giovedì 25 dicembre 2008

La fata

Live

C'è solo un fiore in quella stanza
e tu ti muovi con pazienza
la medicina è amara ma
tu già lo sai che la berrà

Se non si arrende tu lo tenti
e sciogli il nodo dei tuoi fianchi
e quel vestito scopre già
chi coglie il fiore impazzirà

Farà per te qualunque cosa
e tu sorella e madre e sposa
e tu regina o fata, tu
non puoi pretendere di più

E forse è per vendetta
e forse è per paura
o solo per pazzia
ma da sempre
tu sei quella che paga di più
se vuoi volare ti tirano giù
e se comincia la caccia alla streghe
la strega sei tu

E insegui sogni da bambina
e chiedi amore e sei sincera
non fai magie, ne trucchi, ma
nessuno ormai ci crederà

C'è chi ti urla che sei bella
che sei una fata, sei una stella
poi ti fa schiava, però no
chiamarlo amore non si può

C'è chi ti esalta, chi ti adula
c'è chi ti espone anche in vetrina
si dice amore, però no
chiamarlo amore non si può

Edoardo Bennato

Una serata che non ti aspetti

La mia vigilia di Natale.

Si è trasformata senza avvisare in un momento pieno di calore,
risate,
compagnia,
doni,
affetto .. amici.

E qualcosa di più.

Ma c'è stato anche il dolore, e un passaggio in ospedale.
A riposo per cinque giorni, con un ginocchio gonfio e un livido degno di una bimba.

Miss,
ma che combini?

Buon Natale!

lunedì 22 dicembre 2008

La repulsione

L’onnipotenza dei bambini: pensano che tutto dipenda da come si comportano.

La miss e valentina.

L’immagine di persona superiore e distaccata che allontana gli altri.

Che giornata strana.
Mi ero svegliata di buon umore, anche se in ritardo .. come sempre.
Mi sono scontrata con almeno due persone, oggi.
Con qualcuno ingiustamente.
L’aggressività che scateno per invidia e non solo.

Il mio albero ha le luci spente e nemmeno un regalo sotto.

Che strano natale..

giovedì 18 dicembre 2008

Giovedì

Il mio vicino ha acceso Radio Padania alle 7, casse rivolte alla parete della mia camera da letto, risposta alla rumorosa serata tra amici.
Mi sono svegliata di buon umore.
Merito della cena in compagnia a suon di ottimo cibo e vino a profusione.
O delle risate notturne da soffocamento: scritte, lette, sentite.
Alle 8 in punto ero sul tram. Dopo settimane sono arrivata puntuale in ufficio.
Oggi c’è il sole.
Ho sonno che ho rischiato di addormentarmi mentre leggevo;
non ho fumato per un’ora e mezzo;
ho i capogiri da seduta.
Domani sarà una bellissima serata.
Chiara, Fabio, Valentina, i Negramaro, le canzoni, la musica, la folla.


VERGINE (23 agosto - 22 settembre)

"La mia più profonda ferita emotiva è stata anche un’inesauribile fonte di benedizioni". Non vi racconterò il motivo per cui tale dichiarazione è vera per me - è troppo personale - ma vi assicuro che è uno dei fatti fondamentali del mio destino. Puoi fare una simile affermazione, Vergine? E' possibile interpretare la tua vita in modo tale da vedere come una dolorosa esperienza sofferta in passato ti ha dato anche un’enorme intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà un ottimo anno per fare questo salto di consapevolezza. E il tempo del solstizio - proprio ora! – è il momento perfetto per iniziare.

mercoledì 17 dicembre 2008

Di spalle


Si sveglia pochi minuti alle 7.

Tenta di ricordare la serata di ieri, ci riesce a fatica.
Ha parlato con qualcuno, ha raccontato un altro conflitto.

A ritroso nella memoria, ricorda che ha deciso di restare a casa: deve pulire, riordinare, questa sera deve ospitare cinque persone. Potrebbe dormire ancora un po’, invece si alza, prepara il caffè, ha già voglia della prima sigaretta.

Ha mal di pancia e la mente offuscata da qualche bicchiere di vino rosso.

Cammina su un filo, un filo che si assottiglia sempre di più, è in bilico.

Riguarda le foto dell’ultimo evento, ne sceglie una e sale prepotente il bisogno di scrivere, di sussurrare a se stessa, ascoltare il lamento profondo della sua anima, dargli voce, spazio, abbracciarsi un po’.

Manca tutto.

Risuona dentro Quel guizzo; l'istinto profondo e improvviso è avvicinarsi, come l’attrazione del ferro alla calamita, come fosse tra tanti l’unico cui appartiene, che appartiene a lei. Cullata dal dondolio del treno, lottando contro il sonno, il pensiero tornava lì: una puntura meschina che ha spazzato via le sue certezze.

Più in fondo: l’attrazione per l’indifferenza, il disprezzo e l’odio.

Il sogno ha stabilito che può percorrere una strada più tortuosa e piena di curve, affidandosi ad altri, per raggiungere infine lo stesso scomodo crinale, provarne terrore e decidere di affrontarlo, gettandosi di sotto, buttandosi dentro la vita.

martedì 16 dicembre 2008

Cena di natale




Volti, sguardi, voci, risate, profumi, lacrime, canzoni, cibi, coperte.
Silenzio.
Provo a mettere insieme le parole per raccontare un altro pezzo di vita.

Mi sono svegliata con l’umore sotto i calzini.
Erano solo le 4.
Mi sono alzata dal letto, ho fumato una sigaretta e acceso il pc.
Ho chiacchierato con chi, dall’altra parte del mondo, era appena rientrato dalla spiaggia, clima ottimo per surfare.
Ho pensato che fosse un buon segno.

Sono tornata a letto ma non ho dormito.
Alle 7,30 ho abbandonato la cuccia e ho preparato il caffè.
Ho dato un’occhiata al forum pensando al pranzo di domenica e ho iniziato a prepararmi. Mille indecisioni, alla fine ho valutato tutte le eventualità e ho riempito lo zaino.

Ho viaggiato fino a destinazione su una carrozza dorata; guardavo i campi innevati lungo l’autostrada, la nebbia impediva di vedere il confine tra terra e cielo. Mi ha ricordato quando sulla nave per la Sardegna, era il buio della notte a mischiare il cielo con il mare.

I primi occhi che ho incrociato sono stati sovrani e ho sentito il sollievo di ritrovare calore e accoglienza. Solo qualche istante per abituare il mio corpo e i pensieri alla nuova atmosfera, alla compagnia delle persone lasciate poco tempo prima. Cinque amici intorno a un tavolo, un piatto di pasta e un buon rosso hanno fatto il resto.

Mi sono messa comoda e, spediti gli uomini fuori, tre allegre bambine hanno sbucciato, pelato, condito, pulito, infornato, con un sottofondo di musica e risate. E creato giacigli per sedici persone. Nel corso delle ore il campanello trillava: ad ogni squillo una faccia, una voce, un sorriso, uno zaino, un posto letto, una sedia, un bicchiere, un dono.

E sento di nuovo odore di tribù.
Un gruppo aperto dove c’è sempre un posto in più.
Credo di aver trovato anche il mio.

Amore perfetto, relazioni imperfette

Vergine (23 agosto - 22 settembre)

Dopo aver meditato a lungo su come dare una sferzata d'energia alla tua vita amorosa, ho deciso di sottoporti questo brano del libro di John Welwood Perfect love, imperfect relationships. "In cuor loro tutti conoscono l'amore perfetto, perché il cuore umano è un canale attraverso cui l'amore assoluto si riversa nel mondo. Ma i rapporti umani sono un'espressione imperfetta di quell'amore. Questo crea un doloroso divario tra l'amore perfetto del nostro cuore e il modo imperfetto e incompleto in cui lo esprimiamo nei nostri rapporti. Se siamo convinti che l'amore umano debba essere quello che non è (cioè assolutamente incondizionato), rimaniamo delusi e finiamo per diffidare dell'amore. Proviamo rancore verso gli altri perché non ci amano nel modo giusto o verso noi stessi perché pensiamo di non meritare l'amore. Tutto questo crea una ferita universale: la sensazione di non essere amati per quello che siamo".

martedì 9 dicembre 2008

Freestyle

Scrivo per me e per te.

La mia anima è feroce,
all'inizio di ogni cosa c'è sempre una profonda foce
che genera del brutto, io vorrei buttar via tutto.

E invece sono presente
di fronte alla mia mente,
ma so che ciò che vale
per miss è solo il cuore.

Lo divido,
lo consumo,
lo spremo,
lo pretendo.

Io vivo nel presente.

Un funerale

"Un suo sguardo scioglie e vanifica tutte le mie difese.
Sono nudo davanti a lei,
un nudo innocente, di neonato.

Cosa?
Io, lei.
Non è dato saperlo.

Tempo, giudice giusto e imparziale
ambasciatore di tutte le risposte, amare, dolci
senza pena.

Temo gli occhi suoi, dolce sguardo disarmante.
Tenere carezze accompagnano la vista di colui che li incrocia.
Temo gli occhi suoi
fiero sguardo di forza
espressione naturale di un potere che paralizza.

Sì, tempo
ma lo sguardo che più non vede è la paura più forte.

Tempo, ferita profonda, labbra bagnate dagli occhi.
E' sola,
di fronte soltanto lei.

Ricordi che scorrono, pezzi di vita bambina incastrati nella memoria.
Un lento passo l'accompagna verso se stessa.
Piccole scoperte di vita quotidiana compongono il disegno del suo complesso mosaico.

Accanto a me
l'ho vista
sguardo bagnato da un immenso dolore,
due braccia intorno a lei,
due labbra sulla sua fronte,
ma non erano le mie.

Tempo,
fedele compagno di vita
amico paziente e generoso che dona certezze e raccoglie speranze,
fai tuo il dubbio,
e lasciami una semplice risposta.
Amara, dolce, ma senza pena".
dieci maggio duemilaotto

lunedì 8 dicembre 2008

Tribù

La mia casa è avvolta dal silenzio.

La cucina di nuovo in ordine, il colapiatti pieno di stoviglie ad asciugare.

Un giro in moto, un pranzetto leggero, l’albero di natale, due chiacchiere veloci con persone lontane.

La mente torna a ieri.

Il sapore delle persone nette, che non scendono a compromessi ma costruiscono famiglie per scelta, non per obbligo di sangue, mi ha riconsegnato il gusto di affrontare la mia battaglia di identità, pur sapendo quanto sia intenso il dolore che l’accompagna. Sì, è un destino di solitudine, di ricerca metodica di quei rari esseri umani in cui riconoscersi fino in fondo.

Mentre la ricerca della mia tribù e del mio luogo di appartenenza si fa più accanita, entrano nella mia vita volti e parole, alcuni nuovi altri ritrovati.

Non sono mai stata una persona comune, né semplice. A tratti ho amato e amo la mia complessità, le mie tortuose peregrinazioni, l’originalità del mio sentire; altre volte ne soffro come il brutto anatroccolo della fiaba, scacciato da tutti perché nato nel gruppo sbagliato.

Ho riascoltato i racconti dei viaggi, delle persone incontrate, di quelle che per un tratto hanno camminato anche con me, nomi mai dimenticati hanno risuonato insieme alle immagini di quella che ero.

Un pezzo del mio mondo ha respirato a pieni polmoni e per qualche ora mi sono riconciliata con me.

venerdì 5 dicembre 2008

In moto


"Schianto a terra
Plastica in frammenti che scivolano con te
rotoli, rotoli e finalmente ti fermi.

Lontano da lei.

Sguardo fisso a terra. Fermo.
Un solo lunghissimo istante, un solo pensiero. Tu!
Ti pensi e ti pensi vivo.

Ti muovi, piano.
Le gambe, una mano, l’altra
Nessun dolore.
Niente di rotto

La ascolti.
Nessun rumore.
Motore spento.

La guardi
Le ruote ferme, il manubrio che segna l’asfalto.
Ti alzi, ti avvicini.
Lei è ferma e non chiede aiuto.

La benzina che esce dal serbatoio
Sbrigati! Alzala. Mettila sul cavalletto.

Di nuovo in piedi.

Il manubrio è dritto, la leva del freno piegata ma funziona.
Con un po’ di attenzione, certo, ma puoi viaggiare tranquillamente.
La frizione è a posto, uno specchietto rotto, il destro, ma viaggi lo
stesso.

“se cadi, subito in sella, altrimenti non sali più.”

Di nuovo in sella, di nuovo insieme
Prima, seconda, terza, quarta e… la prima curva.
scala la marcia,
imposta la traiettoria,
e piega ..

Rallenta, prendila più piano, non piegare come prima.
Più tranquillo, rilassati, ok.
Altra curva, rallenta, frena un po’, piega
Dolce, non così rigido!!…

Di nuovo fermo. I piedi fissati al terreno.
Le mani sul serbatoio seguono il solco dei graffi incisi dall’asfalto

… qualcosa si è rotto
o forse hai soltanto paura

riparti, durante il viaggio lei ti parlerà".

Per fare a meno di te

GIORGIA

Per Fare a meno di te
non so dove me ne andrò
che cosa inveterò
Per fare a meno di te
Io no, non mi sveglierò
non ti ricorderò

Quando guardo il cielo
cerco te
distrattamente guardo il cielo e
cerco te
e mi sollevo

Per Fare a meno di te
Non so quanto cuore avrò
io mi difendero

Quando Guardo il cielo
cerco te
Distrattamente guardo il cielo
e cerco te
E mi sollevo

Sulle circostante il tempo scivola ( sopra di noi)
l’infinito sceglie la sua lacrima
Dove cercare ( qualcosa di più) (ancora)
E fare a meno di te

Quando guardo il cielo
cerco te
Distrattamente guardo il cielo
e cerco te
E scioccamente mi sollevo
su con te
su con te
su con te

Paura della frantumazione

Per non impazzire
per non morire
per non frantumarsi

L'anima si difende
come sa
con gli strumenti che ha
in un automatismo che scatta da sè

I tempi sono diversi
la difesa di un'integrità messa a rischio da eventi e persone
le modalità non cambiano

Una protezione così asfissiante
da sottrarti alle esperienze

L'hai colta tu
che nei miei occhi hai letto
NESSUNA DIFESA
e sei rimasto in silenzio

giovedì 4 dicembre 2008

Esclusione



Parole che raccontano l'intima peculiarità che porto con me dall’inizio dei tempi.
Dispiegano la trama del drago contro cui combattere l’ardita lotta;
la stanza degli orrori conteneva questa verità.
L’ho guardata,
mi spaventa.
Mi fa male.

Non mi fido fino in fondo di nessuno.
Spalanco le mie porte alla ricerca di alleati.
Per me la vita è stata sempre guerra, soldati piazzati sui rispettivi schieramenti.

Mai più di due, mai meno di quattro.
Siamo rimasti in tre e io non trovo più il mio posto.
Sarà un bene?
E' andato in pezzi lo schema cristallizzato.

mercoledì 3 dicembre 2008

La miss

Ma perchè quel giorno mi hai chiamata così?

"Perchè tu te la tiri, ma in modo simpatico.
E allora: miss valentine!"

O si ama o si odia.

domenica 30 novembre 2008

Partire

Salire su un pullman con uno zainetto e molti pensieri.
Arrivare alla stazione e stare col naso all'insù, sguardo al tabellone delle partenze, in attesa del numero del binario.
Prendere il treno e partire.

Fuori dal finestrino nevica.
Leggi un libro, ascolti i discorsi delle studentesse sedute accanto a te, pensi a quello che stai lasciando e a quello che troverai.
Quanti ripensamenti nelle ultime ore, quanti timori.
Ma basta un sms: "Ti aspettiamo a braccia aperte!" per rassicurarti di aver fatto la scelta giusta.

Sono molto stanca questa sera, spaesata nonostante sia tornata nel mio nido, frastornata dalle emozioni vissute, dalle persone incontrate sulla mia strada, quelle che hanno aperto le porte delle loro case e hanno condiviso umori e risate, riflessioni e progetti, mi hanno guardata negli occhi, mi hanno ascoltata e hanno scelto.

Arrivare a casa e trovare una buona notizia.

Questa mattina ho provato un’agitazione a cui non ho ancora dato un nome né una motivazione certa. Non leggerò quelle parole, non gli permetterò di pensare che possano influenzare le mie scelte.

La decisione è già presa, un compromesso accettabile, per ora.

venerdì 28 novembre 2008

internazionale

Per un po' dovresti evitare i tacchi a spillo, Vergine. Il rischio di cadere è maggiore del solito. Ti consiglio anche di non camminare sulle funi, di non salire su un piedistallo e di non sognare di arrampicarti fino alle nuvole con una scala. Altri due suggerimenti: non guardare dall'alto in basso le persone che consideri inferiori e non promettere più di quanto puoi mantenere. Hai capito bene? Sta' alla larga dalle forme di espressione più alte. Scegli le posizioni basse e discrete. E cerca di tenere sempre i piedi per terra.

Segni dal cielo



Stanotte ho sognato un cielo limpido pieno di stelle,
tantissime,
luminose,
brillanti.
Ne ho vista una volare giù a picco!
Una stella cadente ..

Ho pensato:
"Desidero .. desidero .. desidero?"

giovedì 27 novembre 2008

Fabietto

Perché quello che ti spacca
ti fa fuori dentro
forse parte proprio da chi sei.

Ligabue

E buonanotte a tutti i sognatori
a quelli che la devono far fuori
a chi c'ha il mondo sempre più lontano
perché ha vissuto sempre contromano
a chi non butta via la notte coi pensieri
a quelli che una coppia è gia una folla
e dicono che il cielo sia una balla
a quelli che da soli ci stan stretti
e pensano che il cielo sia di tutti
a lui e lei che stanno insieme solo con la colla

e poi a quelli che non ritornano
certo lassù forse lassù
sono capaci di non dormire mai più

chissà se in cielo passano gli who
chissà se in cielo passano gli who
chissà che nome d'arte avrà il dj
se sceglie sempre e solo tutto lui
se prende le richieste che gli fai

a chi decide di ammazzare il tempo
e il tempo invece servirebbe vivo
a chi sta in giro perché non ha scelta
perché comunque il sonno non arriva
a quelli che ogni notte puoi giurarci son presenti
e buonanotte a chi la sa godere
a quelli che han bisogno di star male
a chi ha paura di restare fermo
e sogna un po' più forte quando è sveglio
a quelli che non hanno mai saputo dove andare

poi a quelli che non salutano
certo lassù forse lassù
sono capaci di non dormire mai più

chissà se in cielo passano gli who
chissà se in cielo passano gli who
chissà che nome d'arte avrà il dj
se sceglie sempre e solo tutto lui
se prende le richieste che gli fai

Chi ha inventato miss_valentine

Manchi tu,
quando esco dal palazzo antico e fuori è buio,
le luci di Natale illuminano il centro.

Bramo il bicchiere di rosso nella vineria della piazzetta pedonale,
quella del teatro bomboniera,
della gelateria artigianale,
della libreria internazionale,
del Museo del Cinema Nazionale.

Torino,
affascinante e seducente,
maliziosamente austera,
ti rapisce senza farsi notare.
Pezzi del mio cuore sparsi negli angoli più impensabili della città,
uno sguardo solo per sentirli ancora palpitare.

Le nostre intime chiacchierate,
i sorrisi amari,
quelle ore rubate ad altri,
le risate piene,
i racconti delle nostre vite,
l'amore negli sguardi e nelle mani,
il desiderio di restare e il bisogno di scappare via.

Ogni volta una fitta feroce mi sorprende,
mi toglie il respiro e mi riporta a te.

Dolore misto a piacere,
mi fa sentire viva.

lunedì 24 novembre 2008

Dissociazione

Credo che le persone vogliano aderire all'immagine che pensano gli altri abbiano di loro, e forse io sono tra quelli che generano fortemente negli altri la sensazione che debbano corrispondere all'idea che ho di loro, perché io stessa a volte sono convinta di non poter tradire l'immagine che gli altri hanno di me.
E' in quei momenti che si perde la naturalezza di se stessi.
Difficile riconoscerlo e cambiare.

Mi sento responsabile.

Oggi sono in uno stato di dissociazione totale dal presente, dalla realtà. Ieri pomeriggio, la sera e questa notte ho provato dolori violenti.

Sarà dura, ma penso che tutto questo soffrire mi porterà infine da qualche parte, fosse anche solo un po' più al centro di me stessa.

Avevo appena rialzato un pochino la testa, ma come sempre accade, come previsto, la boicottatrice si è mostrata, sempre in agguato, quando sente che le cose iniziano a funzionare. Chissà? E' stata lei a provocare tutto quello che è accaduto ieri?

O è stata la parte sana di me che ha reagito di fronte all'arroganza di mio fratello, all'indifferenza di mia madre?

Sono molto confusa.

La chiusura del cerchio

Insieme hanno comprato gli ingredienti per la cena, e con calma si sono messi ai fornelli, dopo una doccia, a tagliare, affettare, condire.

A fine cena gli ha ricordato l'episodio dell'ombrello, quando lui mimò di aprirlo e reggerlo sulle loro teste per ripararsi perchè pioveva, la prima volta che si sono incontrati. Lui non lo rammentava. E quando lei ha concluso il racconto, sorrideva come un bimbo: "Che gesto romantico!"

Ha avvicinato il volto a quello di lei, si sono sfiorati e accarezzati con il naso, la bocca, le guance per un tempo infinito, prima di abbandonarsi.
Le loro esperienze si sono mescolate.

"Questo è il nostro addio.
Abbiamo chiuso il nostro cerchio".

Ha sentito un dolore lancinante, come se le stessero strappando una parte di sè. Ha pianto di un pianto diverso da sempre, un pianto interiore, che non finiva più mentre lui la teneva stretta, senza pronunciare una parola.

"Sarei dovuto venire prima a chiudere questo cerchio".

La mattina appena sveglio, le ha accarezzato la schiena e le spalle per qualche minuto, poi si è alzato, si è vestito ed è andato via. Lei l'ha lasciato fare senza dire nulla.


ventisette agosto duemilaotto

Turisti a Torino

L'ha caricato in moto e via.
Non credeva nemmeno di esserne capace: 17 anni fa il suo primo pilota, oggi il suo primo passeggero.

"Guarda! Ti mangi ancora le unghie come allora!"

Hanno camminato per tutto il giorno, per tutto il centro della città.
Hanno pranzato; seduti a quel tavolino all'aperto, per ore si sono raccontati. Un dialogo tra due anime che si trovano nello stesso luogo, che si conoscono con il cuore e la pancia.

"Mi sento proprio comodo".

Sul muretto dei Murazzi sono rimasti a guardare la città, a sognare e ricordare; lo guardava e desiderava sfiorare la sua mano, appoggiare la testa sul suo petto.

A piedi sono andati allo studio di angela.
L'ha aspettata su una panchina del parco di fronte e al suo ritorno: "Come stai? Libera?" e un sorriso luminoso sul volto.

Lentamente sono tornati indietro, riattraversando tutto il centro della città, per raggiungere la moto. Mentre lei infilava il casco e i guanti e slegava La Misteriosa, lui le sorrideva, osservando i suoi gesti.

Era così felice!

ventisei agosto duemilaotto

La prima sera

Così vicini da fondersi insieme,
e nello stesso tempo così distanti.

Perchè sanno che la loro natura è separarsi.
Sempre.

venticinque agosto duemilaotto

Una domenica in famiglia

Sono entrata in una casa, quella dei miei zii, e ho trovato mia madre e mio fratello che non vedevo da almeno un mese. Con mia madre l’ultima volta avevo anche litigato.

Sono entrata nella stanza con un sorriso e ho detto “Ciao”, ma nessuno mi ha risposto. Non si sono nemmeno voltati a guardarmi. Il massimo del disprezzo, giusto, mamma? Il miglior disprezzo è la noncuranza, no? Me lo insegni da sempre.

Ho fatto buon viso a cattivo gioco per ore, finché non sono riuscita a trattenemermi di fronte all’ennesima lamentela di mio fratello: questa volta si trattava di quanto fosse lento il PC portatile che gli ho regalato l’anno scorso. Era il mio, un po’ vecchio, che gli ho ceduto perché obbligata da mia madre quando ho comprato quello nuovo. Gli ho fatto notare che visto che non aveva speso un soldo per averlo, avrebbe potuto almeno evitare di lamentarsi. Lui ha iniziato a sbrodolare qualcosa, ma io non lo stavo più ascoltando: m’ero voltata verso mia zia che aveva iniziato a parlare d’altro, sperando che capisse che non volevo aprire polemiche con lui.
Ma lui non ha gradito che lo ignorassi. Pian piano è esploso e ha riconquistato la mia attenzione urlando insulti, pieno di livore contro di me.

Mi sono voltata a guardarlo: ho trovato nei suoi occhi odio e disprezzo, continuava a urlare, come un disco rotto, che dovevo andarmene da quella casa. Ho sorriso, gli ho fatto notare che non ero sua ospite, non aveva alcun titolo per cacciarmi.

Nel frattempo i miei zii sono intervenuti per placarlo ma lui sembrava inarrestabile e quando si è reso conto che non mi sarei mossa da lì, si è alzato e, ripetendo senza sosta “sei una pezzente, devi morire da sola, non posso più stare a tavola con una persona del genere”, ha indossato la giacca per andarsene.

C’è stato un momento di grande confusione in cui mio zio tentava di trattenerlo, mia zia di calmarlo, lui vomitava di tutto contro di me, io rispondevo alle sue accuse, lui minacciava di picchiarmi se non fossi stata zitta.

Mio zio l’ha portato fuori per parlare con lui e calmarlo.

Sono rientrati in casa insieme ma solo per prendere la sua roba e mia madre e andarsene definitivamente.

Non ho più aperto bocca, mentre lui raccoglieva i regali di compleanno e aspettava che mia madre si infilasse la giacca. Nonostante il mio assoluto silenzio e quello di tutti gli altri, ha ripreso a insultarmi, con tutta la rabbia che aveva dentro.

Finalmente l’hanno portato via.
Io sono rimasta lì, con i miei zii.

Per l’ennesima volta mi sono sentita dire che io sono più intelligente e matura, per questo non avrei dovuto rispondergli. Ma io mi sono ribellata a questo discorso: non è più accettabile che io resti in silenzio di fronte a certe cose. Non mi pento affatto e non mi sentirò in alcun modo responsabile della sua furia perchè la mia reazione è stata civile, le mie risposte non sono state insulti alla persona che avevo di fronte, ma argomentazioni concrete contro le sue accuse.

Come altri nell’ultimo periodo, anche mio fratello ha tentato di denigrarmi in ogni modo: con gli insulti, con le accuse ingiuste e ingiustificate, infine ridicolizzandomi: “Tu sei troppo altolocata per me! Scendi un po’!”, a cui ho risposto che sono stanca di scendere al suo livello, sarebbe ora che provasse lui a salire.

Questi sono i fatti.
Sono troppo esausta per parlare anche di come mi sento.
Sicuramente adesso sono più calma.
Ma la devastazione che provo dentro non è descrivibile.

due settembre duemilaotto

Mentre faceva la doccia mi sono addormentata.

Il mattino dopo ero allegra, nonostante fosse il giorno della partenza.
Lui era ombroso.

Davanti al mio portone abbiamo aspettato insieme il taxi.

Mi ha baciata prima sulla fronte, poi sulle guance, infine le labbra.
Più volte.
Ci siamo stretti forte.

E' salito sull'auto e ci siamo salutati,
mentre scivolava via,
attraverso il finestrino chiuso.

sabato 22 novembre 2008

Centrata



Mi piace pensare alla prima sera,
quando fumavo sui gradini fuori dalla porta di casa.

Faceva freddo, ma su quelle scale no.

Lontana da casa, ma vicina alla mia anima.

Il mio pensiero

Sarà perchè ho tenuto d'occhio quel topic per settimane con il desiderio di unirmi anch'io, ma la consapevolezza che avevo la passione, la moto .. ma non la patente, nè la sicurezza interiore di poter fare tanti km nè l'esperienza per buttarmi in autostrada come faccio ora per raggiungere chiunque, ovunque;

Sarà perchè il giorno della vostra partenza io ho dato l'esame per la patente e quando mi è stata consegnata ho pensato a voi che iniziavate questo bellissimo viaggio e alla strana coincidenza;

Sarà perchè alcuni di voi li ho conosciuti di persona, dopo e mi sono rimasti nel cuore i sorrisi e gli sguardi;

Sarà perchè un paio di foto di quel video le ho fatte io e mi ricorderanno sempre il mio primo incontro reale con motocicliste.net, il Lo.Ve.2008, una delle giornate più intense che porto nel cuore;

Sarà per le canzoni che avete scelto per accompagnare questo bellissimo video;

MA

ho la pelle d'oca e lacrime che salgono prepotenti ai miei occhi, anche se non c'ero.

GRAZIE!

Io sono tra coloro che ............ la prossima volta ci saranno!

Mira su devastación

Cerca di comprenderle, col cuore, non con la testa.
Tenta di capire da dove provengono, quali sono i bisogni reali, riconosci i tentativi falliti per riempire i vuoti che si sono creati.

Ha svolto un ottimo lavoro, il boicottatore esterno (il predatore, l’uomo nero, barbablù): si è alleato con la boicottatrice interna; è stata lei che ha parlato, agito, istigato allo scontro diretto sempre.

Ora è il momento di riconoscere la sua voce e smascherarla quando incombe.

“Ho una parte molto autodistruttiva, quindi sono brutta e cattiva
È nella seconda parte della frase che emerge lei.

È stato nei momenti di paralisi, quelli in cui non ho reagito che ha vinto lei, quelli in cui ho permesso che il boicottatore mi denigrasse senza opporre resistenza. Mi piacerebbe tornare indietro e ribattere colpo su colpo con la voce della miss_v sana e consapevole.

È l’ora di agire di astuzia, facendo anche il giro più largo se necessario, guardare lucidamente ai danni che ha compiuto, usare la forza interiore che emerge per combattere.

“Ho gongolato quando hai detto – di cose giuste nella vita ne ho fatte diverse, questa è solo una delle tante – perché la parte sana di te si è ribellata. Io ti vedo già oltre questo momento di lotta e di sofferenza, vedo una valentina capace di aiutare gli altri perché conosce il dolore”.

Vergine

Ti invito a riflettere sul tema dell'esilio. Ecco alcune domande che potrebbero aiutarti.

1) Sei mai stato respinto da qualcuno a cui tenevi molto? 2) Sai che significa essere costretti a lasciare un posto dove ci si sente al sicuro? 3) Ricordi il senso di desolazione che hai provato quando ti sei trovato a vagare nel nulla? 4) Hai mai avuto difficoltà a entrare in contatto con la tua tribù o a vivere in pace nel posto dove ti senti più a casa?

Qualunque sia la forma di esilio di cui soffri, Vergine, le prossime settimane saranno il momento ideale per cercare di curarla.

ROB BREZSNY

mercoledì 19 novembre 2008

Messaggi dall’inconscio

Guarda la sua opera con disprezzo.
La smorfia di disgusto sul suo volto è eloquente.
Ha tentato di realizzare qualcosa di magnifico, ma non ha ottenuto il risultato che desiderava e ne ha sofferto. Piuttosto che offrirci almeno quello, rimediare o creare qualcosa di alternativo, ha preferito buttare via tutto e fermarsi lì.
È rimasto immobile a guardare il suo tentativo fallito.
Mio fratello ed io abbiamo chiesto spiegazioni, ma lui non ci ha nemmeno visti, nè sentiti. Io, però, sapevo tutto ciò che era accaduto, anche se sono arrivata, come mio fratello, quando era già tutto finito.
Quello doveva essere il nutrimento per noi.
Siamo rimasti senza.
Ho dentro l’immagine di un padre giudicante e severo, insoddisfatto della sua vita e di quello che ha fatto per la sua famiglia. Ma il mio inconscio mi ha parlato chiaramente: so che la sua delusione era verso se stesso, noi non siamo causa della sua amarezza.

(scrivo al presente … )
Non ho ancora elaborato il lutto.

lunedì 17 novembre 2008

Il primo tornante



Scala la marcia,
imposta la traiettoria,
e piega ..
il mio primo tornante fatto come dio comanda.

Che soddisfazione!

Grazie alle nuove gomme,
che hanno un'aderenza perfetta in qualunque condizione e mi danno una fiducia che non conoscevo. La moto scende appena accenno un movimento del corpo e sento che "terranno la strada", vado un po' più giù e gradualmente accelero per scorrere via lungo la curva.

Grazie a chi ha impostato andatura e ritmo, perfetti per le mie capacità.
Grazie al gruppo, che mi ha fatto sentire a mio agio e mai un peso.
Grazie a chi mi ha protetta, da una discreta distanza, ma con profonda cura:
vi ritrovavo sempre negli specchietti e mi sentivo al sicuro.

Infine grazie alla mia leggerezza,
perseveranza,
alla passione che riverso ogni volta che salgo in sella e lascio tutti i pensieri giù.

Quando sono serena la mia guida è fluida, le curve diventano puro divertimento e il timore che provavo fino a poco tempo fa lascia spazio alla voglia di sperimentare, anche rischiando, q.b.

Sui laghi briantelli

sabato 15 novembre 2008

La battaglia più dura

è una vocina piccola ma fortissima.

crede di proteggerti dalle sofferenze. è convinta che tenendoti isolata nella torre dorata, sarai al sicuro dal dolore delle relazioni.
attira e valorizza le persone sbagliate.
quelle che ti svaluteranno.
quelle che non ti apprezzeranno.
e ti lasceranno sola quando avrai bisogno di compagnia e conforto.
così da mostrarti la sua ragione e dimostrare ancora una volta che è meglio l'isolamento, che è meglio vivere nelle fantasie in cui lei è rimasta, in cui desidera che rimanga anche tu.

devi rompere l'incantesimo.
devi smascherare la vocina.
devi vivere nel presente guardando la realtà per quella che è.
devi smettere di leggere le persone e gli eventi attraverso quella vocina.
devi chiamarla per nome:

la boicottatrice.

venerdì 14 novembre 2008

Donne che corrono coi lupi


L'esiliato, una figura primordiale.
L'anatroccolo è il simbolo della natura selvaggia che, compressa in situazioni povere di nutrimento, istintivamente lotta per liberarsi, qualsiasi cosa succeda. Quando la particolare sorta di spiritualità di un individuo è circondata dal riconoscimento psichico e dall'accettazione, la persona sente come mai prima la vita e il potere.

L'esilio del piccolo diverso.
L'anatroccolo non è brutto, semplicemente non è come gli altri. Lui ha il cuore spezzato perché i suoi lo rifiutano. Le bambine dalla forte natura istintiva spesso soffrono molto nei primi anni di vita. Sono tenute prigioniere, addomesticate, accusate di essere disadattate. Allora l'io fondamentale della psiche è ferito, la bambina comincia a credere di essere debole, brutta, inaccettabile, e che tutto ciò sarà sempre vero.
I problemi della donna selvaggia esiliata sono duplici: interiori e personali, ed esteriori e culturali.

La cattiva compagnia.
L'istinto ad errare fino a trovare ciò di cui si ha bisogno è intatto. Ma spesso si bussa alle porte sbagliate. Questa è la risposta "ricerca dell'amore nei posti sbagliati" all'esilio. Quando una donna assume un comportamento ripetitivo coatto, insistendo in un comportamento che genera consunzione invece che vitalità, per lenire il suo esilio, in realtà accresce i danni perché la ferita non viene curata e rischia di riaprirsi, sempre più profonda.
Per cominciare a guarire dite la verità sulla vostra ferita. Adottate la medicina giusta, la riconoscerete perché rende la vita più forte, e non più debole.

L'inadeguatezza.
Una donna può apparire adeguata, ma non essere capace di agire nel modo giusto. All'inizio l'anatroccolo non riesce a fare le cose giuste. Ma è perché è andato nel posto sbagliato per la cosa sbagliata.

Sentimento congelato, creatività congelata.
Le donne affrontano l'esilio in altri modi. Per esempio si congelano. La freddezza è il bacio della morte per la creatività, i rapporti, la vita stessa. Non è una conquista, ma un atto di collera difensiva. Il ghiaccio dev'essere rotto e l'anima tolta dal gelo. Fate come l'anatroccolo: andate avanti, datevi da fare. In linea di massima ciò che si muove non si congela. Smettetela di piagnucolare e muovetevi, non smettete di muovervi.

L'estraneo di passaggio.
La persona che può estrarci dal ghiaccio, che può liberarci dalla mancanza di sentimenti, non è necessariamente quella cui apparteniamo. E' quell'attimo in cui lo spirito, in un modo o nell'altro, ci nutre, ci sospinge, ci mostra il passaggio segreto, la via di fuga.

L'esilio come grazia.
Se avete tentato di adattarvi a uno stampo e non ci siete riuscite probabilmente avete avuto fortuna. Vi siete protette l'anima. E' peggio restare nel luogo a cui non si appartiene che vagare sperduti. Non è mai un errore cercare l'affinità di cui si ha bisogno.

I gatti arruffati e le galline strabiche.
Essi trovano stupide e insensate le aspirazioni dell'anatroccolo. Si tratta solo di una fondamentale incompatibilità con le persone dissimili, che non è una colpa. Se una donna è un brutto anatroccolo, se è orfana di madre, i suoi istinti non sono affinati. Apprende provando e sbagliando. Ma c'è speranza perché l'esiliata non rinuncia mai. Insiste finchè non trova la guida, il profumo, la traccia, la casa.

Memoria e continuità.
Tutte noi abbiamo nostalgia per la nostra natura selvaggia. E' questa nostalgia che ci induce a resistere, ad andare avanti, sorrette dalla speranza. E' la promessa che la psiche selvaggia fa a tutte noi. La memoria del mondo selvaggio è un faro che ci guida.

Amore per l'anima.
Non cedete, troverete la vostra strada.
Fase del ritorno a se stesse:
l'accettazione della propria bellezza unica,
cioè dell'anima selvaggia di cui siamo fatte.
Accettare la propria individualità e anche la propria bellezza.


CLARISSA PINKOLA ESTES

giovedì 13 novembre 2008

La beatitudine del volo

Ero sulla cima di una collina.
Non ero sola, con me un uomo.
Mantenere l'equilibrio era complicatissimo.
La paura di cadere era intollerabile.
Ricordo con nitidezza il terrore ad ogni mio movimento.
Le gambe tremavano, la sensazione stava diventando insopportabile.
Mi toglieva il respiro.

All'improvviso ho deciso di buttarmi giù.

Una sensazione di beatitudine,
Ho smesso di avere paura.

Mi sono svegliata serena.

mercoledì 12 novembre 2008

E divenne un cigno


"Sarebbe troppo straziante raccontare tutte le miserie e i patimenti che dovette sopportare nel duro inverno.

Si trovava nella palude tra le canne, quando il sole ricominciò a splendere caldo. Le allodole cantavano, era giunta la bella primavera!
Allora sollevò con un colpo solo le ali, che frusciarono più robuste di prima e che lo sostennero con forza, e prima ancora di accorgersene si trovò in un grande giardino, pieno di meli in fiore, dove i cespugli di lilla profumavano e piegavano i lunghi rami verdi giù fino ai canali serpeggianti.

Oh! Che bel posto! e com'era fresca l'aria di primavera!

Dalle fitte piante uscirono, proprio davanti a lui, tre bellissimi cigni bianchi; frullarono le piume e galleggiarono dolcemente sull'acqua.
L'anatroccolo riconobbe quegli splendidi animali e fu invaso da una strana tristezza.

"Voglio volare da loro, da quegli uccelli reali; mi uccideranno con le loro beccate, perché io, così brutto, oso avvicinarmi a loro. Ma non mi importa! è meglio essere ucciso da loro che essere beccato dalle anatre, beccato dalle galline, preso a calci dalla ragazza che ha cura del pollaio, e soffrire tanto d'inverno!"

E volò nell'acqua e nuotò verso quei magnifici cigni questi lo guardarono e si diressero verso di lui frullando le piume.

«Uccidetemi!» esclamò il povero animale e abbassò la testa verso la superfìcie dell'acqua in attesa della morte.

Ma che cosa vide in quell'acqua chiara? Vide sotto di sé la sua propria immagine: non era più il goffo uccello grigio scuro, brutto e sgraziato, era anche lui un cigno.

Che cosa importa essere nati in un pollaio di anatre, quando si e usciti da un uovo di cigno?"

martedì 11 novembre 2008

Quando non riesco a dormire

Scrivo.

In una notte così tormentata, in cui mi rigiro nel letto lucida come non ero da settimane, ricevo inaspettato calore da chi ha incrociato i miei occhi solo per pochi istanti, ma ha sentito qualcosa. E non vuole lasciarmi andare.
Mi chiama per nome ... sfuggente.

Io ho paura.
Sì, la paura di distruggere ancora.
Avrei quasi voglia di lasciare intatto il mistero, inalterata la voglia di scoprire chi sono, preservare un fascino che non sia mai intaccato dalle parole e dai gesti.

E invece mi tuffo di nuovo dentro, perchè la parte di me, quella sana, mi spinge a non arrendermi, a tentare ancora, ancora confrontarmi con uomini e donne.

E darmi un'altra posssibilità, almeno io devo farlo!

In una notte piena di incubi a occhi aperti
immagini
pensieri
domande
ricordi di momenti e sensazioni
in cui ripercorro confusamente i miei passi,
tutto si accavalla.

Mi alzo di nuovo dal letto, accendo un'altra sigaretta e mi chiedo come farò ad affrontare l'ennesima giornata senza riposo.

In una notte in cui torno indietro negli anni, sorrido amaro per le persone che ho amato, ma perso, per tutte le capovolte che ha fatto la mia vita in così breve tempo, vedo nitidamente


tutto quello che poteva essere e non è stato,
tutto quello che se non è stato è perchè non poteva essere
Per giungere qui, oggi.

Il segreto è nel leggere con occhi limpidi e chiari, senza lenti, nè filtri, per riuscire a vedere la realtà per quella che semplicemente è.

Il solo modo per sapere dove andare, ora.

lunedì 10 novembre 2008

Notte agitata

E mi ritrovo a sognare mio padre.
Cucina un tacchino intero, con contorno di melanzane viola, peperoni rossi e gialli e zucchine verdi.
Terminata la cottura, il risultato non è di suo gradimento.
Butta tutto nell'immondizia, in malo modo.
Resta seduto su una sedia in salotto ad osservare con disprezzo il punto in cui ha gettato via il cibo, concentrato, come se stesse guardando la propria vita e non una semplice pietanza venuta male.
E' così che lo sorprendiamo, mio fratello ed io.
Chiediamo spiegazioni, che non arrivano, se non sottoforma di un'espressione disgustata sul volto, le labbra un po' storte, un po' all'ingiù.
Mi sveglio con quest'immagine e penso a tutti i suoi significati.

Oppure sogno una casa eretta su diversi piani, così tanto in verticale da farmi provare un insostenibile senso di vertigine;
scale esterne, ripide e strette; un via vai di persone che conosco, ma non ricordo.

E' di nuovo lunedì.

venerdì 7 novembre 2008

La cura

Video

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.

E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.

Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.

Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
io sì, che avrò cura di te

Franco Battiato

giovedì 6 novembre 2008

7 settembre 2008



In giro per Roma

Strade vuote
Mente vuota
E pancia vuota

La mia immaginazione è volata per un momento sul tuo prato
e dopo due giorni
finalmente ho sorriso

4 settembre 2008

C'è un lupo senza donna
che si addormenta

Leggendo

Mentre si lecca le ferite
della tristezza e della solitudine

Ma sa che così deve essere
altrimenti soffrirebbe di più
il lungo letargo degli anni invernali

3 settembre 2008



Triste la notte senza le tue parole
Triste il letto senza il tuo sorriso

2 settembre 2008

Vivi la tua vita
percorri i tuoi sentieri
prendi i tuoi incroci
e
Attenta
che sicuramente spunterò
dietro un angolo

Sei sempre lì
nel cassetto più pregiato
il motore della vita

mercoledì 5 novembre 2008

La vita è davvero



Semplicemente giusta.
Ma ha i suoi tempi.

Yes, We Can!


Barack Hussein Obama II

Il primo presidente nero

martedì 4 novembre 2008

E quando ci penso



Chissà perchè le mie frasi iniziano tutte con

"e"

Forse perchè giungono sempre da qualcos'altro

Impotenza



Quando da bambina, sentiva l’ingiustizia e non poteva fare nulla per combatterla.
Le parole rimbombavano nella mente, quando la sera, nascondeva le lacrime e i singhiozzi sotto il cuscino:

“Devi essere superiore, tu sei migliore, sei più intelligente, più matura.
Ignoralo!”


Aveva invece bisogno di giustizia, del gesto di un adulto che sostenesse la sua parte, quand’era clamorosamente giusta.
Il giorno dopo il tempo scorreva uguale a sempre, nessun cambiamento.
Lui continuava a prevaricare, senza rispettare nessuna regola, nessun sentimento, movimenti impregnati d’egoismo, ogni giorno, in ogni sfera.
E lei? Timida, chiusa, sempre più smarrita.

Fuori il mondo sembrava capovolto: stima e rispetto, educazione e sensibilità, anche affetto a volte. Senza bisogno di combattere, senza dover nemmeno chiedere.
E le ore che trascorreva fuori erano sempre di più.
Finché se ne andò.

Solo una cosa portò con sé, in un piccolo luogo dentro l’anima:
tutta la sua impotenza.

domenica 2 novembre 2008

Ci sono



Ci sono quelli che: “ma come hai fatto a resistere fino ad ora!”
Quelli che: “dovevi reagire subito”
Quelli che .. adesso è troppo!
Quelli che sono rimasti in silenzio e non hanno preso posizione (magari dentro di loro sì?)
Quelli che non si sono posti domande, e quelli che ancora se ne stanno facendo.
Quelli che hanno difeso l’indifendibile perché in fondo non gli sei mai piaciuta.
Quelli che hanno chiacchierato ma poi non hanno agito.
Ci sono le persone lontane. Per estrazione geografica o solo perché non le conosci a fondo. Ti mandano un segno di solidarietà, anche solo un “mi dispiace”.
E poi ci sono quelli che spariscono, di nuovo.

Ma prima di tutto c’è miss_v, quello che ne resta, ogni volta.
La delusione, ma anche la speranza;
le fragilità, le insicurezze, la rabbia;
la mortificazione, ma anche la rivendicazione dei propri motivi.
La confusione, il bisogno di silenzio, chiudersi la porta alle spalle e tenere tutto fuori, almeno per un po’.
La forza e il coraggio di guardare in faccia gli errori, riconoscerli, comprenderne le ragioni.
E correggere, per quanto possibile.

Ma lasciare andare tutto ciò che non è necessario.

lunedì 27 ottobre 2008

Una domenica in un bosco


Ho scoperto che partire in sella alla Misteriosa mi aiuta sempre.

Partire da sola,
viaggiare per chilometri concentrata solo sulla guida, sulle sensazioni che la moto mi trasmette, sentendomi parte del paesaggio, delle strade che percorro.

Non penso.
Vado avanti.

La sera arrivo a casa, parcheggio la moto e spengo il motore.
Mentre sfilo i guanti e mi slaccio il casco, mi sento ancora una volta fiera di me.

So che non sono solo la persona che sbaglia, sono anche una donna piena di coraggio e determinazione, qualità che mi hanno permesso (nonostante tutto il dolore che sento) di vivere una bella giornata insieme ad altre persone, senza pretendere nulla, senza che nessuno si aspettasse nulla da me.

E mi amo un po' di più.
Mi stimo un po' di più.
Mi prendo cura di me,
ancora una volta.

sabato 25 ottobre 2008

Dal primo viaggio

la prima cosa che ricordo è il suo volto rapito mentre racconto del mio viaggio.

il sole,

noi due sulla panchina di un parco,

io con la tuta da moto e tutto il mio entusiasmo ancora addosso.

ero la vita fatta persona.

venerdì 3 ottobre 2008

oh!!





Vergine (23 agosto - 22 settembre)


Rispondi per le rime alle fastidiose vocine nella tua testa, Vergine: sono delle brontolone che hanno da dire su tutto e ti instillano dei dubbi sulle cose che hai cominciato nelle ultime settimane. Zittiscile con calma e con grazia, senza metterti sulla difensiva. Non affrontarle con amarezza, ma con la sicurezza che le intuizioni alla base dei tuoi nuovi progetti sono del tutto sensate. Quelle fastidiose vocine stanno cercando di convincerti che dovresti ricominciare da capo: in realtà, sei sulla strada giusta e devi solo aggiustare un po' il tiro.

mercoledì 1 ottobre 2008

1.000 km



il mio primo viaggio in solitaria: libertà assoluta!

domenica 28 settembre 2008

Tavullia: 8 volte campione del mondo



titolo mondiale
conquistato con 8 vittorie
alle 8 del mattino del 28/09/2008


... e vale c'era!

venerdì 19 settembre 2008

Lo.Ve. 2008












Pattino
sempre
verso il punto
dove finirà il dischetto,
non
verso quello dove
si trovava prima.

sabato 13 settembre 2008

Per miss_v

Non pensavo di poter incontrare nella vita tanta crudeltà.

Riconoscerla è stata un'impresa.

La vita sarà giusta.

Ho incontrato il peggio; mi sento inquinata.

Mi disintossico; giorno dopo giorno mi sento più pulita, migliore.

Incontro nuove persone e riscopro il meglio di me.

Sì, la vita è giusta.

Sempre.

venerdì 12 settembre 2008

Liberamente






Nessuno può farti provare un'emozione se non vuoi.
Sei padrone di quello che ti succede dentro.

mercoledì 10 settembre 2008

33




auguri!

lunedì 1 settembre 2008

mercoledì 20 agosto 2008

DONNE IN RINASCITA

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi, dopo la catastrofe, dopo la caduta, che uno dice…è finita. No. Finita mai, per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina antiuomo che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame peggio che a scuola….
Tu, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà, deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare. Così ogni giorno e questo noviziato non finisce mai, e sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo, che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno si infiltri nella tua vita. Peggio, se ci rimani presa in mezzo tu, poi ci soffri come un cane. Sei stanca. C'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto, e così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre…."io sto bene così, sto bene così, sto meglio così"…e il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima, ed è passato tanto tempo e ce ne hai buttata talmente tanta, di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio, perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui. E so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine, ed è stata crisi. E hai pianto. Dio, quanto piangete ragazze... Avete una sorgente d'acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance. E poi hai scavato, hai parlato…quanto parlate ragazze. Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore…."perché faccio così?"…"com'è che ripeto sempre lo stesso schema?"…"sono forse pazza?"…Se lo sono chiesto tutte.
E allora... vai, giù con la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli, un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque. Ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti. Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova "te", perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima della ruspa…Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente, innamorarsi di nuovo di sé stessi o farlo per la prima volta è come un diesel, parte piano. Bisogna insistere, ma quando va in corsa... è un'avventura ricostruire sé stesse, la più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende, o dal taglio dei capelli.
Io ho sempre adorato le donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire…"attenti…il cantiere è aperto…stiamo lavorando per voi... ma soprattutto per noi stesse…".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia, per chi la incontra e per se stessa.
E' la primavera a novembre, quando meno te la aspetti.

Jack Folla
Quello_che_le_donne_non_dicono

venerdì 15 agosto 2008

21 agosto: esame patente moto!

solo 6 giorni per imparare a fare l'8.
per il resto non temo quest'esame: guido "LaMisteriosa" da più di un mese, in scioltezza e sicurezza. gli amici motociclisti confermano che la mia guida è buona, considerando la scarsa esperienza .. ma quell'8 .. tempo fa ho provato e l'ho fatto alla perfezione, 3/4 volte di seguito, ma adesso .. dopo la terza caduta da ferma, mi sento tesa e rigida quando chiudo lo sterzo al massimo per disegnare la figura sull'asfalto.
voglio questa patente, la voglio per sentirmi ufficialmente "abilitata", per non sentire più limiti nella guida, per andare ovunque con la mia motina senza temere sanzioni.

so che ce la posso fare, ma in questo momento mi sento solo molto sola e scoraggiata.

è stato distrutto tutto, comprese le sicurezze che avevo dentro di me.
e oggi mi sento priva d'energia, stanca, frastornata, senza più nessuna fiducia nelle mie capacità, nella mia forza interiore.

è dura, sono a terra e devo rialzarmi.
ma non trovo motivi .. mi manca mia madre, anche se so di aver fatto la scelta giusta.
almeno per adesso.

tocca a lei fare qualcosa, se lo vorrà, altrimenti mi rassegnerò a vivere senza di lei, anche senza di lei. mi dispiace ma ho capito che è necessario allontanarsi dalle persone che anche involontariamente o inconsciamente tendono a distruggerti. significa in questo momento stare senza le persone a cui tenevo di più, ma è necessario: ne va della mia salute, fisica e psicologica.

o io, o loro.
questa è la scelta da compiere oggi.
o io, o loro.

ho sempre scelto loro.
ho sempre negato e annullato me stessa.
risultato?
distruzione totale della mia persona.

oggi devo fare una scelta diversa.
oggi devo scegliere di vivere, sperando di avere ancora la forza di farlo, di imparare a farlo, rischiando ogni giorno di essere me stessa.

giovedì 14 agosto 2008

All'8!!




martedì 12 agosto 2008

Mototopa!




giovedì 7 agosto 2008

questa settimana

Vergine (23 agosto - 22 settembre)
La luce dei tuoi occhi è un po’ annebbiata, Vergine. Il fuoco che è in te si sta spegnendo e il tuo cervello ha il singhiozzo. Per fortuna il tuo cuore non è del tutto a pezzi (anche se sarei comunque tentato di darti qualche suggerimento su come aggiustarlo). Se sono preoccupato? Niente affatto. Dopo la tua serie ininterrotta di progressi, è normale che tu abbia bisogno di rallentare il ritmo e di prenderti un po’ di tempo per assorbire tutto. Quindi ti consiglio di accontentarti di uno stato di discreto appagamento fino a quando la tua mente non avrà recepito tutti i cambiamenti che hai messo in moto.

sabato 14 giugno 2008

venerdì 16 maggio 2008

grazie, rob.

Vergine (23 agosto - 22 settembre)

A quanto pare stai cercando di imparare tutto il possibile da luoghi e idee di cui fino a pochi mesi fa ignoravi perfino l'esistenza. I tuoi esperimenti continuano a fornirti lezioni così preziose che ti consiglio di non interromperli. Va bene così, non c'è fretta, fa' le cose con calma. Noi della Noiosa routine saremo sempre pronti ad accoglierti con gioia non appena avrai voglia di tornare. Capiamo anche che per il momento hai voglia di startene da solo. Almeno finché non sarai assolutamente sicuro che la farfalla non cercherà più di ritrasformarsi in bruco.

sabato 8 marzo 2008

LIBERATELA!




Dalla parte del migliore



sto dalla tua,
perchè un campione resta tale
anche quando sbaglia (e tanto!)

mercoledì 5 marzo 2008

Confini



Ci sono persone che non conoscono i propri confini.
Permettono agli altri di invadere i propri spazi.
Fino a quando si sentono schiacciati, manca l'aria.
E' a quel punto che respingono gli intrusi.
Il più lontano possibile.
Così, sono sempre chiusi in un desolante isolamento:
gli altri, per loro, sono sempre troppo vicini.
O troppo lontani.

mercoledì 30 gennaio 2008

Ma come inizia questo 2008 ..

Nel suo Bestiario Leonardo da Vinci scrive che l’ermellino è così schizzinoso che piuttosto di rifugiarsi in mezzo al fango preferisce lasciarsi prendere dai cacciatori. Il leggendario comportamento di questo piccolo mammifero somiglia a quello di certe Vergini. Ma spero che tu non sia una di loro. Nei prossimi giorni, per evitare di restare intrappolata dovrai essere disposta a sporcarti. Anzi, dovresti essere ansiosa di farlo. Il tuo motto sarà: il miracolo è nel fango.