mercoledì 12 dicembre 2007
venerdì 30 novembre 2007
Magra consolazione ..
Premetto, innanzitutto, che non dovrai affrontare situazioni difficili nei prossimi giorni. Assolutamente no. Inoltre, non sto dicendo che dovrai soffrire più del solito. E terzo non ti succederanno cose molto peggiori di quelle che capitano alla gente normale in tempi normali. Detto questo, però, ti consiglio di esplorare con decisione la tua sofferenza. Intavola lunghe conversazioni con i tuoi timori più oscuri. Analizza coraggiosamente gli aspetti della tua vita che ti rendono triste. Perché è il momento ideale per cercare un tesoro nascosto nell'ombra. E migliorare la tua salute mentale eliminando tutto quello che è malsano. Ricorda le sagge parole di Carl Jung: "Il fondamento della malattia mentale è l'indisponibilità a sopportare una legittima sofferenza".
mercoledì 21 novembre 2007
Mercoledì, nel mio ufficio vuoto
mi mancano le chiacchiere con lei, dialoghi che solo oggi comprendo, oggi che ho fatto quel pezzo di strada con le mie gambe, che allora capivo solo con la testa, ma non con il cuore.
il confronto con menti elevate e cuori che hanno vissuto.
quel sabato in cui ci siamo riviste per caso e ci siamo scambiate un abbraccio e i nuovi numeri di telefono, che non abbiamo mai composto, ho capito che non avremmo più trascorso una serata insieme a parlare fino alle tre del mattino.
Per lei (estate 2002)
Se non avessi mancato un figlio lo avrei voluto femmina.
Non avrei voluto essere sua amica, avrei voluto proprio essere sua madre.
Per madre intendo una presenza intellettuale, affettiva, con molta fisicità da esprimere liberamente. Non avrei voluto assillarla troppo con la mia presenza, avrei voluto accettarne lo scontro generazionale ed anche essere cresciuta da lei quando la sua mente fosse stata in grado di farlo.
Tu, smuovi in me tutto questo ed altro ancora.
Ho bisogno, a mano a mano che mi accorgo, di metabolizzare i sentimenti, di digerirli, di viverli con leggerezza.
Proprio per questo mio stato nascente nei tuoi confronti, mi preoccupo di non fare tutti i guasti che potrebbe fare una madre. Mi emoziona la tua presenza, ti guardo dimagrire e diventare bella. Potrei dirti per filo e per segno quello che avevi addosso ieri sera, reggiseno compreso, colori e righe dei tuoi pantaloni e della tua borsa. Ti guardo con circospezione, senza essere vista, ti guardo il viso truccato come una porcellana fine, quei tuoi capelli che ho accarezzato in macchina per tutto il tratto di strada.
Come una madre mi preoccupo che la mia piccola non rinunci alla vita, nemmeno ad un piccolo pezzetto, che non viva drammaticamente le sue contraddizioni, che prenda tutto come dei regali e ne goda con leggerezza.
Come una madre voglio bene alla mia bambina qualsiasi cosa decida di fare della sua vita.
Con amore
Irene
A mezzogiorno di una domenica invernale
la sua musica avvolgente che ti accarezza la faccia e ti abbraccia da dietro come fa un uomo innamorato quando vuole proteggerti.
ho bevuto troppo e fumato una canna.
poco cibo: pepite di pollo surgelate in irish pub e quattro crostatine al cioccolato pucciate nel latte freddo alle 3 del mattino.
accendo una sigaretta via l’altra con uno zippo tamarro tutto argento con la moto di vale stampata sopra e un grosso 46 a distinguere il cupolino.
mi tremano le mani come agli alcolisti e mi sembra che sia passato un secolo tanto sono sbiaditi i ricordi della serata.
la telefonata mi ha portato altrove, e io avevo bisogno di lasciarmi scivolare via.
le chiacchiere con un sorriso triste sulla famiglia e gli entusiasmanti racconti di gare in moto e le scorribande in scooter.
una birra via l’altra, la più pesante, la doppio malto.
Tennent’s Super d.m. una media e due piccole.
tamponare, ma le pepite di pollo non bastano e non si sente lo stimolo della fame, ma la pancia gonfia che batte contro la cintura dei jeans troppo stretti.
saltare la maratona di scrittura perché la senti anni luce lontana da te.
solo voglia di restare nel nido.
a scrutare il mondo come un pulcino che non è ancora pronto a volare,
o un'aquila saggia che sa quando fermarsi.
giovedì 15 novembre 2007
ci proverò
domenica 4 novembre 2007
se lo dici tu ..
martedì 30 ottobre 2007
La principessa sfortunata
quasi esaurita la scorta.
di forze, d'energia.
si spegne dentro te quella fiamma che ti brucerebbe viva, altrimenti.
lunedì 29 ottobre 2007
Identità
venerdì 26 ottobre 2007
Peregrinazioni
mangio, leggo, penso; mi isolo da un mondo che sembra scorrere davanti ai miei occhi senza riuscire ad entrarci e seguirne il ritmo.
è per questo che da quando lavoro e posso decidere liberamente, allungo sempre le ferie di qualche giorno per restare a casa, al caldo, nei primissimi giorni del nuovo anno.
per le vergini (23/08 - 22/09)
martedì 23 ottobre 2007
Lutto
la perdita.
l’abbandono.
nella mia famiglia siamo in 4.
nella mia famiglia c’è sempre stata una divisione: da un lato mia madre e mio fratello.
dall’altro mio padre ed io.
mia madre sempre di parte, sempre pronta a difendere mio fratello, come una fiera che protegge il proprio cucciolo. sì, mia madre è una donna molto istintiva.
mio padre, invece, uomo: frutto di principi e di razionalità, di obiettività.
mi adorava, ma mi difendeva solo quando era giusto, o quando era troppo evidente la mia ragione, palese l’ingiustizia. altrimenti, per quieto vivere (con mia madre, e con quel figlio maschio così problematico, con cui desiderava un rapporto tra maschi che non ha mai potuto avere) si metteva in disparte, temporaneamente.
è morto.
tumore al fegato.
simbolicamente penso che soprattutto dalle sue parti (era napoletano) significhi che “si è mangiato il fegato”. in realtà è stato il fegato a mangiarsi mio padre. l’ultima volta che l’ho visto, la sua pelle era gialla, il suo corpo ridotto alle ossa.
l’ho visto soffrire, esalare l’ultimo respiro con una fatica immensa.
nella mia vita non avevo mai pensato al giorno in cui avrei perso mio padre.
stare senza di lui è intollerabile per me.
non ci riesco a stare senza di lui.
mi ha strappato via tutto l’amore che avevo dentro.
lui mi chiamava “chicca” a volte. e io mi sentivo così fiera. anche a 30 anni mi scioglievo quando pronunciava quelle parole: “la chicca di papà”.
non capisco e non accetto, perché tra tanti dolori ho dovuto subire anche questo.
non ero pronta, mi ha sorpreso così tanto che non ho fatto in tempo a dirgli nulla.
sono stata con lui per ore, prima che morisse, senza parlare, guardandolo soffrire, scappando dalla sua stanza ogni volta che sentivo il bisogno di piangere, come se mi vergognassi davanti a lui. lui che mi parlava e mi comprendeva, lui che mi ascoltava.
lui che mi amava. lui che era sempre orgoglioso di noi. comunque.
non sono nemmeno riuscita a darti un nipote. scusami.
sono stata così inconcludente.
non sei stato nemmeno nonno. mi dispiace.
eri un uomo del sud, ma hai accettato ogni mia scelta, anche quelle che faticavi a comprendere, come la convivenza al posto del matrimonio, la mia decisione di andarmene e vivere da sola.
quando entravi nella mia casa l’ammiravi e ammiravi me.
adoravi la mia casa.
non squillerà più il mio telefono .. con te all’altro capo del filo.
non sentirò più le tue chiacchiere e le tue risate.
gli ultimi anni sono stati così duri per la nostra famiglia che a volte sono felice che tu non debba più sopportare il peso di certi problemi, l’ansia con cui vivevi certi avvenimenti.
reinventarmi una vita senza di te è la prova più dura.
quanto mi hai mandato fuori di testa, negli ultimi tempi .. con i tuoi dubbi, le tue ansie, le tue domande.
l’ultima frase che hai pronunciato con me, al telefono, quel sabato, mi rimbomberà nella testa per sempre: “mi sento ancora un po’ giù”.
tuo fratello aveva ancora tante cose da dirti. era incazzato e se l’è presa con me, perché io sono la più forte di questa famiglia. ma poi ha capito e mi ha abbracciato, abbiamo pianto e mi ha chiesto scusa.
e la sera, la sera abbiamo riso e scherzato, guardando quelle foto, anche se tu non c’eri più, da qualche ora.
sono felice che quella sera abbiamo saputo ridere. come facevi tu.
PS: al tuo funerale c’era un mucchio di gente .. ma tu lo sai, la gente ti adorava.
giovedì 18 ottobre 2007
istinto
venerdì 12 ottobre 2007
acerba
scorrono, dopo essersi inerpicate fino alla cima del mio cervello, attraversano le mie dita e si infrangono su un foglio bianco, ma virtuale.
lo macchiano di segni riconoscibili.
le sento, profonde, ma le abbandono quando cambiano forma.
non sono più mie, non sono più io.
sono creature pronte a camminare sole.
invadono il mondo, vasto o minuscolo, non importa.
non pesano più sulla mia anima.
liberano spazio.
provocano altre sensazioni in altri cuori.
negri & amari
il toro
giovedì 11 ottobre 2007
Un pomeriggio d'autunno
è un guizzo rapido.
inizia nell'anima e sale, fulmineo, lungo tutto il mio corpo.
è quando si schianta nella mia mente che prende forma un pensiero:
mercoledì 10 ottobre 2007
sabato 6 ottobre 2007
Tua figlia
io.
"l'altra notte ho sognato di entrare nella vostra cucina e trovare papà, incupito.
gli chiedevo perchè, mi rispondeva qualcosa sul piatto del colapiatti".
mia madre.
"sì, il piatto del colapiatti. lo lavava sempre lui".
?
dorian gray
soltanto alle persone meschine occorrono anni per liberarsi da un'emozione.
un uomo padrone di sè può troncare un dolore con la stessa facilità con la quale crea un piacere.
non voglio essere in balia delle mie emozioni.
voglio sfruttarle, goderne, dominarle.
venerdì 5 ottobre 2007
hurt
prima però mi ha urlato parole d’amore.
prima ancora è stato seduto in silenzio per qualche minuto.
prima prima ha lanciato oggetti nella mia cucina.
prima prima prima ho urlato che “non ci sto a farmi in 4, mentre tu giochi al pc!”
dopo ..
ho cenato da sola con gnocchetti sardi al ragù.
ho finito la birra, ma ne avrei bevuta altra.
ho lavato i piatti e rassettato la cucina.
ho spento le luci e mi sono sdraiata sul divano.
ho guardato la tv, inebetita, sfinita.
la busta è ancora lì, appesa alla sedia accanto alla porta.
anche se abbiamo fatto pace.
mercoledì 3 ottobre 2007
lunedì 1 ottobre 2007
il risveglio del pitbull
peccato che fossero le 6:30 del mattino!
niente panico.
non è bastato a strapparmi totalmente dalle braccia di Morfeo (il mio ritorno al coma è piuttosto rapido e indolore).
ma questa mattina è stata orchestrata una congiura contro il riposo dei giusti: il mio vicino in pigiama, ma con le scarpe ai piedi, ha iniziato a camminare su e giù per la casa.
ok, mi alzo!
giovedì 27 settembre 2007
percorsi
me ne sto in un angolo qualunque, immersa in un romanzo scarsamente avvincente, isolata da suoni e rumori e sguardi, che pure sono certa di attirare, li sento addosso, mentre attraverso il veicolo alla ricerca del mio spazio.
in un attimo entro nell’atmosfera di ricordi e memorie di un’anziana donna: descrive vecchie fotografie di famiglia per raccontare frammenti della sua vita ad una ragazzina non vedente.
e quando si approda alla mia fermata, chiudo il libro e riapro gli occhi sul mondo, con la sensazione di essere stata altrove, almeno per un po’.
e piove.
298,32 euro
già, perchè se stai in mutua più di 3 mesi la tua busta paga si dimezza, quasi.
e sei hai un mutuo da pagare quel che resta del tuo stipendio dimezzato è più o meno 300 euro.
anche oggi pioggia e freddo.
ma più di tutto, malumore.
non è colpa del tempo, ma dei tempi.
i tempi in cui viviamo, quelli fatti di un mucchio di spese e pochi guadagni.
mercoledì 26 settembre 2007
lunedì 24 settembre 2007
rientro a lavoro
"sei una stronza, ti sei comportata da grande stronza!
ci sono modi e modi per dire le cose!!"
appunto ...
sabato 15 settembre 2007
amo
le tue mani mi incantano quando toccano gli oggetti per creare altre forme, comporre e scomporre, fino a trasformarle in qualcosa di nuovo che prima non c’era.
i tuoi occhi scuri e profondi, mi fanno scivolare e immergere nel calore e nella passione di un sud del mondo che mi rende orgogliosa delle mie radici.
ti amo così. attraverso il mio corpo esile, senza fronzoli, né abbellimenti artificiali. con le mani sempre protese in avanti, ma pronte a ritirarsi di fronte alla paura del dolore, e a riaprirsi sempre ad ogni piccolo accenno di tregua. attraverso la mia anima scomposta dalle perdite, ma resistente come una molla, che sa quando è il momento di allungarsi e quello di ritirarsi, senza timore di spezzarsi.
ti amo con la gioia e la disperazione di ogni grande amore che, come l'eroe delle fiabe, affronta inaspettati pericoli e sconfigge nemici agguerriti, per imparare e crescere, ed elevarsi ogni volta a nuovo livello.
giovedì 13 settembre 2007
ma come fai?
mercoledì 12 settembre 2007
fine
dei controlli ortopedici e delle visite fisiatriche.
verdetto: articolazione completamente recuperata in tempo record, muscolatura ancora da recuperare con esercizi e nuoto.
ho incontrato tutti i fisioterapisti che si sono occupati di me: osservando la mia spalla si sono stupiti di trovarla di nuovo al suo posto, quasi come se non fosse mai successo nulla.
invece è successo di tutto ...
lunedì 10 settembre 2007
la catena di compleanni
venerdì 7 settembre 2007
incredibile!
giovedì 6 settembre 2007
vai, Rob!
Quando un grande ego esplode, sei un maestro nel raccogliere i cocci. Se in una disperata caccia alla gloria qualcuno dimentica i dettagli, sei bravissimo a tappare i buchi. E quando una persona dall'intelligenza emotiva limitata cerca di realizzare le sue fantasie incontrollate senza rispettare i sentimenti degli altri, tu sai intervenire per impedire un caos totale. Ammiro queste tue capacità, Vergine, e spero che le userai nel corso della prossima settimana, se ce ne sarà bisogno. Ma devi anche sapere che ti è stata concessa la licenza poetica di avere un ego più grande del solito, di goderti gioiosamente la possibilità di andare a caccia di gloria e, forse, di giocare a cuor leggero con le tue fantasie incontrollate.
mercoledì 5 settembre 2007
"miss, ma qual è l'arto fratturato?"
sabato 1 settembre 2007
4 mesi fa
guardavo il mondo con gli occhioni concentrati sul dolore che da lì a poco avrei potuto provare e tenevo in grembo il braccio destro come un neonato bisognoso di protezione.
mi ero appena fratturata un osso.
la mia testa non lo sapeva, ma il mio corpo sì.
e se ne stava quieto e immobile.
tutti i sensi allerta, in attesa di sentire la sirena di un'ambulanza.
che bello quando gli eventi traumatici si trasformano in semplici ricordi.
venerdì 31 agosto 2007
e speriamo ancora una volta nell'oroscopo
cygnus 125
magari tra qualche giorno riuscirò anche a rimettere il mio sedere sulla sua sella per farmi di nuovo scorrazzare ovunque allegramente, come una volta?
giovedì 30 agosto 2007
quando l'apparenza inganna - refresh
non la facevo così intraprendente!
mercoledì 29 agosto 2007
quel sogno
avevo voglia di piangere. avevo bisogno di un’altra ora intera, solo di pianto.
dentro di me mio padre rappresenta il "buono". da quando non c’è più e ho iniziato a realizzare la sua assenza mi sento davvero il cuore sfondato dal dolore. provo un senso di vuoto e di abbandono così forte che sono costretta a pensare ad altro perché temo di non riuscire a reggerlo.
trovo che sia ingiusto. mi rendo conto solo ora di quanto fosse giovane, di quanto tempo avesse ancora da vivere! non c’è alcuna consolazione a quanto è accaduto, proprio nessuna. un male incurabile che ti porta via così sotto gli occhi, sbarrati e volti inebetiti, in quattro giorni scarsi.
e sto male perché non ero lì con loro la sera che è stato dimesso e mia madre l’ha riportato a casa; non ero con lui quando ancora avrei potuto parlargli, guardarlo negli occhi ancora vivi. so che non ero lì perché ho avuto paura, non ho avuto il coraggio di affrontare la morte, di guardarla sul suo volto, ero così terrorizzata che mi leggesse dentro il dolore che provavo, che mi vedesse mentre sapevo che stava per morire. e ripenso sempre a quella ultima frase che mi ha detto al telefono quel sabato:
e ho lasciato sola mia madre, sola per due notti e due giorni. mi sento uno schifo, mi sento così in colpa che sono piena di rabbia e vorrei scaricarla tutta su di lei, ma lei cosa c’entra.
ho fatto la scelta sbagliata quel giorno usando il mio braccio rotto come alibi per la mia fuga vigliacca.
ero appena rientrata dall’ospedale, appena superato la prima notte da sola nel mio letto, nella mia casa. al mattino m’ero lavata e vestita da sola, avevo anche fatto il caffè! mi sentivo così orgogliosa di me, di quello che stavo facendo per reagire a una situazione così insolita. ero di buon umore, ero felice perché J aveva deciso di uscire prima da lavoro, era il suo compleanno, ed era venuto da me, così non sarei stata sola, in quel primo giorno a casa, in quel pomeriggio di pioggia e di freddo.
forse la vita ha voluto darmi un segno, quando lui ha avuto quel momento di lucidità in pronto soccorso e mi ha riconosciuta, mi ha guardata con la sua solita aria stupita e un po’ turbata perchè non capiva cosa stesse accadendo. mi ha fatto questo regalo per farmi sapere che non dovevo sentirmi in colpa per aver avuto paura di affrontare la morte. per essere scappata.
e adesso avrei voglia di prendere un aereo e correre da mia madre e abbracciarla, tenerla stretta e darle tutto l’amore che provo per lei, per sentirla finalmente vicina e mia, per farla sentire meno sola, amata.
martedì 28 agosto 2007
quando l'apparenza inganna
questa minuscola donna è terrificante e subdola.
okay, ti perdono, ana.
notte di luna piena
un vuoto che ti toglie il fiato.
un senso di mancanza irrisolvibile.
impotenza.
voglia di distrazione che non riuscirai mai a soddisfare.
quella sensazione è sempre lì.
all'improvviso ti stritola e non ti molla. qualunque cosa tu faccia per allontanarla.
non avevo mai perso nessuno.
meglio: ho perso tanti affetti nella mia vita, ma so che sono ancora tutti da qualche parte, so che basterebbe percorrere un tratto di strada più o meno breve per ritrovarli, tutti.
lui no.
la strada che conduce a lui sta dentro una dimensione diversa dalla mia.
non è percorribile dal mio corpo.
e continuate a dirmi che è sempre con me, che mi rimarrà dentro in ogni istante della mia vita.
ma oggi non c'è.
oggi c'è solo una voragine che mi risucchia.
sabato 25 agosto 2007
alle 5 del mattino
(e anche qualche scarafaggetto rosso in cucina!)
la casa pulita, la valigia pronta.
fra tre ore si parte, ma io sono ancora sveglia.
"sei un fumetto. sì, sei proprio un fumetto!"
e io vorrei che fossi sempre così, leggero.
di nuovo, Rob?
venerdì 24 agosto 2007
garibaldi
lo ricordavo tanti anni prima in una serata qualunque trascorsa con il solito gruppo di amici.
ma lui non ricordava me: avevo i capelli lunghi, non mi truccavo e vestivo in modo decisamente meno femminile.
quella sera si è consumata la nostra prima battaglia: mi sono scontrata con il suo muso duro, quello di chi si difende da qualcosa di forte che gli sta succedendo dentro a causa tua. ma in quel momento non potevo saperlo.
la seconda battaglia è avvenuta qualche giorno dopo.
una cena a casa di amici. il suo tentativo di ignorarmi è fallito quando il tasso alcolico nel sangue ha iniziato a salire e ci siamo sciolti nei bicchieri di rhum che si sono sprecati, insieme a chiacchiere e risate. è stato allora che ha deciso che ero degna di conoscere il suo oggetto più prezioso, il suo gioiellino: un’ hornet 2005, completamente riverniciata, bianco, rosso e blu.
in quel momento ho iniziato a intuire qualcosa: forse che quel suo continuo punzecchiarmi fosse un interesse nemmeno troppo celato per la piccola miss valentine? qualcosa dentro di me ha preferito ignorare l’intuizione. quell’eventualità stonava con i progetti cerebrali di una persona troppo abituata a programmare tutto. e quell’uomo in quel momento non era stato previsto.
il cuore però .. lui sa che cosa è giusto, sempre. e se ne frega dei tuoi progetti, ti conduce alla fine esattamente al centro.
mercoledì 22 agosto 2007
J & V
naturalmente nulla è definitivo.
se in una condizione eccezionale si scopre di essere dei gran fifoni non significa che non si possa migliorare: vedere così chiaramente il proprio scarso coraggio permette di lavorare per aumentarlo. la stessa cosa vale per le persone che ci stanno attorno.
(un po’ in anticipo, in effetti, il mio compleanno non è certo nel mese di maggio)
ho visto scorrere un pessimo film, ed io non ero solo una comparsa.
accanto a me, in ogni istante, c’è stato un uomo.
ci siamo ancora, anche se qualche volta le speranze hanno vacillato, scosse dal rumore assordante di porte sbattute, urla rabbiose di sentimenti incompresi e ragioni negate.
martedì 21 agosto 2007
apnea
8 maggio
il sudore colava lungo il corpo senza muovere un muscolo.
il bendaggio mi copriva quasi interamente il busto, nudi solo la mano destra e il braccio sinistro.
mezz'ora prima il suo letto era stato spostato nell'ultima stanza del corridoio, vuota, al terzo piano dell'ospedale in cui era ricoverato da due giorni e tre notti .
durante il mio breve ricovero ho percorso, a passo lento, i corridoi dell'ospedale innumerevoli volte. per allentare la tensione, per ritrovare un equilibrio che era stato all'improvviso spazzato via dall'asfalto umido di una strada qualunque.
dopo una settimana percorrevo di nuovo il corridoio di un ospedale.
a passo lento.
avanti e indietro.
per ore.
fino alle 15 in punto.
allora ho smesso di camminare e mi sono seduta fuori dalla sua stanza.
lunedì 20 agosto 2007
coincidenze
.. sì, certo che sono a casa .. ho un braccio rotto, dovrei potrei essere?
e no, non sono da sola, perché?
non avevo ancora capito niente!
invece forse no, non lo so, non lo saprò mai.
venerdì 17 agosto 2007
waiting for september
perchè settembre è rinascita, riavvio, ritorno ai ritmi normali, alle attività tutte, alla vita.
nel mese di settembre sono nata.
quest'anno più di sempre, desidero, ho bisogno che giunga in fretta settembre, che mi sia data di nuovo la possibilità di ricominciare. il 2007 è stato un anno quasi completamente nero, pochi sprazzi di luce hanno illuminato la mia strada. voglio l'opportunità di uscire da questo tunnel di eventi dolorosi e creare con tutte le mie forze un anno fatto di colori, tutti!
giovedì 16 agosto 2007
rob brezsny
e mi conforta con la morale più appropriata.
il mio oroscopo di questa settimana, fresco di pubblicazione.
Vergine (23 agosto - 22 settembre)
Jaeyana Beuraheng, una donna madre di otto figli, un giorno decise di lasciare il suo villaggio nel sud della Thailandia per andare a fare delle spese in Malaysia. Ma purtroppo sbagliò autobus e finì in una città lontana dove tutti parlavano una lingua che non capiva. Quando finì i soldi, cominciò a chiedere l’elemosina nelle strade. Accusata di essere immigrata illegalmente, trovò rifugio in un centro dei servizi sociali. Passarono anni. Un giorno, tre persone del suo villaggio capitarono per caso nel centro, e fu finalmente in grado di comunicare nella sua lingua. Con il loro aiuto riuscì a tornare a casa. La morale di questa storia è: anche se hai sbagliato strada, non importa quanto tempo è passato, ora sei pronto per tornare a casa.
lunedì 13 agosto 2007
venerdì 10 agosto 2007
bicchieri e contenuti
dovrò farne un altro.
giovedì 9 agosto 2007
mercoledì 8 agosto 2007
!
martedì 7 agosto 2007
toccare il cielo con un dito!
ma oggi sono stata grande: sono riuscita a toccare il lettino con entrambe le mani nell'esercizio del bastone.
in cosa consiste l'esercizio del bastone?
dunque: si sta sdraiati a pancia in su (supini? proni? non me lo ricordo! ricordo solo che da bambini in palestra, nell'ora di educazione fisica, si facevano gli esercizi e ogni volta che la maestra indicava la posizione da assumere ci guardavamo perplessi, sperando che qualcuno imbroccasse quella giusta e tutti gli altri a copiare: capre! a 32 anni posso affermare con certezza che copiando non si impara nulla) ... dicevamo: sdraiati a pancia in su, si impugna un bastone leggero con le mani parallele, le braccia stese lungo i fianchi e si tenta di alzare il bastone fino dove si riesce. ovviamente lo scopo è arrivare a stendere le braccia facendo una rotazione di 180 gradi.
la prima volta che ho fatto quest'esercizio non arrivavo nemmeno a 90 gradi!
l'ostacolo principale era la forza muscolare del mio braccio fratturato: più o meno pari a zero.
ma da quando ho iniziato a rinforzare il muscolo le cose sono cambiate, fino ad oggi, quando sono arrivata a toccare il lettino. 180 gradi percorsi con una certa naturalezza, grazie anche ad un macchinario (il TECAR) applicato per scaldare tutta la muscolatura, che mi ha permesso un'ampiezza di movimento maggiore, una sofferenza minore, di toccare infine ... il cielo con un dito! scusate, il lettino con le mani.
davvero! è stato come raggiungere la meta più ambita, anche solo per pochi istanti, un modo concreto per toccare con mano i progressi fatti in queste settimane di fisioterapia ed esercizi a casa.
quanto sono felice?
da morire!
domenica 5 agosto 2007
scrittura notturna
venerdì 3 agosto 2007
l'oroscopo della settimana
Perché combattere per dei diritti che hai già, Vergine? Perché sacrificarti per delle persone che non apprezzano a pieno i tuoi doni? E perché stai pensando di dividere quando dovresti moltiplicare? Una qualsiasi di queste azioni sarebbe un crimine contro te stesso. Perciò, stammi a sentire: devi resistere ancora un po’. Se nei prossimi giorni riuscirai a evitare di accumulare un grosso debito karmico e a non danneggiare te stesso nel maldestro tentativo di aggiustare situazioni che non possono essere aggiustate, sarai libero. Presto tutti i mostri, i demoni e i malvagi metteranno in valigia i loro inutili strumenti di tortura e torneranno negli inferi dai cui sono venuti.
giovedì 2 agosto 2007
martedì 31 luglio 2007
papà
sento ancora il tuo dolore, il tuo respiro affannoso, rivedo il pappagallo pieno di sangue che tu dicevi essere urina scurita a contatto con l'aria.
rivedo la mano di quel ragazzo appoggiata sulla tua spalla, sul terrazzino dove andavamo a fumare, che ti comunica di aver appena perso suo padre, quel signore con più d'80 anni che era caduto in cantina e non si era più ripreso. eri di fronte a me mentre apprendevi la notizia. rivedo il tuo sguardo: per la prima volta hai avverito l'anelito della morte. io ti ho convinto che eri troppo giovane per temere. ero sicura che saresti uscito dall'ospedale. adesso mi sembra di averti ingannato.
non tollero che mia madre sia rimasta sola perchè tu non ci sei più. è una sensazione insopportabile, insostenibile.
spesso avverto qualcosa affacciarsi dentro, tento di scacciarlo via, il mio braccio diventa una scusa, la mia guarigione un alibi.
inizio a realizzare che non ci sei più e mi sento stringere lo stomaco e bagnare gli occhi di lacrime.
domenica sulla tua tomba per la prima volta ho pianto. appena ti ho visto le lacrime sono sgorgate copiose e silenziose. avevo gli occhiali da sole, mi sentivo al sicuro, come se ci fosse bisogno di una protezione per piangere davanti alla lapide di un padre.
quando cerco di esprimere a parole la voragine soffocante che avverto dentro di me, mi accorgo che non basta dire che mi manchi. non è proprio mancanza, ma è come se la mia vita all'improvviso fosse esplosa o implosa, come se tutto si fosse trasformato ad un livello nuovo che non ha più nulla da spartire con il vecchio.
perchè non ci sei più e io non riesco a sopportarlo, ad accettarlo.
eri il pezzo di famiglia che mi apparteneva di più.
eri la persona che mi stimava di più, più fiera di me, che si fidava e mi chiedeva consigli.
mi hai lasciato con due persone che spesso stento a sentire mie, due persone che mi amano con rabbia e indifferenza, attraverso cui mi nutro di sofferenza e disagio, angoscia e preoccupazione.
eri tu che mi davi la forza per affrontare i problemi di questi mesi, eri tu la mia motivazione principale, desideravo solo liberarti di quei pesi.
sono piena di rabbia per averti perso così, in un istante di distrazione, senza rendermi conto di nulla. odio prendere coscienza che sia accaduto davvero.
odio anche scrivere di questo.
ma, io non ho altro modo per sfogare il dolore che provo, oltre alle lacrime e alla disperazione che a volte mi coglie in piena notte e non mi abbandona finchè non crollo, esausta e priva di forze, e mi addormento come fosse per l'ultima volta.
mi mancano anche le tue inutili incazzature. le tue ansie intollerabili, la tua sfiducia nel cambiamento.
odio pensare che fossi solo, anche se noi eravamo con te.
ripenso al tuo ultimo respiro e sento ancora il mio lamento, mentre accarezzo il tuo braccio ingiallito dalla malattia, magro e freddo. quel lamento non sembrava nemmeno uscire da me, sembrava arrivare da molto lontano, sembrava quello di un cucciolo di cane a cui hanno appena strappato la madre. e lo sento nelle orecchie quel lamento, certe notti mi rimbomba così forte dentro e mi tormenta.
è insopportabile questa sensazione di definitivo che provo adesso e da cui sono fuggita per tutta la vita.
odio quella maledetta bara piena di te.
mi sento una privilegiata e voglio pensare che non sia stato un caso che quella notte in quel pronto soccorso tu abbia trovato me davanti ai tuoi occhi nell'ultimo momento di lucidità che ha attraversato la tua mente. mi hai guardato come se non capissi cosa ci facessimo lì tutti e due, come se ti fossi all'improvviso svegliato da un brutto sogno, come se il tuo movimento successivo fosse scendere da quella barella e tornare a casa con me, sulle tue gambe forti e sicure.
ogni volta che mi sento in pericolo so che tu non potrai più proteggermi e mi sento sola.
lunedì 30 luglio 2007
domenica 29 luglio 2007
women do it better!
pazienza!
intanto sono riuscita a fare il bagno, anche se non ho nuotato. sono riuscita a colorarmi quanto basta da abbandonare il personaggio del cadavere in convalescenza da frattura. e quei vestitini estivi che ho comprato in saldo adesso hanno un dignitoso corpo su cui mostrarsi. (e il mio lato vanitoso ringrazia)
tante conquiste in questi giorni. mangio e bevo con la mano destra; allargo il braccio che per tre mesi è stato incollato al mio fianco quasi a diventarne un'innaturale protuberanza; mi trucco, fumo, uso la tastiera del pc, mi spalmo la crema.
un grazie speciale a sara, la nuova fisioterapista, che ha rimesso in moto la mia spalla, e mi ha assegnato alcuni simpatici esercizi, dalla formichina sul muro all'alfabeto. ma soprattutto mi ha contagiato con una nuova dose di entusiasmo e motivazione.
cambiare è utile, anche quando pensavi che non fosse necessario.
questa breve pausa marittima doveva servire a rigenerare la mente e lo spirito, ma è stata più turbolenta del previsto. si sono accavallate tensioni provocate anche dall'esterno, oltre che incomprensioni a volte decisamente banali.
peccato ...
il lato positivo però è aver scoperto delle persone molto aperte, piacevoli, generose e allegre. certo, è difficile essere di buon umore al termine di una lunga e pesante giornata di lavoro. è una fortuna avere avuto l'occasione di conoscersi meglio in un ambiente più sereno e rilassato.
un grazie anche a loro, dunque, che mi hanno fatto sentire a mio agio dal primo istante, mi hanno ospitato e nutrito tanto e bene, e non solo di cibo.
PS: e dio, come ho dormito in queste notti!
mercoledì 25 luglio 2007
insonnia
sta diventando un vero incubo per un ghiro come me. sono di quelle che pensano che nulla accada per caso, quindi la domanda a questo punto è: perchè? qual è il vero motivo per cui non riesco ad addormentarmi nonostante la stanchezza, un sonno da svenire e un bisogno fuori dal comune di riposare?
in queste notti insonni penso a mio padre e mi manca.
martedì 24 luglio 2007
un pomeriggio da sogno
dopo pranzo mio fratello si attacca al mio pc nuovo, J scende a fumare, mia madre sistema casa e mio padre va a riposarsi.
c’è tensione.
io stresso mio fratello perché voglio il pc, ma tutti se ne fregano.
J se n’è andato comunque a fumare, senza tenere conto di me.
alla fine raggiungo J: ho bisogno di stare con lui, di parlargli dell’atmosfera pesante che ho sentito in casa, mi sento sola e abbandonata e cerco in lui un appoggio. ma non lo trovo. mi fermo con un paio di ragazzi che subito mi corteggiano, per un attimo riescono a distrarmi dai miei malumori. in quel momento vedo arrivare J, così li mollo e gli vado incontro, ho paura di come reagirebbe se mi vedesse con loro. uno di questi mi ha messo una mano intorno alle spalle, gli dico “allontanati, sto cercando il mio fidanzato”. J non si accorge di nulla, anzi: ci raggiunge, ma si unisce a questi per fumare ancora anche se io lo prego di smetterla e stare un po’ con me. glielo chiedo più volte, tento di convincerlo, ma non c’è verso e ora nemmeno i ragazzi vogliono più stare con me. così me ne vado, voglio tornare a casa ma dentro sono piena d’angoscia perché so cosa mi aspetterà per aver lasciato J lì ed essermene andata senza una parola.
quando arrivo in casa mio fratello non c’è più (sollievo: so che parte della tensione era dovuta alla sua presenza), mia madre è sul balcone, al telefono, parla di mio padre con un’amica, mi sembra turbata. mio padre è in cucina che prepara un caffè, è di pessimo umore, alla fine si sfoga: mi dice che sa di essere diventato inutile, non può più fare nulla come prima, ha paura di morire anche solo sfiorando un muro mentre cammina, perché è diventato troppo fragile fisicamente. scopro che non è tornato a casa per restare, ma può uscire dall’ospedale in cui si trova solo per alcune ore durante la giornata. la sera deve rientrare per dormire. mia madre è sollevata per questo, perché non dovrà badare a lui tutto il giorno.
nel frattempo mio padre vede passare J per strada dalla finestra della cucina.
“ho avvistato J!”, dice con aria sarcastica.
mi sporgo a guardare anch’io: cammina in direzione opposta alla casa.
e a me si stringe il cuore.
lunedì 23 luglio 2007
il piccolo
domenica 22 luglio 2007
delirio domenicale
sabato 21 luglio 2007
il risvolto della medaglia
mi rendo conto che ad uno sguardo esterno quest'informazione possa sembrare banale, ma da due mesi e 21 giorni nella mia vita sono saltate proprio le attività più banali, la normale quotidianità. è questo l'aspetto più pesante alla fine quando il tuo corpo per qualche ragione, non è più al 100%.
e mi sono accorta di una cosa curiosa: ho fatto tutti gli esercizi consigliati dal fisiatra semplicemente facendo le faccende di casa! così lavando i pavimenti ho dondolato la spalla, pulendo il tavolo ho messo in movimento il polso, spolverando ho fatto le flessioni del gomito.
QUINDI OGGI ... NIENTE GINNASTICA!
PS: per il mio fidanzato .. continuerai a darmi una mano, vero? sei così sexy quando lavi i piatti!
venerdì 20 luglio 2007
un altro mattoncino
doveva stabilire se ho bisogno di un altro ciclo di fisioterapia, ma la risposta era scontata: purtroppo sì. il mio braccio è stato fermo e piegato per troppo tempo per pensare di recuperarlo in pochi giorni.
"miss, ma che progressi! non mi aspettavo miglioramenti così netti in sole 8 sedute!"
"faccio tanti esercizi, dottoressa!"
e il suo volto si illuminava ogni volta che riuscivo ad eseguire i movimenti richiesti. nemmeno io sapevo ancora quanto fossi in grado di alzarlo, fletterlo, ruotarlo.
soddisfazione, miss!
alla prima visita, solo un paio di settimane prima, avevo fatto la figura della fifona ... e mi ero anche vergognata un po'. ma questa volta mi sentivo più sicura e serena: ho imparato a fidarmi delle mani esperte di queste persone e anche delle mie risorse.