mercoledì 12 dicembre 2007

Saggezza popolare

Lo scopo di una discussione o di un dibattito non è la vittoria,
ma il progresso.

venerdì 30 novembre 2007

Magra consolazione ..

vergine (23 agosto - 22 settembre)

Premetto, innanzitutto, che non dovrai affrontare situazioni difficili nei prossimi giorni. Assolutamente no. Inoltre, non sto dicendo che dovrai soffrire più del solito. E terzo non ti succederanno cose molto peggiori di quelle che capitano alla gente normale in tempi normali. Detto questo, però, ti consiglio di esplorare con decisione la tua sofferenza. Intavola lunghe conversazioni con i tuoi timori più oscuri. Analizza coraggiosamente gli aspetti della tua vita che ti rendono triste. Perché è il momento ideale per cercare un tesoro nascosto nell'ombra. E migliorare la tua salute mentale eliminando tutto quello che è malsano. Ricorda le sagge parole di Carl Jung: "Il fondamento della malattia mentale è l'indisponibilità a sopportare una legittima sofferenza".

mercoledì 21 novembre 2007

Mercoledì, nel mio ufficio vuoto

ritrovo per caso la mail di irene, “madri”.
la ricordo quasi a memoria, come una nenia per addormentare la propria bambina.

mi mancano le chiacchiere con lei, dialoghi che solo oggi comprendo, oggi che ho fatto quel pezzo di strada con le mie gambe, che allora capivo solo con la testa, ma non con il cuore.
diceva: “voglio vivere con una testa da adulta e un cuore da bambina”, e a volte mi sono sorpresa a provare lo stesso desiderio.
quando mi scriveva che "quelle come noi, non temere, hanno un relais che scatta in automatico e ci fa trovare la strada giusta", oggi so che cosa significa perchè dentro di me è scattato, spesso. anche quando non ho voluto badargli, lui comunque ha continuato a squillare fino a diventare un suono assordante che non potevo più ignorare.

il confronto con menti elevate e cuori che hanno vissuto.

quel sabato in cui ci siamo riviste per caso e ci siamo scambiate un abbraccio e i nuovi numeri di telefono, che non abbiamo mai composto, ho capito che non avremmo più trascorso una serata insieme a parlare fino alle tre del mattino.

lei era l’unica donna con cui tiravo tardi la sera; l’unica da cui mi lasciavo trasportare in altri mondi: volteggiavamo insieme, lei mi teneva per mano e io mi sentivo al sicuro.

fino al giorno in cui ho smesso di comprendere e mi sono persa.

Per lei (estate 2002)


Sei la mia figlia mancata.

Se non avessi mancato un figlio lo avrei voluto femmina.

Non avrei voluto essere sua amica, avrei voluto proprio essere sua madre.
Per madre intendo una presenza intellettuale, affettiva, con molta fisicità da esprimere liberamente. Non avrei voluto assillarla troppo con la mia presenza, avrei voluto accettarne lo scontro generazionale ed anche essere cresciuta da lei quando la sua mente fosse stata in grado di farlo.

Tu, smuovi in me tutto questo ed altro ancora.
Ho bisogno, a mano a mano che mi accorgo, di metabolizzare i sentimenti, di digerirli, di viverli con leggerezza.

Proprio per questo mio stato nascente nei tuoi confronti, mi preoccupo di non fare tutti i guasti che potrebbe fare una madre. Mi emoziona la tua presenza, ti guardo dimagrire e diventare bella. Potrei dirti per filo e per segno quello che avevi addosso ieri sera, reggiseno compreso, colori e righe dei tuoi pantaloni e della tua borsa. Ti guardo con circospezione, senza essere vista, ti guardo il viso truccato come una porcellana fine, quei tuoi capelli che ho accarezzato in macchina per tutto il tratto di strada.

Come una madre mi preoccupo che la mia piccola non rinunci alla vita, nemmeno ad un piccolo pezzetto, che non viva drammaticamente le sue contraddizioni, che prenda tutto come dei regali e ne goda con leggerezza.

Come una madre voglio bene alla mia bambina qualsiasi cosa decida di fare della sua vita.

Con amore
Irene

A mezzogiorno di una domenica invernale

la voce calda di nora jones,
la sua musica avvolgente che ti accarezza la faccia e ti abbraccia da dietro come fa un uomo innamorato quando vuole proteggerti.

ho bevuto troppo e fumato una canna.
poco cibo: pepite di pollo surgelate in irish pub e quattro crostatine al cioccolato pucciate nel latte freddo alle 3 del mattino.

accendo una sigaretta via l’altra con uno zippo tamarro tutto argento con la moto di vale stampata sopra e un grosso 46 a distinguere il cupolino.
mi tremano le mani come agli alcolisti e mi sembra che sia passato un secolo tanto sono sbiaditi i ricordi della serata.

la telefonata mi ha portato altrove, e io avevo bisogno di lasciarmi scivolare via.
le chiacchiere con un sorriso triste sulla famiglia e gli entusiasmanti racconti di gare in moto e le scorribande in scooter.
una birra via l’altra, la più pesante, la doppio malto.
Tennent’s Super d.m. una media e due piccole.
tamponare, ma le pepite di pollo non bastano e non si sente lo stimolo della fame, ma la pancia gonfia che batte contro la cintura dei jeans troppo stretti.

saltare la maratona di scrittura perché la senti anni luce lontana da te.
solo voglia di restare nel nido.

magari affacciarsi qualche momento e restare lì,
a scrutare il mondo come un pulcino che non è ancora pronto a volare,
o un'aquila saggia che sa quando fermarsi.

giovedì 15 novembre 2007

ci proverò

Set aside five minutes each morning and five minutes before bed.
Whisper "Shut up, all the rest of you!"
and then listen reverently to the still, small voice.
rob brezsny

domenica 4 novembre 2007

se lo dici tu ..

I proprietari di una ditta di autoricambi del South Carolina hanno mandato al Pentagono un conto di 998.798 dollari per aver spedito due rondelle da 19 centesimi a una base militare in Texas. La prossima settimana usa questo esempio per ricordarti di non pagare troppo neanche la cosa più importante. E per "pagare" non intendo solo sborsare soldi, ma anche gettare via la tua energia emotiva, dedicare attenzione o offrire aiuto. Fa in modo di ottenere il giusto in cambio del tuo contributo.

martedì 30 ottobre 2007

La principessa sfortunata


soffri.

sbagli ma non impari.

resistenza.
quasi esaurita la scorta.
di forze, d'energia.

hai voglia di guerra.
ti plachi solo quando senti odore di distruzione.
si spegne dentro te quella fiamma che ti brucerebbe viva, altrimenti.

il destino, sfortunato, come nella fiaba.

lunedì 29 ottobre 2007

Identità


non ti riconosco più.
riconosco solo sensazioni del passato che ti trasformano in un ruolo che non sei tu, ma parole e gesti introiettati quando ancora non sapevi e non capivi.
ti vedo agire e parlare, so che non sei tu, ma non so ancora chi sei.
una forza interiore a sè stante decide e così si difende, ti difende.
un nuovo lunedì.

venerdì 26 ottobre 2007

Peregrinazioni



mangio, leggo, penso; mi isolo da un mondo che sembra scorrere davanti ai miei occhi senza riuscire ad entrarci e seguirne il ritmo.

il gelo dentro, come fosse sempre inverno, un inverno rigido come quelli di quando ero bambina e, dopo le feste di natale, avvertivo quel senso di angoscia disarmante che mi soffocava il cuore la mattina, quando mi svegliavo per andare a scuola. era l’ultima fase del primo quadrimestre, la prima parziale resa dei conti in vista della pagella; era il momento in cui dovevi dare tutta te stessa per recuperare voti e migliorare la media.

è per questo che da quando lavoro e posso decidere liberamente, allungo sempre le ferie di qualche giorno per restare a casa, al caldo, nei primissimi giorni del nuovo anno.

ci sono stati anche degli inizi straordinari:
il primo anno vissuto fuori dalla casa dei miei genitori;
l’inizio anno dell’anno delle olimpiadi;
l’inizio del 2007.

per le vergini (23/08 - 22/09)



il tuo compito astrologico sarà diventare un ostinato ficcanaso che gira il mondo facendo domande.

travestimenti consigliati per halloween:
giornalista,
spia,
reporter che solleva scandali.

martedì 23 ottobre 2007

Lutto

la morte.
la perdita.
l’abbandono.

nella mia famiglia siamo in 4.
... eravamo in 4 ...
nella mia famiglia c’è sempre stata una divisione: da un lato mia madre e mio fratello.
dall’altro mio padre ed io.

mia madre sempre di parte, sempre pronta a difendere mio fratello, come una fiera che protegge il proprio cucciolo. sì, mia madre è una donna molto istintiva.
mio padre, invece, uomo: frutto di principi e di razionalità, di obiettività.
mi adorava, ma mi difendeva solo quando era giusto, o quando era troppo evidente la mia ragione, palese l’ingiustizia. altrimenti, per quieto vivere (con mia madre, e con quel figlio maschio così problematico, con cui desiderava un rapporto tra maschi che non ha mai potuto avere) si metteva in disparte, temporaneamente.

è morto.
tumore al fegato.

simbolicamente penso che soprattutto dalle sue parti (era napoletano) significhi che “si è mangiato il fegato”. in realtà è stato il fegato a mangiarsi mio padre. l’ultima volta che l’ho visto, la sua pelle era gialla, il suo corpo ridotto alle ossa.
l’ho visto soffrire, esalare l’ultimo respiro con una fatica immensa.
nella mia vita non avevo mai pensato al giorno in cui avrei perso mio padre.
stare senza di lui è intollerabile per me.
non ci riesco a stare senza di lui.
mi ha strappato via tutto l’amore che avevo dentro.

lui mi chiamava “chicca” a volte. e io mi sentivo così fiera. anche a 30 anni mi scioglievo quando pronunciava quelle parole: “la chicca di papà”.
non capisco e non accetto, perché tra tanti dolori ho dovuto subire anche questo.
non ero pronta, mi ha sorpreso così tanto che non ho fatto in tempo a dirgli nulla.
sono stata con lui per ore, prima che morisse, senza parlare, guardandolo soffrire, scappando dalla sua stanza ogni volta che sentivo il bisogno di piangere, come se mi vergognassi davanti a lui. lui che mi parlava e mi comprendeva, lui che mi ascoltava.
lui che mi amava. lui che era sempre orgoglioso di noi. comunque.

non sono nemmeno riuscita a darti un nipote. scusami.
sono stata così inconcludente.
non sei stato nemmeno nonno. mi dispiace.
eri un uomo del sud, ma hai accettato ogni mia scelta, anche quelle che faticavi a comprendere, come la convivenza al posto del matrimonio, la mia decisione di andarmene e vivere da sola.
quando entravi nella mia casa l’ammiravi e ammiravi me.
adoravi la mia casa.

non squillerà più il mio telefono .. con te all’altro capo del filo.
non sentirò più le tue chiacchiere e le tue risate.

gli ultimi anni sono stati così duri per la nostra famiglia che a volte sono felice che tu non debba più sopportare il peso di certi problemi, l’ansia con cui vivevi certi avvenimenti.

reinventarmi una vita senza di te è la prova più dura.

quanto mi hai mandato fuori di testa, negli ultimi tempi .. con i tuoi dubbi, le tue ansie, le tue domande.

l’ultima frase che hai pronunciato con me, al telefono, quel sabato, mi rimbomberà nella testa per sempre: “mi sento ancora un po’ giù”.

non hai avuto il coraggio di dirmi che stavi morendo, anche se lo sapevi.

mi hai protetta per l'ultima volta, ma io lo sapevo, papà, lo sapevo che stavi morendo e abbiamo recitato pensando di soffrire meno.

avrei voluto salvarti ma non ce l’ho fatta.

tuo fratello aveva ancora tante cose da dirti. era incazzato e se l’è presa con me, perché io sono la più forte di questa famiglia. ma poi ha capito e mi ha abbracciato, abbiamo pianto e mi ha chiesto scusa.
e la sera, la sera abbiamo riso e scherzato, guardando quelle foto, anche se tu non c’eri più, da qualche ora.
sono felice che quella sera abbiamo saputo ridere. come facevi tu.

PS: al tuo funerale c’era un mucchio di gente .. ma tu lo sai, la gente ti adorava.

giovedì 18 ottobre 2007

istinto


Ieri ho visto un neonato tra le braccia della mamma.
Entrambi avevano occhi affusolati, sudamericani.
Ho avuto voglia, istinto, desiderio di prendere in braccio quella bambina,
di vedere i suoi minuscoli arti superiori aprirsi per accogliermi.
Non mi era mai successo.
Non l'ho fatto.

venerdì 12 ottobre 2007

acerba

rubo emozioni e le metto nero su bianco.
scorrono, dopo essersi inerpicate fino alla cima del mio cervello, attraversano le mie dita e si infrangono su un foglio bianco, ma virtuale.
lo macchiano di segni riconoscibili.
le sento, profonde, ma le abbandono quando cambiano forma.
non sono più mie, non sono più io.
sono creature pronte a camminare sole.
invadono il mondo, vasto o minuscolo, non importa.
non pesano più sulla mia anima.
liberano spazio.
provocano altre sensazioni in altri cuori.

nonostante tutto

amo la mia vita.
e amo me.
amo miss valentine.
così.
com'è.

negri & amari

solo per te
convinco le stelle
a disegnare nel cielo infinito qualcosa che
somiglia a te
solo per te
io cambierò pelle
per non sentir le stagioni passare
senza di te
come la neve non sa
coprire tutta la città
come la notte non faccio rumore
se cado è per te

il toro

"Per quelli che si sentono prigionieri, tutto diventa un muro. Anche una porta aperta".
Con questa frase del poeta francese René Char non voglio dire che sei più prigioniero di tutti noi, Toro. Il motivo per cui te la cito in questo particolare momento è un altro: vorrei che tu agissi in modo deciso e con ogni mezzo possibile per liberarti di quei muri. Secondo la mia lettura dei presagi, il cosmo ricompenserà i tuoi sforzi per abbattere gli ostacoli che impediscono agli altri di raggiungerti.

giovedì 11 ottobre 2007

Un pomeriggio d'autunno

è quando mi dici che sono bella, ma lo dicono i tuoi occhi, più che le parole (il tuo cuore?).

è quando tenti di entrarmi dentro passando per i miei occhi.

è quando camminiamo insieme che sento l'esistenza di uno spazio fatto per noi due.

è quando siamo tu ed io che mi sento orgogliosa di averti accanto, di stare accanto a te.

è quando siamo con le persone che mi sento speciale, che trasmettiamo di essere speciali, al di là di luoghi e atmosfere. avverto e riconosco il loro sentire, un rispetto interiore per la nostra magia, filo sottile ma forte che ci lega, ci trasforma in un "noi", trascende i nostri "io", ma non li annulla.

è quando sono con te che sento una sensazione.
è un guizzo rapido.
inizia nell'anima e sale, fulmineo, lungo tutto il mio corpo.
è quando si schianta nella mia mente che prende forma un pensiero:
"sono donna, nè maschiaccio nè bambina, ma donna".

è allora che mi paralizzo.

è allora che mi sento atterrita.

è allora che fuggo?

mercoledì 10 ottobre 2007

pioggia di luce



crede di essere libera ma
la distanza che la separa da sé
rende invisibile ogni realtà

litfiba old

sabato 6 ottobre 2007

Tua figlia

pranzo con mia madre.
io.
"l'altra notte ho sognato di entrare nella vostra cucina e trovare papà, incupito.
gli chiedevo perchè, mi rispondeva qualcosa sul piatto del colapiatti".
mia madre.
"sì, il piatto del colapiatti. lo lavava sempre lui".
?

dorian gray


che importanza può avere il reale corso del tempo?
soltanto alle persone meschine occorrono anni per liberarsi da un'emozione.
un uomo padrone di sè può troncare un dolore con la stessa facilità con la quale crea un piacere.
non voglio essere in balia delle mie emozioni.
voglio sfruttarle, goderne, dominarle.

venerdì 5 ottobre 2007

hurt

ha sbattuto la porta così forte che la chiave non va più oltre la terza mandata.

prima però mi ha urlato parole d’amore.
prima ancora è stato seduto in silenzio per qualche minuto.
prima prima ha lanciato oggetti nella mia cucina.
prima prima prima ho urlato che “non ci sto a farmi in 4, mentre tu giochi al pc!”

dopo ..

ho cenato da sola con gnocchetti sardi al ragù.
ho finito la birra, ma ne avrei bevuta altra.
ho lavato i piatti e rassettato la cucina.
ho spento le luci e mi sono sdraiata sul divano.
ho guardato la tv, inebetita, sfinita.

un ultimo guizzo di energia per raccogliere le sue cose e infilarle in una busta.
la busta è ancora lì, appesa alla sedia accanto alla porta.
anche se abbiamo fatto pace.

mercoledì 3 ottobre 2007

proverbio orientale



"Water that is too pure has no fish "
maestro zen Ts'ai Ken T'an

lunedì 1 ottobre 2007

il risveglio del pitbull

sono stata svegliata dalle mani gelide di J che “non ha potuto resistere”.
peccato che fossero le 6:30 del mattino!

niente panico.
non è bastato a strapparmi totalmente dalle braccia di Morfeo (il mio ritorno al coma è piuttosto rapido e indolore).

ma questa mattina è stata orchestrata una congiura contro il riposo dei giusti: il mio vicino in pigiama, ma con le scarpe ai piedi, ha iniziato a camminare su e giù per la casa.
ok, mi alzo!
caffè, sigaretta, doccia, trucco, vestiti (che indecisione! fa freddo? fa caldo? pioverà?) in traumatico ritardo è iniziata una nuova settimana.
e un nuovo mese.

giovedì 27 settembre 2007

percorsi

il migliore è quello racchiuso in un tragitto sul tram di circa mezz’ora. quello che mi porta da casa a lavoro, da lavoro a casa.

me ne sto in un angolo qualunque, immersa in un romanzo scarsamente avvincente, isolata da suoni e rumori e sguardi, che pure sono certa di attirare, li sento addosso, mentre attraverso il veicolo alla ricerca del mio spazio.

in un attimo entro nell’atmosfera di ricordi e memorie di un’anziana donna: descrive vecchie fotografie di famiglia per raccontare frammenti della sua vita ad una ragazzina non vedente.

e quando si approda alla mia fermata, chiudo il libro e riapro gli occhi sul mondo, con la sensazione di essere stata altrove, almeno per un po’.

e piove.

298,32 euro

risultato della mia frattura al braccio.

già, perchè se stai in mutua più di 3 mesi la tua busta paga si dimezza, quasi.

e sei hai un mutuo da pagare quel che resta del tuo stipendio dimezzato è più o meno 300 euro.

anche oggi pioggia e freddo.
ma più di tutto, malumore.

non è colpa del tempo, ma dei tempi.
i tempi in cui viviamo, quelli fatti di un mucchio di spese e pochi guadagni.

mercoledì 26 settembre 2007

confusione, smarrimento

nient'altro da aggiungere.

lunedì 24 settembre 2007

rientro a lavoro

"sei una stronza, ti sei comportata da grande stronza!
ci sono modi e modi per dire le cose!!"
appunto ...

sabato 15 settembre 2007

orgasmo multiplo di scrittrice in erba



è come se avessi creato due volte ...

amo

amo la carnosità delle tue labbra.

il modo in cui il tuo corpo si muove quando parli, cammini, cucini, danzi, ridi mi fa vibrare dentro una sottilissima corda che riconosce e avverte un antico senso di appartenenza, inspiegabile a parole, percepibile solo dai sensi.

le tue mani mi incantano quando toccano gli oggetti per creare altre forme, comporre e scomporre, fino a trasformarle in qualcosa di nuovo che prima non c’era.

i tuoi occhi scuri e profondi, mi fanno scivolare e immergere nel calore e nella passione di un sud del mondo che mi rende orgogliosa delle mie radici.
il tuo sorriso che amoreggia e si fonde con il tuo sguardo quando sei felice annulla ogni ostilità e ricrea tutta la dolcezza e l’amore che mi hanno inondato la prima volta, quando con tutta me stessa ho varcato la soglia del tuo cuore, e ci sono sprofondata dentro senza difese né paure.

ti amo così. attraverso il mio corpo esile, senza fronzoli, né abbellimenti artificiali. con le mani sempre protese in avanti, ma pronte a ritirarsi di fronte alla paura del dolore, e a riaprirsi sempre ad ogni piccolo accenno di tregua. attraverso la mia anima scomposta dalle perdite, ma resistente come una molla, che sa quando è il momento di allungarsi e quello di ritirarsi, senza timore di spezzarsi.

ti amo con la gioia e la disperazione di ogni grande amore che, come l'eroe delle fiabe, affronta inaspettati pericoli e sconfigge nemici agguerriti, per imparare e crescere, ed elevarsi ogni volta a nuovo livello.

per giungere infine a quello più alto dove risiede lo scrigno con il tesoro più prezioso.

giovedì 13 settembre 2007

ma come fai?

a farmi perdere la calma ed esplodere la testa come se non potessi mai più recuperarne i frammenti nello spazio?
a farti perdonare e a suscitare in me sempre una dolcezza e una comprensione che non sapevo di possedere?
a farmi sentire la più insignificante e piccola delle creature sulla terra e un istante dopo la più meravigliosa e importante delle regine d'ogni tempo?
a mettere in discussione ogni cellula del mio corpo;
ogni pensiero della mia mente;
ogni sensazione del mio cuore;
ogni emozione della mia anima e quando mi sembra di essere finita in mille pezzi, ricompormi più bella e appassionata di prima?
più innamorata del primo giorno.
più affettuosa del momento più romantico mai vissuto insieme.
più appassionata della prima notte.
più fiduciosa e agguerrita contro tutte le difficoltà che ogni giorno ci crollano addosso senza avvisare nè avere pietà di noi.
come fai a provocare tutto questo in me?

mercoledì 12 settembre 2007

fine

della fisioterapia.
dei controlli ortopedici e delle visite fisiatriche.
verdetto: articolazione completamente recuperata in tempo record, muscolatura ancora da recuperare con esercizi e nuoto.
ho incontrato tutti i fisioterapisti che si sono occupati di me: osservando la mia spalla si sono stupiti di trovarla di nuovo al suo posto, quasi come se non fosse mai successo nulla.
invece è successo di tutto ...

lunedì 10 settembre 2007

la catena di compleanni

oggi è il mio compleanno.
ma la festa si è consumata sabato sera.
cena a buffet con gli amici, per la prima volta riuniti sia i miei sia quelli di J.
lui penserà "dopo 8 mesi era anche ora!"
è stato un compleanno sobrio, con un pensiero rivolto a mio padre, che avrebbe festeggiato il giorno dopo il mio, e mia madre che festeggia il giorno dopo il suo.
è duro accettare che da quest'anno c'è un buco, un vuoto di tradizione, un anello mancante nella nostra catena di compleanni .
auguri, pa'.

10 settembre 1975

happy birthday to you
happy birthday to you
happy birthday, miss valentine
happy birthday to you!

venerdì 7 settembre 2007

incredibile!

ore 8:30 del mattino.
salgo in scooter per andare in fisioterapia.
esco dall'autorimessa che custodisce ogni notte il puledro. al primo semaforo svolto a destra e mi immetto sul corso principale.
nello stesso momento una cicciona attraversa la strada; corre scomposta, facendo disgustosamente ballare tutto il suo grasso in eccesso, schiacciato dentro abiti aderenti color oro, per raggiungere un pullman che perderà.
sbuca d'incanto tra le auto ferme in coda per piombare dritta dritta su di me, che in quell'istante sopraggiungo, placida, sul mio scooter, a velocità moderata.
la signora investe me.
per fortuna (sua) si appoggia alla mia spalla (la destra, ovviamente!) ma non sfiora la motoretta, motivo per cui rimango in equilibrio, ma soprattutto in sella, senza danni, nè a me nè al piccolo.
mi fermo, mi volto. lei è a terra, ansimante per la corsa disperatamente inutile, traumatizzata dal lieve impatto. non si scusa, io le chiedo se sta bene (mi pare risponda di sì), si rialza e mi fa un cenno col capo per indicare quel pullman che nel frattempo scorre via, a giustificazione dello scontro.
me ne vado imprecando. accelero a manetta allo scoccare del verde.

giovedì 6 settembre 2007

vai, Rob!

VERGINE (23 agosto - 22 settembre)

Quando un grande ego esplode, sei un maestro nel raccogliere i cocci. Se in una disperata caccia alla gloria qualcuno dimentica i dettagli, sei bravissimo a tappare i buchi. E quando una persona dall'intelligenza emotiva limitata cerca di realizzare le sue fantasie incontrollate senza rispettare i sentimenti degli altri, tu sai intervenire per impedire un caos totale. Ammiro queste tue capacità, Vergine, e spero che le userai nel corso della prossima settimana, se ce ne sarà bisogno. Ma devi anche sapere che ti è stata concessa la licenza poetica di avere un ego più grande del solito, di goderti gioiosamente la possibilità di andare a caccia di gloria e, forse, di giocare a cuor leggero con le tue fantasie incontrollate.

mercoledì 5 settembre 2007

mi sento giù




"miss, ma qual è l'arto fratturato?"

utlimo atto all'ospedale di alba, ieri.
in attesa della visita di controllo, lungo il corridoio incontro uno degli ortopedici che più spesso ho trovato in ambulatorio durante le visite precedenti.
il caso ha voluto che nell'ultimo giorno di ricovero, proprio lui mi cambiasse 5 euro per prendere un caffè alla classica macchinetta. in assoluto il medico più professionale e nello stesso tempo umano che abbia incrociato in questi mesi.
mi sono alzata in piedi per mostrargli la mia spalla e il suo unico commento, guardando prima la sinistra, poi la destra, è stato:
"miss, ma è sicura di essersi fratturata un osso?"

sabato 1 settembre 2007

4 mesi fa

in questo preciso istante ero sull'asfalto umido di una curva, seduta a gambe incrociate.
guardavo il mondo con gli occhioni concentrati sul dolore che da lì a poco avrei potuto provare e tenevo in grembo il braccio destro come un neonato bisognoso di protezione.
mi ero appena fratturata un osso.
la mia testa non lo sapeva, ma il mio corpo sì.
e se ne stava quieto e immobile.
tutti i sensi allerta, in attesa di sentire la sirena di un'ambulanza.
che bello quando gli eventi traumatici si trasformano in semplici ricordi.

LA CONQUISTA

piccolo! io e te di nuovo insieme.
eri emozionato? io sì!
normale e straordinario nello stesso tempo.
perfezione.

venerdì 31 agosto 2007

e speriamo ancora una volta nell'oroscopo

VERGINE (23 agosto - 22 settembre)

"La storia non ha mai offerto troppe opportunità di fare molte cose che non vale la pena di fare", ha scritto il romanziere William Gaddis. Nelle prossime settimane ti consiglio di tenere a mente questa considerazione. Anche se riceverai una marea di inviti, solo alcuni saranno intimamente collegati al tuo scopo principale su questa Terra. Ma si riveleranno così sorprendentemente utili da migliorare la tua vita. Ti prego, rifiuta tutti gli altri inviti e accetta i migliori con il cuore pieno di entusiasmo e la mente fluida come un ruscello di montagna.

cygnus 125

conquista del giorno?

sono riucita a tirar giù il piccolo dal cavalletto!
magari tra qualche giorno riuscirò anche a rimettere il mio sedere sulla sua sella per farmi di nuovo scorrazzare ovunque allegramente, come una volta?

sì, sì, sì! conto i minuti che mi separano dall'emozione di guidarlo, di sentirmi ancora libera e veloce su due ruote.

giovedì 30 agosto 2007

quando l'apparenza inganna - refresh

devo fare un'importante rettifica a quanto raccontato alcuni giorni fa su ana, la mia nuova fisioterapista. la piccola non è spagnola ma arriva dritta dritta da buenos aires.
diversi anni fa ha conosciuto in chat un ragazzo ricchissimo di milano e si è trasferita in italia. ma ha scoperto, dopo un paio di anni di relazione, che "i soldi non fanno la felicità"; ha lasciato il fidanzato ricchissimo ma tristissimo e si è traferita a novara per riprendere gli studi. da sola.
non la facevo così intraprendente!
nel frattempo in argentina succedeva il finimondo a livello economico e il papà le consigliava di restare in italia. ha concluso gli studi e trovato un lavoro che ama e ha anche un nuovo compagno.
che coincidenza!
proprio questa mattina, mentre mi preparavo per andare alla quotidiana seduta di fisioterapia, pensavo che non ero ancora riuscita a stabilire un contatto con questa persona. avevo la sensazione che non ci fosse nulla di cui parlare, che fossimo troppo diverse e soprattutto che non ci fosse la minima atmosfera per entrare anche lievemente in sintonia.
credo che sia fondamentale trovare un punto di contatto con la persona che dedica mezz'ora al giorno alla tua salute: ti aiuta nel percorso di guarigione, ne fa parte integrante perchè si stabilisce un legame di fiducia imprescindibile in questi casi.
mi piace pensare che una parte di me fosse così interessata a infrangere il muro di silenzio che si stava creando tra noi durante la seduta, che alla fine ha messo in moto le vibrazioni giuste.

mercoledì 29 agosto 2007

quel sogno

mia madre se ne stava sul balcone, distante, fuori, non mi dava attenzioni, e mio padre invece disponibile, collaborativo, mi ascoltava e mi segnalava che J se ne stava andando, senza intromettersi ma interessandosi a me. insomma: un punto di riferimento, quello che è sempre stato per me, ed ora che l'ho perso, lo sarà ancora di più.
avevo voglia di piangere. avevo bisogno di un’altra ora intera, solo di pianto.
dentro di me mio padre rappresenta il "buono". da quando non c’è più e ho iniziato a realizzare la sua assenza mi sento davvero il cuore sfondato dal dolore. provo un senso di vuoto e di abbandono così forte che sono costretta a pensare ad altro perché temo di non riuscire a reggerlo.
trovo che sia ingiusto. mi rendo conto solo ora di quanto fosse giovane, di quanto tempo avesse ancora da vivere! non c’è alcuna consolazione a quanto è accaduto, proprio nessuna. un male incurabile che ti porta via così sotto gli occhi, sbarrati e volti inebetiti, in quattro giorni scarsi.
e sto male perché non ero lì con loro la sera che è stato dimesso e mia madre l’ha riportato a casa; non ero con lui quando ancora avrei potuto parlargli, guardarlo negli occhi ancora vivi. so che non ero lì perché ho avuto paura, non ho avuto il coraggio di affrontare la morte, di guardarla sul suo volto, ero così terrorizzata che mi leggesse dentro il dolore che provavo, che mi vedesse mentre sapevo che stava per morire. e ripenso sempre a quella ultima frase che mi ha detto al telefono quel sabato:
“sono ancora un po’ giù”.
e ho lasciato sola mia madre, sola per due notti e due giorni. mi sento uno schifo, mi sento così in colpa che sono piena di rabbia e vorrei scaricarla tutta su di lei, ma lei cosa c’entra.
ho fatto la scelta sbagliata quel giorno usando il mio braccio rotto come alibi per la mia fuga vigliacca.
ero appena rientrata dall’ospedale, appena superato la prima notte da sola nel mio letto, nella mia casa. al mattino m’ero lavata e vestita da sola, avevo anche fatto il caffè! mi sentivo così orgogliosa di me, di quello che stavo facendo per reagire a una situazione così insolita. ero di buon umore, ero felice perché J aveva deciso di uscire prima da lavoro, era il suo compleanno, ed era venuto da me, così non sarei stata sola, in quel primo giorno a casa, in quel pomeriggio di pioggia e di freddo.
forse la vita ha voluto darmi un segno, quando lui ha avuto quel momento di lucidità in pronto soccorso e mi ha riconosciuta, mi ha guardata con la sua solita aria stupita e un po’ turbata perchè non capiva cosa stesse accadendo. mi ha fatto questo regalo per farmi sapere che non dovevo sentirmi in colpa per aver avuto paura di affrontare la morte. per essere scappata.
e adesso avrei voglia di prendere un aereo e correre da mia madre e abbracciarla, tenerla stretta e darle tutto l’amore che provo per lei, per sentirla finalmente vicina e mia, per farla sentire meno sola, amata.

martedì 28 agosto 2007

quando l'apparenza inganna



sto consumando il mio ultimo ciclo di fisioterapia con ana, la mini spagnola occhialuta.
questa minuscola donna è terrificante e subdola.
il primo giorno mi ha deliziato con rilassanti massaggi e soffici movimenti.
il secondo giorno si è trasformata in una lottatrice di sumo in miniatura, in un guerriero giapponese senza occhi a mandorla, in una cintura nera di karate.
però .. mi ha sbloccato la spalla!
okay, ti perdono, ana.

notte di luna piena

un vuoto che ti toglie il fiato.
un senso di mancanza irrisolvibile.
impotenza.
voglia di distrazione che non riuscirai mai a soddisfare.
quella sensazione è sempre lì.
all'improvviso ti stritola e non ti molla. qualunque cosa tu faccia per allontanarla.
non avevo mai perso nessuno.
meglio: ho perso tanti affetti nella mia vita, ma so che sono ancora tutti da qualche parte, so che basterebbe percorrere un tratto di strada più o meno breve per ritrovarli, tutti.
lui no.
la strada che conduce a lui sta dentro una dimensione diversa dalla mia.
non è percorribile dal mio corpo.
e continuate a dirmi che è sempre con me, che mi rimarrà dentro in ogni istante della mia vita.
ma oggi non c'è.
oggi c'è solo una voragine che mi risucchia.

sabato 25 agosto 2007

alle 5 del mattino

pancia piena, poco sonno e un tarlo nella testa.
(e anche qualche scarafaggetto rosso in cucina!)
la casa pulita, la valigia pronta.
fra tre ore si parte, ma io sono ancora sveglia.
"sei un fumetto. sì, sei proprio un fumetto!"
e io vorrei che fossi sempre così, leggero.

di nuovo, Rob?

Sei pronto a lasciarti alle spalle il passato, a rinunciare a ogni convinzione, a salutare una nuova innocenza e a ricominciare tutto da zero? Lo spero proprio, perché è quello che l'universo t'incoraggerà a fare.
Eccoti qualche perla di saggezza per ispirarti:
1) "Non puoi sapere di cosa sei capace finché non provi a farlo", Colin Powell.
2) "Non sottovalutare mai il tuo potere di cambiare te stesso", H. Jackson Brown jr.
3) "Se la fortuna non bussa alla tua porta, costruiscile un portone", la mia amica Lucy Spinner.
4) "Dio ti richiama nel luogo in cui s'incontrano la tua più profonda felicità e la tua più insaziabile fame del mondo", Frederick Buechner.

venerdì 24 agosto 2007

garibaldi

è stato j la prima persona che ho visto appena arrivati al locale, quella sera.
lo ricordavo tanti anni prima in una serata qualunque trascorsa con il solito gruppo di amici.
ma lui non ricordava me: avevo i capelli lunghi, non mi truccavo e vestivo in modo decisamente meno femminile.
quella sera si è consumata la nostra prima battaglia: mi sono scontrata con il suo muso duro, quello di chi si difende da qualcosa di forte che gli sta succedendo dentro a causa tua. ma in quel momento non potevo saperlo.
la seconda battaglia è avvenuta qualche giorno dopo.
una cena a casa di amici. il suo tentativo di ignorarmi è fallito quando il tasso alcolico nel sangue ha iniziato a salire e ci siamo sciolti nei bicchieri di rhum che si sono sprecati, insieme a chiacchiere e risate. è stato allora che ha deciso che ero degna di conoscere il suo oggetto più prezioso, il suo gioiellino: un’ hornet 2005, completamente riverniciata, bianco, rosso e blu.
in quel momento ho iniziato a intuire qualcosa: forse che quel suo continuo punzecchiarmi fosse un interesse nemmeno troppo celato per la piccola miss valentine? qualcosa dentro di me ha preferito ignorare l’intuizione. quell’eventualità stonava con i progetti cerebrali di una persona troppo abituata a programmare tutto. e quell’uomo in quel momento non era stato previsto.
il cuore però .. lui sa che cosa è giusto, sempre. e se ne frega dei tuoi progetti, ti conduce alla fine esattamente al centro.
ecco perché la notte di capodanno mi sono trovata al centro di un corridoio di una casa piena di persone e confusione e i miei occhi innanzitutto hanno incrociato i suoi e hanno sorriso disarmati, insieme alle labbra già gonfie e protese dal desiderio di appoggiarsi sulle sue.

mercoledì 22 agosto 2007

J & V

a volte la vita ci fa un dono. brutalmente ci permette di comprendere in un istante chi siamo e chi sono le persone che abbiamo intorno.
naturalmente nulla è definitivo.
se in una condizione eccezionale si scopre di essere dei gran fifoni non significa che non si possa migliorare: vedere così chiaramente il proprio scarso coraggio permette di lavorare per aumentarlo. la stessa cosa vale per le persone che ci stanno attorno.
negli ultimi mesi la vita ha deciso di concedere a me questo dono
(un po’ in anticipo, in effetti, il mio compleanno non è certo nel mese di maggio)
ho visto scorrere un pessimo film, ed io non ero solo una comparsa.
accanto a me, in ogni istante, c’è stato un uomo.
anno 2006, metà dicembre, quando ci siamo conosciuti.
la prima volta che ci siamo visti ci siamo odiati
(come fanno i bambini con la compagna di classe che adorano)
la seconda volta ci siamo annusati
(come fanno gli animali feriti che temono di essere nuovamente colpiti)
la terza volta ci siamo arresi all’evidenza. un solo sguardo, il primo, ha annullato ogni difesa e sciolto ogni resistenza. e non sono bastati il buon senso né la ragione a impedire che i nostri corpi si trovassero come d’incanto allacciati e le nostre labbra risucchiate: un bacio improvviso, inevitabile e irruento come l’esplosione di un temporale estivo, ed altrettanto breve.
da allora è passato poco tempo, ma molta vita: dentro di noi .. attorno, sopra, sotto, o anche solo di sfuggita sfiorati o completamente immersi, avvolti, sommersi.
ci siamo ancora, anche se qualche volta le speranze hanno vacillato, scosse dal rumore assordante di porte sbattute, urla rabbiose di sentimenti incompresi e ragioni negate.
ci siamo, con la stessa forza e passione nata dietro quello sguardo rubato dallo specchietto di un’auto, consumata, avidi, nelle prime ore del primo giorno del nuovo anno.
nonostante tutto.

martedì 21 agosto 2007

apnea

quand'ero bambina e i miei genitori litigavano (spesso), io trattenevo il respiro.
la vita, tutta, per me s'interrompeva fino a quando non tornava il sereno. scorgevo un sorriso, avvertivo nelle loro voci quel suono lievemente diverso che si dà ad una parola per farla sembrare una carezza. e tiravo di nuovo un sospiro di sollievo, mi rilassavo. mi sembrava che solo allora il mondo riprendesse a girare.
cresciuta un po', ho capito che le liti facevano parte del loro rapporto e non temevo più una rottura definitiva. eppure, appena annusavo nell'aria quell'odore acre di guerra fredda, fatta di silenzi e indifferenza forzata, di nuovo tutto, per me, diventava immobile dentro casa. dovevo uscire da lì per accorgermi che il mondo non aveva smesso di girare.
cresciuta ancora un po', sono andata via di casa, ma ancora mi bastava il tono di risposta in una telefonata per capire che c'eravamo un'altra volta.
ho imparato solo con la separazione fisica da loro a non permettere che anche il mio mondo si fermasse di fronte alle loro battaglie.
ma, una cosa è rimasta: ancora oggi, se c'è tensione con la persona che amo, trattengo il respiro e mi sembra che il mondo smetta di girare.

8 maggio

vento forte, caldo.
il sudore colava lungo il corpo senza muovere un muscolo.
il bendaggio mi copriva quasi interamente il busto, nudi solo la mano destra e il braccio sinistro.
mezz'ora prima il suo letto era stato spostato nell'ultima stanza del corridoio, vuota, al terzo piano dell'ospedale in cui era ricoverato da due giorni e tre notti .
durante il mio breve ricovero ho percorso, a passo lento, i corridoi dell'ospedale innumerevoli volte. per allentare la tensione, per ritrovare un equilibrio che era stato all'improvviso spazzato via dall'asfalto umido di una strada qualunque.
dopo una settimana percorrevo di nuovo il corridoio di un ospedale.
a passo lento.
avanti e indietro.
per ore.
fino alle 15 in punto.
allora ho smesso di camminare e mi sono seduta fuori dalla sua stanza.

lunedì 20 agosto 2007

coincidenze

ore 8.30: visita fisiatrica.
ho recuperato la maggioranza dei movimenti e soprattutto la forza muscolare.
ora non resta che perfezionare la riabilitazione per tornare di nuovo in sella al mio scooter e riprendere la mia vita normale con i suoi ritmi e anche i suoi lati negativi, come alzarsi presto la mattina per andare in ufficio: dopo quattro mesi mi mancano anche il mio capo ansioso e la mia collega lenta e noiosa.
ho fatto molti progressi, ma come previsto mi è stato prescritto un ultimo ciclo di fisioterapia che inizierà lunedì prossimo.
la mia ultima seduta si svolgerà l'11 settembre.
mio padre, quel giorno, avrebbe compiuto 60 anni.
il mio incidente è avvenuto martedì primo maggio, mio padre è morto il martedì successivo, l'8. mentre io ero in ospedale ad alba e aspettavo le dimissioni, lui faceva altrettanto a torino.
ho saputo che aveva un tumore il giorno in cui sono rientrata a casa. era il compleanno del mio compagno: per questo era uscito prima da lavoro e si trovava accanto a me mentre ricevevo quella telefonata ...
“sei a casa? sei da sola?” (mia madre)
.. sì, certo che sono a casa .. ho un braccio rotto, dovrei potrei essere?
e no, non sono da sola, perché?
non avevo ancora capito niente!
“guarda che la situazione è grave .. hanno trovato un tumore”
“dove?”
“eh .. al fegato ..”
“ma .. e quanto gli hanno dato?”
“eh .. qualche mese ..”
“qualche? ma quanti?”
“non lo so, vale! qualche mese ..”
invece sapeva già che si trattava solo di poche settimane.
gliene ho fatto una colpa, dopo, perché se l’avessi saputo sarei corsa in quel momento.
invece forse no, non lo so, non lo saprò mai.

venerdì 17 agosto 2007

conquista della notte

ho dormito a pancia in giù!
a 117 giorni dall'ultima volta.

waiting for september

lo confesso: odio questo mese.
attendo con ansia la sua fine ogni anno e godo, giorno dopo giorno, dell'arrivo imminente di settembre.
perchè settembre è rinascita, riavvio, ritorno ai ritmi normali, alle attività tutte, alla vita.
nel mese di settembre sono nata.
settembre è un nuovo inizio sempre, nuove opportunità, nuovi elementi da sfruttare per costruire un altro anno di vita.
quest'anno più di sempre, desidero, ho bisogno che giunga in fretta settembre, che mi sia data di nuovo la possibilità di ricominciare. il 2007 è stato un anno quasi completamente nero, pochi sprazzi di luce hanno illuminato la mia strada. voglio l'opportunità di uscire da questo tunnel di eventi dolorosi e creare con tutte le mie forze un anno fatto di colori, tutti!

giovedì 16 agosto 2007

rob brezsny

a volte sembra che mi legga dentro.
e mi conforta con la morale più appropriata.
il mio oroscopo di questa settimana, fresco di pubblicazione.

Vergine (23 agosto - 22 settembre)

Jaeyana Beuraheng, una donna madre di otto figli, un giorno decise di lasciare il suo villaggio nel sud della Thailandia per andare a fare delle spese in Malaysia. Ma purtroppo sbagliò autobus e finì in una città lontana dove tutti parlavano una lingua che non capiva. Quando finì i soldi, cominciò a chiedere l’elemosina nelle strade. Accusata di essere immigrata illegalmente, trovò rifugio in un centro dei servizi sociali. Passarono anni. Un giorno, tre persone del suo villaggio capitarono per caso nel centro, e fu finalmente in grado di comunicare nella sua lingua. Con il loro aiuto riuscì a tornare a casa. La morale di questa storia è: anche se hai sbagliato strada, non importa quanto tempo è passato, ora sei pronto per tornare a casa.



lunedì 13 agosto 2007

herbe royale



quando la vita ti costringe a pause forzate, sviluppi qualità insospettabili.

venerdì 10 agosto 2007

bicchieri e contenuti

oggi si è concluso il secondo ciclo di fisioterapia.
dovrò farne un altro.
mentre tornavo a casa, cercavo di guardare il bicchiere mezzo pieno: fino a un mese fa avevo ancora il tutore e il braccio bloccato.
fino a poche settimane fa avevo il braccio libero ma ogni movimento era una fatica immensa.
fino a pochi giorni fa l'osso fratturato era così distante dalla spalla da creare un dislivello visibile ad occhio nudo.
oggi faccio molti movimenti, anche se con fatica, fastidio, a volte con dolore.
... ed è tornato di nuovo il sereno.

mercoledì 8 agosto 2007

rosso rame



ok,
dopo 4 giorni mi sono abituata: mi piaccio rossa!
scusa, michi, rosso rame.

!

ho aperto gli occhi.
mi sono guardata attorno.
ho letto l'ora sul display della sveglia digitale.
(con le lancette non me la cavo)
mi sono alzata dal letto rapida, una fitta di dolore all'avambraccio.
(oggi abbiamo allungato e massaggiato e tirato e piegato e forzato verso il basso e poi verso il petto: mancano 5 maledetti gradi per distendere interamente il mio gomito destro)
l'angoscia e il terrore di non essere viva.
mi sono rotta in un pianto liberatorio.
e fuori, la pioggia, ha inziato a cadere furiosa da un cielo carico di rabbia.

oggi mi sento così







martedì 7 agosto 2007

toccare il cielo con un dito!

ho scoperto che ho le braccia storte, la testa dell'omero ruotata e le spalle curve in avanti: un disastro!
ma oggi sono stata grande: sono riuscita a toccare il lettino con entrambe le mani nell'esercizio del bastone.
in cosa consiste l'esercizio del bastone?
dunque: si sta sdraiati a pancia in su (supini? proni? non me lo ricordo! ricordo solo che da bambini in palestra, nell'ora di educazione fisica, si facevano gli esercizi e ogni volta che la maestra indicava la posizione da assumere ci guardavamo perplessi, sperando che qualcuno imbroccasse quella giusta e tutti gli altri a copiare: capre! a 32 anni posso affermare con certezza che copiando non si impara nulla) ... dicevamo: sdraiati a pancia in su, si impugna un bastone leggero con le mani parallele, le braccia stese lungo i fianchi e si tenta di alzare il bastone fino dove si riesce. ovviamente lo scopo è arrivare a stendere le braccia facendo una rotazione di 180 gradi.
la prima volta che ho fatto quest'esercizio non arrivavo nemmeno a 90 gradi!
l'ostacolo principale era la forza muscolare del mio braccio fratturato: più o meno pari a zero.
ma da quando ho iniziato a rinforzare il muscolo le cose sono cambiate, fino ad oggi, quando sono arrivata a toccare il lettino. 180 gradi percorsi con una certa naturalezza, grazie anche ad un macchinario (il TECAR) applicato per scaldare tutta la muscolatura, che mi ha permesso un'ampiezza di movimento maggiore, una sofferenza minore, di toccare infine ... il cielo con un dito! scusate, il lettino con le mani.
davvero! è stato come raggiungere la meta più ambita, anche solo per pochi istanti, un modo concreto per toccare con mano i progressi fatti in queste settimane di fisioterapia ed esercizi a casa.
quanto sono felice?
da morire!

domenica 5 agosto 2007

scrittura notturna

la mia spalla è tornata al suo posto.
so che il merito è insieme della fisioterapia, degli esercizi a casa, dell'utilizzo quotidiano dell'arto.
ma questa notte per la prima volta dopo 3 mesi, mi sono riappropriata di uno dei gesti che mi caratterizzano maggiormente: la scrittura a mano.
il mio quaderno preferito, la mia penna prediletta, l'orario perfetto, alla fine di una giornata piena di impegni e di persone e di emozioni.
ieri ho comprato la tenda da esterno per il balcone della mia cucina e la stanza all'improvviso ha cambiato aspetto: ora le porte sono spalancate sul mondo ma io posso guardarlo comodamente attraverso i fili di bambù che penzolano, protettivi.
ho cucinato, ho riso e chiacchierato, ma anche sofferto per quella parte di famiglia che da oggi non è più mia, e per sempre mi sentirò orfana anche senza aver attraversato la morte fisica.
e allora questa notte, con il braccio stanco e affaticato, ho ripreso tra le mani (entrambe) i miei strumenti preferiti e li ho sfruttati ancora una volta per dialogare con me, con quella miss valentine che sta un po' più giù, nascosta, ma presente, che riemerge sempre al bisogno, senza sentirsi offesa mai, nemmeno quando è più trascurata e sembra dimenticata.
per questo mi piace pensare, dopo un'ora di scrittura a mano in cui ho ritrovato la mia calligrafia di una volta, che se la mia spalla destra, la testa del mio omero fratturato in un incidente d'auto, è rientrata perfettamente nella sua sede naturale, il merito sia della mia passione più antica.

venerdì 3 agosto 2007

l'oroscopo della settimana


Vergine (23 agosto - 22 settembre)

Perché combattere per dei diritti che hai già, Vergine? Perché sacrificarti per delle persone che non apprezzano a pieno i tuoi doni? E perché stai pensando di dividere quando dovresti moltiplicare? Una qualsiasi di queste azioni sarebbe un crimine contro te stesso. Perciò, stammi a sentire: devi resistere ancora un po’. Se nei prossimi giorni riuscirai a evitare di accumulare un grosso debito karmico e a non danneggiare te stesso nel maldestro tentativo di aggiustare situazioni che non possono essere aggiustate, sarai libero. Presto tutti i mostri, i demoni e i malvagi metteranno in valigia i loro inutili strumenti di tortura e torneranno negli inferi dai cui sono venuti.

e speriamo che sia tutto vero ...

giovedì 2 agosto 2007

la giornata dell'infante

ho deciso che da oggi il 1° agosto si festeggerà ogni anno
"la giornata dell'infante"
auguri a tutti gli uomini e le donne che non vogliono crescere.
questa è la vostra giornata: godetevela tutta!

martedì 31 luglio 2007

ma quanto mi mancano le 2 ruote!






papà

penso continuamente al tuo corpo smagrito disteso sul letto d'ospedale.
sento ancora il tuo dolore, il tuo respiro affannoso, rivedo il pappagallo pieno di sangue che tu dicevi essere urina scurita a contatto con l'aria.
rivedo la mano di quel ragazzo appoggiata sulla tua spalla, sul terrazzino dove andavamo a fumare, che ti comunica di aver appena perso suo padre, quel signore con più d'80 anni che era caduto in cantina e non si era più ripreso. eri di fronte a me mentre apprendevi la notizia. rivedo il tuo sguardo: per la prima volta hai avverito l'anelito della morte. io ti ho convinto che eri troppo giovane per temere. ero sicura che saresti uscito dall'ospedale. adesso mi sembra di averti ingannato.
non tollero che mia madre sia rimasta sola perchè tu non ci sei più. è una sensazione insopportabile, insostenibile.
spesso avverto qualcosa affacciarsi dentro, tento di scacciarlo via, il mio braccio diventa una scusa, la mia guarigione un alibi.
inizio a realizzare che non ci sei più e mi sento stringere lo stomaco e bagnare gli occhi di lacrime.
domenica sulla tua tomba per la prima volta ho pianto. appena ti ho visto le lacrime sono sgorgate copiose e silenziose. avevo gli occhiali da sole, mi sentivo al sicuro, come se ci fosse bisogno di una protezione per piangere davanti alla lapide di un padre.
quando cerco di esprimere a parole la voragine soffocante che avverto dentro di me, mi accorgo che non basta dire che mi manchi. non è proprio mancanza, ma è come se la mia vita all'improvviso fosse esplosa o implosa, come se tutto si fosse trasformato ad un livello nuovo che non ha più nulla da spartire con il vecchio.
perchè non ci sei più e io non riesco a sopportarlo, ad accettarlo.
eri il pezzo di famiglia che mi apparteneva di più.
eri la persona che mi stimava di più, più fiera di me, che si fidava e mi chiedeva consigli.
mi hai lasciato con due persone che spesso stento a sentire mie, due persone che mi amano con rabbia e indifferenza, attraverso cui mi nutro di sofferenza e disagio, angoscia e preoccupazione.
eri tu che mi davi la forza per affrontare i problemi di questi mesi, eri tu la mia motivazione principale, desideravo solo liberarti di quei pesi.
sono piena di rabbia per averti perso così, in un istante di distrazione, senza rendermi conto di nulla. odio prendere coscienza che sia accaduto davvero.
odio anche scrivere di questo.
ma, io non ho altro modo per sfogare il dolore che provo, oltre alle lacrime e alla disperazione che a volte mi coglie in piena notte e non mi abbandona finchè non crollo, esausta e priva di forze, e mi addormento come fosse per l'ultima volta.
mi mancano anche le tue inutili incazzature. le tue ansie intollerabili, la tua sfiducia nel cambiamento.
odio pensare che fossi solo, anche se noi eravamo con te.
ripenso al tuo ultimo respiro e sento ancora il mio lamento, mentre accarezzo il tuo braccio ingiallito dalla malattia, magro e freddo. quel lamento non sembrava nemmeno uscire da me, sembrava arrivare da molto lontano, sembrava quello di un cucciolo di cane a cui hanno appena strappato la madre. e lo sento nelle orecchie quel lamento, certe notti mi rimbomba così forte dentro e mi tormenta.
è insopportabile questa sensazione di definitivo che provo adesso e da cui sono fuggita per tutta la vita.
odio quella maledetta bara piena di te.
mi sento una privilegiata e voglio pensare che non sia stato un caso che quella notte in quel pronto soccorso tu abbia trovato me davanti ai tuoi occhi nell'ultimo momento di lucidità che ha attraversato la tua mente. mi hai guardato come se non capissi cosa ci facessimo lì tutti e due, come se ti fossi all'improvviso svegliato da un brutto sogno, come se il tuo movimento successivo fosse scendere da quella barella e tornare a casa con me, sulle tue gambe forti e sicure.
ogni volta che mi sento in pericolo so che tu non potrai più proteggermi e mi sento sola.
una volta mi hai detto che io non sarei stata sola mai.
ti sbagliavi, pa'.

lunedì 30 luglio 2007

e i denti?

grande miss valentine!

domenica 29 luglio 2007

women do it better!

maledetto eritema solare che mi ha fatto scappar via dalla spiaggia ieri pomeriggio quando ero ormai pronta per l'ultima dose di sole, prima del rientro in città.
pazienza!
intanto sono riuscita a fare il bagno, anche se non ho nuotato. sono riuscita a colorarmi quanto basta da abbandonare il personaggio del cadavere in convalescenza da frattura. e quei vestitini estivi che ho comprato in saldo adesso hanno un dignitoso corpo su cui mostrarsi. (e il mio lato vanitoso ringrazia)
tante conquiste in questi giorni. mangio e bevo con la mano destra; allargo il braccio che per tre mesi è stato incollato al mio fianco quasi a diventarne un'innaturale protuberanza; mi trucco, fumo, uso la tastiera del pc, mi spalmo la crema.
un grazie speciale a sara, la nuova fisioterapista, che ha rimesso in moto la mia spalla, e mi ha assegnato alcuni simpatici esercizi, dalla formichina sul muro all'alfabeto. ma soprattutto mi ha contagiato con una nuova dose di entusiasmo e motivazione.
cambiare è utile, anche quando pensavi che non fosse necessario.
questa breve pausa marittima doveva servire a rigenerare la mente e lo spirito, ma è stata più turbolenta del previsto. si sono accavallate tensioni provocate anche dall'esterno, oltre che incomprensioni a volte decisamente banali.
peccato ...
il lato positivo però è aver scoperto delle persone molto aperte, piacevoli, generose e allegre. certo, è difficile essere di buon umore al termine di una lunga e pesante giornata di lavoro. è una fortuna avere avuto l'occasione di conoscersi meglio in un ambiente più sereno e rilassato.
un grazie anche a loro, dunque, che mi hanno fatto sentire a mio agio dal primo istante, mi hanno ospitato e nutrito tanto e bene, e non solo di cibo.

PS: e dio, come ho dormito in queste notti!

mercoledì 25 luglio 2007

insonnia

anche questa notte sveglia.
sta diventando un vero incubo per un ghiro come me. sono di quelle che pensano che nulla accada per caso, quindi la domanda a questo punto è: perchè? qual è il vero motivo per cui non riesco ad addormentarmi nonostante la stanchezza, un sonno da svenire e un bisogno fuori dal comune di riposare?
in queste notti insonni penso a mio padre e mi manca.

martedì 24 luglio 2007

un pomeriggio da sogno

la notte dormo poco.
colpa del braccio che non mi permette di assumere le mie posizioni preferite. così nel pomeriggio spesso recupero qualche ora di sonno. peccato che venga turbata da certi sogni ....
sono a pranzo dai miei, con J e mio fratello.
dopo pranzo mio fratello si attacca al mio pc nuovo, J scende a fumare, mia madre sistema casa e mio padre va a riposarsi.
c’è tensione.
io stresso mio fratello perché voglio il pc, ma tutti se ne fregano.
J se n’è andato comunque a fumare, senza tenere conto di me.
alla fine raggiungo J: ho bisogno di stare con lui, di parlargli dell’atmosfera pesante che ho sentito in casa, mi sento sola e abbandonata e cerco in lui un appoggio. ma non lo trovo. mi fermo con un paio di ragazzi che subito mi corteggiano, per un attimo riescono a distrarmi dai miei malumori. in quel momento vedo arrivare J, così li mollo e gli vado incontro, ho paura di come reagirebbe se mi vedesse con loro. uno di questi mi ha messo una mano intorno alle spalle, gli dico “allontanati, sto cercando il mio fidanzato”. J non si accorge di nulla, anzi: ci raggiunge, ma si unisce a questi per fumare ancora anche se io lo prego di smetterla e stare un po’ con me. glielo chiedo più volte, tento di convincerlo, ma non c’è verso e ora nemmeno i ragazzi vogliono più stare con me. così me ne vado, voglio tornare a casa ma dentro sono piena d’angoscia perché so cosa mi aspetterà per aver lasciato J lì ed essermene andata senza una parola.
quando arrivo in casa mio fratello non c’è più (sollievo: so che parte della tensione era dovuta alla sua presenza), mia madre è sul balcone, al telefono, parla di mio padre con un’amica, mi sembra turbata. mio padre è in cucina che prepara un caffè, è di pessimo umore, alla fine si sfoga: mi dice che sa di essere diventato inutile, non può più fare nulla come prima, ha paura di morire anche solo sfiorando un muro mentre cammina, perché è diventato troppo fragile fisicamente. scopro che non è tornato a casa per restare, ma può uscire dall’ospedale in cui si trova solo per alcune ore durante la giornata. la sera deve rientrare per dormire. mia madre è sollevata per questo, perché non dovrà badare a lui tutto il giorno.
nel frattempo mio padre vede passare J per strada dalla finestra della cucina.
“ho avvistato J!”, dice con aria sarcastica.
mi sporgo a guardare anch’io: cammina in direzione opposta alla casa.
e a me si stringe il cuore.

lunedì 23 luglio 2007

il piccolo

sì, ho fatto una cazzata, ma è stato più forte di me.
quando ho sentito il suono del suo motore, quel fruuu fruuuu .. non ho resistito.
era bello, ancora splendente, l'avevo lavato solo un paio di giorni prima dell'incidente che ci ha separati. mi guardava con i suoi occhioni tristi di nostalgia. nostalgia delle nostre corse quotidiane in mezzo al traffico della città, i nostri slalom tra le auto ferme in coda e le nostre partenze brucianti all'illuminarsi del verde al semaforo.
sono salita, ho appoggiato le mani sulle manopole, ho dato un colpetto di gas, l'ho sentito fremere sotto di me, scalpitare dal desiderio di correre ancora una volta, insieme. ma ho dovuto arrestare immediatamente un'emozione fantastica.
accelerare è semplice, è frenare il problema!
per fortuna sono riuscita ad evitare danni, grazie all'aiuto di una mano esterna, attenta e rapida, che ha ristabilito un equlibrio diventato troppo precario.
forse sarà l'ultima attività che riprenderò, ma mi sento una privilegiata perchè quel giorno sarà come la prima volta: libertà immensa!

domenica 22 luglio 2007

delirio domenicale


anche oggi ho dato il mio contributo alla causa.
quale causa?
la pace nel mondo.

ghgj = come dimostrare al mio fidanzato che ho ragione!

sabato 21 luglio 2007

il risvolto della medaglia

questa mattina per la prima volta dopo 2 mesi e 21 giorni ho vissuto il mio sabato più classico: pulizie di casa! ma quelle serie, complete.
mi rendo conto che ad uno sguardo esterno quest'informazione possa sembrare banale, ma da due mesi e 21 giorni nella mia vita sono saltate proprio le attività più banali, la normale quotidianità. è questo l'aspetto più pesante alla fine quando il tuo corpo per qualche ragione, non è più al 100%.
e mi sono accorta di una cosa curiosa: ho fatto tutti gli esercizi consigliati dal fisiatra semplicemente facendo le faccende di casa! così lavando i pavimenti ho dondolato la spalla, pulendo il tavolo ho messo in movimento il polso, spolverando ho fatto le flessioni del gomito.
QUINDI OGGI ... NIENTE GINNASTICA!

PS: per il mio fidanzato .. continuerai a darmi una mano, vero? sei così sexy quando lavi i piatti!

venerdì 20 luglio 2007

un altro mattoncino

dopo l'ottava seduta di 12, la fisiatra ha testato i miei progressi.
doveva stabilire se ho bisogno di un altro ciclo di fisioterapia, ma la risposta era scontata: purtroppo sì. il mio braccio è stato fermo e piegato per troppo tempo per pensare di recuperarlo in pochi giorni.
"miss, ma che progressi! non mi aspettavo miglioramenti così netti in sole 8 sedute!"

"faccio tanti esercizi, dottoressa!"

e il suo volto si illuminava ogni volta che riuscivo ad eseguire i movimenti richiesti. nemmeno io sapevo ancora quanto fossi in grado di alzarlo, fletterlo, ruotarlo.
soddisfazione, miss!
alla prima visita, solo un paio di settimane prima, avevo fatto la figura della fifona ... e mi ero anche vergognata un po'. ma questa volta mi sentivo più sicura e serena: ho imparato a fidarmi delle mani esperte di queste persone e anche delle mie risorse.