sabato 17 gennaio 2015

Ci vuole amore

“Quando si smette di amare, in genere non si ha la pazienza di aspettare che finisca bene. Si cerca la strada più breve: la rottura, la sofferenza. Invece ci vuole lo stesso impegno e la stessa intensità dell’inizio, bisogna superare gli egoismi, vivere questo momento con la stessa passione, far sentire alla persona lasciata tutto il bene che c’è stato: ci vuole amore per chiudere una storia.”

— Massimo Troisi

giovedì 8 gennaio 2015

Sistematicamente

Quando mi accorgo che la maggioranza delle persone va in una direzione e io sistematicamente in quella opposta, tendo a chiedermi "cosa c'è che non va?"
Poi capisco che fintanto che mi faccio questa domanda significa che sto andando nella direzione giusta.
Per me.

Quann' chiove

Guardo i funerali di Pino Daniele a Piazza del Plebiscito a Napoli e penso che ho sempre odiato i funerali fino a quando non è morto mio padre. Anche allora ho pensato, conoscendoci noi tutti in famiglia, religione? ma che è? Noi comunisti, noi anticlericali, noi che Papa Wojtila un criminale quando da San Pietro inveisce contro i preservativi mentre mezza Africa muore di AIDS.

Noi che seduta sul sedile anteriore del lungo carro funebre color argento arriviamo davanti alla piccola chiesa di paese e ci accorgiamo di quanto mio padre era conosciuto e amato. Perchè la folla fuori è immensa e dentro pure. Noi che "cazzo, i suoi colleghi vigili hanno fatto il picchetto" attraverso cui passiamo, imbarazzati, dietro la bara, mia madre più minuscola di sempre e mio fratello con un braccio sulle sue spalle, a proteggerla, io subito dietro con il braccio destro al collo per la fresca frattura di un omero. Quel giorno ho capito che quando seppelisci una parte della tua vita, la presenza delle persone ti dà forza e coraggio, ti fa capire che puoi essere orgogliosa di avere condiviso la tua vita con quella persona, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Ho capito quel giorno, quanto può essere d'aiuto, mentre ti senti inebetita e poi straziata da una perdita così grande, il calore umano di tutti quelli che in un modo o nell'altro hanno amato quella persona abbastanza da prendersi un paio d'ore da tutto e portare l'ultimo saluto.

E poi mi accorgo che la prima persona che mi viene in mente, se penso a Pino Daniele, è mio fratello che ascoltava "Quann' chiove" in continuazione, perchè s'era innamorato veramente. Ma non lo diceva. Io lo sapevo solo perchè lui ascoltava sempre quella canzone.

lunedì 5 gennaio 2015

Napule è Pino Daniele

Per uno scherzo del destino del cazzo, stanotte raccontavo di quella sera in cui tornai a casa, accesi la tv sul TG3, come si faceva sempre a quell'ora a casa dei miei, e mentre andavano le notizie principali, scorreva in basso, nello stesso tempo, una banda verde in sovraimpressione con scritto solo "Addio Massimo" ed io capii subito che quel nome proprio era di Massimo Troisi. E le lacrime cominciarono a rigarmi il volto, silenziose. E' per questo che stanotte, quando ancora non sapevamo nulla, da Nico Vineria Rosso Di Sera, mentre raccontavo, ho chiesto di rivedere il video di Troisi da Minà, quello con Pino Daniele. Per me se ne va un altro pezzo di quella famiglia allargata che è diventata la nostra, dopo che i miei genitori sono emigrati da Napoli a Torino, portandosi dietro i migliori pezzi della loro terra, crescendo me e mio fratello nel loro culto. Mio padre è morto 7 anni fa, all'improvviso, qualche mese prima di compiere 60 anni. Quando metteva su il disco di Pino Daniele, certe domeniche mattina, la casa riecheggiava di .. 'a voce de creature, addore 'e mare, nu sole amaro .. come quello che splende in cielo stamattina senza Pino Daniele.

Che la terra ti sia lieve.


domenica 4 gennaio 2015

Capodanno

Quest'anno a capodanno mi sono addormentata alle 21.30.
E' andata meglio dell'anno scorso: ho dovuto pagare la cena anche al mio ex, mangiare con un suo amico piuttosto stupido, raggiungerne altri strafatti di coca ad una cena tristissima e per concludere alla grande, sono stata aggredita da una pazza che sembrava il diavolo mentre mi urlava in faccia l'impossibile ed io le sorridevo placidamente rassegnata all'inutilità della conversazione che credo vertesse sul fatto che nel mio leggendario spirito di tolleranza, poco prima avevo detto a voce alta "E levarsi un po' dai coglioni?" mentre appiccicato a me, inamovibile, stava il suo fidanzato.
Mezzo finimondo è scoppiato quando, nel tentativo di togliermi, io, dai coglioni, e magari uscire dal locale e respirare, bere una cosa e fumare una cicca, l'invasata di cui sopra mi ha spinto da dietro, a tradimento si direbbe, ed io ho perso l'equilibrio già precario scivolando da uno scalino nascosto da decine di giacconi e tirando giù con me, nel tentativo di tenermi e restare in piedi, parte della consolle con tutti gli amatissimi dischi dell'amico dj che nel frattempo metteva musica per far divertire l'universomondo tutto concentrato in quel cazzo di minuscolo locale che ha il nome di Blah Blah, ma che tutti i fighetti di Torino chiamano solo blah! come se fosse un amico con cui sono cresciuti. Nel mio solito spirito pacifista ed antiviolento, la mia istintiva reazione gandhiana è stata quella di rialzarmi immediatamente da terra, chè non è un bel posto dove stare dentro un locale pieno di gente bevutafumatafattadiqualcosa, la notte di capodanno verso le 3 del mattino, e saltare al collo della svitata cuordileone che ha dovuto vedere la mia schiena per trovare il coraggio di aggredirmi. I soccorsi, suoi, sono arrivati prontamente sottoforma dell'amico un po' stupido della cena che mi ha trascinata via in un nanosecondo impedendomi di sfogare tutta la mia rabbia e vendicare almeno un po' il torto subito. Meglio così. Sarebbe stato un disastro. Ci avrei rimesso forse, oltre alle calze con la riga argentata, anche il bell'abitino che avevo comprato per l'occasione... quale? Occasione, dico.
Nel frattempo il mio ex, in perfetto sincrono prendeva pugni dal fidanzato del diavolo, anche lui alle spalle, a tradimento e ignaro di tutto, ma si sa, il "marito" è sempre l'ultimo a sapere le cose.
Insomma, una serata da dimenticare.
L'episodio è diventato emblematico, in seguito, della reale natura della sottoscritta, tramandato ai posteri assenti e rivisitato all'occorrenza per fondare amene teorie sull'errore umano che rappresentavo nella vita nel mio ex, ma anche sul pianeta Terra in generale. E sia. Ho sentito e visto di peggio, sul mio conto. Prendo tutto e allargo le spalle. Non faccio spallucce: le rendo più larghe. Del resto ho sempre avuto spalle prominenti, hanno determinato la mia strada. Avessi avuto prominente il seno, avrei preso un altro sentiero. Un'autostrada, credo. I sentieri sono per quelli minuti, o minuscoli. Come me.
L'anno ha preso una piega strana, poi.
Non ho ancora compreso cosa sia successo, credo ci vorrà del tempo ed io ho deciso di concedermelo.
Ma intanto l'anno è finito.
E' iniziato quello in cui ne compirò 40.
Mi amo più di sempre.
Non sono felice di quello che mi è successo, ma sono felice di quello che sono.
Non mi arrendo, anche se ho avuto voglia di farlo.