Quella che sbarra il passaggio alla comprensione come un portone chiuso da un lucchetto di cui hai perso la chiave. Quella di quando leggi quello che vuoi, tra le pieghe di discorsi infiniti ma irrisolti: tu non senti loro o loro non sentono te. Quella di quando parli, ma non ascolti. Quella che ti impedisce di vedere le persone: i dolori, la confusione, l'ardita speranza di sparire, mutare, maturare; allontanarsi verso un luogo, un luogo che non c'è, che non è, non è diverso da quello dove già ci si trova, dove talvolta si vola, quando tutto si fa sfittico, pericolosamente acritico e via lontano, dove non ci sono ricatti morali, obblighi ancestrali, sentimenti minatori fintamente regali; voci e suoni che tormentano i padiglioni auricolari, che rimbombano nelle mille stanze cerebrali, soffocando la fantasia, la libertà di immaginare tutto quello che ti va, senza regole senza clamore, nessuna lente a filtrare la visione, le paure che si trasformano in verità, scelte, voglie, felicità! voli di Icaro verso un sole che non brucerà.
La malcomprensione, la malacomunicazione, si scontra con sordità d'animo, frantuma l'anima e la pelle, che sembra così semplice ma non lo è perchè non sei solo: c'è un mondo di pensieri, corpi, desideri in mezzo a cui navigare, planare, sorvolare, tavolta sprofondare e vorresti decidere tu quando farlo e dove, senza importi un'utopica selezione.
Ti guardi e non ti piaci, la tua faccia nello specchio non è certezza nè conforto, diversa da sempre, distante da non sai bene cosa pensavi saresti stata, turbata da confronti che sono tutto o niente, o il contrario di tutto e niente.
La manipolazione, che qualcuno chiama amore: inguaribile tentazione di trasformare in ciò che serve per continuare a vivere e la delusione di non riuscire a modellare è disincanto immane.
Colpa chi? Cosa? Dove? Tu, che hai eliminato questa parola dal vocabolario ma dalla pancia no, senti la colpa che ti si appiccica addosso come bubbonica peste e ti senti brutta come la malattia quando ti sceglie e non ti lascia più, finchè morte non ci separi.
E adesso vado a comprare "Accabadora", colei che pone fine:
"Quando gli oggetti e il loro nome erano misteri non ancora separati dalla violenza sottile dell'analisi logica".
"Come together Right now Over me" Scarafaggi (Beatles)
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