Quanti ostacoli, tanti,
per raggiungere l'agognata meta.
La banalità del gustare più a fondo il successo finale,
può tramutarsi nella semplicità della soddisfazione.
L'umore scende a picco sulle difficoltà che affronto,
fisiche e no,
voglia di tenerezze,
calore,
chiacchiere e risate.
Brama di essere di nuovo me,
intera,
entusiasta,
allegra
e vagabonda.
L'aria si è rinfrescata,
la città non si è ancora ripopolata,
il mio quartiere non ha mai smesso di palpitare,
gli occhioni tristi dell'uomo nero che dice: "Sorry",
la mia amica africana che chiede: "How many?",
il tassista che sbaglia il numero civico,
il messaggio che non comprendo,
il medico che, stizzito, scrive: "Sono in ferie",
tu che torni bambina per continuare a chiedere "Perchè?",
lo sgabello arancione che ti strappa un sorriso,
la spugna viola come il tuo giacchino,
la tentazione di appoggiare il piede e spiccare il più alto dei salti in alto.
per raggiungere l'agognata meta.
La banalità del gustare più a fondo il successo finale,
può tramutarsi nella semplicità della soddisfazione.
L'umore scende a picco sulle difficoltà che affronto,
fisiche e no,
voglia di tenerezze,
calore,
chiacchiere e risate.
Brama di essere di nuovo me,
intera,
entusiasta,
allegra
e vagabonda.
L'aria si è rinfrescata,
la città non si è ancora ripopolata,
il mio quartiere non ha mai smesso di palpitare,
gli occhioni tristi dell'uomo nero che dice: "Sorry",
la mia amica africana che chiede: "How many?",
il tassista che sbaglia il numero civico,
il messaggio che non comprendo,
il medico che, stizzito, scrive: "Sono in ferie",
tu che torni bambina per continuare a chiedere "Perchè?",
lo sgabello arancione che ti strappa un sorriso,
la spugna viola come il tuo giacchino,
la tentazione di appoggiare il piede e spiccare il più alto dei salti in alto.