sabato 18 dicembre 2010

To Cry

Dopo una serata tra amici, in allegria, per festeggiare l'arrivo del Natale, ho sentito forte e chiaro che loro non mi appartengono, come io non appartengo a loro. Una facciata superficiale e di circostanza in cui ho trascorso qualche ora più per distrarmi che per reale desiderio.

Ma ancora più evidente mi è apparso il divario nel modo di sentire la vita che ci separa e ci rende estranei e sconosciuti. Ancora più pungente è stata la fitta che mi provoca la tua lontananza, più cocente si è insinuata la sensazione di lacerazione che provo da quando non ci sei più, quotidiano eppure saltuario, nella mia vita. Ancora più lampante quello che voglio e che mi appartiene, il mondo in cui sono amata, compresa e conosciuta per quello che sono fino in fondo: mi manca vedere la mia luce e la mia bellezza nei tuoi occhi, specchio sincero di quello che sono.

Mi sono scoperta a pensarmi in una dimensione che non avevo mai sentito prima, un'immagine di me che la mia mente non era mai riuscita a contenere. Ho pensato a noi due, a tutta la vita che potremmo lasciar pulsare nelle nostre vene all'unisono, alla passione di cui potremmo godere, a quella che condiviamo ed a quelle che ci rendono unici, ci distinguono ma ci completano, alla profonda consapevolezza con cui potremmo gustare ogni istante delle nostre esistenze, costruendo insieme quelle torri e piramidi indistruttibili ed eterne, piuttosto che rassegnarci ad anonime case, caduche e temporanee.

Ho pensato a te e ho sentito al contempo il tepore del focolare e l'impotenza di viverlo, semplice e libero. Sono entrata nella mia casa vuota e fredda, mi sono addormentata in un letto in cui mi rigiro infinite volte immaginando che sia il tuo corpo a scaldarmi. Ti ho desiderato più di sempre. Ho invocato quell'amore che mi riempie testa e cuore, che mi fa pulsare tempie e ventre in modo così chiaro e limpido.

E ho sperato che il tuo cuore sentisse il mio richiamo.

giovedì 16 dicembre 2010

Trame profonde, sfumature

È possibile che ci sia un messaggio per te sul vetro appannato della finestra? Puoi trovare un indizio sulla prossima fase del tuo destino lanciando un’occhiata al giornale che il vento soffia contro la tua gamba mentre cammini? Attento alle sfumature e ai sottintesi, Vergine. Scruta le periferie per scoprire il futuro che si rivela in anticipo. Non si sa mai quando il mondo nascosto proverà a passarti una dritta. Presta attenzione alle trame più profonde che s’intrecciano appena sotto la superficie in cui si presume si stia svolgendo la storia principale.

lunedì 6 dicembre 2010

Patetico

Ho smesso di sperare
che i salmoni nuotino nel verso della corrente
gli alberi non perdano le foglie in inverno
le onde del mare si plachino anche solo per un istante.
Ho smesso di credere
nelle parole intense e magnifiche
o grette e meschine
sporche d'egoismo e rancore
nei gesti che sembravano ma non erano.
Ho spento il potere di ferire
di illudere
di ingannare.
Non penso, non sento, non guardo, non ricordo, non desidero.
Non voglio.
Solo una scelta mi è stata concessa
l'ho sposata con tutta me stessa.

Chi non ha il coraggio di vivere
si astenga.
Chi non ha nulla da dare
soccomba.
Accogliamo tutti perchè siamo umani.
Io voglio essere lupa,
camminare lungo la strada della mia anima selvaggia
per riconoscere a pelle
la meschinità,
ed evitarla.

Lasciarmi contagiare dall'allegria semplice di mia madre
apparentemente serena,
un dolce balsamo la sua voce.
La sua risata,
mentre le racconto la paura che ho provato entrando in casa
lo stereo si era acceso da sè
ed io sentivo voci.

Patetico ogni uomo che mi ha ferita,
offesa
umiliato la mia femminilità
quando mi sono data senza riserve
Patetici gli uomini di cui mi sono accontentata
quelli deboli
che non sanno prendere decisioni
che si crogiolano nelle loro fragilità
che non sanno starmi accanto
che sono troppo impegnativa
intransigente
a volte anche troppo bella
troppo intelligente
troppo speciale
troppo per loro.
Patetici gli uomini che scelgono sempre la comodità
eppure li attiro
benchè io non sia una persona comoda.
Anelo a un equilibrio che da sola non trovo?
Sopravvaluto l'uomo?
Certo non merito,
io,
di non essere amata fino in fondo.

Sei tu l'unico che "sta bene"
che inganna tutti
e la sera trova sempre un piatto caldo
e una donna pronta ad accoglierti.
Perchè questa è la vita che alla fine volete tutti,
e non importa se sia vera o costruita a tavolino.
Ed io a struggermi perchè so quanto valgo
a mettermi in discussione perchè temo di non valere abbastanza.
No, non sono io che non valgo.
Basterebbe il mio nome per dimostrarlo,
mai nome fu più azzeccato:
Valente, colei che vale.

Questa sono io,
il resto è solo fuffa per gatti randagi che non avranno mai dimora.

"Non confondere la nobile paura con la volgare vergogna"