Guardavo il tuo corpo mentre guidavi la tua R1.
Eri minuto, sulla moto sembravi quei fantini piccoli ma perfettamente in proporzione.
Il tuo giubbetto di pelle nero,
gli stivali,
i Levi's,
il tuo Shoei identico al mio,
cambiava solo la grafica,
ma dicevi sempre che il tuo era più bello.
L'ultima sera ti guardavo guidare e provavo a muovermi come te,
in quella rotonda una macchina ti ha tagliato la strada,
ma tu non ti sei scomposto,
l'hai evitata e hai proseguito.
Eri nato per la supersportiva,
eri perfetto su quella moto.
Guardarti guidare mi dava un gran gusto.
Ma quando uscivamo in moto insieme,
mi lasciavi sempre stare davanti,
mi seguivi,
sopportavi il mio ritmo senza lamentarti.
Ti piaceva così.
Vorrei quelle foto che hai fatto al lago,
con la luna che si specchiava sull'acqua.
Io ero senza parole,
perchè non era da te,
ti sei divertito a trasformare il mio entusiasmo in delusione,
quando mi hai detto, ridendo:
"Non te le darò mai!".
Tu eri così.
Facevi il cinico,
ma eri premuroso.
Mi scrivevi "Chiama quando arrivi"
e io mi dimenticavo di farlo,
e quando il giorno dopo ti chiamavo mi dicevi:
"Non ti preoccupare, l'importante è che ti stai divertendo".
La penultima domenica, mentre tornavo da Asiago, mi hai chiesto se stavo rientrando, ma quando ti ho risposto eri impegnato e non hai letto il mio messaggio.
Il mattino dopo mi sono svegliata con il telefono che trillava.
Eri tu: "Cavolo, ho finito solo ora e solo ora ho letto il tuo messaggio. Beh, bentornata, anche se adesso sarai nel mondo dei sogni .. allora buonanotte!".
La domenica successiva, invece (tornavo da Pesaro) rispondevi immediatamente ad ogni mio sms.
Sapevi che ero sola sull'autostrada e mi hai fatto compagnia fino a casa.
L'ultima cosa che mi hai scritto è stata:
"Ma devi sempre arrivare a casa alle 22? Non impari mai :)".
Ti ho risposto: "Scemo :)".
Non è vero .. le tue ultime parole sono state:
"Notte! Riposati adesso, che hai viaggiato tanto".
Non vedevo l'ora di rivederti ... avevo mille cose da raccontarti ...
Come farò io senza di te?