giovedì 25 dicembre 2008

La fata

Live

C'è solo un fiore in quella stanza
e tu ti muovi con pazienza
la medicina è amara ma
tu già lo sai che la berrà

Se non si arrende tu lo tenti
e sciogli il nodo dei tuoi fianchi
e quel vestito scopre già
chi coglie il fiore impazzirà

Farà per te qualunque cosa
e tu sorella e madre e sposa
e tu regina o fata, tu
non puoi pretendere di più

E forse è per vendetta
e forse è per paura
o solo per pazzia
ma da sempre
tu sei quella che paga di più
se vuoi volare ti tirano giù
e se comincia la caccia alla streghe
la strega sei tu

E insegui sogni da bambina
e chiedi amore e sei sincera
non fai magie, ne trucchi, ma
nessuno ormai ci crederà

C'è chi ti urla che sei bella
che sei una fata, sei una stella
poi ti fa schiava, però no
chiamarlo amore non si può

C'è chi ti esalta, chi ti adula
c'è chi ti espone anche in vetrina
si dice amore, però no
chiamarlo amore non si può

Edoardo Bennato

Una serata che non ti aspetti

La mia vigilia di Natale.

Si è trasformata senza avvisare in un momento pieno di calore,
risate,
compagnia,
doni,
affetto .. amici.

E qualcosa di più.

Ma c'è stato anche il dolore, e un passaggio in ospedale.
A riposo per cinque giorni, con un ginocchio gonfio e un livido degno di una bimba.

Miss,
ma che combini?

Buon Natale!

lunedì 22 dicembre 2008

La repulsione

L’onnipotenza dei bambini: pensano che tutto dipenda da come si comportano.

La miss e valentina.

L’immagine di persona superiore e distaccata che allontana gli altri.

Che giornata strana.
Mi ero svegliata di buon umore, anche se in ritardo .. come sempre.
Mi sono scontrata con almeno due persone, oggi.
Con qualcuno ingiustamente.
L’aggressività che scateno per invidia e non solo.

Il mio albero ha le luci spente e nemmeno un regalo sotto.

Che strano natale..

giovedì 18 dicembre 2008

Giovedì

Il mio vicino ha acceso Radio Padania alle 7, casse rivolte alla parete della mia camera da letto, risposta alla rumorosa serata tra amici.
Mi sono svegliata di buon umore.
Merito della cena in compagnia a suon di ottimo cibo e vino a profusione.
O delle risate notturne da soffocamento: scritte, lette, sentite.
Alle 8 in punto ero sul tram. Dopo settimane sono arrivata puntuale in ufficio.
Oggi c’è il sole.
Ho sonno che ho rischiato di addormentarmi mentre leggevo;
non ho fumato per un’ora e mezzo;
ho i capogiri da seduta.
Domani sarà una bellissima serata.
Chiara, Fabio, Valentina, i Negramaro, le canzoni, la musica, la folla.


VERGINE (23 agosto - 22 settembre)

"La mia più profonda ferita emotiva è stata anche un’inesauribile fonte di benedizioni". Non vi racconterò il motivo per cui tale dichiarazione è vera per me - è troppo personale - ma vi assicuro che è uno dei fatti fondamentali del mio destino. Puoi fare una simile affermazione, Vergine? E' possibile interpretare la tua vita in modo tale da vedere come una dolorosa esperienza sofferta in passato ti ha dato anche un’enorme intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà un ottimo anno per fare questo salto di consapevolezza. E il tempo del solstizio - proprio ora! – è il momento perfetto per iniziare.

mercoledì 17 dicembre 2008

Di spalle


Si sveglia pochi minuti alle 7.

Tenta di ricordare la serata di ieri, ci riesce a fatica.
Ha parlato con qualcuno, ha raccontato un altro conflitto.

A ritroso nella memoria, ricorda che ha deciso di restare a casa: deve pulire, riordinare, questa sera deve ospitare cinque persone. Potrebbe dormire ancora un po’, invece si alza, prepara il caffè, ha già voglia della prima sigaretta.

Ha mal di pancia e la mente offuscata da qualche bicchiere di vino rosso.

Cammina su un filo, un filo che si assottiglia sempre di più, è in bilico.

Riguarda le foto dell’ultimo evento, ne sceglie una e sale prepotente il bisogno di scrivere, di sussurrare a se stessa, ascoltare il lamento profondo della sua anima, dargli voce, spazio, abbracciarsi un po’.

Manca tutto.

Risuona dentro Quel guizzo; l'istinto profondo e improvviso è avvicinarsi, come l’attrazione del ferro alla calamita, come fosse tra tanti l’unico cui appartiene, che appartiene a lei. Cullata dal dondolio del treno, lottando contro il sonno, il pensiero tornava lì: una puntura meschina che ha spazzato via le sue certezze.

Più in fondo: l’attrazione per l’indifferenza, il disprezzo e l’odio.

Il sogno ha stabilito che può percorrere una strada più tortuosa e piena di curve, affidandosi ad altri, per raggiungere infine lo stesso scomodo crinale, provarne terrore e decidere di affrontarlo, gettandosi di sotto, buttandosi dentro la vita.

martedì 16 dicembre 2008

Cena di natale




Volti, sguardi, voci, risate, profumi, lacrime, canzoni, cibi, coperte.
Silenzio.
Provo a mettere insieme le parole per raccontare un altro pezzo di vita.

Mi sono svegliata con l’umore sotto i calzini.
Erano solo le 4.
Mi sono alzata dal letto, ho fumato una sigaretta e acceso il pc.
Ho chiacchierato con chi, dall’altra parte del mondo, era appena rientrato dalla spiaggia, clima ottimo per surfare.
Ho pensato che fosse un buon segno.

Sono tornata a letto ma non ho dormito.
Alle 7,30 ho abbandonato la cuccia e ho preparato il caffè.
Ho dato un’occhiata al forum pensando al pranzo di domenica e ho iniziato a prepararmi. Mille indecisioni, alla fine ho valutato tutte le eventualità e ho riempito lo zaino.

Ho viaggiato fino a destinazione su una carrozza dorata; guardavo i campi innevati lungo l’autostrada, la nebbia impediva di vedere il confine tra terra e cielo. Mi ha ricordato quando sulla nave per la Sardegna, era il buio della notte a mischiare il cielo con il mare.

I primi occhi che ho incrociato sono stati sovrani e ho sentito il sollievo di ritrovare calore e accoglienza. Solo qualche istante per abituare il mio corpo e i pensieri alla nuova atmosfera, alla compagnia delle persone lasciate poco tempo prima. Cinque amici intorno a un tavolo, un piatto di pasta e un buon rosso hanno fatto il resto.

Mi sono messa comoda e, spediti gli uomini fuori, tre allegre bambine hanno sbucciato, pelato, condito, pulito, infornato, con un sottofondo di musica e risate. E creato giacigli per sedici persone. Nel corso delle ore il campanello trillava: ad ogni squillo una faccia, una voce, un sorriso, uno zaino, un posto letto, una sedia, un bicchiere, un dono.

E sento di nuovo odore di tribù.
Un gruppo aperto dove c’è sempre un posto in più.
Credo di aver trovato anche il mio.

Amore perfetto, relazioni imperfette

Vergine (23 agosto - 22 settembre)

Dopo aver meditato a lungo su come dare una sferzata d'energia alla tua vita amorosa, ho deciso di sottoporti questo brano del libro di John Welwood Perfect love, imperfect relationships. "In cuor loro tutti conoscono l'amore perfetto, perché il cuore umano è un canale attraverso cui l'amore assoluto si riversa nel mondo. Ma i rapporti umani sono un'espressione imperfetta di quell'amore. Questo crea un doloroso divario tra l'amore perfetto del nostro cuore e il modo imperfetto e incompleto in cui lo esprimiamo nei nostri rapporti. Se siamo convinti che l'amore umano debba essere quello che non è (cioè assolutamente incondizionato), rimaniamo delusi e finiamo per diffidare dell'amore. Proviamo rancore verso gli altri perché non ci amano nel modo giusto o verso noi stessi perché pensiamo di non meritare l'amore. Tutto questo crea una ferita universale: la sensazione di non essere amati per quello che siamo".

martedì 9 dicembre 2008

Freestyle

Scrivo per me e per te.

La mia anima è feroce,
all'inizio di ogni cosa c'è sempre una profonda foce
che genera del brutto, io vorrei buttar via tutto.

E invece sono presente
di fronte alla mia mente,
ma so che ciò che vale
per miss è solo il cuore.

Lo divido,
lo consumo,
lo spremo,
lo pretendo.

Io vivo nel presente.

Un funerale

"Un suo sguardo scioglie e vanifica tutte le mie difese.
Sono nudo davanti a lei,
un nudo innocente, di neonato.

Cosa?
Io, lei.
Non è dato saperlo.

Tempo, giudice giusto e imparziale
ambasciatore di tutte le risposte, amare, dolci
senza pena.

Temo gli occhi suoi, dolce sguardo disarmante.
Tenere carezze accompagnano la vista di colui che li incrocia.
Temo gli occhi suoi
fiero sguardo di forza
espressione naturale di un potere che paralizza.

Sì, tempo
ma lo sguardo che più non vede è la paura più forte.

Tempo, ferita profonda, labbra bagnate dagli occhi.
E' sola,
di fronte soltanto lei.

Ricordi che scorrono, pezzi di vita bambina incastrati nella memoria.
Un lento passo l'accompagna verso se stessa.
Piccole scoperte di vita quotidiana compongono il disegno del suo complesso mosaico.

Accanto a me
l'ho vista
sguardo bagnato da un immenso dolore,
due braccia intorno a lei,
due labbra sulla sua fronte,
ma non erano le mie.

Tempo,
fedele compagno di vita
amico paziente e generoso che dona certezze e raccoglie speranze,
fai tuo il dubbio,
e lasciami una semplice risposta.
Amara, dolce, ma senza pena".
dieci maggio duemilaotto

lunedì 8 dicembre 2008

Tribù

La mia casa è avvolta dal silenzio.

La cucina di nuovo in ordine, il colapiatti pieno di stoviglie ad asciugare.

Un giro in moto, un pranzetto leggero, l’albero di natale, due chiacchiere veloci con persone lontane.

La mente torna a ieri.

Il sapore delle persone nette, che non scendono a compromessi ma costruiscono famiglie per scelta, non per obbligo di sangue, mi ha riconsegnato il gusto di affrontare la mia battaglia di identità, pur sapendo quanto sia intenso il dolore che l’accompagna. Sì, è un destino di solitudine, di ricerca metodica di quei rari esseri umani in cui riconoscersi fino in fondo.

Mentre la ricerca della mia tribù e del mio luogo di appartenenza si fa più accanita, entrano nella mia vita volti e parole, alcuni nuovi altri ritrovati.

Non sono mai stata una persona comune, né semplice. A tratti ho amato e amo la mia complessità, le mie tortuose peregrinazioni, l’originalità del mio sentire; altre volte ne soffro come il brutto anatroccolo della fiaba, scacciato da tutti perché nato nel gruppo sbagliato.

Ho riascoltato i racconti dei viaggi, delle persone incontrate, di quelle che per un tratto hanno camminato anche con me, nomi mai dimenticati hanno risuonato insieme alle immagini di quella che ero.

Un pezzo del mio mondo ha respirato a pieni polmoni e per qualche ora mi sono riconciliata con me.

venerdì 5 dicembre 2008

In moto


"Schianto a terra
Plastica in frammenti che scivolano con te
rotoli, rotoli e finalmente ti fermi.

Lontano da lei.

Sguardo fisso a terra. Fermo.
Un solo lunghissimo istante, un solo pensiero. Tu!
Ti pensi e ti pensi vivo.

Ti muovi, piano.
Le gambe, una mano, l’altra
Nessun dolore.
Niente di rotto

La ascolti.
Nessun rumore.
Motore spento.

La guardi
Le ruote ferme, il manubrio che segna l’asfalto.
Ti alzi, ti avvicini.
Lei è ferma e non chiede aiuto.

La benzina che esce dal serbatoio
Sbrigati! Alzala. Mettila sul cavalletto.

Di nuovo in piedi.

Il manubrio è dritto, la leva del freno piegata ma funziona.
Con un po’ di attenzione, certo, ma puoi viaggiare tranquillamente.
La frizione è a posto, uno specchietto rotto, il destro, ma viaggi lo
stesso.

“se cadi, subito in sella, altrimenti non sali più.”

Di nuovo in sella, di nuovo insieme
Prima, seconda, terza, quarta e… la prima curva.
scala la marcia,
imposta la traiettoria,
e piega ..

Rallenta, prendila più piano, non piegare come prima.
Più tranquillo, rilassati, ok.
Altra curva, rallenta, frena un po’, piega
Dolce, non così rigido!!…

Di nuovo fermo. I piedi fissati al terreno.
Le mani sul serbatoio seguono il solco dei graffi incisi dall’asfalto

… qualcosa si è rotto
o forse hai soltanto paura

riparti, durante il viaggio lei ti parlerà".

Per fare a meno di te

GIORGIA

Per Fare a meno di te
non so dove me ne andrò
che cosa inveterò
Per fare a meno di te
Io no, non mi sveglierò
non ti ricorderò

Quando guardo il cielo
cerco te
distrattamente guardo il cielo e
cerco te
e mi sollevo

Per Fare a meno di te
Non so quanto cuore avrò
io mi difendero

Quando Guardo il cielo
cerco te
Distrattamente guardo il cielo
e cerco te
E mi sollevo

Sulle circostante il tempo scivola ( sopra di noi)
l’infinito sceglie la sua lacrima
Dove cercare ( qualcosa di più) (ancora)
E fare a meno di te

Quando guardo il cielo
cerco te
Distrattamente guardo il cielo
e cerco te
E scioccamente mi sollevo
su con te
su con te
su con te

Paura della frantumazione

Per non impazzire
per non morire
per non frantumarsi

L'anima si difende
come sa
con gli strumenti che ha
in un automatismo che scatta da sè

I tempi sono diversi
la difesa di un'integrità messa a rischio da eventi e persone
le modalità non cambiano

Una protezione così asfissiante
da sottrarti alle esperienze

L'hai colta tu
che nei miei occhi hai letto
NESSUNA DIFESA
e sei rimasto in silenzio

giovedì 4 dicembre 2008

Esclusione



Parole che raccontano l'intima peculiarità che porto con me dall’inizio dei tempi.
Dispiegano la trama del drago contro cui combattere l’ardita lotta;
la stanza degli orrori conteneva questa verità.
L’ho guardata,
mi spaventa.
Mi fa male.

Non mi fido fino in fondo di nessuno.
Spalanco le mie porte alla ricerca di alleati.
Per me la vita è stata sempre guerra, soldati piazzati sui rispettivi schieramenti.

Mai più di due, mai meno di quattro.
Siamo rimasti in tre e io non trovo più il mio posto.
Sarà un bene?
E' andato in pezzi lo schema cristallizzato.

mercoledì 3 dicembre 2008

La miss

Ma perchè quel giorno mi hai chiamata così?

"Perchè tu te la tiri, ma in modo simpatico.
E allora: miss valentine!"

O si ama o si odia.