..

ho cenato da sola con gnocchetti sardi al ragù.
ho finito la birra, ma ne avrei bevuta altra.
ho lavato i piatti e rassettato la cucina.
ho spento le luci e mi sono sdraiata sul divano.
ho guardato la tv, inebetita, sfinita.

un ultimo guizzo di energia per raccogliere le sue cose e infilarle in una busta.
la busta è ancora lì, appesa alla sedia accanto alla porta.
anche se abbiamo fatto pace.

mercoledì 3 ottobre 2007

proverbio orientale



"Water that is too pure has no fish "
maestro zen Ts'ai Ken T'an

lunedì 1 ottobre 2007

il risveglio del pitbull

sono stata svegliata dalle mani gelide di J che “non ha potuto resistere”.
peccato che fossero le 6:30 del mattino!

niente panico.
non è bastato a strapparmi totalmente dalle braccia di Morfeo (il mio ritorno al coma è piuttosto rapido e indolore).

ma questa mattina è stata orchestrata una congiura contro il riposo dei giusti: il mio vicino in pigiama, ma con le scarpe ai piedi, ha iniziato a camminare su e giù per la casa.
ok, mi alzo!
caffè, sigaretta, doccia, trucco, vestiti (che indecisione! fa freddo? fa caldo? pioverà?) in traumatico ritardo è iniziata una nuova settimana.
e un nuovo mese.